"Il perdono"

di
genere
poesie

"Io, che pretendevo di insegnare agli altri il mito di Platone, ero il primo a non averne compreso il significato...distante più di qualsiasi altro dall'uscita della grotta, impegnato ad idolatrare Dei fatti di ombra. Come tuono che rimbomba alle tue spalle, costringendoti a voltare lo sguardo, così la tua astuzia e i tuoi raggiri mi hanno richiamato alla vera fonte della mia passione e del mio desiderio. Mi hai visto nudo, non posso indossare nuove maschere e fingermi perfetto: sono mortale, fallibile e peccatore. Eppure ti desidero, con nuova forza, perché ho visto in te la preda che può anche diventare predatrice. Io, cacciatore, per la prima volta sento il piacere di essere stato cacciato e il desiderio di rendere omaggio a chi mi ha tratto in inganno e mi ha fatto cadere. La natura degli uomini non cambia, ma qualche volta può essere piegata....come gli alberi sono momentaneamente piegati dal vento, per poi tornare svettanti secondo l'ordine naturale delle cose. Io, mia Dea...allo stesso modo....vorrei inchinarmi alla tua forza diabolica e suggere la tua parte più intima al fine di renderti in piacere l'offesa arrecata...e poi tornare ciò che la mia intima natura mi impone, sì da farti sentire la preda più ambita. "
scritto il
2013-09-02
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