Il mio 17ettesimo compleanno 2° parte

di
genere
sadomaso

Tiziana mi disse che eravamo dirette a Lugano per comprare il mio regalo di compleanno, non osai chiedere cosa fosse anche se la mia curiosità usciva da tutti i pori, poi mentre guidava cominciò: "Sai Elena sei proprio una schiava schifosa senza dignità, ma hai ancora molto da imparare, Innanzi tutto hai ancora il buco del culo vergine e questo non va bene per una lurida cagna, poi hai troppa libertà nel masturbarti. Prima di sfondarti il tuo inutile buco puoi provare da sola magari con un piccolo vibratore che se vuoi lo trovi nel cassettino, io ti consiglio di cominciare ad allenarti anche se al momento giusto sarai costretta ad accogliere nel tuo intestino un grosso cazzo di gomma che ti farà rimpiangere di essere nata, questo te lo giuro, prenderlo in culo sopratutto la prima volta è molto più doloroso di quando ti abbiamo sverginata, ricordi? E le dimensioni del cazzo che ho scelto per impalarti non le puoi nemmeno immaginare cagna che non sei altro." Certo mia signora risposi, "bene quindi pensaci".
Arrivammo in dogana e poco dopo a Lugano, Tiziana parcheggiò davanti ad una gioielleria e mi ordinò di stare in macchina, io nel frattempo misi il piccolo vibratore in borsetta e poco dopo ritornò con un pacchettino e ripartimmo. Pochi minuti dopo parcheggiò davanti al lago, dove i cigni infreddoliti stavano sul bordo del bagnasciuga. Tiziana con un comando imperativo mi ordinò "scendi cagna e seguimi", attraversammo la strada e dopo pochi passi ci fermammo davanti un portone, suonò e il videocitofono si illumino, poi la porta si aprì con un sordo rumore gracchiante, salimmo le pulitissime scale di marmo. Ad attenderci sulla porta di uno studio medico una ragazza inguainata in una tutina di latex lucidissima nera, alta molto più di me, le tette erano imprigionate, strizzate nella tutina aderente, i capelli lunghi nerissimi, un trucco appena impercettibile, degli stivali incredibili, stringati, alti fino al ginocchio la facevano camminare in punta di piedi, in un italiano stentato con una forte inflessione tedesca ci condusse in sala d'aspetto. Era tutto di un grigino perla molto asettico e l'arredamento era essenziale, nella sala d'attesa eravamo solo io e Tiziana, poco dopo la stessa ragazza disse a Tiziana che la dottoressa era a disposizione se volevamo potevamo andare in studio. Appena entrata Tiziana abbracciò la dottoressa lei la baciò e poi rivolgendosi a me disse " è lei la cagna ?" Tiziana annui, "cagna spogliati completamente nuda tieni solo le autoreggenti da zoccola che hai e poi torna subito qui".
Ubbidii e in uno stanzino lasciai i miei pochi abiti e tornai nello studio completamente nuda con indossate solo le autoreggenti mi sentivo proprio una zoccola e le mie mani cercavano di coprire le mie grandi tette e il monte di venere completamente depilato provando un pò di vergogna.
La dottoressa mi prese per i capelli, mi sdraiò su di un lettino e cominciò a visitarmi, si soffermò sui miei capezzoli stringendoli e tirandoli fino a che urlai, poi dopo avermi perlustrato ogni parte mi ordinò "siediti li cagna" indicando un lettino ginecologico, mi sedetti e mi furono imprigionate le gambe su due alti braccioli a lato della poltrona così che le mie gambe erano vergognosamente aperte ed il mio sesso era completamente esposto e spalancato, anche le braccia mi furono legate dietro la testa facendo sporgere bene il mio seno. Si mise i guanti in lattice e le sue dita divaricarono il mio sesso e senza indugi entrarono prepotentemente roteando e toccacciando fino in fondo molestando dolorosamente il collo dell'utero, poi un freddo metallo entro nel mio sesso suscitando un brivido di freddo e dopo pochi secondi mi sentivo le pareti della vagina dilatarsi così tanto da sentire male, mi lamentai per il dolore ma lei continuò non curandosi affatto delle mie lacrime, fino a quando un click fermò l'avanzata di quell'orribile strumento di tortura chiamato speculum. Con una lampada guardò dentro di me poi disse "sei proprio una cagna in calore" e continuò nella sua osservazione. Finita la visita si alzò e guardandomi con gli occhi di ghiaccio disse strizzandomi i capezzoli "quando vieni dal ginecologo cerca di liberarti della merda che ti porti dentro, se la prossima volta ti presenterai ancora così lurida cagna te ne pentirai!" Io cercai di spiegare che non ero mai stata dal ginecologo ma in risposta Tiziana mi appioppò due manrovesci che mi azitirono mentre un calore bruciante invadeva le mie rosee guance.
Le due parlottarono tra loro mentre io immobilizzata ero percorsa da brividi di freddo, credo dovuti all'eccitazione mista a paura di ciò che mi sarebbe capitato. Tiziana porse il pacchettino comprato poco prima alla dottoressa che voltandosi armeggio con il carrellino dove sopra giacevano boccettini, strani atrezzi e altre cose a me sconosciute infine la dottoressa fece un cenno con la mano.
La ragazza tornò si inginocchiò davanti al mio sesso e cominciò a leccarmi con dolcezza mai provata, in pochissimo tempo ero eccitatissima e poco dopo un lago tracimava sulle mie cosce altre poche languide e delicate leccate mentre il mio bottoncino veniva succhiato e schiacciato tra le labbra di lei esplosi in un orgasmo titanico. Lei si tolse io avevo ancora le scosse di quell'orgasmo tanto dolce quanto forte che una fitta al mio sesso mi riportò repentinamente al presente. La dottoressa era china su di me e mi disse "ora ti farò urlare ma devi stare ferma cagna altrimenti sarà peggio per te".
Quelle parole mi agghiacciarono e il dolore che sentivo alla figa era sempre più forte, annuii lei con una certa professionalità prese del cotone intinto in una soluzione disinfettante marroncina, appena toccò il mio sesso esplose in un bruciore folle facendomi urlare e piangere dal dolore, subito la ragazza mi mise una pallina in bocca ma la dottoressa le ordinò di togliermela immediatamente perchè voleva sentire i miei urli, ero terrorizzata!
Si portò davanti a me e con lei Tiziana, cominciò a tirarmi le grandi labbra ormai doloranti, ad un certo punto un dolore fortissimo ed intenso partì dal mio sesso fino ad inondarmi il cervello ed un urlo mi uscì liberatorio dalla gola, un istante dopo un bruciore mi scosse ulteriormente è l'aria veniva pervasa da un odore acre di pelle bruciata. Alcuni secondi dopo Tiziana si compiaceva con la dottoressa per il bel lavoro eseguito mentre lacrime di dolore solcavano il mio viso cadendo sul mio seno dai capezzoli durissimi. Io dolorante non capivo ma come mi avvicinarono lo specchio che rifletteva l'immagine del mio sesso capii che era stato perforato nelle grandi labbra e imprigionato da un lucchettino d'oro che le chiudeva tra di loro come un prezioso scrigno. Tiziana mi mostrava le due piccole chiavi deridendomi "Cagna buon compleanno !!!!" poi aggiunse severa "sarai liberata solo durante il ciclo, oppure se ne avrò voglia io la tua signora e padrona". Mi fecero alzare e il piccolo lucchetto d'oro pesava come un macigno allungandomi le doloranti labbra e a turno soppesandolo e tirandolo mi facevano emettere gridolini di dolore. La dottoressa mi si avvicinò e disse "ora potrai prenderlo solo nel culo senza che lo sappia Tiziana" e schiacciando il suo indice sulla mia rosellina mi penetrò il mio inviolato buchetto. Il ritorno a casa fu molto lungo per un incidente in autostrada il lucchettino era imbarazzante e doloroso sopratutto quando Tiziana prendeva delle buche con la macchina, quando arrivammo alla dogana ero terrorizzata che potessero perquisirmi e scoprire ciò che mi chiudeva il sesso esposto e provato da quella piccola ma dolorosa operazione. Tiziana durante il tragitto più di una volta mi toccò tra le cosce cercando il piccolo oggetto e tirandolo e torcendolo fino a farmi gridare, poi mi disse "Volevo che tu fossi solo nostra così lo sarai e non potrai avere rapporti senza che io ti apri la porta della tua sessualità. Ora ti resta solo il tuo inutile buco del culo che come ti dicevo stamani faresti bene ad allenare perchè a breve ti sfonderemo senza pietà. La dottoressa Krunzel sarà la tua ginecologa lei ha la seconda chiave e a lei dovrai donare tutto, anche se devo ammettere che è molto cattiva e perversa, inoltre da oggi prenderai la pillola così controlleremo il tuo ciclo" .
Arrivati a casa fui esposta come una bestia rara, zia Paola apprezzò molto e Adriana con la solita cattiveria che ha nei miei confronti cercò di penetrarmi con le dita facendomi urlare mentre stirava la mia delicata carne nel tentativo di eludere la chiusura della mia fighetta, non riuscendo dichiarò "sei proprio castrata cagna schifosa".
Quella sera fui dispensata dal riordinare, dopo cena andai a dormire esausta con un peso tra le gambe ingombrante e fastidioso.
scritto il
2010-05-07
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