Non aiutare il nemico
di
Elena23
genere
sadomaso
I primi giorni della settimana successiva alla festa passarono senza Adriana, io mi dividevo tra zia e matrigna, quando rividi Adriana era già giovedì. La sera mentre andavamo a letto la vidi nuda sembrava una zebra, il suo bel corpo era coperto da righe viola giallo-bluastre. E ammirandola camminare riflessa nello specchio della mia camera la cui porta deve essere sempre aperta notai che le sue rotonde chiappe erano divaricate da un lembo di plastica nero. So che non dovevo farlo ma appena le luci si spensero quatta quatta entrai nella camera di Adriana. Lei distesa sul letto singhiozzava ed io mi accucciai vicino a lei e con un filo di voce le domandai “posso fare qualche cosa per aiutarti?“
Lei cominciò ad urlare e di li a pochi secondi zia e matrigna in sottoveste comparirono sulla porta della camera di Adriana impedendomi qualsiasi fuga.
Adriana disse che volevo scoparla che avevo allungato le mani strizzandogli i capezzoli e che le avevo tolto il plug dal culo. Io dicevo esattamente il contrario, ma girando lo sguardo dietro al letto vidi un enorme cuneo di dimensioni impressionanti formato da quattro semisfere attaccate tra di loro. La prima la più piccola e man mano che si scendeva verso la base le altre erano sempre più grandi, alla base poteva essere grande come una bottiglia d'acqua da mezzo litro. A calci schiaffi tirata per i capelli fui ricondotta nella mia stanza. Mi scaraventarono sul letto con un sonoro ceffone in faccia, Adriana e zia mi allargarono le gambe mentre mi strattonavano i capezzoli e le labbra ben in mostra della mia figa. Poco dopo vidi arrivare Tiziana con una fila di mollette infilate come una collana di perle attraverso il foro della molla da una sottile cordicella viola. “puttana cagna schifosa ora ci divertiamo un po' con te!!! ti facciamo passare certe voglie!!! “ furono le parole di Tiziana e subito cominciò ad attaccare le mollette alle mie grandi e piccole labbra. La mia rosea e delicata carne veniva oltraggiata da quelle dolorose mollette all'apparenza innoque. Quando tutte e 20 le mollette furono piazzate attorno al mio sesso sentivo la pelle tirare, il pizzico di ogni molletta era doloroso e acuto, Il mio bottoncino era imprigionato in una stretta dolorosa ma che mi faceva bagnare, io singhiozzavo implorando di smettere. Ad un tratto mi sentii divaricare le gambe in modo esagerato, Tiziana in quel preciso istante tirò con forza l'estremità della cordicella strappando le mollette dalla mia carne una dopo l'altra procurandomi un dolore fortissimo ed intensissimo, il mio urlo lacerò il silenzio della camera, il gioco continuo per altre volte con varianti al tema figa tette, tette e pancia, interno cosce e figa.
Io ero sempre più dolorante, anche se non credevo che l'interno cosce fosse così sensibile e doloroso, finito questo martirio Adriana si avvicinò a me e mi sussurrò, “Cagna ti sei divertita ma quello che conta è che ora il plug lo dovrai tenere dentro di te tutta la notte e io me ne sono liberata”. Io sbiancai pensando al cuneo che avevo visto in camera sua, poi il mio buchetto non era ancora stato violato pensai come poteva entrare un affare così grosso? Zia che si era assentata ritorno con un cuneo che già conoscevo, era quello che mi aveva sverginata e senza tante sottigliezze mi allargò con un gesto brutale le grandi labbra , mi apostrofò “questa cagna è in calore senti com'è bagnata “ e mi spinse il cuneo fino in fondo alla mia figa facendomi emettere un grido. Quel coso mi riempiva tutta sentivo i lembi della figa tirare e la punta toccarmi dolorosamente l'utero. Uno “strap” mi fece trasalite e con noncuranza striscie di nastro adesivo argenteo bloccarono il cuneo dentro di me. Le tre se ne andarono augurandomi la buona notte.
Lei cominciò ad urlare e di li a pochi secondi zia e matrigna in sottoveste comparirono sulla porta della camera di Adriana impedendomi qualsiasi fuga.
Adriana disse che volevo scoparla che avevo allungato le mani strizzandogli i capezzoli e che le avevo tolto il plug dal culo. Io dicevo esattamente il contrario, ma girando lo sguardo dietro al letto vidi un enorme cuneo di dimensioni impressionanti formato da quattro semisfere attaccate tra di loro. La prima la più piccola e man mano che si scendeva verso la base le altre erano sempre più grandi, alla base poteva essere grande come una bottiglia d'acqua da mezzo litro. A calci schiaffi tirata per i capelli fui ricondotta nella mia stanza. Mi scaraventarono sul letto con un sonoro ceffone in faccia, Adriana e zia mi allargarono le gambe mentre mi strattonavano i capezzoli e le labbra ben in mostra della mia figa. Poco dopo vidi arrivare Tiziana con una fila di mollette infilate come una collana di perle attraverso il foro della molla da una sottile cordicella viola. “puttana cagna schifosa ora ci divertiamo un po' con te!!! ti facciamo passare certe voglie!!! “ furono le parole di Tiziana e subito cominciò ad attaccare le mollette alle mie grandi e piccole labbra. La mia rosea e delicata carne veniva oltraggiata da quelle dolorose mollette all'apparenza innoque. Quando tutte e 20 le mollette furono piazzate attorno al mio sesso sentivo la pelle tirare, il pizzico di ogni molletta era doloroso e acuto, Il mio bottoncino era imprigionato in una stretta dolorosa ma che mi faceva bagnare, io singhiozzavo implorando di smettere. Ad un tratto mi sentii divaricare le gambe in modo esagerato, Tiziana in quel preciso istante tirò con forza l'estremità della cordicella strappando le mollette dalla mia carne una dopo l'altra procurandomi un dolore fortissimo ed intensissimo, il mio urlo lacerò il silenzio della camera, il gioco continuo per altre volte con varianti al tema figa tette, tette e pancia, interno cosce e figa.
Io ero sempre più dolorante, anche se non credevo che l'interno cosce fosse così sensibile e doloroso, finito questo martirio Adriana si avvicinò a me e mi sussurrò, “Cagna ti sei divertita ma quello che conta è che ora il plug lo dovrai tenere dentro di te tutta la notte e io me ne sono liberata”. Io sbiancai pensando al cuneo che avevo visto in camera sua, poi il mio buchetto non era ancora stato violato pensai come poteva entrare un affare così grosso? Zia che si era assentata ritorno con un cuneo che già conoscevo, era quello che mi aveva sverginata e senza tante sottigliezze mi allargò con un gesto brutale le grandi labbra , mi apostrofò “questa cagna è in calore senti com'è bagnata “ e mi spinse il cuneo fino in fondo alla mia figa facendomi emettere un grido. Quel coso mi riempiva tutta sentivo i lembi della figa tirare e la punta toccarmi dolorosamente l'utero. Uno “strap” mi fece trasalite e con noncuranza striscie di nastro adesivo argenteo bloccarono il cuneo dentro di me. Le tre se ne andarono augurandomi la buona notte.
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