Storia vera di un gay
di
Wiewer
genere
gay
Una storia vera di un gay
Era un pomeriggio afoso d’estate,io il mio cuginetto Dado eravamo da soli nella sua cameretta,al rientro dalla spiaggia,mentre i suoi genitori erano usciti in visita da parenti.Dopo aver giocato con la tv,e letto alcuni giornaletti eravamo annoiati.Premetto che Dado de io eravamo coetanei,sette anni entrambi,lui più alto e robusto mentre io ero snello,con i lineamenti del viso delicati,lunghi capelli ed un corpo sottile,tanto da essere scambiato di schiena per una femminuccia.Così lui propose di fare la lotta ed evidentemente mi batteva,essendo più forte di me,ma fortuitamente mi levò,nella foga ,il costume,e rimasi nudo.Per nulla imbarazzato Dado mi guardò il pisello e disse “vuoi misurarlo con il mio”,naturalmente risposi di sì.Li avvicinammo e sentii al contatto con il suo un leggero fremito,mentre lui me lo toccava dicendo “sembra una lumachina” e aggiunse “si muove se lo tocco”.Così per gioco cominciammo a toccarci a vicenda e senza accorgerci a tirarlo su e giù finchè ci sentimmo agitati ed eccitati,tanto da masturbarci.Ad un tratto Dado disse “ giochiamo ai fidanzati?,risposi affermativamente,allora aggiunse “tu sarai la mia fidanzata” e abbracciandomi mi baciò.Dopo un primo imbarazzo,presi a baciarlo e accarezzandolo gli tolsi lo slippino;sentivamo i nostri corpi vibrare di una sensazione inusuale,anche i pisellini rispondevano erigendosi un po’.Dado allora improvvisamente mi allungò prono sul letto coricandosi sopra di me,cercando di introdurre il suo pistillo tra le mie natiche,per entrare nel mio buchetto,ma non essendo molto rigido scivolava giù,poi alla fine con fatica sentii entrare un po’ dentro il suo glande.Percepivo qualcosa di sensuale,ma ero ancora molto ingenuo per capire appieno ciò che avveniva,però ero preso da una sensazione di essere in una dimensione particolare,di volare ed essere felice,e man mano di godere.Sentii poi schizzare dentro il culetto il liquido di Dado,la sua prima polluzione e il suo “Oh..”mentre si accasciava sulla mia schiena;ero ormai nel pallone,non capivo più nulla però mi piaceva mentre anch’io stavo venendo.
D’improvviso la porta si aprì,era Gianluca,il fratello maggiore,diciottenne,un tipo allampanato, sciocco e malvagio che non potevo soffrire.Prese per un braccio Dado e lo scaraventò fuori dalla camera,dicendo” tu vattene in cucina,in fretta ed in silenzio”,chiudendo poi la porta a chiave.
Quindi si rivolse a me”Fighetta,ora facciamo i conti” e aggiunse “se non vuoi che dica ai tuoi genitori ciò che facevi,devi accettare tutto quello che voglio da te,capito?”.Lo guardai con odio,rispondendo che mai e nulla poteva impormi.Senza preamboli slacciò lo zip dei pantaloni e mi accostò alle labbra chiuse il suo pene.”Ti odio,sei un maiale” gli dissi e prima con un ceffone poi stringendomi la mandibola mi costrinse ad aprire la bocca introducendovi il suo cazzo eretto e tumido,lo sentivo vibrare dentro,mentre lui mugolava di piacere dicendo “Succhialo,per bene,tutto,femminuccia,fammi godere”.In fine satollo,mi rigirò sulla sponda del letto e in posizione a pecorina,divaricando le mie gambe entrò nel mio culetto.Sentii un dolore profondo mentre il suo glande forzava il mio buchino stretto di verginello,allargandolo,nonostante la mia stretta,e penetrando decisamente dentro.Gridavo” Ti odio,sei un porco” e lui “ taci fighetta e godi”.Sì lo odiavo e mi dimenavo per farlo uscire,ma inutilmente.poi subentrò in me con la rassegnazione,e l’affievolirsi del dolore,una sensazione nuova,di ebbrezza e di piacere per quel pene che entrava sempre di più,un’emozione che mi stupiva e mi prendeva totalmente con la sua intensità,sì stavo godendo e capivo che mi soddisfaceva.Ora lui alternava i suoi colpi di penetrazione sempre più veloci e profondi e pur odiandolo accettavo il suo pene aprendo ormai tutto il mio buchetto fremente.Alla fine venne con un grugnito animalesco,sentii il suo sperma riempirmi fino a colare sulle cosce e sfinito si allungò a fianco a me.
Così presi sulle dita il suo sperma e stropicciandolo sul viso fuggi via dalla camera,chiudendolo dentro.
Erano trascorsi dieci anni,ed ero diventato col tempo,ancora più snello,un viso ancora imberbe,dai lineamenti delicati,un corpo armonioso,le gambe affusolate da gazzella ed un culetto a mandolino da fare invidia alle ragazze..Frequentavo la scuola superiore di C*,con scarsi risultati,non mi applicavo nello studio e quindi i miei voti in molte materie erano decisamente scadenti.
Un giorno l’insegnante di lettere,un uomo di circa quarant’anni,corpulento, disse di restare dopo l’orario delle lezioni,perché doveva parlarmi.Mi fece una lavata di capo,una predica che non finiva,che se non m’impegnavo di più sarei stato bocciato. Ma si può rimediare e così dicendo mi accarezzava i capelli.Non ero più il bambino ignaro della prima esperienza,ora quando ero solo,nell’intimità della mia camera giravo nudo per sentire il mio corpo libero da ogni costrizione,e spesso mi ammiravo allo specchio,per ammirare il mio culetto sodo,fasciato solo da un foulard,che ne risaltava i glutei.
Ritornando a lui,come dicevo mi stava accarezzando i capelli con uno sguardo languido ed infido.”Se vuoi ti aiuto” e dopo un attimo di esitazione,soggiunse “Sai ,sei un bel somarello,prendendomi il mento tra le dita.”un somarello,che però deve essere guidato e domato”
“Prof” risposi” lei è troppo buono,sarei felice e la ringrazio se mi può aiutare” ,mentre innocentemente lo fissai con occhi dolci.
Lui,chiuse la porta a chiave,anche se a quell’ora non c’era più nessuno nell’istituto,e si sedette accanto a me,prendendomi le mani nelle sue.
“Senti” mi disse “è da tempo che ti osservo e constato sempre di più giorno per giorno che oltre ad essere bello,mi piaci,ciò mi mette in imbarazzo,ma non posso fare a meno di dirtelo”e dopo una pausa silenziosa,aggiunse”Ti aiuterò,certamente,ma ora so che tu accetterai …ciò che desidero da te”.Così dicendo sfilò lo zip e mi ritrovai il suo pene grassoccio,tra le mani.Ero confuso,così d’un tratto,non sapevo come comportarmi.Lo presi con le mani e lo masturbai.Lo scapellai e lo leccai a fondo,mentre lui tremando mugolava.Su e giù infinite volte finchè s’inturgidì erigendosi.
Allora mi sollevò dalla sedia,mi tolse i jeans e mi coricò prono sulla cattedra,mentre si levava i pantaloni.Con una stecca mi vergò le natiche,divaricandomi le gambe.Ero col culetto in aria e senza parole,un’avventura nuova per me ed imbarazzante con un uomo molto più grande di me.Ero intenzionato a chiudere il tutto,quando il suo cazzo entrò nel mio buco e al mio diniego,lo aprì decisamente con le dita.
Sbuffando,come un bufalo entrava deciso dentro,lo sentivo vibrare nelle viscere,un serpente che si dimenava dentro di me.Uno stantuffo,continuo ,ritmato nell’entrare ed uscire,mentre il mio buchetto vergineo o quasi,si allargava,infiammato e fremente a quelle ondate di penetrazioni.Dovevo ammettere che stavo godendo,sentivo le sue palle sbattere sulle natiche mentre mi possedeva come un toro.Tutto in silenzio,nemmeno una parola,solo il suo sbuffare mentre mi inculava e i miei gridolini di piacere,Solo sesso puro di un uomo maturo,l’aria stessa era impregnata di sesso.
Mi teneva per i fianchi,attirandoli a sé per penetrare profondamente,in un amplesso stupefacente ed io mi sentivo in estasi,ondate continue di inculate ,il suo pene ora era totalmente dentro,lo sentivo fino al cervello,e poi scemando mi irrorò di sperma caldo dentro di me,non percepivo più tempo e spazio,solo che ero stato suo,come un femmina.
Non sto a dilungarmi oltre,i soliti convenevoli,ma quello che è più importante e che ora sapevo con chiarezza il mio vero essere,che ora mi appariva nella sua completezza e ne ero felice,di constare ed accettare di essere gay.Per il resto mantenne la promessa e fui promosso.
L’anno successivo l’istituto inviò la classe in Inghilterra per aggiornamento di lingua inglese.
Alloggiammo in college,una struttura antica,di grande prestigio,ma confortevole contemporaneamente ad un gruppo di studenti americani.
Per integrarci ci distribuirono nelle camere a due letti,un italiano con un americano.
Nella mia stanza prese il posto George,un bel ragazzo di colore,atletico,di famiglia molto elevata socialmente e culturalmente,simpaticissimo e sempre immerso nei suoi libri di studio.
Di giorno per impegni reciproci ci si vedeva raramente,mentre la sera spesso restavamo in camera a vedere film in tv oppure a chiacchierare di interessi in comune.
Una sera Geoge disse che non sarebbe rientrato se non al mattino,perché era invitato ad una festa di compleanno di un amico.
La cosa non mi dispiacque,perché finalmente potevo stare in relax da solo e godermi la serata in tranquillità centellinando attimo per attimo gocce di serenità.
Non appena mi trovai da solo mi spogliai nudo,come solevo fare nell’intimità,gironzolando per la stanza a piedi nudi.Poi mi prese una pazza idea e mi misi a danzare da solo sentendo il mio corpo libero accarezzato dall’aria mentre mi specchiavo per ammirare il mio culetto a mandolino,il mio piccolo pene sobbalzare,le mie gambe perfettamente depilate saltellare al ritmo della musica.
Poi,da una tasca segreta del mio borsone estrassi i miei trucchi,un leggero tocco fondo tinta al viso,un po’ di rimmel alle ciglia,crema rassodante e luccicante al corpo,et voilà con i capelli lunghi,sciolta la coda di cavallo,incorniciare il viso,vedermi non più maschio,ma femminile.
Poi un drink ,sdraiato sul letto,il pisello al vento,stuzzicandolo un po’,assorbirmi in un video molto hot,di una storia tra due gay.
Così,senza accorgermi,mi addormentai completamente nudo di un sonno profondo,forse troppi drink.
Tanto profondo che non mi svegliai quando una chiave girò nella toppa non mi accorsi che la porta si apriva.
Acc.intuii che era George che tornava,troppo tardi,appena il tempo di coprirmi parzialmente la mia nudità,seppur nella penombra di un abatjour,appariva come pure il trucco sul viso.Lentamente si avvicinò al letto e sorridendo mi accarezzò il viso.Ero sconvolto,non sapevo cosa potesse pensare di me George,e glielo dissi e aggiunsi che era un gioco,null’altro che un gioco scaturito dai fumi dei drink.
Lui,non si scompose e sempre sorridendo accarezzò il mio corpo,dicendo che se anche fossi gay,lui non ci faceva caso,anzi anche lui tornava,dopo aver litigato con il suo ragazzo gay,senza aver fatto l’amore.
Aggiunse” sai,da un bel po’ ti osservo,sei bello e mi sei piaciuto dal primo momento che ci siamo incontrati,poi non ho fatto che pensare a te,anche di notte a volte mi svegliavo per vederti dormire e mi accorgevo che diventavi importante per me,quasi una parte di me stesso”
Un nodo di gioia mi strinse la gola,perché erano le stesse mie emozioni e pensieri su di lui.E glielo dissi,aggiungendo “ma tu mi ami o mi desideri solamente per fare sesso?” Rispose “My love,i am crazy for you,no sex but love,il sesso è solamente l’espressione massima di un amore vero,altrimenti è nulla”e mi baciò.Risposi al suo bacio,mentre la sua lingua si univa alla ma nella mia bocca.
Folle di passione lo strinsi a me,mentre lo spogliavo dei vestiti,ora nudi entrambi con il desiderio di possederci.Nel spogliarlo intravidi il suo enorme e lunghissimo pene nero,folgorato da quell’enorme serpente,un bastone rigido,una mazza mai vista prima,che si ergeva in tutta la sua maestà!
Lo volevo,lo amavo,volevo essere suo e lui comprese e mi pose sulla sponda del letto,col culo al vento,già aperto e fremente di voglia del suo cazzo nero.
Sentii il suo glande deflorare il mio buchetto,che si allargava sempre più mentre il suo serpente entrava dentro di me pervadendomi di infinite sensazioni,di piacere.Sembrava non finire mai,lo sentivo dentro le mie viscere muoversi e poi i il susseguirsi dei colpi di penetrazione ,decisi,profondi,mentre impazzivo e godevo quella mazza enorme che mi riempiva e mi squartava.
Volavo in giardini fioriti,traslavo in dimensioni sconosciute,mi davo a lui come una femmina,amandolo,sentivo il suo respiro affannoso mentre mi inculava e mi apriva come nessuno mai.A volte racchiudevo nel mio ano il suo pene,stringendo il buco,per trattenerlo dentro di me e assaporarlo vibrante,lo assecondavo con i miei movimenti le sue penetrazioni.Lo sentivo uggiolare di piacere mentre gridavo il suo nome ,chiedendo di farmi sua,farmi femmina.
Una folle passione ci avvingeva ,solo noi e lui in me.
Poi mi tirò su,pose le mie gambe sulle sue spalle,a cosce aperte mi penetrò così,ancora più a fondo,mentre spudoratamente mi aprivo completamente al suo cazzo enorme che entrava nel mio buco allargato,fino a riempire le mie viscere in un amplesso mai provato che mi soddisfaceva pienamente,prono a cosce aperte ero sua.Insaziabile continuava a martellare,dentr,fuori,in un crescendo senza fine,ed io ero perso in questa penetrazione senza limiti,lo sentivo crescere dentro di me.
Alla fine i suoi colpi divennero più lenti e posandomi nuovamente sulla sponda del letto penetrò esplodendo il suo caldo sperma.Sìì.dentro il suo sperma mi innondava,mi colava sulle cosce,ero felice e godevo.Spossato mi abbraccio e restammo così in silenzio,esausti e felici.Ma la notte non era finita,anzi incominciava per altri amplessi.
La vacanza poi finì,io ebbi altri amori altre storie di sesso,ma George rimarrà il ricordo più bello ed intenso.
Ora si è svelata la mia vera natura,impedita dall’inconscio ,ora serenamente riconosciuta e ,ripeto ancora ,accettata perché era già nel mio Id.
Questa è la mia storia vera vissuta con pienezza ed allegrezza.
La mia storia non è finita,ma prosegue nel presente come in futuro,ma non qui ma nella vita reale e sarà solo nelle mie mani,nella mia privacy.
Era un pomeriggio afoso d’estate,io il mio cuginetto Dado eravamo da soli nella sua cameretta,al rientro dalla spiaggia,mentre i suoi genitori erano usciti in visita da parenti.Dopo aver giocato con la tv,e letto alcuni giornaletti eravamo annoiati.Premetto che Dado de io eravamo coetanei,sette anni entrambi,lui più alto e robusto mentre io ero snello,con i lineamenti del viso delicati,lunghi capelli ed un corpo sottile,tanto da essere scambiato di schiena per una femminuccia.Così lui propose di fare la lotta ed evidentemente mi batteva,essendo più forte di me,ma fortuitamente mi levò,nella foga ,il costume,e rimasi nudo.Per nulla imbarazzato Dado mi guardò il pisello e disse “vuoi misurarlo con il mio”,naturalmente risposi di sì.Li avvicinammo e sentii al contatto con il suo un leggero fremito,mentre lui me lo toccava dicendo “sembra una lumachina” e aggiunse “si muove se lo tocco”.Così per gioco cominciammo a toccarci a vicenda e senza accorgerci a tirarlo su e giù finchè ci sentimmo agitati ed eccitati,tanto da masturbarci.Ad un tratto Dado disse “ giochiamo ai fidanzati?,risposi affermativamente,allora aggiunse “tu sarai la mia fidanzata” e abbracciandomi mi baciò.Dopo un primo imbarazzo,presi a baciarlo e accarezzandolo gli tolsi lo slippino;sentivamo i nostri corpi vibrare di una sensazione inusuale,anche i pisellini rispondevano erigendosi un po’.Dado allora improvvisamente mi allungò prono sul letto coricandosi sopra di me,cercando di introdurre il suo pistillo tra le mie natiche,per entrare nel mio buchetto,ma non essendo molto rigido scivolava giù,poi alla fine con fatica sentii entrare un po’ dentro il suo glande.Percepivo qualcosa di sensuale,ma ero ancora molto ingenuo per capire appieno ciò che avveniva,però ero preso da una sensazione di essere in una dimensione particolare,di volare ed essere felice,e man mano di godere.Sentii poi schizzare dentro il culetto il liquido di Dado,la sua prima polluzione e il suo “Oh..”mentre si accasciava sulla mia schiena;ero ormai nel pallone,non capivo più nulla però mi piaceva mentre anch’io stavo venendo.
D’improvviso la porta si aprì,era Gianluca,il fratello maggiore,diciottenne,un tipo allampanato, sciocco e malvagio che non potevo soffrire.Prese per un braccio Dado e lo scaraventò fuori dalla camera,dicendo” tu vattene in cucina,in fretta ed in silenzio”,chiudendo poi la porta a chiave.
Quindi si rivolse a me”Fighetta,ora facciamo i conti” e aggiunse “se non vuoi che dica ai tuoi genitori ciò che facevi,devi accettare tutto quello che voglio da te,capito?”.Lo guardai con odio,rispondendo che mai e nulla poteva impormi.Senza preamboli slacciò lo zip dei pantaloni e mi accostò alle labbra chiuse il suo pene.”Ti odio,sei un maiale” gli dissi e prima con un ceffone poi stringendomi la mandibola mi costrinse ad aprire la bocca introducendovi il suo cazzo eretto e tumido,lo sentivo vibrare dentro,mentre lui mugolava di piacere dicendo “Succhialo,per bene,tutto,femminuccia,fammi godere”.In fine satollo,mi rigirò sulla sponda del letto e in posizione a pecorina,divaricando le mie gambe entrò nel mio culetto.Sentii un dolore profondo mentre il suo glande forzava il mio buchino stretto di verginello,allargandolo,nonostante la mia stretta,e penetrando decisamente dentro.Gridavo” Ti odio,sei un porco” e lui “ taci fighetta e godi”.Sì lo odiavo e mi dimenavo per farlo uscire,ma inutilmente.poi subentrò in me con la rassegnazione,e l’affievolirsi del dolore,una sensazione nuova,di ebbrezza e di piacere per quel pene che entrava sempre di più,un’emozione che mi stupiva e mi prendeva totalmente con la sua intensità,sì stavo godendo e capivo che mi soddisfaceva.Ora lui alternava i suoi colpi di penetrazione sempre più veloci e profondi e pur odiandolo accettavo il suo pene aprendo ormai tutto il mio buchetto fremente.Alla fine venne con un grugnito animalesco,sentii il suo sperma riempirmi fino a colare sulle cosce e sfinito si allungò a fianco a me.
Così presi sulle dita il suo sperma e stropicciandolo sul viso fuggi via dalla camera,chiudendolo dentro.
Erano trascorsi dieci anni,ed ero diventato col tempo,ancora più snello,un viso ancora imberbe,dai lineamenti delicati,un corpo armonioso,le gambe affusolate da gazzella ed un culetto a mandolino da fare invidia alle ragazze..Frequentavo la scuola superiore di C*,con scarsi risultati,non mi applicavo nello studio e quindi i miei voti in molte materie erano decisamente scadenti.
Un giorno l’insegnante di lettere,un uomo di circa quarant’anni,corpulento, disse di restare dopo l’orario delle lezioni,perché doveva parlarmi.Mi fece una lavata di capo,una predica che non finiva,che se non m’impegnavo di più sarei stato bocciato. Ma si può rimediare e così dicendo mi accarezzava i capelli.Non ero più il bambino ignaro della prima esperienza,ora quando ero solo,nell’intimità della mia camera giravo nudo per sentire il mio corpo libero da ogni costrizione,e spesso mi ammiravo allo specchio,per ammirare il mio culetto sodo,fasciato solo da un foulard,che ne risaltava i glutei.
Ritornando a lui,come dicevo mi stava accarezzando i capelli con uno sguardo languido ed infido.”Se vuoi ti aiuto” e dopo un attimo di esitazione,soggiunse “Sai ,sei un bel somarello,prendendomi il mento tra le dita.”un somarello,che però deve essere guidato e domato”
“Prof” risposi” lei è troppo buono,sarei felice e la ringrazio se mi può aiutare” ,mentre innocentemente lo fissai con occhi dolci.
Lui,chiuse la porta a chiave,anche se a quell’ora non c’era più nessuno nell’istituto,e si sedette accanto a me,prendendomi le mani nelle sue.
“Senti” mi disse “è da tempo che ti osservo e constato sempre di più giorno per giorno che oltre ad essere bello,mi piaci,ciò mi mette in imbarazzo,ma non posso fare a meno di dirtelo”e dopo una pausa silenziosa,aggiunse”Ti aiuterò,certamente,ma ora so che tu accetterai …ciò che desidero da te”.Così dicendo sfilò lo zip e mi ritrovai il suo pene grassoccio,tra le mani.Ero confuso,così d’un tratto,non sapevo come comportarmi.Lo presi con le mani e lo masturbai.Lo scapellai e lo leccai a fondo,mentre lui tremando mugolava.Su e giù infinite volte finchè s’inturgidì erigendosi.
Allora mi sollevò dalla sedia,mi tolse i jeans e mi coricò prono sulla cattedra,mentre si levava i pantaloni.Con una stecca mi vergò le natiche,divaricandomi le gambe.Ero col culetto in aria e senza parole,un’avventura nuova per me ed imbarazzante con un uomo molto più grande di me.Ero intenzionato a chiudere il tutto,quando il suo cazzo entrò nel mio buco e al mio diniego,lo aprì decisamente con le dita.
Sbuffando,come un bufalo entrava deciso dentro,lo sentivo vibrare nelle viscere,un serpente che si dimenava dentro di me.Uno stantuffo,continuo ,ritmato nell’entrare ed uscire,mentre il mio buchetto vergineo o quasi,si allargava,infiammato e fremente a quelle ondate di penetrazioni.Dovevo ammettere che stavo godendo,sentivo le sue palle sbattere sulle natiche mentre mi possedeva come un toro.Tutto in silenzio,nemmeno una parola,solo il suo sbuffare mentre mi inculava e i miei gridolini di piacere,Solo sesso puro di un uomo maturo,l’aria stessa era impregnata di sesso.
Mi teneva per i fianchi,attirandoli a sé per penetrare profondamente,in un amplesso stupefacente ed io mi sentivo in estasi,ondate continue di inculate ,il suo pene ora era totalmente dentro,lo sentivo fino al cervello,e poi scemando mi irrorò di sperma caldo dentro di me,non percepivo più tempo e spazio,solo che ero stato suo,come un femmina.
Non sto a dilungarmi oltre,i soliti convenevoli,ma quello che è più importante e che ora sapevo con chiarezza il mio vero essere,che ora mi appariva nella sua completezza e ne ero felice,di constare ed accettare di essere gay.Per il resto mantenne la promessa e fui promosso.
L’anno successivo l’istituto inviò la classe in Inghilterra per aggiornamento di lingua inglese.
Alloggiammo in college,una struttura antica,di grande prestigio,ma confortevole contemporaneamente ad un gruppo di studenti americani.
Per integrarci ci distribuirono nelle camere a due letti,un italiano con un americano.
Nella mia stanza prese il posto George,un bel ragazzo di colore,atletico,di famiglia molto elevata socialmente e culturalmente,simpaticissimo e sempre immerso nei suoi libri di studio.
Di giorno per impegni reciproci ci si vedeva raramente,mentre la sera spesso restavamo in camera a vedere film in tv oppure a chiacchierare di interessi in comune.
Una sera Geoge disse che non sarebbe rientrato se non al mattino,perché era invitato ad una festa di compleanno di un amico.
La cosa non mi dispiacque,perché finalmente potevo stare in relax da solo e godermi la serata in tranquillità centellinando attimo per attimo gocce di serenità.
Non appena mi trovai da solo mi spogliai nudo,come solevo fare nell’intimità,gironzolando per la stanza a piedi nudi.Poi mi prese una pazza idea e mi misi a danzare da solo sentendo il mio corpo libero accarezzato dall’aria mentre mi specchiavo per ammirare il mio culetto a mandolino,il mio piccolo pene sobbalzare,le mie gambe perfettamente depilate saltellare al ritmo della musica.
Poi,da una tasca segreta del mio borsone estrassi i miei trucchi,un leggero tocco fondo tinta al viso,un po’ di rimmel alle ciglia,crema rassodante e luccicante al corpo,et voilà con i capelli lunghi,sciolta la coda di cavallo,incorniciare il viso,vedermi non più maschio,ma femminile.
Poi un drink ,sdraiato sul letto,il pisello al vento,stuzzicandolo un po’,assorbirmi in un video molto hot,di una storia tra due gay.
Così,senza accorgermi,mi addormentai completamente nudo di un sonno profondo,forse troppi drink.
Tanto profondo che non mi svegliai quando una chiave girò nella toppa non mi accorsi che la porta si apriva.
Acc.intuii che era George che tornava,troppo tardi,appena il tempo di coprirmi parzialmente la mia nudità,seppur nella penombra di un abatjour,appariva come pure il trucco sul viso.Lentamente si avvicinò al letto e sorridendo mi accarezzò il viso.Ero sconvolto,non sapevo cosa potesse pensare di me George,e glielo dissi e aggiunsi che era un gioco,null’altro che un gioco scaturito dai fumi dei drink.
Lui,non si scompose e sempre sorridendo accarezzò il mio corpo,dicendo che se anche fossi gay,lui non ci faceva caso,anzi anche lui tornava,dopo aver litigato con il suo ragazzo gay,senza aver fatto l’amore.
Aggiunse” sai,da un bel po’ ti osservo,sei bello e mi sei piaciuto dal primo momento che ci siamo incontrati,poi non ho fatto che pensare a te,anche di notte a volte mi svegliavo per vederti dormire e mi accorgevo che diventavi importante per me,quasi una parte di me stesso”
Un nodo di gioia mi strinse la gola,perché erano le stesse mie emozioni e pensieri su di lui.E glielo dissi,aggiungendo “ma tu mi ami o mi desideri solamente per fare sesso?” Rispose “My love,i am crazy for you,no sex but love,il sesso è solamente l’espressione massima di un amore vero,altrimenti è nulla”e mi baciò.Risposi al suo bacio,mentre la sua lingua si univa alla ma nella mia bocca.
Folle di passione lo strinsi a me,mentre lo spogliavo dei vestiti,ora nudi entrambi con il desiderio di possederci.Nel spogliarlo intravidi il suo enorme e lunghissimo pene nero,folgorato da quell’enorme serpente,un bastone rigido,una mazza mai vista prima,che si ergeva in tutta la sua maestà!
Lo volevo,lo amavo,volevo essere suo e lui comprese e mi pose sulla sponda del letto,col culo al vento,già aperto e fremente di voglia del suo cazzo nero.
Sentii il suo glande deflorare il mio buchetto,che si allargava sempre più mentre il suo serpente entrava dentro di me pervadendomi di infinite sensazioni,di piacere.Sembrava non finire mai,lo sentivo dentro le mie viscere muoversi e poi i il susseguirsi dei colpi di penetrazione ,decisi,profondi,mentre impazzivo e godevo quella mazza enorme che mi riempiva e mi squartava.
Volavo in giardini fioriti,traslavo in dimensioni sconosciute,mi davo a lui come una femmina,amandolo,sentivo il suo respiro affannoso mentre mi inculava e mi apriva come nessuno mai.A volte racchiudevo nel mio ano il suo pene,stringendo il buco,per trattenerlo dentro di me e assaporarlo vibrante,lo assecondavo con i miei movimenti le sue penetrazioni.Lo sentivo uggiolare di piacere mentre gridavo il suo nome ,chiedendo di farmi sua,farmi femmina.
Una folle passione ci avvingeva ,solo noi e lui in me.
Poi mi tirò su,pose le mie gambe sulle sue spalle,a cosce aperte mi penetrò così,ancora più a fondo,mentre spudoratamente mi aprivo completamente al suo cazzo enorme che entrava nel mio buco allargato,fino a riempire le mie viscere in un amplesso mai provato che mi soddisfaceva pienamente,prono a cosce aperte ero sua.Insaziabile continuava a martellare,dentr,fuori,in un crescendo senza fine,ed io ero perso in questa penetrazione senza limiti,lo sentivo crescere dentro di me.
Alla fine i suoi colpi divennero più lenti e posandomi nuovamente sulla sponda del letto penetrò esplodendo il suo caldo sperma.Sìì.dentro il suo sperma mi innondava,mi colava sulle cosce,ero felice e godevo.Spossato mi abbraccio e restammo così in silenzio,esausti e felici.Ma la notte non era finita,anzi incominciava per altri amplessi.
La vacanza poi finì,io ebbi altri amori altre storie di sesso,ma George rimarrà il ricordo più bello ed intenso.
Ora si è svelata la mia vera natura,impedita dall’inconscio ,ora serenamente riconosciuta e ,ripeto ancora ,accettata perché era già nel mio Id.
Questa è la mia storia vera vissuta con pienezza ed allegrezza.
La mia storia non è finita,ma prosegue nel presente come in futuro,ma non qui ma nella vita reale e sarà solo nelle mie mani,nella mia privacy.
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