Il più bel culo del mondo
di
IVAN
genere
gay
Ero giovanissimo, ebbi in regalo la mia prima automobile per il diploma di maturità, una fiammantissima spyder, toccavo il cielo con le dita dalla felicità, il pacchetto regalo comprendeva anche una breve vacanza in Svezia (era un mio desiderio andarci). L' estate del '59 fu per me significativa per un particolare, non arrivai mai in Svezia.
Sono partito in automobile che era ancora notte, non esistevano allora le autostrade e i trafori delle Alpi.
Il viaggio fu interminabile, feci la prima tappa ad Anversa (ma fu anche l' ultima), chiesi un po' in giro per una pensione (in un francese scolastico che faceva ridere), finalmente mi indicarono una casa (nella quale abitavano madre e figlio) che faceva al caso mio. Suonai il campanello, la signora che mi aprì era di gradevolissimo aspetto, ma cosa più importante era Italiana.
Mi fece entrare, mi accomodai in un comodo salottino nell' attesa che riordinasse la stanza, poi si affacciò dalle scale e mi disse di salire. La stanza era in una fresca penombra serale, non era male anche se l' arredamento era essenziale, un armadio,un comodino incorporato nella testiera del letto ed una poltrona, la prima cosa che feci fu cercare una doccia per lavarmi, ero stanco e sudato.
La "salle de bain" era nel corridoio, alla fine del corridoio, mentre percorrevo i pochi passi che mi separavano dal mio luogo di relax, sentivo scrosciare l' acqua, pensai che fosse occupato ma ruotai ugualmente la maniglia per entrare, l' angelo che mi si parò dinnanzi non l' ho dimenticato.
Simone (il culo più bello che abbia mai visto in tutta la mia vita), il figlio della proprietaria si era premurato a pulire il bagno prima che io entrassi.
Rimasi un po' interdetto da tanta bellezza concentrata in un solo essere umano, non oso nemmeno descrivertelo, mi salutò con un bellissimo sorriso ed uscì.
La doccia non bastò a rinfrancarmi da tutto, la mia ossessione era Simone, comunque uscì da quella stanza e mi allungai seminudo sulla poltrona in camera mia.
Di sicuro mi sono assopito, ma nel vagheggiare della sonnolenza avvertivo una sensazione di struggente piacere, come se qualcuno si fosse impadronito del mio cazzo e mi stesse facendo un pompino, un favoloso pompino!
Dischiusi gli occhi per rendermi conto della realtà e vidi Simone accoccolato tra le mie gambe, completamente nudo, con in bocca il mio glande, lo accarezzai sui capelli, lui alzò i suoi occhi azzurri e sbatté le lunghe ciglia riprendendo con più verve il "lavoro" per un attimo sospeso, se questo era uno dei suoi mestieri di casa era veramente bravo. Teneva l' asta in mano segandola lentamente, il glande sprofondava nella sua avida bocca e con la lingua gli roteava intorno tentava persino di infilarla nell' orifizio urinario, con la mano libera mi prastugnava i testicoli.
Il lungo smanettare giunse al termine, eiaculai una infinita quantità di sborra nella sua avida bocca, inghiottì prontamente tutto, anzi aspiro anche le ultime gocce che ancora si affacciavano sull' orifizio.
Simone si alzò da terra e si sedette sulle mie gambe, avendo cura di appoggiare il suo culo quanto più vicino possibile a cazzo, stette un po' così facendo dei lenti movimenti col bacino, poi si alzò, ruotò l' interruttore della filodiffusione ed una musica soft si sparse per la stanza.
Un delicato bussare alla porta ruppe quell' atmosfera incantata, sua madre da dietro la porta disse di scendere per la cena, rispose Simone; arriviamo subito. Non avevo ancora sentito il suono della sua voce, era soave, vellutato, una voce quasi femminile come quella degli adolescenti. Tornò a prendermi il cazzo in bocca per ripulirlo ulteriormente, poi si allontanò di due passi e prendendo delle pose disse: ti piaccio?
segue...
Sono partito in automobile che era ancora notte, non esistevano allora le autostrade e i trafori delle Alpi.
Il viaggio fu interminabile, feci la prima tappa ad Anversa (ma fu anche l' ultima), chiesi un po' in giro per una pensione (in un francese scolastico che faceva ridere), finalmente mi indicarono una casa (nella quale abitavano madre e figlio) che faceva al caso mio. Suonai il campanello, la signora che mi aprì era di gradevolissimo aspetto, ma cosa più importante era Italiana.
Mi fece entrare, mi accomodai in un comodo salottino nell' attesa che riordinasse la stanza, poi si affacciò dalle scale e mi disse di salire. La stanza era in una fresca penombra serale, non era male anche se l' arredamento era essenziale, un armadio,un comodino incorporato nella testiera del letto ed una poltrona, la prima cosa che feci fu cercare una doccia per lavarmi, ero stanco e sudato.
La "salle de bain" era nel corridoio, alla fine del corridoio, mentre percorrevo i pochi passi che mi separavano dal mio luogo di relax, sentivo scrosciare l' acqua, pensai che fosse occupato ma ruotai ugualmente la maniglia per entrare, l' angelo che mi si parò dinnanzi non l' ho dimenticato.
Simone (il culo più bello che abbia mai visto in tutta la mia vita), il figlio della proprietaria si era premurato a pulire il bagno prima che io entrassi.
Rimasi un po' interdetto da tanta bellezza concentrata in un solo essere umano, non oso nemmeno descrivertelo, mi salutò con un bellissimo sorriso ed uscì.
La doccia non bastò a rinfrancarmi da tutto, la mia ossessione era Simone, comunque uscì da quella stanza e mi allungai seminudo sulla poltrona in camera mia.
Di sicuro mi sono assopito, ma nel vagheggiare della sonnolenza avvertivo una sensazione di struggente piacere, come se qualcuno si fosse impadronito del mio cazzo e mi stesse facendo un pompino, un favoloso pompino!
Dischiusi gli occhi per rendermi conto della realtà e vidi Simone accoccolato tra le mie gambe, completamente nudo, con in bocca il mio glande, lo accarezzai sui capelli, lui alzò i suoi occhi azzurri e sbatté le lunghe ciglia riprendendo con più verve il "lavoro" per un attimo sospeso, se questo era uno dei suoi mestieri di casa era veramente bravo. Teneva l' asta in mano segandola lentamente, il glande sprofondava nella sua avida bocca e con la lingua gli roteava intorno tentava persino di infilarla nell' orifizio urinario, con la mano libera mi prastugnava i testicoli.
Il lungo smanettare giunse al termine, eiaculai una infinita quantità di sborra nella sua avida bocca, inghiottì prontamente tutto, anzi aspiro anche le ultime gocce che ancora si affacciavano sull' orifizio.
Simone si alzò da terra e si sedette sulle mie gambe, avendo cura di appoggiare il suo culo quanto più vicino possibile a cazzo, stette un po' così facendo dei lenti movimenti col bacino, poi si alzò, ruotò l' interruttore della filodiffusione ed una musica soft si sparse per la stanza.
Un delicato bussare alla porta ruppe quell' atmosfera incantata, sua madre da dietro la porta disse di scendere per la cena, rispose Simone; arriviamo subito. Non avevo ancora sentito il suono della sua voce, era soave, vellutato, una voce quasi femminile come quella degli adolescenti. Tornò a prendermi il cazzo in bocca per ripulirlo ulteriormente, poi si allontanò di due passi e prendendo delle pose disse: ti piaccio?
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