La nobildonna Cap.03
di
Erato
genere
pulp
La trascinarono fuori dalla carrozza mentre, si divincolava ed urlava “Lasciatemi! Lasciatemi subito!” urlò Raquel mentre la stringevano per la vita sollevandola di peso e ridendo. L'uomo che aveva aperto la porta della carrozza la prese rudemente per il mento, osservandola. “Bella e ricca eh? Begli abiti, carrozza personale...Dove tieni i gioielli bambolina?!” Raquel riuscì a divincolarsi per poi morderlo. Il bandito ritirò la mano con un imprecazione, mentre due dei suoi compagni ridevano.
Dal retro della carrozza vennero altri suoi due compagni, in tutto erano cinque, portando con loro i bauli della nobildonna. Li aprirono, rovesciandone a terra il contenuto. Vestiti per la maggior parte, ma la loro attenzione venne attirata da un cofanetto in argento ed un borsellino finemente lavorato. Nel borsellino c'era una discreta somma di denaro mentre nel cofanetto gioielli in oro od argento impreziositi da pietre preziose.
Mentre rovistavano fra le sue cose, Raquel guardò i cinque uomini. Quello a cui aveva morso la mano aveva tutta l'aria d'esser il capo visto come gli altri eseguivano i suoi ordini.
Era alto, spalle larghe, sicuramente un fisico ben piazzato sotto a quei abiti poveri. Capelli medio corti neri ed unticci, occhi neri e barba incolta, mascella ampia e scolpita. Aveva un'ampia cicatrice da taglio che gli solcava la guancia destra, dandogli un aria minacciosa.
Due dei banditi si assomigliavano molto, probabilmente erano fratelli. I capelli corti ed arruffati ed un accenno di pizzetto castano scuro sul mento. Erano molto alti e con un fisico asciutto e slanciato.
Il quarto era invece completamente calvo con occhi piccoli e porcini, braccia possenti ma un ventre prominente.
L'ultimo era più basso degli altri, occhi scuri e sfuggenti, aveva braccia insolitamente lunghe. Le diede l'impressione di un topo di sentina.
Un dei due fratelli chiuse il borsello lanciandolo al loro capo “Guarda che bel gruzzoletto Tullio!” esclamò mentre quello più grasso si rigirava una collana d'argento e rubini fra le mani. “ La pollastrella è davvero ricca!”
“Liberatemi, avete quello che volevate adesso lasciatemi!” esclamò la donna con tono imperioso, guardando con astio il capo, Tullio. “Sicura?” le domandò osservandola da capo e piedi lascivamente, soffermandosi sulla generosa scollatura.
“Ma dov'è il cocchiere? Questa mica conduce la carrozza da sola no!?” disse l'uomo dal ventre prominente mentre rimetteva i gioielli nel cofanetto. I banditi si fecero improvvisamente silenziosi mentre osservavano i dintorni. Istintivamente Raquel si voltò dalla direzione nella quale erano venuti. Il fratello che la reggeva ed il più basso la trascinarono nella carrozza, e sentì la mano di uno dei due tapparle la bocca. “Urla e sei morta, chiaro?” le sussurrarono all'orecchio. Gli altri tre si nascosero fra gli alberi e dietro la carrozza, rimanendo in attesa.
Non dovettero attendere più di una manciata di minuti, che il cocchiere ed Ines riemersero dal margine del bosco. Lei in silenzio col capo chino, e lui con un aria soddisfatta in volto. Ma appena vide i vestiti sparsi a terra s'accigliò “Cosa...?” dagli alberi sbucarono l'uomo grasso ed il fratello dell'altro. Uno prese con prepotenza Ines, facendola cadere a terra con lui a cavalcioni sopra di lei mentre l'altro puntò l'arma alla nuca del cocchiere. “Bene bene...” disse Tullio uscendo da dietro la carrozza “Cosa facevate voi due tutti soli nel bosco?” Ines arrossì all'istante mentre il cocchiere non mosse un muscolo. “Che ne facciamo di loro due?” domando colui che teneva a terra la serva. Tullio alzò le spalle “Loro chi? Qui è arrivata solo la ragazza.” il colpo di pistola parve riecheggiare per tutto il bosco, il tempo quasi rallentò mentre il cocchiere cadeva a terra,esanime. Ines urlò con tutto il fiato ce aveva in gola mentre Raquel si bloccò.
“Bene bene...” disse Tullio con aria annoiata, mentre andava a slegare i cavalli dalla carrozza “Questi ci faranno comodo.” voltò il capo a guardare le due donne “Ed...anche loro verranno con noi.”
“No!” esclamò Raquel riprendendo a divincolarsi. “No! Io sono Raquel Nives Esteban! Mio padre è un nobile molto ricco, pagherà una fortuna per riavermi sana e salva!” Tullio scosse il capo “Ah si? Beh, io non ho voglia di sperperare subito questo bottino in puttane, quando abbiamo voi qui.” gli altri risero, mentre il panico cresceva nella nobildonna.
“Prendete lei!” disse con voce che si faceva via via più isterica “Prendete la mia serva e lasciatemi andare!”
Ines scosse il capo, il volto nuovamente rigato dalle lacrime “Vi prego no! Signora no, non mi lasci con loro la prego!”
I banditi le imbavagliarono e legarono, caricandole sui cavalli tolti alla carrozza ed ai loro. “Bene ragazzi, possiamo anche andare a...goderci il nostro bottino!”
Le portarono in una casupola che puzzava di muffa nel bel mezzo del nulla. Li osservò con astio rinnovato, ora che conosceva anche i nomi degli altri. I due fratelli erano Pablo e Manuel, l'uomo piccolo e sfuggente era Felipe mentre quello più grasso si chiamava Diego.
Le sbatterono in un angolo della stanza, mentre loro seduti ad un tavolo bevevano, contando i soldi e quantificando il guadagno dei gioielli che avrebbero potuto ottenere una volta rivenduti.
Ines dondolava su se stessa piangendo, mentre Raquel cercava di trovare un modo per slegarsi, ma le corde erano troppo spesse. “Ottimo!” esclamò ad un certo punto Tullio alzandosi in piedi ed andando di fronte a loro. “Con chi possiamo iniziare...” rifletté ad alta voce. “La servetta mi sembra più arrendevole.” disse Diego avvicinandosi e prendendola per il collo costringendola a sollevare il volto. “Si...iniziamo con lei.” si mostrò d'accordo Manuel posando la bottiglia di rum scadente sul tavolo “Poi con la riccona ci divertiamo dopo. Adoro quando scalciano.” sollevarono la servetta, portandola nella stanza accanto mentre lasciarono Raquel legata ad una sedia mani e piedi, completamente impossibilitata a muoversi.
La nobildonna sentì ogni cosa traverso le pareti in legno. Ines che urlava ed implorava, ed i rumori secchi delle loro mani che la percuotevano come di altri oggetti. Le loro risate selvagge ed i loro gemiti animaleschi.
La nobildonna cercò in tutti i modi di liberarsi, ma non ottenne altro che segarsi i polsi facendosi ancora più male.
Passò si e no un ora, ma a lei il tempo sembrò dilatarsi all'infinito in quella cacofonia di sofferenza e depravazione.
Aprirono la porta, ed Ines barcollò fuori con le mani legate dietro la schiena. Aveva svariati segni di contusioni sul corpo e sul volto. Fece qualche altro passo avanti, prima di crollare a terra priva di sensi. Raquel s'augurò che si fossero sfogati con lei, che l'avrebbero lasciata in pace, che non l'avrebbero toccata. Per quanto le riguardava Ines potevano anche scoparsela a morte, serve da usare ne avrebbe trovate a iosa. Ma lei era di sangue nobile, non poteva permettere che degli zoticoni qualunque le mettessero le mani addosso.
Vide Pablo e Manuel uscire con indosso solo le brache logore. Pablo afferrò la serva scaricandola malamente in un angolo della stanza, mentre l'altro andava a slegarla. Raquel si divincolò ma lui riuscì a tenerla saldamente per i polsi con una mano e cingendola per la vita con l'altro braccio per sollevarla da terra. Lei scalciò furiosamente colpendo le sue gambe “Sei piena di fuoco vero?” la sbeffeggiò portandola dentro con gli altri.
La portò sino in fondo alla stanza, e le fece sollevare le braccia. Agganciò le corde che legavano i suoi polsi ad un basso gancio che pendeva dal soffitto, costringendola così in ginocchio. Passò lo sguardo su ognuno di loro, guardandoli con astio. I loro membri iniziavano già a riprendersi con colmo orrore della nobildonna.
Tullio le si pose davanti, grattandosi distrattamente la cicatrice sulla guancia. Si prese il membro in mano, sfregandoglielo sulla guancia con un sorriso lascivo sulle labbra. “Sei pronta dolcezza?” le disse per poi strapparle il bavaglio dalla bocca “Inizia a succhiare, avanti!” lei voltò il capo dall'altra parte, ma lo sfuggente Felipe la costrinse a girarsi tirandola per i capelli. Raquel teneva ostinatamente la bocca chiusa, allora Felipe con la mano liberò le tappò il naso. La nobildonna trattenne il fiato all'impossibile, sinchè non iniziò a girarle la testa, infine fu costretta ad aprire la bocca per poter respirare.
Tullio ne approfittò subito per farglielo entrare in bocca, tenendola per la testa al posto di Felipe. Ma Raquel strinse i denti mordendolo. Tullio si fece scappare un breve urlo di dolore mentre si ritraeva dalla sua bocca. Felipe le assestò un potente ceffone. Sentì un bruciante dolore al volto e capì che le aveva rotto il labbro. “Brutta piccola bastarda!” esclamò Tullio avvicinandosele per assestarle un forte pugno alla bocca dello stomaco, levandole il fiato. La strattonò per i capelli alzandole nuovamente la testa e guardandola con ferocia “Tu farai quello che ti diremo! Hai capito brutta stronza!” la schiaffeggiò ancora con violenza. Pablo gli passò un coltello, che Tullio prese per poi puntarglielo alla gola “Se osi ancora fare una cosa del genere, comincio tagliandoti una delle tue belle dita, hai capito!?” Raquel tentò di ritrarsi istintivamente al contatto con la fredda lama, mentre l'uomo le piazzava nuovamente il membro dinanzi al volto, spingendo contro le sue labbra. “Ed ora ubbidisci, e succhia!” Raquel capì che non era un tipo d fare minacce a vuoto.
Con l'orgoglio che si accartocciava su se stesso, aprì la bocca di sua spontanea volontà.
Iniziò a succhiarlo con poca convinzione, un espressione schifata sul volto. Non aveva un buon odore, ed aveva un gusto acre e forte. Tullio lasciò il coltello ad uno dei suoi compagni, mentre questi iniziavano a toccarsi godendosi la scena. Felipe iniziò a sfregarle il suo membro contro il volto della ragazza, mentre Tullio la teneva per il capo senza lasciare che lei smettesse di succhiare. “Ecco così...” mugolò spingendo con il bacino. Si scostò appena, lasciando spazio anche agli altri. “Avanti, accontenta anche loro.” Felipe le mise subito il suo suo in bocca, mentre anche Diego s'avvicinava per far lo stesso. La costrinsero a succhiarli entrambi, per poi esser letteralmente accerchiata. Sentiva il capo venir strattonato da una parte all'altra, non capendo più a chi lo stesse succhiando.
Sentì qualcuno strapparle il corpetto lasciandola col seno esposto. “Ma guarda qui che belle tette!” esclamò Diego afferrandole ed iniziando a giocarci, per poi infilarci in mezzo il membro. Le strinse con le mani muovendo il bacino avanti ed indietro.
Manuel e Felipe le slegarono le mani, tenendole per costringerla a toccarli mentre Pablo e Tullio penetravano a turno la sua bocca. Erano rozzi e violenti. Lei era stata solamente con uomini nobili con maniere del tutto diverse.
Eppure...una parte di lei si stava iniziando a d eccitarsi. Circondata da tutti quegli uomini, che volevano solamente lei.
Raquel passava la lingua lungo l'asta di Pablo, non mancandone nemmeno un centimetro. Era lungo e duro, ma non eccessivamente grosso. Iniziò a succhiarne la cappella per poi farselo scivolare tutto in bocca. Era difficile farlo entrare tutto in bocca, ma l'uomo la teneva per il capo sforzandola a farselo entrare in gola.
“Vediamo questa nobile fichetta, che ne dite?” Tullio la fece alzare, strappandola completamente il vestito di dosso mentre lei si continuava a divincolare.
La legarono al letto con braccia e gambe spalancate, quattro la tenevano ferma mentre uno pensava alle corde. “Ecco fatto, così non potrai muoverti!” esclamò Manuel sfregandosi le mani, per poi abbassarsi proprio di fronte al sesso di lei. “Ma tu guarda...si sta bagnando! Che razza di troia! Ti piace succhiar cazzi vero!?” Manuel allungò la mano, penetrandola rudemente con due dita. Le mosse dentro di lei mentre Raquel si divincolava “No lasciatemi! Smettila!” Diego le sbatte il proprio cazzo in bocca, sbattendole anche il ventre prominente sul volto. Felipe e Pablo se lo fecero stringere fra le mani, mentre Tullio si sedette sul suo petto, infilandole il cazzo fra il seno e stringendolo.
Raquel iniziò a respirare a fatica con l'uomo messo di peso sopra di lei e col cazzo dell'altro in bocca.
Manuel fece uscire le dita da lei, iniziando a stuzzicarle il clitoride. Iniziò a massaggiarlo con poca delicatezza, eseguendo di movimenti circolari per poi stringerlo fra le dita. Affondò il volto nella sua fica, iniziando a leccare il suo clito, muovendo la lingua vorticosamente. Raquel sobbalzò per la rudezza con la quale la stava leccando e succhiando, era un dolore stuzzicante. Il suo corpo iniziò a reagire iniziando a far si che della sua fichetta uscissero dolci umori.
“Capo, voglio sbattermela!” esclamò Felipe, osservandola con i piccoli occhietti da furetto. Tullio annuì per poi alzarsi e scostare Diego affinchè la donna succhiasse nuovamente il suo uccello.
Manuel si scostò dopo aver leccato un ultima volta il suo clitoride.
La nobildonna sentì Felipe slegarle le caviglie, per poi salire sul letto. Le prese le gambe portandosele ai fianchi mentre s'insinuava fra le sue cosce. Cercò di scalciare ma non ostante l'uomo fosse così basso e sottile aveva molta forza nelle mani. Lo sentì puntellarle la cappella fra le grandi labbra, sfregando la cappella ed iniziando a fare pressione. Sentiva la cappella inumidirsi per gli umori di lei, ed un potente brivido gli percorse la schiena.
Tullio fece uscire il cazzo dalla sua bocca, e Raquel urlò “No fermo no!”
Felipe entrò con un violento colpo di reni, strappandole un urlo di dolore mentre gli altri ridevano alla scena.
Il bandito iniziò a muoversi con violenza, penetrandola con forza e senza alcun riguardo. “Ooooh si senti che bella figa! Ti piace il cazzo vero puttana!?” esclamò ansimando e gemendo mentre se la scopava con forza.
Gli altri si contendevano il suo seno, le mani e la bocca, finchè Pablo non decise di slegarla del tutto. “Mettila sopra di te Felipe!” disse al compagno mentre questo la cingeva per i fianchi. Senza far uscire il cazzo da lei si stese supino, tenendo la donna sopra di lui. Prima che Raquel potesse tentare di divincolarsi, Tullio salì sul letto mettendosi dietro di lei. La spinse facendole schiacciare il seno contro il petto di Felipe, afferrandole i glutei ed aprendoli mettendo in vista il suo buchino. “Bel culo! Te lo hanno mai sfondato?” chiese mentre ci sputava sopra per poi infilarle un dito dentro.
La donna sobbalzò urlando “No! Non mi toccare!” Manuel prese una cinta, e le frustò con forza la schiena, facendola urlare dal dolore. “Qui comandiamo noi troia!” urlò per poi colpirla ancora ed ancora, lasciandole i segni sulla schiena. Pablo invece la prese per la testa costringendola a succhiarglielo di nuovo, ficcandoglielo in gola con prepotenza. “Fermo Pablo!” ordinò Tullio “Voglio sentirla urlare mentre le svergino il culo!” sputò ancora, iniziando ad infilare tre dita per allargarlo fra le urla di dolore e frustrazione di lei. La penetrò con le dita con violenza mentre Felipe continuava a scoparsi la sua figa. Lei sentiva il suo membro duro infilzarla continuamente, mentre il suo culetto bruciava dolorante per i pochi riguardi che le dava l'altro.
Dopo qualche minuto di lavoro, Tullio su puntò col cazzo sul suo buchino un po' allargato “Ci siamo!” esclamò cingendola per i glutei. “Noooo!” la penetrò con un colpo secco facendola urlare come non mai. Non riuscì a trattenere le lacrime per il dolore mentre Tullio spingeva allargandola brutalmente. Si fece dare la cinghia per poterne percuotere con forza i glutei mentre se la scopavano in due.
Manuel tornò alla sua bocca, litigandosela con il fratello e Diego per potersi far succhiare il cazzo. Si alternavano fra le sua mani e la sua bocca mentre Felipe e Tullio la trapanavano con i loro cazzi.
Il dolore era lancinante, ed a tratti Raquel perdeva coscienza di se. Dopo un po' si rese conto che la stavano nuovamente sollevando.
Pablo si stese sul letto, voltandola per poterglielo mettere in culo, allungando le mani per stringerle in seno fino a farle male. Il fratello s'avventò sulla sua figa schiacciandola contro il fratello. “Aaah! Si senti che figa!” Raquel sentiva le loro palle sbatterle contro mentre qualcuno le infilava nuovamente il cazzo in bocca.
Era piena, sfruttavano ogni centimetro di lei per poter godere. Gemevano ed ansimavano come porci, scopandosela con foga animalesca e selvaggia.
“Voglio anche io la sua figa!” esclamò all'improvviso Diego portandosi al fianco di Manuel. Il compagno cercò di fargli spazio, mentre questo iniziava a puntellare anche il suo cazzo. “No! Cosa volete fare! No no no!” si divincolò, ma la tenevano saldamente mentre Diego iniziava a spingere. “Fermi!” gemette mentre Tullio le metteva le mani attorno al collo. Iniziò a stringere senza permetterle di respirare, facendole male. Diventò rossa mentre lui le ficcava il cazzo in gola. Diego diede dei colpi potenti, allargandole la figa sino a far entrare anche il suo cazzo.
Tullio la lasciò, in modo da potersi godere le sue urla piene di dolore mentre le allargavano la figa con una doppia penetrazione. Il capo la guardò con luce folle negli occhi, riprendendo a schiaffeggiarla “Ti piace vero troia!? Ma si che ti piace! Sei solo una schifosa lurida puttana! Hai due cazzi nella figa e stai godendo vero!?” le urlò schiaffandole nuovamente il cazzo in bocca assieme a Felipe.
Manuel si chinò su di lei mordendole selvaggiamente il seno mentre il fratello sotto di lei faceva la stessa cosa con il collo.
“Sto per venire!” Urlò Diego sbattendosela con ancor più forza “Adesso ti riempio questa figa schifosa!” Manuel uscì per dargli più spazio. Diego la sbatteva con forza, sentiva le sue palle ed il suo ventre sbatterle addosso, finchè il cazzo dell'uomo non s'irrigidì. Con un urlo la riempì con la sua calda e densa sborra, continuando a darle colpi finchè anche l'ultima goccia non fu dentro di lei. Uscì, portandosi alla sua bocca “Ed ora puliscilo, puttana!” le ordinò mentre lei gli leccava il cazzo con poca padronanza di se stessa. Sentì anche Pablo irrigidirsi nel suo culo, ed anche il suo cazzo scoppiò riempiendole il culo di sperma.
Gli uomini soddisfatti si scostarono, lasciando agli altri tre la donna sfinita e dolorante.
Tullio s'avventò sulla sua figa portandola sopra di se, mentre Felipe si dedicava al culo. Manuel la prese per i capelli ficcandole il suo cazzo in gola. “Oddio sei fantastica lo sai troietta!?” le disse muovendo il bacino per scoparle la bocca.
Felipe e Tullio la sculacciavano con forza, inveendo contro di lei. “Puttana! Zoccola schifosa! Ormai sei nostra hai capito!?” le urlava Tullio stingendole le tette sino ad affondare le unghie nella sua pelle delicata. Felipe la sbatteva in culo senza alcun controllo, con movimenti veloci, forti e sconnessi. “Oh si! Cagna schifosa! Lurida troia!”
Manuel le affondava il cazzo in gola senza preoccuparsi che quasi non riuscisse respirare. Volevano solamente godere, Raquel era solamente un oggetto per loro. “Si goditi il mio cazzo! Succhia troia succhia!” gemevano come porci, poteva sentire Felipe leccarle l'orecchio e sbavarle sul collo. “Senti come ti sfondiamo! Puttana! Cagna, vacca! Troiaaaaaa!!”
I tre la scopavano senza controllo, sinchè non li sentì urlare in modo disumano, ed i loro cazzi scoppiarono in lei, inondandola di sborra.
Dal retro della carrozza vennero altri suoi due compagni, in tutto erano cinque, portando con loro i bauli della nobildonna. Li aprirono, rovesciandone a terra il contenuto. Vestiti per la maggior parte, ma la loro attenzione venne attirata da un cofanetto in argento ed un borsellino finemente lavorato. Nel borsellino c'era una discreta somma di denaro mentre nel cofanetto gioielli in oro od argento impreziositi da pietre preziose.
Mentre rovistavano fra le sue cose, Raquel guardò i cinque uomini. Quello a cui aveva morso la mano aveva tutta l'aria d'esser il capo visto come gli altri eseguivano i suoi ordini.
Era alto, spalle larghe, sicuramente un fisico ben piazzato sotto a quei abiti poveri. Capelli medio corti neri ed unticci, occhi neri e barba incolta, mascella ampia e scolpita. Aveva un'ampia cicatrice da taglio che gli solcava la guancia destra, dandogli un aria minacciosa.
Due dei banditi si assomigliavano molto, probabilmente erano fratelli. I capelli corti ed arruffati ed un accenno di pizzetto castano scuro sul mento. Erano molto alti e con un fisico asciutto e slanciato.
Il quarto era invece completamente calvo con occhi piccoli e porcini, braccia possenti ma un ventre prominente.
L'ultimo era più basso degli altri, occhi scuri e sfuggenti, aveva braccia insolitamente lunghe. Le diede l'impressione di un topo di sentina.
Un dei due fratelli chiuse il borsello lanciandolo al loro capo “Guarda che bel gruzzoletto Tullio!” esclamò mentre quello più grasso si rigirava una collana d'argento e rubini fra le mani. “ La pollastrella è davvero ricca!”
“Liberatemi, avete quello che volevate adesso lasciatemi!” esclamò la donna con tono imperioso, guardando con astio il capo, Tullio. “Sicura?” le domandò osservandola da capo e piedi lascivamente, soffermandosi sulla generosa scollatura.
“Ma dov'è il cocchiere? Questa mica conduce la carrozza da sola no!?” disse l'uomo dal ventre prominente mentre rimetteva i gioielli nel cofanetto. I banditi si fecero improvvisamente silenziosi mentre osservavano i dintorni. Istintivamente Raquel si voltò dalla direzione nella quale erano venuti. Il fratello che la reggeva ed il più basso la trascinarono nella carrozza, e sentì la mano di uno dei due tapparle la bocca. “Urla e sei morta, chiaro?” le sussurrarono all'orecchio. Gli altri tre si nascosero fra gli alberi e dietro la carrozza, rimanendo in attesa.
Non dovettero attendere più di una manciata di minuti, che il cocchiere ed Ines riemersero dal margine del bosco. Lei in silenzio col capo chino, e lui con un aria soddisfatta in volto. Ma appena vide i vestiti sparsi a terra s'accigliò “Cosa...?” dagli alberi sbucarono l'uomo grasso ed il fratello dell'altro. Uno prese con prepotenza Ines, facendola cadere a terra con lui a cavalcioni sopra di lei mentre l'altro puntò l'arma alla nuca del cocchiere. “Bene bene...” disse Tullio uscendo da dietro la carrozza “Cosa facevate voi due tutti soli nel bosco?” Ines arrossì all'istante mentre il cocchiere non mosse un muscolo. “Che ne facciamo di loro due?” domando colui che teneva a terra la serva. Tullio alzò le spalle “Loro chi? Qui è arrivata solo la ragazza.” il colpo di pistola parve riecheggiare per tutto il bosco, il tempo quasi rallentò mentre il cocchiere cadeva a terra,esanime. Ines urlò con tutto il fiato ce aveva in gola mentre Raquel si bloccò.
“Bene bene...” disse Tullio con aria annoiata, mentre andava a slegare i cavalli dalla carrozza “Questi ci faranno comodo.” voltò il capo a guardare le due donne “Ed...anche loro verranno con noi.”
“No!” esclamò Raquel riprendendo a divincolarsi. “No! Io sono Raquel Nives Esteban! Mio padre è un nobile molto ricco, pagherà una fortuna per riavermi sana e salva!” Tullio scosse il capo “Ah si? Beh, io non ho voglia di sperperare subito questo bottino in puttane, quando abbiamo voi qui.” gli altri risero, mentre il panico cresceva nella nobildonna.
“Prendete lei!” disse con voce che si faceva via via più isterica “Prendete la mia serva e lasciatemi andare!”
Ines scosse il capo, il volto nuovamente rigato dalle lacrime “Vi prego no! Signora no, non mi lasci con loro la prego!”
I banditi le imbavagliarono e legarono, caricandole sui cavalli tolti alla carrozza ed ai loro. “Bene ragazzi, possiamo anche andare a...goderci il nostro bottino!”
Le portarono in una casupola che puzzava di muffa nel bel mezzo del nulla. Li osservò con astio rinnovato, ora che conosceva anche i nomi degli altri. I due fratelli erano Pablo e Manuel, l'uomo piccolo e sfuggente era Felipe mentre quello più grasso si chiamava Diego.
Le sbatterono in un angolo della stanza, mentre loro seduti ad un tavolo bevevano, contando i soldi e quantificando il guadagno dei gioielli che avrebbero potuto ottenere una volta rivenduti.
Ines dondolava su se stessa piangendo, mentre Raquel cercava di trovare un modo per slegarsi, ma le corde erano troppo spesse. “Ottimo!” esclamò ad un certo punto Tullio alzandosi in piedi ed andando di fronte a loro. “Con chi possiamo iniziare...” rifletté ad alta voce. “La servetta mi sembra più arrendevole.” disse Diego avvicinandosi e prendendola per il collo costringendola a sollevare il volto. “Si...iniziamo con lei.” si mostrò d'accordo Manuel posando la bottiglia di rum scadente sul tavolo “Poi con la riccona ci divertiamo dopo. Adoro quando scalciano.” sollevarono la servetta, portandola nella stanza accanto mentre lasciarono Raquel legata ad una sedia mani e piedi, completamente impossibilitata a muoversi.
La nobildonna sentì ogni cosa traverso le pareti in legno. Ines che urlava ed implorava, ed i rumori secchi delle loro mani che la percuotevano come di altri oggetti. Le loro risate selvagge ed i loro gemiti animaleschi.
La nobildonna cercò in tutti i modi di liberarsi, ma non ottenne altro che segarsi i polsi facendosi ancora più male.
Passò si e no un ora, ma a lei il tempo sembrò dilatarsi all'infinito in quella cacofonia di sofferenza e depravazione.
Aprirono la porta, ed Ines barcollò fuori con le mani legate dietro la schiena. Aveva svariati segni di contusioni sul corpo e sul volto. Fece qualche altro passo avanti, prima di crollare a terra priva di sensi. Raquel s'augurò che si fossero sfogati con lei, che l'avrebbero lasciata in pace, che non l'avrebbero toccata. Per quanto le riguardava Ines potevano anche scoparsela a morte, serve da usare ne avrebbe trovate a iosa. Ma lei era di sangue nobile, non poteva permettere che degli zoticoni qualunque le mettessero le mani addosso.
Vide Pablo e Manuel uscire con indosso solo le brache logore. Pablo afferrò la serva scaricandola malamente in un angolo della stanza, mentre l'altro andava a slegarla. Raquel si divincolò ma lui riuscì a tenerla saldamente per i polsi con una mano e cingendola per la vita con l'altro braccio per sollevarla da terra. Lei scalciò furiosamente colpendo le sue gambe “Sei piena di fuoco vero?” la sbeffeggiò portandola dentro con gli altri.
La portò sino in fondo alla stanza, e le fece sollevare le braccia. Agganciò le corde che legavano i suoi polsi ad un basso gancio che pendeva dal soffitto, costringendola così in ginocchio. Passò lo sguardo su ognuno di loro, guardandoli con astio. I loro membri iniziavano già a riprendersi con colmo orrore della nobildonna.
Tullio le si pose davanti, grattandosi distrattamente la cicatrice sulla guancia. Si prese il membro in mano, sfregandoglielo sulla guancia con un sorriso lascivo sulle labbra. “Sei pronta dolcezza?” le disse per poi strapparle il bavaglio dalla bocca “Inizia a succhiare, avanti!” lei voltò il capo dall'altra parte, ma lo sfuggente Felipe la costrinse a girarsi tirandola per i capelli. Raquel teneva ostinatamente la bocca chiusa, allora Felipe con la mano liberò le tappò il naso. La nobildonna trattenne il fiato all'impossibile, sinchè non iniziò a girarle la testa, infine fu costretta ad aprire la bocca per poter respirare.
Tullio ne approfittò subito per farglielo entrare in bocca, tenendola per la testa al posto di Felipe. Ma Raquel strinse i denti mordendolo. Tullio si fece scappare un breve urlo di dolore mentre si ritraeva dalla sua bocca. Felipe le assestò un potente ceffone. Sentì un bruciante dolore al volto e capì che le aveva rotto il labbro. “Brutta piccola bastarda!” esclamò Tullio avvicinandosele per assestarle un forte pugno alla bocca dello stomaco, levandole il fiato. La strattonò per i capelli alzandole nuovamente la testa e guardandola con ferocia “Tu farai quello che ti diremo! Hai capito brutta stronza!” la schiaffeggiò ancora con violenza. Pablo gli passò un coltello, che Tullio prese per poi puntarglielo alla gola “Se osi ancora fare una cosa del genere, comincio tagliandoti una delle tue belle dita, hai capito!?” Raquel tentò di ritrarsi istintivamente al contatto con la fredda lama, mentre l'uomo le piazzava nuovamente il membro dinanzi al volto, spingendo contro le sue labbra. “Ed ora ubbidisci, e succhia!” Raquel capì che non era un tipo d fare minacce a vuoto.
Con l'orgoglio che si accartocciava su se stesso, aprì la bocca di sua spontanea volontà.
Iniziò a succhiarlo con poca convinzione, un espressione schifata sul volto. Non aveva un buon odore, ed aveva un gusto acre e forte. Tullio lasciò il coltello ad uno dei suoi compagni, mentre questi iniziavano a toccarsi godendosi la scena. Felipe iniziò a sfregarle il suo membro contro il volto della ragazza, mentre Tullio la teneva per il capo senza lasciare che lei smettesse di succhiare. “Ecco così...” mugolò spingendo con il bacino. Si scostò appena, lasciando spazio anche agli altri. “Avanti, accontenta anche loro.” Felipe le mise subito il suo suo in bocca, mentre anche Diego s'avvicinava per far lo stesso. La costrinsero a succhiarli entrambi, per poi esser letteralmente accerchiata. Sentiva il capo venir strattonato da una parte all'altra, non capendo più a chi lo stesse succhiando.
Sentì qualcuno strapparle il corpetto lasciandola col seno esposto. “Ma guarda qui che belle tette!” esclamò Diego afferrandole ed iniziando a giocarci, per poi infilarci in mezzo il membro. Le strinse con le mani muovendo il bacino avanti ed indietro.
Manuel e Felipe le slegarono le mani, tenendole per costringerla a toccarli mentre Pablo e Tullio penetravano a turno la sua bocca. Erano rozzi e violenti. Lei era stata solamente con uomini nobili con maniere del tutto diverse.
Eppure...una parte di lei si stava iniziando a d eccitarsi. Circondata da tutti quegli uomini, che volevano solamente lei.
Raquel passava la lingua lungo l'asta di Pablo, non mancandone nemmeno un centimetro. Era lungo e duro, ma non eccessivamente grosso. Iniziò a succhiarne la cappella per poi farselo scivolare tutto in bocca. Era difficile farlo entrare tutto in bocca, ma l'uomo la teneva per il capo sforzandola a farselo entrare in gola.
“Vediamo questa nobile fichetta, che ne dite?” Tullio la fece alzare, strappandola completamente il vestito di dosso mentre lei si continuava a divincolare.
La legarono al letto con braccia e gambe spalancate, quattro la tenevano ferma mentre uno pensava alle corde. “Ecco fatto, così non potrai muoverti!” esclamò Manuel sfregandosi le mani, per poi abbassarsi proprio di fronte al sesso di lei. “Ma tu guarda...si sta bagnando! Che razza di troia! Ti piace succhiar cazzi vero!?” Manuel allungò la mano, penetrandola rudemente con due dita. Le mosse dentro di lei mentre Raquel si divincolava “No lasciatemi! Smettila!” Diego le sbatte il proprio cazzo in bocca, sbattendole anche il ventre prominente sul volto. Felipe e Pablo se lo fecero stringere fra le mani, mentre Tullio si sedette sul suo petto, infilandole il cazzo fra il seno e stringendolo.
Raquel iniziò a respirare a fatica con l'uomo messo di peso sopra di lei e col cazzo dell'altro in bocca.
Manuel fece uscire le dita da lei, iniziando a stuzzicarle il clitoride. Iniziò a massaggiarlo con poca delicatezza, eseguendo di movimenti circolari per poi stringerlo fra le dita. Affondò il volto nella sua fica, iniziando a leccare il suo clito, muovendo la lingua vorticosamente. Raquel sobbalzò per la rudezza con la quale la stava leccando e succhiando, era un dolore stuzzicante. Il suo corpo iniziò a reagire iniziando a far si che della sua fichetta uscissero dolci umori.
“Capo, voglio sbattermela!” esclamò Felipe, osservandola con i piccoli occhietti da furetto. Tullio annuì per poi alzarsi e scostare Diego affinchè la donna succhiasse nuovamente il suo uccello.
Manuel si scostò dopo aver leccato un ultima volta il suo clitoride.
La nobildonna sentì Felipe slegarle le caviglie, per poi salire sul letto. Le prese le gambe portandosele ai fianchi mentre s'insinuava fra le sue cosce. Cercò di scalciare ma non ostante l'uomo fosse così basso e sottile aveva molta forza nelle mani. Lo sentì puntellarle la cappella fra le grandi labbra, sfregando la cappella ed iniziando a fare pressione. Sentiva la cappella inumidirsi per gli umori di lei, ed un potente brivido gli percorse la schiena.
Tullio fece uscire il cazzo dalla sua bocca, e Raquel urlò “No fermo no!”
Felipe entrò con un violento colpo di reni, strappandole un urlo di dolore mentre gli altri ridevano alla scena.
Il bandito iniziò a muoversi con violenza, penetrandola con forza e senza alcun riguardo. “Ooooh si senti che bella figa! Ti piace il cazzo vero puttana!?” esclamò ansimando e gemendo mentre se la scopava con forza.
Gli altri si contendevano il suo seno, le mani e la bocca, finchè Pablo non decise di slegarla del tutto. “Mettila sopra di te Felipe!” disse al compagno mentre questo la cingeva per i fianchi. Senza far uscire il cazzo da lei si stese supino, tenendo la donna sopra di lui. Prima che Raquel potesse tentare di divincolarsi, Tullio salì sul letto mettendosi dietro di lei. La spinse facendole schiacciare il seno contro il petto di Felipe, afferrandole i glutei ed aprendoli mettendo in vista il suo buchino. “Bel culo! Te lo hanno mai sfondato?” chiese mentre ci sputava sopra per poi infilarle un dito dentro.
La donna sobbalzò urlando “No! Non mi toccare!” Manuel prese una cinta, e le frustò con forza la schiena, facendola urlare dal dolore. “Qui comandiamo noi troia!” urlò per poi colpirla ancora ed ancora, lasciandole i segni sulla schiena. Pablo invece la prese per la testa costringendola a succhiarglielo di nuovo, ficcandoglielo in gola con prepotenza. “Fermo Pablo!” ordinò Tullio “Voglio sentirla urlare mentre le svergino il culo!” sputò ancora, iniziando ad infilare tre dita per allargarlo fra le urla di dolore e frustrazione di lei. La penetrò con le dita con violenza mentre Felipe continuava a scoparsi la sua figa. Lei sentiva il suo membro duro infilzarla continuamente, mentre il suo culetto bruciava dolorante per i pochi riguardi che le dava l'altro.
Dopo qualche minuto di lavoro, Tullio su puntò col cazzo sul suo buchino un po' allargato “Ci siamo!” esclamò cingendola per i glutei. “Noooo!” la penetrò con un colpo secco facendola urlare come non mai. Non riuscì a trattenere le lacrime per il dolore mentre Tullio spingeva allargandola brutalmente. Si fece dare la cinghia per poterne percuotere con forza i glutei mentre se la scopavano in due.
Manuel tornò alla sua bocca, litigandosela con il fratello e Diego per potersi far succhiare il cazzo. Si alternavano fra le sua mani e la sua bocca mentre Felipe e Tullio la trapanavano con i loro cazzi.
Il dolore era lancinante, ed a tratti Raquel perdeva coscienza di se. Dopo un po' si rese conto che la stavano nuovamente sollevando.
Pablo si stese sul letto, voltandola per poterglielo mettere in culo, allungando le mani per stringerle in seno fino a farle male. Il fratello s'avventò sulla sua figa schiacciandola contro il fratello. “Aaah! Si senti che figa!” Raquel sentiva le loro palle sbatterle contro mentre qualcuno le infilava nuovamente il cazzo in bocca.
Era piena, sfruttavano ogni centimetro di lei per poter godere. Gemevano ed ansimavano come porci, scopandosela con foga animalesca e selvaggia.
“Voglio anche io la sua figa!” esclamò all'improvviso Diego portandosi al fianco di Manuel. Il compagno cercò di fargli spazio, mentre questo iniziava a puntellare anche il suo cazzo. “No! Cosa volete fare! No no no!” si divincolò, ma la tenevano saldamente mentre Diego iniziava a spingere. “Fermi!” gemette mentre Tullio le metteva le mani attorno al collo. Iniziò a stringere senza permetterle di respirare, facendole male. Diventò rossa mentre lui le ficcava il cazzo in gola. Diego diede dei colpi potenti, allargandole la figa sino a far entrare anche il suo cazzo.
Tullio la lasciò, in modo da potersi godere le sue urla piene di dolore mentre le allargavano la figa con una doppia penetrazione. Il capo la guardò con luce folle negli occhi, riprendendo a schiaffeggiarla “Ti piace vero troia!? Ma si che ti piace! Sei solo una schifosa lurida puttana! Hai due cazzi nella figa e stai godendo vero!?” le urlò schiaffandole nuovamente il cazzo in bocca assieme a Felipe.
Manuel si chinò su di lei mordendole selvaggiamente il seno mentre il fratello sotto di lei faceva la stessa cosa con il collo.
“Sto per venire!” Urlò Diego sbattendosela con ancor più forza “Adesso ti riempio questa figa schifosa!” Manuel uscì per dargli più spazio. Diego la sbatteva con forza, sentiva le sue palle ed il suo ventre sbatterle addosso, finchè il cazzo dell'uomo non s'irrigidì. Con un urlo la riempì con la sua calda e densa sborra, continuando a darle colpi finchè anche l'ultima goccia non fu dentro di lei. Uscì, portandosi alla sua bocca “Ed ora puliscilo, puttana!” le ordinò mentre lei gli leccava il cazzo con poca padronanza di se stessa. Sentì anche Pablo irrigidirsi nel suo culo, ed anche il suo cazzo scoppiò riempiendole il culo di sperma.
Gli uomini soddisfatti si scostarono, lasciando agli altri tre la donna sfinita e dolorante.
Tullio s'avventò sulla sua figa portandola sopra di se, mentre Felipe si dedicava al culo. Manuel la prese per i capelli ficcandole il suo cazzo in gola. “Oddio sei fantastica lo sai troietta!?” le disse muovendo il bacino per scoparle la bocca.
Felipe e Tullio la sculacciavano con forza, inveendo contro di lei. “Puttana! Zoccola schifosa! Ormai sei nostra hai capito!?” le urlava Tullio stingendole le tette sino ad affondare le unghie nella sua pelle delicata. Felipe la sbatteva in culo senza alcun controllo, con movimenti veloci, forti e sconnessi. “Oh si! Cagna schifosa! Lurida troia!”
Manuel le affondava il cazzo in gola senza preoccuparsi che quasi non riuscisse respirare. Volevano solamente godere, Raquel era solamente un oggetto per loro. “Si goditi il mio cazzo! Succhia troia succhia!” gemevano come porci, poteva sentire Felipe leccarle l'orecchio e sbavarle sul collo. “Senti come ti sfondiamo! Puttana! Cagna, vacca! Troiaaaaaa!!”
I tre la scopavano senza controllo, sinchè non li sentì urlare in modo disumano, ed i loro cazzi scoppiarono in lei, inondandola di sborra.
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
La nobildonna Cap.02racconto sucessivo
La nobildonna Cap.04
Commenti dei lettori al racconto erotico