La nobildonna Cap.04
di
Erato
genere
pulp
Impensabile.
Era completamente impensabile che la nobile Raquel Nives Esteban, un giorno sarebbe finita a far da serva e meretrice ad un gruppo di banditi violenti e volgari.
Eppure, era proprio in questo condizioni che si trovava Raquel.
Con una veste sporca e miserevole, i capelli aggrovigliati ed il corpo colmo di lividi.
Era da ormai tre giorni in quelle condizioni, assieme ad Ines.
Le usavano nel vero senso della parola, per ogni singolo capriccio o desiderio che venisse loro in mente. Di giorno le sfruttavano mentre la notte venivano legate mani e piedi per assicurarsi che non tentassero la fuga.
Quel giorno, si trovava al fatiscente casolare con Ines, Tullio il capo, Diego, l'uomo dal ventre prominente ed infine Manuel, uno dei due fratelli.
Ines si era arresa praticamente subito alle loro angherie. Li serviva a testa bassa, cercando di porre quel poco di resistenza solamente quando la picchiavano, ma era di anima arrendevole.
Raquel, invece, era una puledra dura da domare. Spesso e volentieri si rivoltava contro loro, scalciando e graffiando, ottenendo più che altro di buscarsi una buona dose di lividi.
In quel momento, Manuel le diede una pacca sul sedere, facendola sobbalzare. “Avanti, versa ancora da bere!” la incentivò mostrandole la caraffa. La donna gli versò l'alcolico con gesti rigidi ed automatici guardandolo con astio dritto negli occhi.
Mentre si voltava per allontanarsi, Diego si alzò, agganciandola con l'avambraccio al collo per poi tornare a sedersi, costringendola in ginocchio, dandogli la schiena.
L'uomo le infilò la mano libera nel bustino scadente, iniziando a toccarle rudemente il seno sinistro. Lo strinse fra le pasciute mani, saggiandone la pienezza e la morbidezza. Fra l'indice ed il pollice afferrò il suo capezzolo, iniziando a pizzicarlo e tirarlo.
Raqeul afferrò il suo avambraccio con entrambe le mani, cercando di sottrarsi al contatto a dir poco sgradito dell'uomo mentre le manipolava il seno senza alcuna traccia di delicatezza. Ma lui era il doppio rispetto a lei, e più si divincolava più lui stringeva forte, andando a farle male.
Tullio e Manuel assistevano alla scena con un sorriso sghembo sul volto, non dando però traccia di voler intervenire.
Diego alzò gli occhi su Ines, che se ne stava in un angolino in silenzio e con il capo incassato nelle spalle. “Vieni qui!”
le ordinò con tono perentorio, facendola sobbalzare. La donna aveva un occhio nero ed il labbro inferiore ancora gonfio. Si avvicinò con cautela, remissiva e senza cenno di ribellione nello sguardo afflitto.
“Spogliala.” disse sorridendo lascivo, senza smettere di giocare con i seni di Raquel. Gli sguardi delle due donne s'incrociavano mentre Ines si inginocchiava per raggiungere i lacci consunti della veste della nobildonna.
Lo sguardo di Raquel era fiammeggiante d'ira ed odio. Ad Ines corse un brivido di paura lungo la schiena, e le mani si fermarono a mezz'aria. Quella donna aveva un forte scendente negativo verso di lei.
Ma poi alzò lo sguardo, e vide Tullio toccarsi la cintura con fare allusivo.
Deglutì, ed iniziò a toglierle la veste. Per ora, i più pericolosi erano loro, e per quanto Raquel continuasse a ribellarsi Ines lo reputava un comportamento inutile. Più si ribellavano, più sarebbero state picchiate.
Ma le avrebbero picchiate comunque, perchè godevano nel sentirle urlare mentre le sottomettevano sessualmente.
In pochi attimi, il corpo della nobile fu completamente nudo ed esposto. Il suo corpo dalla bellezza degna di un quadro antico costellato di lividi come lo è il cielo di stelle. Eppure, la solidità de suo sguardo non si era ancora spezzata.
Ora Diego era libero di giocare con i suoi seni come meglio credeva, ed Ines fece per alzarsi, ma la mano di Manuel le calò pesantemente sulla spalla, facendola nuovamente abbassare. “Aprile le gambe” Ines lo guardò spaesata, quasi avesse parlato un altra lingua. “Ho detto, aprile le gambe.” le ripetè con tono più duro.
Ines allungo le mani verso le ginocchia della donna, che in tutta risposta le tirò un calcio al fianco, facendola cadere di lato. Gli uomini risero, mentre Ines si toccava il fianco dolorante.
Tullio, rimasto in silenzio sino a quel momento, si allontanò dalla stanza per poi tornare dopo alcuni minuti con delle lunghe corde fra le mani.
Riuscì a bloccare i movimenti di Raquel, non senza qualche potete ceffone, per legarla come più gli aggradava.
Riuscì a passarle la corda sotto alle ginocchia, per poi tirarle su le gambe finchè non andarono quasi a toccarle le spalle. In questo modo le era assolutamente impossibile richiuderle. Poi le legò le braccia dietro la schiena tramite i gomiti, costringendola ad inarcare il busto in avanti. Era una posizione dannatamente scomoda, che non le dava modo di muoversi per ribellarsi. La donna rimase completamente nuda ed esposta, e vide i pantaloni dei tre uomini iniziare a gonfiarsi in prossimità del loro membro. Lividi o meno, era una donna piacente, ed in quella posa....
Tullio le prese per le guance, costringendola ad un sonoro bacio a schiocco sulle labbra. Rise, per poi spingere nuovamente Ines in ginocchio davanti a lei.
La prese per la collottola, mettendola con le labbra a pochi millimetri dal fiore di Raquel. “Che aspetti?” le disse Tullio per poi lasciarla con un gesto secco che le fece sbattere il mento a terra.
Ines chiuse gli occhi, avvicinandosi con la bocca al sesso della padrona, che cercava malamente di divincolarsi e protestare. Per evitare che facessi più rumore del necessario, Manuel la imbavagliò soffocando le lamentele.
Le labbra della serva iniziarono a baciarla timidamente, andando verso il clitoride che già altre volte nella villa in spiaggia aveva leccato e succhiato sino a farla godere. Ma erano giorni lontani oramai.
Fece fuoriuscire la lingua, passandola lentamente su tutta la lunghezza della sua fessura.”Più convinta!” esclamò Tullio dandole uno schiaffo sul sedere e facendola sobbalzare.
Ines deglutì, per poi cercare di rendere i suoi gesti impacciati più decisi.
Fece fuoriuscire totalmente la lingua dalla sua bocca, iniziando a leccare lentamente dal basso verso l'alto, facendo pressione. Si aiutò con la mano destra, allargò la fessura della donna, in modo da avere più accesso con la lingua al suo sesso. Risalì lentamente, finchè la lingua non riprese a giocare con il suo clitoride. Lo stuzzicava con la punta, lo leccava sempre più avidamente. Andò a poggiare totalmente la bocca aperta sul suo sesso, iniziando a ruotare vorticosamente la lingua sul clitoride che iniziava a gonfiarsi per il contatto.
In quel breve periodo in cui Ines era rimasta alle sue dipendenze, le aveva insegnato bene ad usare la bocca.
Talmente bene, che Raquel non potè fare a meno d'iniziare ad eccitarsi per la lingua.
Mentre Ines la leccava sapientemente, Diego continuava a stuzzicare e pizzicare i suoi capezzoli, che si stavano inturgidendo.
“Guardate! Si stà eccitando!” disse Manuel ridendo, mentre lo estraeva dai pantaloni, iniziando a toccarsi alla scena.
Tullio sorrideva in silenzio, massaggiandosi il pacco da sopra i pantaloni, senza ancora far uscire il membro.
Manuel si alzò, e si mise di fronte a Raquel. Le levò il bavaglio dalla bocca, tenendole il volto per il mento in modo che la guardasse. “Avanti puttanella, lo vediamo tutti che stai godendo! Dillo!” Ines continuava imperterrita, e Raquel venne scossa da un tremito seguito da un gemito che non riuscì a trattenere. “Godi troia godi!” diceva Diego mentre le stringeva con più forza i seni, utilizzando ora ambedue le mani. “Dillo che stai godendo!” le disse ancora Manuel, stringendole il volto sino a farle male.
Intanto, Tullio si era levato la cinta, che piegò in due. Sollevò la gonna di Ines, per poi frustarla con forza con l'oggetto. La serva sobbalzò ed urlo per il dolore inaspettato, smettendo di leccare Raquel. “Chi ti ha detto di fermarti!?” la rimproverò con tono duro il capo dei banditi, per poi scudisciarla nuovamente con forza. Ines trattenne le lacrime, ma tornò a leccare la padrona, che oramai era calda ed eccitata come non lo era da tempo.
Manuel tirò un ceffone a Raquel, la quale si stava costringendo a non gemere per dar loro soddisfazione. “Dillo che godi come una vacca! Ti piace farti leccare la figa vero!?” la nobildonna tenne le labbra serrate, il volto arrossato e lo sguardo colmo di odio e disprezzo.
“Dillo! Devi dirlo!” le ripetè schiaffeggiandola con forza tale da riaprirle il taglio sul labbro. Si abbassò, e mentre Diego le stuzzicava un seno lui iniziò a leccare e mordere l'altro capezzolo. Non riuscì a trattenere più i gemiti, e diede libero sfogo alla sua voce. “Bravissima così! Ma devi dirlo!” le morse il capezzolo sino a farle male, tramutando il suo gemito di piacere in un gemito di dolore. “S-si!” disse mentre il corpo veniva scosso dal piacere. “Si cosa?” rincarnò Manuel, tornando a leccarle il capezzolo mentre Ines lambiva avidamente il suo clitoride.
“Si stò godendo!” urlò mentre il corpo veniva scosso dagli spasmi dell'orgasmo che sopraggiunse con irruenza, inondando la bocca di Ines col suo dolce nettare e facendo risuonare nell'aria l'urlo appagato di Raquel.
“Ma che bella scenetta!” esclamò Tullio, mentre estraeva il suo membro duro dai pantaloni. Prese Ines per i fianchi, allargandole i glutei con le mani. Sputò sul suo ano un paio di volte, puntellando poi il suo membro all'entrata d'esso.
Ines cercò di divincolarsi con un urlo strozzato di paura, ma Tullio era troppo forte per contrastarlo.
Sputò ancora, e poi con un movimento deciso ed estremamente violento la penetrò.
Ines urlò di dolore mentre Tullio forzava violentemente il suo buchino per far si che potesse entrare tutto il suo membro.
Mentre la serva urlava e piangeva, Diego e Manuel ridevano di gusto alla scena.
Diego sollevò di peso Raquel, andando a sederla sulle sue gambe. A sua volta la penetrò analmente, facendo scomparire quel piacere che fino a pochi istanti prima aveva dato un po' di sollievo al suo corpo.
Manuel invece si posizionò davanti a lei, violando per l'ennesima volta il suo fiore. “Ooooh senti com'è bagnata questa vacca!” esclamò Manuel mentre iniziava a scoparsela con colpi secchi e decisi.
Se le sbatterono senza alcun riguardo, non disdegnando di colpirle più volte per poter godere delle loro urla di dolore.
Diego teneva Raquel per i fianchi, muovendola su e giù col ritmo che più lo aggradava mentre la penetrava rudemente. Raquel sentiva il suo fiato sulla schiena, la sua viscida lingua leccarle il collo mentre gemeva come un porco. Sentì le mani prenderle i seni e strizzarli sinchè le sue unghie non penetrarono nelle sue morbide rotondità.
Tullio prese Ines per la collottola, e la lanciò sul tavolo.“Urli tanto ma in realtà ti piace prenderlo nel culo!” La ragazza sentì i bicchieri rompersi sotto il suo peso, le schegge di vetro le trafissero i palmi delle mani aumentando le sue urla mentre Tullio tornava a sodomizzarla con colpi secchi e violenti. Ad ogni colpo sentiva le sue palle sbatterle sulla figa.
Diego e Manuel guardavano la scena ridendo e gemendo, senza smettere di sbattersi Raquel. Manuel allungò la mano sino a prendere un coltello posto sul tavolo, spezzando le corde che costringevano Raquel a tenere le gambe così oscenamente e scomodamente spalancate.
“Ah! Stò per sborrare!” esclamò Diego mentre le sue movenze si facevano più frenetiche e sconnesse. Raquel sentì il suo sperma inondarla da dietro, così caldo e denso. L'uomo fremette e quasi sbavò per l'orgasmo raggiunto.
Manuel uscì dalla sua figa, prendendola per il collo e sbattendola con la schiena sul tavolo. Sentì alcuni pezzi di vetro graffiarle la schiena, voltò l capo e vide il volto di Ines a pochi centimetri dal proprio, ancora piegata sul tavolo con Tullio intento a sodomizzarla. Manuel prese la nobile per i fianchi, attirandola a se per poi tornare a riempirla col proprio cazzo. Il tavolo traballava pericolosamente mentre le due donne sopra ad esso venivano così brutalmente fottute dai due banditi. I loro sguardi si incrociarono, Ines così disperata e Raquel totalmente infuriata.
Tullio voltò Ines supina a sua volta, uscendo dal suo culo per poi penetrarne la figa con un gesto secco. Si accasciò su di lei, lambendo i suoi capezzoli con le labbra e la lingua. Ines sentiva il peso del corpo dell'uomo sopra il suo, il suo grosso e duro membro sbattere con forza in lei.
“Sto per riempirti!” le ringhiò all'orecchio aumentando la forza dei suoi colpi. “Aspetta capo!” Esclamò Manuel, il volto arrossato ed i muscoli tesi, anche lui in procinto di raggiungere l'orgasmo “Perchè non le ricopriamo eh?” Tullio accolse l'idea semplicemente annuendo.
Le tirarono già dal tavolo, costringendole in ginocchio. Si misero davanti a loro, le iniziando a masturbarsi furiosamente a pochi centimetri dal loro volto. Dal cazzo di Manuel fuoriuscì un copioso fiotto di sborra biancastra che ricoprì il volto Rauqel, mentre Tullio schizzò sia sul volto che sul seno di Ines. Gemettero di soddisfazione mentre la loro sborra schizzava addosso alle due donne.
Manuel andò a sedersi, mentre Tullio rimase in piedi a guardarle, il cazzo che perdeva lentamente la sua turgidità.
Slegò le braccia della nobile per poi osservarle entrambe. Nude e ricoperte di sborra. “Che spreco eh?” commentò con voce ancora ansante. “Pulitevi avvicenda.” ordinò con tono secco, sebbene la voce fosse ancora ansante.
Ines guardò da sotto in su l'altra, facendo per avvicinarsi impacciata, dolorante ed umiliata.
Ma se volevano spettacolo, tanto valeva accontentarli.
Raquel s'avventò sulla sua bocca, di schiudendola con la propria e cercando d'aggrovigliare le loro lingue. La baciò brevemente e con impeto, per poi passare la lingua sul suo volto per leccar via tutta la sborra. S'abbassò sul suo seno, leccando e succhiando sino ad assicurarsi che non vi rimanesse nemmeno una goccia di quel nettare maschile sul suo corpo. Ines la baciò a sua volta, quasi capendo le sue intenzioni sebbene non le approvasse, leccandole via lo sperma dalle labbra, dalle guance e dal collo.
I tre osservarono sbigottiti la scena, non aspettandosi di vedere tanta intraprendenza dalle donne che pensavano di aver completamente piegato e sottomesso.
Raquel s'aggrovigliò alla serva, spingendola a terra. Le baciò e mordicchiò il collo, mentre una mano correva alla sua fighetta dolorante. Ines strinse i denti, ma s'accorse subito che la nobile non era affatto violenta come le piaceva essere di solito.
Le carezzò le piccole labbra, per poi concentrarsi sul suo sensibile clitoride, stuzzicandolo sapientemente. Ines iniziò a gemere, e sentì Raquel tapparle la bocca con la propria. La iniziò a penetrare con le dita, andando a cercare quel punto tanto delicato che poteva far abbandonare una donna alla più totale lussuria con pochi gesti calcolati.
Ines sentì il proprio corpo venir scosso da brividi che non provava più da quand'erano nella villa e la donna la faceva godere per premiarla delle sue prestazioni.
Venne scossa da incontrollabili spasmi mentre Raquel lasciò la sua bocca solo per permettere ai tre uomini di sentire i suoi forti gemiti. Ogni volta che la serva era vicina all'orgasmo, Raquel si fermava, torturandola dolcemente sino a farle perdere completamente il controllo.
Ines si aggrovigliò alla padrona, la prese per i capelli attirando il suo volto per baciarla. Le leccò il collo, le mordicchio i capezzoli per poi cercare di penetrarla a sua volta con le dita, ma Raquel non glielo permise, concentrata su di lei.
Quand'erano alla villa Raquel adorava farle perdere il controllo, anche solo per poterglielo rinfacciare più tardi ed usarla come scusa per punirla asseconda dei suoi capricci.
Ines iniziò ad urlare dal piacere e per l'orgasmo che le veniva continuamente negato “Oh signora la prego!” urlò stuzzicandosi il seno mentre Raquel le mordeva il collo “Signora la supplico mi faccia venire!” sembrava essersi dimenticata del posto dov'erano, degli uomini che le guardavano attonite. Bramava solo l'assoluto piacere.
Tenne con forza il polso della padrona, cercando di regolarne il ritmo per poter venire, ma inutilmente. “Signora sono la sua sgualdrina! Sono la sua puttanella, la sua troia!” urlò ben sapendo che la nobile la costringeva nell'autodefinirsi così per compiacerla. Sentì Raquel sorridere contro la pelle, e compiere quei peccaminosi movimenti.
Il piacere esplose all'improvviso nella serva, che urlò al cielo tutto il suo godimento mentre inondava la mano di Raquel con i suoi dolci e succosi umori. Gli spasmi del piacere scossero freneticamente il suo corpo mentre l'altra continuava a muovere la mano per prolungare il suo piacere.
Ines rimase accasciata a terra, le guance arrossate e gli occhi chiusi in uno stato di quasi incoscienza.
La nobildonna sorrise soddisfatta per poi alzarsi e rimettersi in posizione eretta. Si voltò verso Tullio, guardandolo direttamente negli occhi.
Avanzò verso il tavolo con quel passo sicuro e suadente che aveva collaudato in anni di pratica nelle case dei nobili, a testa alta e mento sollevato. Nonostante fosse nuda e piena di lividi, per un attimo parve la nobile di prima, in tutta la sua imperiosità.
Raccolse la propria veste da terra, posandola per un attimo sul tavolo. Lanciò uno sguardo astioso al capo dei malviventi, per poi chinarsi ed aiutare Ines ad alzarsi.
Quando la nobile recuperò la propria veste dal tavolo, il coltello era sparito.
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