L'amica di famiglia
di
vaevictis
genere
prime esperienze
L'amica di famiglia.
Ogni tanto veniva a trovarci una amica di mia madre. Una donna molto simpatica ed estremamente gioviale, ma che non corrispondeva propriamente a quelli che per me rappresentano i canoni della bellezza femminile. A me piacciono belle formose ed abbondanti, mentre lei era una donna non brutta, anzi carina direi, ma sfortunatamente piuttosto magra e secca. Io allora ero poco più che un ragazzino ma lei dimostrava grande trasporto per il sottoscritto, ricambiata. Spesso veniva a cena da noi e teneva banco con la sua espansivita'. Avevo notato che mi lanciava spesso delle occhiate di fuoco e la sensazione che provavo era a metà strada tra l'imbarazzo e la curiosità. Una sera il caso volle (o forse la signora studiò la tattica apposta) che a cena io e lei fossimo seduti uno a fianco dell'altro. Ogni tanto mi dava dei colpetti non casuali col gomito e ripetutamente si strusciava col suo piede sinistro contro il mio destro. Tutta la sera andiamo avanti con questa pantomima e allora mi parve evidente che ci stava provando spudoratamente. Non è che mi facesse impazzire dal punto di vista estetico; ma i suoi sguardi insistenti e la sua intraprendenza mi arrapavano. Verso la fine della cena allungo' con destrezza la sua mano sinistra verso le mie parti intime e, attenta a non farsi scoprire da nessuno, mi tocco' furtivamente pacco. Nessuno dei commensali poteva vederci, dal momento che alla mia sinistra non era seduto nessuno e alla sua destra altrettanto. Fu un approccio molto veloce ma piuttosto chiaro e il mio arnese si induri' di conseguenza. Ad un certo punto si ritiro' in poggiolo a fumare una sigaretta e, allontanandosi, lancio' uno sguardo dei suoi. Gli altri commensali o erano impegnati a chiacchierare oppure intenti a sparecchiare la tavola. Quindi attesi un poco e dissi che dovevo andare in bagno. Ma lungo il tragitto c'è il balcone malandrino e mi avvicinai a lei. Lei soffia il fumo in modo molto erotico e, attenta che non ci fossero sguardi indiscreti, nel buio mi infila la mano nelle mutande. Fu una palpata molto intensa ma fugace, visto che si poteva dare nell'occhio. Tuttavia ebbi fin da subito l'impressione che la signora sapesse destreggiarsi magistralmente con le sue mani esperte e sempre molto curate. Dalla sua espressione compiaciuta, capii che il mio giovane uccellino era di suo gradimento e mi invitò a bassa voce a fare un salto l'indomani pomeriggio da lei. Io non stavo più nella pelle e di notte non riuscii a chiudere occhio pensando sia a quelle mani di fata sua a quello che sarebbe potuto svilupparsi da lei. L'indomani mi precipito con precisione svizzera, spaccando il minuto. Lei mi accoglie come al solito con grande gentilezza e mi fa accomodare in soggiorno. Faccio per sedermi sulla sedia ma lei blocca il mio movimento, pregandomi di rimanere in posizione eretta. La signora si piazza dinanzi a me, e, fissandomi lussuriosa negli occhi, si cuccia. La sua testa è all'altezza del mio cazzo e continua a passarsi la lingua sulle labbra, come una bambina bramosa di caramelle. Mi tira giù i pantaloni e con le sue sapienti mani massaggia il mio pacco, assicurandomi che entro breve sarebbe iniziato il divertimento. Dice che mi trova proprio un bel ragazzo e sostiene che, se io non ho nulla in contrario, avrebbe intenzione di rendermi edotto sui piaceri della carne, sfruttando la sua maggiore età e la sua esperienza. Non ho nulla da eccepire e volevo provare l'esperienza di trombarmi una più anziana di me (23 anni in più) , sperimentando la differenza tra la signora e le mie coetanee. Nel frattempo il dolce stava lievitando enormemente e la sua espressione gioiosa faceva capire che la maestra apprezzava la situazione. Abbassa anche le mutande e, stringendo il mio cazzo tra l'indice e io pollice, me lo scappella, cominciando a masturbarmi. I suoi movimenti soavi ma decisi mi fanno andare in estasi e dopo qualche istante divora il mio serpente, ficcandoselo avidamente in gola. La signora emette gemiti e, mangiandomi con lo sguardo, si ticca la figa. La signora è brava a succhiare e ogni tanto con le unghie sempre molto curate, dopo avermi scappellato il cazzo, gioca col mio glande. Inizialmente provo un poco di dolore, che in brevissimo tempo si tramuta in godimento. Me lo lecca come un gelato e con la copiosa saliva gioca a fare l'effetto fila e fondi, come quando la mozzarella rimane attaccata alla pizza senza staccarsi. Di punto in bianco smette e, con fare birichino, dice di pretendere il medesimo trattamento da me. Si sistema sul tavolo e, dopo aver divaricato le gambe, mi invita a leccarle gentilmente la figa. Era la prima volta che ero chiamato ad un servizio del genere ed ignoravo di che cosa si trattasse. Vedevo una folta peluria dalla quale si scorgeva una fessura rosea. Avvicino il mio volto alla sua figa e, accorgendosi del mio impaccio, con le sue dita divarica le labbra. Mi ordina di leccare dentro, come se si trattasse di un gelato. I suoi peli mi facevano prudere il viso ma era meraviglioso passare la lingua in quella cosa. Lei chiuse gli occhi e continuava a gemere. Mi allontana gentilmente la testa dalla figa e , dopo aver posizionato le mani sul tavolo, si mette in piedi girandosi di schiena. Mi fa cenno di avvicinarmi e, dopo aver rinvigorito l'attrezzo, me lo appoggia davanti al suo culo. Con la mano sinistra armeggia nel tentativo di spingere la cappella all'interno dello sfintere. Era veramente stretto e all'inizio ha difficoltà a penetrare. Ma, superata una iniziale ritrosia, il mio cazzo sfonda il suo culo. Ci do dentro come un matto e il mio cazzo sta per scoppiare. Sono al settimo cielo e la signora è trasfigurata nel volto. Ansimando mi dice di avvisarla quando stavo per sborrare. Non appena mi accorgo di essere in dirittura di arrivo, le faccio presente che stava per scoccare l'ora x. Quindi estrae il cazzo dal culo e, dopo essersi inginocchiata dinanzi a me, comincia a masturbarmi. Spalanca le fauci ed estrae la lingua mentre continua a massaggiare con veemenza il mio cazzo, che stava per esplodere. La signora così viene investita da una tempesta di sborra, che le finisce parte sul volto e parte in bocca. Il primo fiotto la colpisce negli occhi e quindi dirige l'attrezzo verso la bocca, dove il mio uccello le riversa come un rubinetto una due scariche di sborra. Mi sembra di avere scalato l'everest e, aperti i miei occhi, scorgo la sua espressione da porca compiaciuta col volto tempestato di sborra bianca. La signora manifesta la sua soddisfazione leccandosi i baffi e succhiando avidamente il mio arnese. Con un panno si pulisce il volto e mi dice di avere apprezzato molto il mio giovane cazzo diciottenne. Mi accarezza amorevolmente il viso e mi dice che sono stato proprio un bravo bambino, continuando a giocare col mio cazzo che rimaneva inspiegabilmente duro. Decide di fumare una sigaretta e mi domanda come era stata l'esperienza. Io tesso le lodi della sua maestria e, compiaciuta del mio gradimento mi fa cenno col ditino di seguirla in bagno. Si inginocchia nel box doccia e mi intima di pisciarle addosso. Trovo la pratica molto bizzarra ma decido di soddisfare il suo strano vezzo. Sollecitato dalle sue sapienti mani, la innaffio col mio idrante che indirizza a suo piacimento. Svuotato il carico mi comunica che avrebbe molto gradito contraccambiare la gentilezza. Inizialmente sono titubante ma lei cerca di assicurarmi con parole suadenti, garantendomi che mi sarei divertito. Mi siedo mel box doccia e me la vedo supina dinanzi a me con le gambe divaricate. Urlando di gioia, mi zampilla addosso fiotti di caldo piscio, che mi bagnano dappertutto. Come per farsi perdonare, decide che era necessario farci una doccia per pulire i nostri corpi dagli umori che ci eravamo scambiati reciprocamente. Mi insapona il cazzo e il mio corpo; io faccio lo stesso con lei. In men che non si dica ci ritroviamo nuovamente avvinghiati in una spirale di piacere. Io le infilo l'attrezzo nel culo in cui è penetrato perfettamente grazie all'aiuto del sapone e con le mani avidamente la accarezzo come un ossesso. L'acqua ci bagna copiosamente e dopo un poco le sborro nel culo. Siamo entrambi esausti ma felici. Ci accorgiamo che il tempo è Letteralmente volato e che quindi è arrivato il momento di congedarsi. Ci facciamo vicendevolmente i complimenti, auspicando di rivivere augurandocial piu' presto questa esperienza. Con la signora seguiranno parecchi incontri simili, sia a casa sua sia nella sua auto.
Ogni tanto veniva a trovarci una amica di mia madre. Una donna molto simpatica ed estremamente gioviale, ma che non corrispondeva propriamente a quelli che per me rappresentano i canoni della bellezza femminile. A me piacciono belle formose ed abbondanti, mentre lei era una donna non brutta, anzi carina direi, ma sfortunatamente piuttosto magra e secca. Io allora ero poco più che un ragazzino ma lei dimostrava grande trasporto per il sottoscritto, ricambiata. Spesso veniva a cena da noi e teneva banco con la sua espansivita'. Avevo notato che mi lanciava spesso delle occhiate di fuoco e la sensazione che provavo era a metà strada tra l'imbarazzo e la curiosità. Una sera il caso volle (o forse la signora studiò la tattica apposta) che a cena io e lei fossimo seduti uno a fianco dell'altro. Ogni tanto mi dava dei colpetti non casuali col gomito e ripetutamente si strusciava col suo piede sinistro contro il mio destro. Tutta la sera andiamo avanti con questa pantomima e allora mi parve evidente che ci stava provando spudoratamente. Non è che mi facesse impazzire dal punto di vista estetico; ma i suoi sguardi insistenti e la sua intraprendenza mi arrapavano. Verso la fine della cena allungo' con destrezza la sua mano sinistra verso le mie parti intime e, attenta a non farsi scoprire da nessuno, mi tocco' furtivamente pacco. Nessuno dei commensali poteva vederci, dal momento che alla mia sinistra non era seduto nessuno e alla sua destra altrettanto. Fu un approccio molto veloce ma piuttosto chiaro e il mio arnese si induri' di conseguenza. Ad un certo punto si ritiro' in poggiolo a fumare una sigaretta e, allontanandosi, lancio' uno sguardo dei suoi. Gli altri commensali o erano impegnati a chiacchierare oppure intenti a sparecchiare la tavola. Quindi attesi un poco e dissi che dovevo andare in bagno. Ma lungo il tragitto c'è il balcone malandrino e mi avvicinai a lei. Lei soffia il fumo in modo molto erotico e, attenta che non ci fossero sguardi indiscreti, nel buio mi infila la mano nelle mutande. Fu una palpata molto intensa ma fugace, visto che si poteva dare nell'occhio. Tuttavia ebbi fin da subito l'impressione che la signora sapesse destreggiarsi magistralmente con le sue mani esperte e sempre molto curate. Dalla sua espressione compiaciuta, capii che il mio giovane uccellino era di suo gradimento e mi invitò a bassa voce a fare un salto l'indomani pomeriggio da lei. Io non stavo più nella pelle e di notte non riuscii a chiudere occhio pensando sia a quelle mani di fata sua a quello che sarebbe potuto svilupparsi da lei. L'indomani mi precipito con precisione svizzera, spaccando il minuto. Lei mi accoglie come al solito con grande gentilezza e mi fa accomodare in soggiorno. Faccio per sedermi sulla sedia ma lei blocca il mio movimento, pregandomi di rimanere in posizione eretta. La signora si piazza dinanzi a me, e, fissandomi lussuriosa negli occhi, si cuccia. La sua testa è all'altezza del mio cazzo e continua a passarsi la lingua sulle labbra, come una bambina bramosa di caramelle. Mi tira giù i pantaloni e con le sue sapienti mani massaggia il mio pacco, assicurandomi che entro breve sarebbe iniziato il divertimento. Dice che mi trova proprio un bel ragazzo e sostiene che, se io non ho nulla in contrario, avrebbe intenzione di rendermi edotto sui piaceri della carne, sfruttando la sua maggiore età e la sua esperienza. Non ho nulla da eccepire e volevo provare l'esperienza di trombarmi una più anziana di me (23 anni in più) , sperimentando la differenza tra la signora e le mie coetanee. Nel frattempo il dolce stava lievitando enormemente e la sua espressione gioiosa faceva capire che la maestra apprezzava la situazione. Abbassa anche le mutande e, stringendo il mio cazzo tra l'indice e io pollice, me lo scappella, cominciando a masturbarmi. I suoi movimenti soavi ma decisi mi fanno andare in estasi e dopo qualche istante divora il mio serpente, ficcandoselo avidamente in gola. La signora emette gemiti e, mangiandomi con lo sguardo, si ticca la figa. La signora è brava a succhiare e ogni tanto con le unghie sempre molto curate, dopo avermi scappellato il cazzo, gioca col mio glande. Inizialmente provo un poco di dolore, che in brevissimo tempo si tramuta in godimento. Me lo lecca come un gelato e con la copiosa saliva gioca a fare l'effetto fila e fondi, come quando la mozzarella rimane attaccata alla pizza senza staccarsi. Di punto in bianco smette e, con fare birichino, dice di pretendere il medesimo trattamento da me. Si sistema sul tavolo e, dopo aver divaricato le gambe, mi invita a leccarle gentilmente la figa. Era la prima volta che ero chiamato ad un servizio del genere ed ignoravo di che cosa si trattasse. Vedevo una folta peluria dalla quale si scorgeva una fessura rosea. Avvicino il mio volto alla sua figa e, accorgendosi del mio impaccio, con le sue dita divarica le labbra. Mi ordina di leccare dentro, come se si trattasse di un gelato. I suoi peli mi facevano prudere il viso ma era meraviglioso passare la lingua in quella cosa. Lei chiuse gli occhi e continuava a gemere. Mi allontana gentilmente la testa dalla figa e , dopo aver posizionato le mani sul tavolo, si mette in piedi girandosi di schiena. Mi fa cenno di avvicinarmi e, dopo aver rinvigorito l'attrezzo, me lo appoggia davanti al suo culo. Con la mano sinistra armeggia nel tentativo di spingere la cappella all'interno dello sfintere. Era veramente stretto e all'inizio ha difficoltà a penetrare. Ma, superata una iniziale ritrosia, il mio cazzo sfonda il suo culo. Ci do dentro come un matto e il mio cazzo sta per scoppiare. Sono al settimo cielo e la signora è trasfigurata nel volto. Ansimando mi dice di avvisarla quando stavo per sborrare. Non appena mi accorgo di essere in dirittura di arrivo, le faccio presente che stava per scoccare l'ora x. Quindi estrae il cazzo dal culo e, dopo essersi inginocchiata dinanzi a me, comincia a masturbarmi. Spalanca le fauci ed estrae la lingua mentre continua a massaggiare con veemenza il mio cazzo, che stava per esplodere. La signora così viene investita da una tempesta di sborra, che le finisce parte sul volto e parte in bocca. Il primo fiotto la colpisce negli occhi e quindi dirige l'attrezzo verso la bocca, dove il mio uccello le riversa come un rubinetto una due scariche di sborra. Mi sembra di avere scalato l'everest e, aperti i miei occhi, scorgo la sua espressione da porca compiaciuta col volto tempestato di sborra bianca. La signora manifesta la sua soddisfazione leccandosi i baffi e succhiando avidamente il mio arnese. Con un panno si pulisce il volto e mi dice di avere apprezzato molto il mio giovane cazzo diciottenne. Mi accarezza amorevolmente il viso e mi dice che sono stato proprio un bravo bambino, continuando a giocare col mio cazzo che rimaneva inspiegabilmente duro. Decide di fumare una sigaretta e mi domanda come era stata l'esperienza. Io tesso le lodi della sua maestria e, compiaciuta del mio gradimento mi fa cenno col ditino di seguirla in bagno. Si inginocchia nel box doccia e mi intima di pisciarle addosso. Trovo la pratica molto bizzarra ma decido di soddisfare il suo strano vezzo. Sollecitato dalle sue sapienti mani, la innaffio col mio idrante che indirizza a suo piacimento. Svuotato il carico mi comunica che avrebbe molto gradito contraccambiare la gentilezza. Inizialmente sono titubante ma lei cerca di assicurarmi con parole suadenti, garantendomi che mi sarei divertito. Mi siedo mel box doccia e me la vedo supina dinanzi a me con le gambe divaricate. Urlando di gioia, mi zampilla addosso fiotti di caldo piscio, che mi bagnano dappertutto. Come per farsi perdonare, decide che era necessario farci una doccia per pulire i nostri corpi dagli umori che ci eravamo scambiati reciprocamente. Mi insapona il cazzo e il mio corpo; io faccio lo stesso con lei. In men che non si dica ci ritroviamo nuovamente avvinghiati in una spirale di piacere. Io le infilo l'attrezzo nel culo in cui è penetrato perfettamente grazie all'aiuto del sapone e con le mani avidamente la accarezzo come un ossesso. L'acqua ci bagna copiosamente e dopo un poco le sborro nel culo. Siamo entrambi esausti ma felici. Ci accorgiamo che il tempo è Letteralmente volato e che quindi è arrivato il momento di congedarsi. Ci facciamo vicendevolmente i complimenti, auspicando di rivivere augurandocial piu' presto questa esperienza. Con la signora seguiranno parecchi incontri simili, sia a casa sua sia nella sua auto.
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