Il mestiere di cagnetta rottanculo

di
genere
dominazione

Il mio nome è Franco, che dovrebbe significare due cose: uomo sincero e uomo libero. Nella vita sono sempre stato sincero ma poco libero. Poco considerato e poco libero nella mia famiglia d'origine, che per vari motivi è stata oppressiva.. poco libero nelle storie e nei legami d'amore e di affetto, sia con gli uomini sia con le donne, e soprattutto nel garbuglio e nell'imbroglio di un matrimonio con figli, che è durato vari anni e che è finito qualche anno fa per separazione. Nell'ambito di questo matrimonio, che ho affrontato da abbastanza giovane, con inesperienza e con la massima disponibilità a dare, mi sono trovato davanti una donna il cui stile è stato: solo e sempre ricevere e poco o mai dare. Dopo tanti anni di vita coniugale e di impegno comune a crescere i figli piccoli, improvvisamente ho aperto gli occhi mi sono reso conto che mia moglie viveva e aveva vissuto la nostra vita insieme in modo personale ed egoistico, alla luce della strumentalizzazione e dello sfruttamento delle mie energie.
E' facile dire: "Ma di che ti lamenti, sei uno schiavo e hai ricevuto come ricevi adesso il trattamento che ti meriti".
No. Ora sono schiavo per scelta. Ed è tutto un altro paio di maniche. prima lo sono stato in modo equivoco, subdolo e del tutto unilaterale. senza sospettarlo.
Ora che ho trovato un padrone che mi addestra e che riceve da me una sottomissione dichiarata, va meglio.
La chiave di volta del mio star meglio è la chiarezza dell'impostazione del rapporto. il padrone mi dice cosa si aspetta da me e quali sono le regole del rapporto e io le sottoscrivo liberamente e in anticipo. Nel farlo provo sollievo e capisco bene a cosa mi trovo di fronte.
Ho sempre pensato che la vita è una faccenda ironica. ma non mi sarei mai figurato che un uomo Franco e libero era in realtà ambiguamente uno schiavo e che la Cagnetta di oggi invece di sentirsi tale se senta libera, nell'ambito di un patto ben stabilito e ben regolamentato dall'inizio. All'insegna dell'obbedienza, anche dura e cruda, ma anche all'insegna della verità e della sincerità, che chiudono il cerchio in modo lampante, sul mio nome e sul mio modo di essere.

RIFLESSIONI DI CAGNETTA

Fare il padrone è un mestiere. Fare lo schiavo anche. Ad entrambi servono buone dosi di propensione, inclinazione, senso della disciplina. se poi sia più difficile comandare od obbedire, non lo saprei bene. In linea di massima credo che comandare sia più difficile perché comporta responsabilità e che obbedire sia più semplice, perché significa affidarsi a chi decide per te e non avere altro pensiero se non fare tutto quello che viene richiesto nel modo che viene richiesto. Passivamente.
Anche su questo avrei un dubbio atroce. E' proprio vero che il padrone è attivo e lo schiavo solo passivo? Non è che magari uno schiavo troppo automatico, obbediente come gli viene richiesto, ma che non riesce ad attivarsi per bene di fronte ai comandi del padrone, rischia di deludere e di stufare? E il fuoco dell'eccitazione che lo schiavo offre al padrone, può nascere dalla sola e semplice esecuzione degli ordini, come è suo primo dovere, o si alimenta nella partecipazione e nella immedesimazione alla volontà sovrana del padrone, con la messa in gioco di una certa vitalità, che alla fin fine comporta e rivela qualche bel tratto della sua personalità, da mettere a disposizione del rapporto?
Ho capito che esistono padroni allo stato puro e relativi schiavi allo stato puro. ma si divertono veramente? o diventato tutti e due prigionieri di uno schema vuoto?
Dopotutto lo sfruttamento sessuale del padrone nei confronti dello schiavo mi pare che sia l'unico dato incontestabile del rapporto, il suo centro, all'interno del quale è chiaro che sempre e solo il padrone, a suo capriccio, chiede quello che vuole lì per lì, mentre lo schiavo si sottomette sempre e solo incondizionatamente. Che si diverta o no, che gli piaccia o no, allo scopo di divertire, di dar piacere, di accontentare il padrone, badando al crescere della sua eccitazione e assecondandola con gli occhi bendati, con il morso, con le manette o legato, in totale e assoluta dedizione.
Ma per il resto la severità del padrone è tutto? o tutto può funzionare meglio quando c'è senz'altro rispetto delle regole sacrosante e ben codificate ma pure una cornice d'intesa più profonda che rende il gioco (di un gioco alla fine si tratta) più vero e più reale?
La mia esperienza fin qui con il primo padrone della mia vita mi dice che il padrone è importantissimo e che devo continuamente adeguarmi alle sue giuste pretese, ma mi dice anche che il padrone (naturalmente solo per suo carattere e decisione) conosce e rispetta il suo schiavo e cerca di capirlo e di affrontarlo, all'unico scopo di affezionarlo e di schiavizzarlo meglio e più in profondità, per come è dentro e non solo per nuda e devota anatomia. E' un gioco sottile che mi fa molto riflettere, eccitare e godere.
Grazie padrone per come mi insegna.
La sua cagnetta rottainculo le bacia il cazzo in ginocchio.
scritto il
2014-12-28
4 . 4 K
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto
Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.