Servizio in camera
di
Aramis
genere
gay
Molti di noi dovevano lavorare durante l'università, anch’io lo facevo, ma ero più fortunato di altri; vivevamo solo a pochi chilometri dall'università dove studiavo ed i migliori amici dei miei genitori possedevano un motel molto grande e di classe superiore ai confini della città. Potete indovinare dove andai a lavorare.
I proprietari avevano una coppia che lo gestiva per loro. I Marchi facevano un buon lavoro. Il motel aveva un meraviglioso Coffee Shop. Cominciai con i lavori generali che mi tenevano fuori il fine settimana e tre notti la settimana.
Non ero mai stato uno che importuna le ragazze, ero quello che la mia mamma descriveva come un ragazzo “serio”. Così le donne al Coffee Shop fecero di me un animale domestico.
Guardando indietro suppongo che erano attirate da me, ma io non sapevo bene come ero attraente. Ora quando vedo le fotografie scattate intorno alla piscina mi chiedo come potevo essere così cieco. Ero un giovane forte, muscoloso, con una bella mascella quadrata, capelli neri e brillanti occhi blu. Mia mamma diceva che avevo ereditato capelli ed occhi da suo nonno.
Dopo aver lavorato là per due mesi fui promosso aiuto cameriere e servizio in camera. Forse la signora Marchi aveva occhio per la bella gioventù e decise che andava bene per il mestiere. Naturalmente aveva ragione. Per me il beneficio iniziale erano le mance che ricevevo, ma ricevetti un'istruzione molto diverso da quella dell'università.
Stavo là venerdì e sabato sera per essere sul posto quando il Coffee shop apriva la mattina presto. Il mio lavoro era consegnare i carrelli della colazione nelle camere. Il nuovo lavoro andava bene. Imparai presto e le mance aumentarono in proporzione grazie al calore del mio sorriso ed il servizio veloce che davo.
Poi un sabato mattina portai un carrello in un alloggio particolare, bussai alla porta ed una voce mi disse di entrare.
Un uomo era sdraiato nel letto, le lenzuola gettate indietro con torace e pancia esposti.
Mentre portavo il carrello alla tavola vicino alla finestra vidi il superbo fisico che aveva per un uomo che sembrava abbastanza vecchio per essere mio padre. Le sue spalle abbronzate e larghe, una vita stretta ed una pancia soda e piatta, dappertutto su di lui baluginava un cespuglio spesso di peli biondi. Mentre allungava una mano per prendere il portafoglio vidi che i peli biondi sul suo avambraccio erano praticamente bianchi sulla pelle abbronzata. Mi sorrise.
“Grazie, figliolo” disse ed allungò un paio di banconote, una grande mancia per quei giorni.
“Grazie, signore” dissi prendendo i soldi.
“Lavori mentre fai l’università, non è vero?”
“Sì, signore.”
“Come ti chiami?”
“Tommaso signore!”
“Io sono Giacomo, piacere Tommaso” ed allungò una mano e mentre ce la stringevamo chiese: “Cosa studi?”
Mi tenne là per circa cinque minuti prima che mi scusassi e ritornassi al lavoro. Per tutto il tempo che rimasi là ero molto consapevole del suo corpo, così ero orgoglioso per l'interesse che lui mostrava per me. Lo rividi all’ora di pranzo e lui mi disse che era lì per il fine settimana per una serie di conferenze.
Quella notte mi disturbò un sogno. Sognai che stavo in albergo sdraiato nudo a letto e lui, avvolto solo in un lenzuolo, stava portando un carrello nella mia stanza.
Ma il carrello era vuoto. Lo appoggiò e si avvicinò al letto. Mentre cominciava lentamente a tirar via lenzuola e coperte dal letto, mi svegliai con un'erezione furiosa.
Rimasi sdraiato nel mio letto carezzandomi l’uccello, pensando a lui che spostava le lenzuola e si sdraiava accanto a me, toccandomi. In pochi secondi ebbi un orgasmo. Mi addormentai caldo e confortato. Quando mi svegliai la mattina seguente mi resi conto della piena implicazione di quello che avevo fatto e rimasi confuso ed a disagio con me stesso.
Il suo ordine quella mattina arrivò quando me ne stavo andando. Lo misi sul carrello con mani tremanti. Siccome era tardi ed il lavoro era tranquillo, chiesi se potevo fare una pausa di dieci minuto dopo la consegna.
Bussai alla sua porta ed entrai. Il letto era vuoto, le lenzuola a terra e sgualcite. Posai il vassoio e allungai una mano verso le lenzuola sentendo ancora il calore del suo corpo. Chinandomi aspirai il suo odore maschio.
“Cosa stai facendo?” Chiese fermo sulla porta del bagno, asciugandosi le mani su un asciugamano. Il suo corpo era bagnato, le gocce d’acqua brillavano fra i peli dorati. Sotto l'asciugamano vidi le cosce muscolose ed il bagliore oro dei peli che gli coprivano le gambe.
Mi bloccai colto dal panico, incapace di dire una parola. La mia mano stringeva ancora le lenzuola mentre lui si avvicinava al letto. Mi si avvicinò e mi mise una mano sulla spalla.
“Tommaso, se ti vedo toccare il mio letto, annusare le lenzuola con un’erezione che spinge nella gamba dei pantaloni, non puoi biasimarmi se traggo delle conclusioni.”
Io ansai, guardai in giù ai miei pantaloni e vidi un’evidente incurvatura. “Mi spiacente, signore, voglio dire...”
Mi interruppe: “Non ti deve dispiacere, io ho lo stesso problema” Lasciò cadere l'asciugamano ed io vidi l'uccello che sporgeva fuori da un denso cespuglio biondo di peli pubici. Sentii il calore del rossore che stava facendo diventare cremisi la mia faccia. Non riuscivo a guardarlo in faccia ed anche continuare a guardare la sua stimolazione era ugualmente difficile.
“Hei, è tutto ok, Tommaso non devi sentirti imbarazzato. Tu mi piaci, mi hai eccitato. Sei un bel giovane.” Le sue mani mi presero il mento e mi alzarono il viso verso di lui: “Guardami!”
Mentre lo guardavo la sua faccia si mosse verso la mia e le sue labbra toccarono le mie: “Visto? E’ tutto ok, non c’è alcun problema” Io mi mossi nel suo abbraccio e lui mi strinse stretto.
Sospirai rabbrividendo ed asprai il suo odore. Sentivo l’impronta del suo corpo contro il mio. Come in un sogno scivolai lentamente sulle ginocchia, le mie labbra gli baciarono il torace, la pancia finché la mia faccia si annidò in mezzo alle sue cosce, la sua erezione contro la mia guancia. Ero inginocchiato di fronte a lui con le braccia intorno alla sua vita.
Mi carezzò dolcemente la testa e scivolò in giù per inginocchiarsi con me: “Odio dirlo, ma non dovresti rimanere troppo a lungo o se ne accorgeranno.”
“No, è il mio intervallo di riposo. L’ho chiesto apposta perchè lei... io....” Le sue labbra fermarono le mie parole confuse e mentre mi baciava tirò via due cuscini dal letto. Mi ci fece sdraiare delicatamente sopra, sempre baciandomi le sue dita si occuparono della fibbia della mia cintura.
Mi appoggiai, chiusi gli occhi e cedetti prima alle sue mani e dopo pochi minuti alla sua bocca. Era la prima volta che un altro uomo mi toccava così e quando la sua bocca bagnata lasciò le mie labbra ed affondò sopra il mio uccello esplosi in un orgasmo. Le mie mani artigliarono le sue spalle mentre io sgroppavo e spingevo per il piacere.
Lui salì su di me e mi sorrise: “Hai un sapore meraviglioso e sei venuto a litri.”
“Questa era la prima volta, non l’avevo mai fatto con qualcuno altro.”
“Sono contento di essere il primo, è molto speciale e anche tu sei molto speciale.”
Le mie dita toccarono il suo uccello ancora duro. Mi chinai in avanti e lo baciai. Aprii le labbra e la grossezza calda e dura scivolò nella mia bocca. Giacomo si appoggiò indietro contro il letto. Io lo succhiai e ci giocai assaporandolo finché lui non mi ci tirò via. “Devi tornare a lavorare, non voglio che tu abbia problemi, ci vedremo più tardi.”
Quella notte dormii nelle sue braccia, col gusto nuovo e speciale di Giacomo nella mia gola e con la soddisfazione di essere prosciugato per la seconda volta in un giorno.
Quello era solamente l'inizio. Ritornò al motel per molti fine settimana e quando finii l’università mi assicurai di trovare un lavoro con una società nella sua città.
Quando mi sono trasferito con Giacomo avevamo sperimentato l’intera serie delle intimità sessuali. Mi eccito ancora a vedere nei grandi specchi accanto al nostro letto, le bionde ed abbronzate cosce pelose di Giacomo a cavalcioni sul mio corpo, stiamo così bene insieme ed io lo accompagno quando va a qualche corso il fine settimana. Non vorrei qualche complicazione con qualche bel ragazzo che consegna la colazione nella sua stanza. Giacomo è un uomo dopo tutto.
Quindi io sono sdraiato in una stanza di motel alle dieci di mattina e Giacomo è andato alla sua riunione. Mi sto pigramente carezzando l’erezione, guardando il menu e chiedendomi se quel quel ragazzino che ci ha portato la colazione è ancora di servizio. Sul telefono c’è scritto: comporre 8 per Servizio in camera. Aveva degli occhi scuri così belli! Bene, forse solo una tazza di caffè per iniziare.
I proprietari avevano una coppia che lo gestiva per loro. I Marchi facevano un buon lavoro. Il motel aveva un meraviglioso Coffee Shop. Cominciai con i lavori generali che mi tenevano fuori il fine settimana e tre notti la settimana.
Non ero mai stato uno che importuna le ragazze, ero quello che la mia mamma descriveva come un ragazzo “serio”. Così le donne al Coffee Shop fecero di me un animale domestico.
Guardando indietro suppongo che erano attirate da me, ma io non sapevo bene come ero attraente. Ora quando vedo le fotografie scattate intorno alla piscina mi chiedo come potevo essere così cieco. Ero un giovane forte, muscoloso, con una bella mascella quadrata, capelli neri e brillanti occhi blu. Mia mamma diceva che avevo ereditato capelli ed occhi da suo nonno.
Dopo aver lavorato là per due mesi fui promosso aiuto cameriere e servizio in camera. Forse la signora Marchi aveva occhio per la bella gioventù e decise che andava bene per il mestiere. Naturalmente aveva ragione. Per me il beneficio iniziale erano le mance che ricevevo, ma ricevetti un'istruzione molto diverso da quella dell'università.
Stavo là venerdì e sabato sera per essere sul posto quando il Coffee shop apriva la mattina presto. Il mio lavoro era consegnare i carrelli della colazione nelle camere. Il nuovo lavoro andava bene. Imparai presto e le mance aumentarono in proporzione grazie al calore del mio sorriso ed il servizio veloce che davo.
Poi un sabato mattina portai un carrello in un alloggio particolare, bussai alla porta ed una voce mi disse di entrare.
Un uomo era sdraiato nel letto, le lenzuola gettate indietro con torace e pancia esposti.
Mentre portavo il carrello alla tavola vicino alla finestra vidi il superbo fisico che aveva per un uomo che sembrava abbastanza vecchio per essere mio padre. Le sue spalle abbronzate e larghe, una vita stretta ed una pancia soda e piatta, dappertutto su di lui baluginava un cespuglio spesso di peli biondi. Mentre allungava una mano per prendere il portafoglio vidi che i peli biondi sul suo avambraccio erano praticamente bianchi sulla pelle abbronzata. Mi sorrise.
“Grazie, figliolo” disse ed allungò un paio di banconote, una grande mancia per quei giorni.
“Grazie, signore” dissi prendendo i soldi.
“Lavori mentre fai l’università, non è vero?”
“Sì, signore.”
“Come ti chiami?”
“Tommaso signore!”
“Io sono Giacomo, piacere Tommaso” ed allungò una mano e mentre ce la stringevamo chiese: “Cosa studi?”
Mi tenne là per circa cinque minuti prima che mi scusassi e ritornassi al lavoro. Per tutto il tempo che rimasi là ero molto consapevole del suo corpo, così ero orgoglioso per l'interesse che lui mostrava per me. Lo rividi all’ora di pranzo e lui mi disse che era lì per il fine settimana per una serie di conferenze.
Quella notte mi disturbò un sogno. Sognai che stavo in albergo sdraiato nudo a letto e lui, avvolto solo in un lenzuolo, stava portando un carrello nella mia stanza.
Ma il carrello era vuoto. Lo appoggiò e si avvicinò al letto. Mentre cominciava lentamente a tirar via lenzuola e coperte dal letto, mi svegliai con un'erezione furiosa.
Rimasi sdraiato nel mio letto carezzandomi l’uccello, pensando a lui che spostava le lenzuola e si sdraiava accanto a me, toccandomi. In pochi secondi ebbi un orgasmo. Mi addormentai caldo e confortato. Quando mi svegliai la mattina seguente mi resi conto della piena implicazione di quello che avevo fatto e rimasi confuso ed a disagio con me stesso.
Il suo ordine quella mattina arrivò quando me ne stavo andando. Lo misi sul carrello con mani tremanti. Siccome era tardi ed il lavoro era tranquillo, chiesi se potevo fare una pausa di dieci minuto dopo la consegna.
Bussai alla sua porta ed entrai. Il letto era vuoto, le lenzuola a terra e sgualcite. Posai il vassoio e allungai una mano verso le lenzuola sentendo ancora il calore del suo corpo. Chinandomi aspirai il suo odore maschio.
“Cosa stai facendo?” Chiese fermo sulla porta del bagno, asciugandosi le mani su un asciugamano. Il suo corpo era bagnato, le gocce d’acqua brillavano fra i peli dorati. Sotto l'asciugamano vidi le cosce muscolose ed il bagliore oro dei peli che gli coprivano le gambe.
Mi bloccai colto dal panico, incapace di dire una parola. La mia mano stringeva ancora le lenzuola mentre lui si avvicinava al letto. Mi si avvicinò e mi mise una mano sulla spalla.
“Tommaso, se ti vedo toccare il mio letto, annusare le lenzuola con un’erezione che spinge nella gamba dei pantaloni, non puoi biasimarmi se traggo delle conclusioni.”
Io ansai, guardai in giù ai miei pantaloni e vidi un’evidente incurvatura. “Mi spiacente, signore, voglio dire...”
Mi interruppe: “Non ti deve dispiacere, io ho lo stesso problema” Lasciò cadere l'asciugamano ed io vidi l'uccello che sporgeva fuori da un denso cespuglio biondo di peli pubici. Sentii il calore del rossore che stava facendo diventare cremisi la mia faccia. Non riuscivo a guardarlo in faccia ed anche continuare a guardare la sua stimolazione era ugualmente difficile.
“Hei, è tutto ok, Tommaso non devi sentirti imbarazzato. Tu mi piaci, mi hai eccitato. Sei un bel giovane.” Le sue mani mi presero il mento e mi alzarono il viso verso di lui: “Guardami!”
Mentre lo guardavo la sua faccia si mosse verso la mia e le sue labbra toccarono le mie: “Visto? E’ tutto ok, non c’è alcun problema” Io mi mossi nel suo abbraccio e lui mi strinse stretto.
Sospirai rabbrividendo ed asprai il suo odore. Sentivo l’impronta del suo corpo contro il mio. Come in un sogno scivolai lentamente sulle ginocchia, le mie labbra gli baciarono il torace, la pancia finché la mia faccia si annidò in mezzo alle sue cosce, la sua erezione contro la mia guancia. Ero inginocchiato di fronte a lui con le braccia intorno alla sua vita.
Mi carezzò dolcemente la testa e scivolò in giù per inginocchiarsi con me: “Odio dirlo, ma non dovresti rimanere troppo a lungo o se ne accorgeranno.”
“No, è il mio intervallo di riposo. L’ho chiesto apposta perchè lei... io....” Le sue labbra fermarono le mie parole confuse e mentre mi baciava tirò via due cuscini dal letto. Mi ci fece sdraiare delicatamente sopra, sempre baciandomi le sue dita si occuparono della fibbia della mia cintura.
Mi appoggiai, chiusi gli occhi e cedetti prima alle sue mani e dopo pochi minuti alla sua bocca. Era la prima volta che un altro uomo mi toccava così e quando la sua bocca bagnata lasciò le mie labbra ed affondò sopra il mio uccello esplosi in un orgasmo. Le mie mani artigliarono le sue spalle mentre io sgroppavo e spingevo per il piacere.
Lui salì su di me e mi sorrise: “Hai un sapore meraviglioso e sei venuto a litri.”
“Questa era la prima volta, non l’avevo mai fatto con qualcuno altro.”
“Sono contento di essere il primo, è molto speciale e anche tu sei molto speciale.”
Le mie dita toccarono il suo uccello ancora duro. Mi chinai in avanti e lo baciai. Aprii le labbra e la grossezza calda e dura scivolò nella mia bocca. Giacomo si appoggiò indietro contro il letto. Io lo succhiai e ci giocai assaporandolo finché lui non mi ci tirò via. “Devi tornare a lavorare, non voglio che tu abbia problemi, ci vedremo più tardi.”
Quella notte dormii nelle sue braccia, col gusto nuovo e speciale di Giacomo nella mia gola e con la soddisfazione di essere prosciugato per la seconda volta in un giorno.
Quello era solamente l'inizio. Ritornò al motel per molti fine settimana e quando finii l’università mi assicurai di trovare un lavoro con una società nella sua città.
Quando mi sono trasferito con Giacomo avevamo sperimentato l’intera serie delle intimità sessuali. Mi eccito ancora a vedere nei grandi specchi accanto al nostro letto, le bionde ed abbronzate cosce pelose di Giacomo a cavalcioni sul mio corpo, stiamo così bene insieme ed io lo accompagno quando va a qualche corso il fine settimana. Non vorrei qualche complicazione con qualche bel ragazzo che consegna la colazione nella sua stanza. Giacomo è un uomo dopo tutto.
Quindi io sono sdraiato in una stanza di motel alle dieci di mattina e Giacomo è andato alla sua riunione. Mi sto pigramente carezzando l’erezione, guardando il menu e chiedendomi se quel quel ragazzino che ci ha portato la colazione è ancora di servizio. Sul telefono c’è scritto: comporre 8 per Servizio in camera. Aveva degli occhi scuri così belli! Bene, forse solo una tazza di caffè per iniziare.
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