Ripensamento

di
genere
gay

Fu solo dopo averlo scopato fino a fargli perdere i sensi che mi ricordai perché mi sembrava familiare. Avevo già visto il ragazzo, era stata la sera prima, in quel piccolo locale vicino al porto. Era là, all'ingresso quando ero entrato, magro, biondo e di una bellezza straziante, con una sigaretta che gli pendeva dalla bocca. L’avevo solo guardato mentre passavo, anche con la scarsa luce era facile vederlo era giovane, molto più giovane degli uomini che di solito guardavo due volte. Ma ero un osservatore, quindi l’ho guardato ancora.
Mi sono rapidamente dimenticato di lui mentre mi mescolavo e socializzavo. Non ho incontrato nessuno di interessante quella notte, ma mi sono comunque divertito molto. Sono tornato a casa da solo e subito a dormire. Dovevo vedermi con degli amici la sera dopo da Sally. Sally era un buon posto per incontrarsi, se era questo che interessava.
Non ero sicuro che lo fosse per me, però. Ci ho riflettuto a lungo ultimamente e sono giunto a conclusioni sorprendenti. La più grande, e più sorprendente per me, era che il sesso facile e veloce non faceva più per me. Certo, poteva essere caldo e intenso, ma dopo avevo notato una certa sensazione di vuoto che non avevo mai provato prima. Non solo la solita tristezza post coitale che a volte si sente, ma una sensazione reale e tangibile che mi ha fatto chiedere se mi stessi deprimendo o qualcosa del genere. Forse avevo bisogno di vedere un dottore.
Ma un'altra parte di me si è resa conto che questo non era qualcosa che sarebbe stato curato con l'ingerire una pillola. avevo bisogno di qualcuno. E non solo a livello sessuale. Avevo bisogno di qualcuno che fosse lì quando tornavo a casa, sapere che se non fossi arrivato, sarei mancato a quel qualcuno. Avevo bisogno di qualcuno che si sedesse accanto a me di notte e che mi facesse sentire a mio agio nel non dire assolutamente niente, solo che lui fosse lì. Avevo bisogno di un motivo per tornare a casa, invece di girare tutta la notte. Volevo essere innamorato.
Sapevo che probabilmente non era facile data la mia preferenza per i club per uomini gay. Certo, avrei trovato qualcuno di attraente, forse ci sarei stato anche insieme per un po', ma alla fine il brivido sarebbe svanito e le nostre strade si sarebbero separate. Quindi, sarei tornato al punto di partenza.
Quindi, quando sono andato da Sally quella sera, non avevo nessuna aspettativa. Avevo fatto pace con il fatto che probabilmente sarei diventato uno di quei vecchi, tragici froci che vivono da soli con un gatto o due. E la mia dolce vecchia padrona di casa dai capelli bianchi non avrebbe mai sospettato che l'uomo gentile che vive al piano di sotto ogni tanto portasse a casa altri uomini la sera, uomini che sarebbero rimasti tutta la notte e si sarebbero impegnati in quel tipo di pratiche che lei aborriva.
“Quanti anni hai?” Ho chiesto. Se avessi dovuto indovinare avrei detto 16, 17 o giù di lì. Sicuramente non maggiorenne. Ma lui lo ha negato con veemenza.
“No, no! Ho 21 anni, 22 il mese prossimo.” Ho deciso di riservarmi il giudizio su questo.
”Ehi” Ha detto: “So di sembrare giovane, ma giuro che non sono uno per cui rischi la galera.”
L'ho guardato attentamente. Accidenti, era carino! Snello e biondo, con grandi occhi azzurri e il tipo di ciglia per cui le donne ucciderebbero, labbra carnose e molto baciabili e una testa di capelli biondi ricci che ti imploravano di infilarci dentro le dita e di afferrarli. Probabilmente sarebbe sembrato un po’ più vecchio se li avesse tagliati un po’, ma di certo non sarei stato io a suggerirlo. Ho deciso di stare al gioco.
“Ascolta, probabilmente sono abbastanza grande per essere tuo padre.”
Mi ha detto che era uno studente universitario, che frequentava corsi di economia e che era cronicamente a corto di soldi. Un suo amico aveva risposto a un annuncio “cercasi modelli” ed era stato pagato abbastanza bene per essersi masturbato davanti a una telecamera. La settimana successiva aveva ottenuto ancora di più per aver permesso a un collega modello, maschio, di succhiargli il cazzo, e ancora di più per avergli restituito il favore. Ma evidentemente il grosso dei soldi stava nel prendere un cazzo nel culo. Aveva deciso di fare un tentativo, ed era passato attraverso la sega da solista ad ottenere pompini e fare pompini ed era ora pronto per attraversare il Rubicone e prendere un uccello nel culo. Il prezzo era di 900 euro. Io avevo annuito.
Il suo appuntamento era per il giorno seguente. Ha detto che da qualche sera frequentava locali gay, cercando di trovare il coraggio per avvicinarsi a qualcuno. Ha pensato che se avesse provato prima l'anale alle sue condizioni, sarebbe stato in grado di gestirlo meglio quando le telecamere erano in funzione. Voleva anche sapere quanto sarebbe stato brutto e sapere in anticipo se poteva sopportarlo o meno.
Il suo viso era serio.
“Ho bisogno di quei soldi. Devo farlo, voglio solo avere un'idea di quanto sarà brutto. Posso prenderlo, ma voglio saperlo in anticipo.”
Si è guardato in grembo e giocherellava con l'orlo della felpa.
“Allora cosa ne dici?'”
Cosa ho detto? Mi era stato proposto da un ragazzo di quasi la metà dei miei anni, e quello che mi stava veramente chiedendo di fare era di prepararlo per un servizio porno anale. Non mi andava bene. Amo il porno, ma ho sempre pensato che i ragazzi fossero interessati solo a quello. Ma, ecco questo ragazzo che mi stava dicendo che rinunciava alla sua verginità per fare qualche centinaio di euro?
“Sai, la tua prima volta dovrebbe essere con qualcuno a cui tieni, non credi?”
Ho avuto la fugace sensazione di essere un genitore, volevo dargli un po' di buon senso.
“Hai ragione, ma non è che starò con ragazzi dopo questo, sai? È solo per ora. Per i soldi.”
Lo ha detto con tutta l'aria di un ventunenne che ha scoperto il segreto della felicità.
“Ma McDonald non assume?”
Non stavo cercando di sembrare crudele, ma è venuto fuori così.
Ha guardato in basso.
“Sì, beh, ma non paga la stessa cifra, capisci cosa intendo?”
“Sì, e cosa succede quando qualcuno che conosci ti trova online con un cazzo nel culo? Sei preparato a questo?”
Il suo sorriso è svanito, capivo che non ci aveva pensato. Proprio come un ventunenne.
“Ascolta amico, non ho scelta a questo punto, capisci cosa intendo? Se qualcuno lo vede, lo vede. Cosa posso fare? Inoltre, cosa ti importa? Cosa sei, mia madre o qualcosa del genere?”
Sono uscite le difese del ventunenne e le chiacchiere. E, mi dispiace ammetterlo, è uscito fuori il mio predatore interno.
Quel ragazzo voleva essere scopato da qualcuno, ecco perché era venuto lì. Allora, perché non io? Ero arrapato, lui era disponibile e volenteroso. E fottutamente stupendo! Se questo piccolo agnello stava per farsi scopare il culetto stretto, perché non dovevo essere io?
Ho deciso che l’avrei fatto. Abbiamo parlato ancora un po', gli ho offerto da bere, poi gli ho suggerito di tornare a casa mia. Ha accettato.

Appena entrati mi sono avvicinato e l’ho baciato. Le sue labbra si sono schiuse e ho spinto dentro la mia lingua. Gli ho afferrato i capelli e l'ho premuto contro di me. Ha ricambiato il bacio, e sapevo che almeno non sarebbe finita come tanti altri. Mi ha cinto il collo con un braccio e mi ha attirato a sé.
Ci siamo baciati così per un po', ho fatto scorrere la mano sul suo petto piatto, poi giù oltre la sua pancia, e ho infilato le dita nella cintura dei jeans. Il suo cazzo, già duro, premeva con insistenza contro la cerniera, e l’ho liberato. Avvolgendoci la mano l’ho accarezzato su e giù. Ha gemuto piano e si è premuto contro di me. Gli ho fatto scivolare i jeans intorno ai fianchi stretti e li ho lanciati via, seguiti rapidamente dalle sue mutande, poi dai miei vestiti. Ho spostato la testa tra le sue gambe e ho preso il suo cazzo nella mia bocca, lavorandolo con la lingua e le labbra. Si è chinato e mi ha posato una mano sulla nuca, come se avesse paura che mi fermassi. L'ho succhiato per qualche minuto, l'ho sentito indurirsi ulteriormente, poi ho fatto scorrere la lingua sul suo ventre. Mi sono fermato sui piccoli capezzoli rosa e li ho baciati. Faceva dei gemiti deboli, piccoli mormorii mentre mi alzavo per incontrare la sua bocca. Ho spostato le mie labbra sulle sue, sul suo viso, sul suo collo, ha spinto la testa all'indietro, gli occhi erano chiusi mentre lo baciavo. Dopo qualche minuto gli ho sussurrato all'orecchio con voce roca: “Sei pronto?”
Ha sospirato e ha detto semplicemente: “Sì.”
Ho spremuto un po' di lubrificante sulle dita e ho fatto scivolare la mano lungo la fessura del suo culo, premendo dentro un dito. La sua apertura era stretta e piccola come un tarallo, ha trattenuto il respiro e si è teso mentre lo sondavo lì. Mi sono tirato indietro e l’ho guardato in faccia.
“Sei nervoso per il mio dito e stavi pensando di prenderti un cazzo nel culo?”
Ho messo il lubrificante dentro e intorno al suo piccolo buco del culo stretto, spingendolo dentro con la punta del dito. Si è stretto con forza intorno a me e ho capito che ci sarebbe voluto un po' di tempo per prepararlo. Ma non importava, avevo un sacco di tempo. Ho giocato con il culo del bimbo per un po’ e alla fine sono riuscito a far scivolare dentro tre dita senza problemi.
Ha gemuto e si è dimenato contro la mia mano, il suo cazzo era duro come la roccia. Era pronto come non sarebbe mai stato. Quindi, l'ho posizionato sotto di me e gli ho allargato le gambe.
Ha trattenuto il respiro e ho dovuto ricordargli di respirare. Mentre premevo la cappella contro il suo buchetto stretto, ho sentito una resistenza iniziale, poi mentre respirava e si rilassava, si è aperto sotto di me e ho spinto dentro.
Velluto caldo e umido. Il paradiso! Ha sussultato e il suo culo si é stretto momentaneamente intorno a me, poi si è rilassato e io ho cominciato a scoparlo, lentamente e profondamente.
Ha sospirato e mormorato: “Oh Dio, sì!” Il suo piccolo anello di muscoli mi ha afferrato mentre spingevo dentro e fuori più e più volte. Il suo cazzo, come ferro nel mio pugno, ha iniziato a colare pre eiaculazione mentre lo scopavo.
Mi sono liberato e l’ho girato sulla schiena. Volevo guardare la sua faccia mentre lo scopavo. Ha gettato indietro la testa, gli occhi chiusi, la bocca aperta mentre lo cavalcavo alla missionaria. Poi insieme abbiamo guardato in basso al mio cazzo che scivolava dentro e fuori dal suo culo senza sforzo.
Mi ha avvolto con le sue gambe e mi ha tirato più vicino, sussurrando: “Oh sì, scopami, scopami...” Il suo respiro si è fatto affannoso e i suoi fianchi snelli si sono sollevati contro di me. La sua testa è ricaduta all'indietro, gli occhi erano chiusi, ansimando mentre veniva. Il suo cazzo ha schizzato sulla sua pancia. Gocce lattiginose di sperma giacevano sulla sua pelle come fili di perle.
Le ho leccate e mi sono alzato per incontrare di nuovo la sua bocca. Le nostre lingue giocavano con lo sperma.
Non ero ancora venuto e ho ricominciato a spingere nel suo culo. Ha stretto le gambe intorno ai miei fianchi e l'ho cavalcato finché alla fine non mi sono scaricato dentro di lui.
“Oh mio Dio” ho sussurrato sul suo collo. ”È così bello...”
È rimasto immobile sotto di me, riprendendo fiato. Mi sono ritratto e l’ho guardato in faccia.
“E volevi farlo davanti alla telecamera, per qualche idiota, per soldi?” Ho chiesto incredulo.
Non ha detto nulla, si è limitato a stringermi con le braccia e attirarmi a sé. L’ho baciato di nuovo, poi mi sono sdraiato e ho chiuso gli occhi per qualche minuto. Quando li ho riaperti lui giaceva addormentato, il viso come un angelo. Il suo respiro lo faceva alzare e abbassare delicatamente e, incapace di trattenermi, ho piantato baci leggeri sulle sue labbra, sulle sue guance, sulle sue palpebre. Si è mosso brevemente e io mi sono tirato indietro, non volevo svegliarlo. L'ho guardato dormire per un po', poi, abbracciandolo, ho dormito anch'io.

Quando mi sono svegliato la mattina dopo, era sparito. Ma non era andato lontano, ho scoperto. Era in cucina a preparare la colazione. Il caffè era già fatto.
“Oh, buongiorno!” ha cinguettato.
“Hei, cosa stai facendo?”
Sono entrato intontito in cucina e mi sono seduto al tavolo, che era già stato apparecchiato per due. Mi ha messo davanti una tazza di caffè.
“Ho preparato la colazione.” Ha detto semplicemente. “Fra poco me ne devo andare, volevo assicurarmi che mangiassi prima che me partissi.”
Si muoveva indaffarato per la cucina. L'ho guardato per un minuto.
“Allora, come ti senti?” Ho chiesto.
Ha sorriso e si è voltato verso di me.
“Piuttosto bene. Abbastanza fottutamente bene.”
Ha messo in tavola marmellata, fette biscottate e cereali e si è seduto con me a tavola. Ha preso un paio di bocconi, poi mi ha chiesto: “Tornerai a casa più tardi? Va bene se vengo?”
L'ho guardato. Certo che andava bene, più che bene, avrebbe anche potuto darmi un motivo per tornare a casa quella sera.
“Mi piacerebbe. Molto.!” Ho detto. Poi gli ho fatto la domanda che avevo in mente.
“Ci vai?” Laggiù c'erano 900 euro in attesa e lì c’era un ragazzo che aveva delle bollette da pagare. La sua risposta tardava ad arrivare.
“Non credo.” Ha detto infine. ”Voglio dire, McDonald's sta assumendo, no?”
di
scritto il
2022-01-28
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