L'estate della prima volta

di
genere
gay

Freddy ed io eravamo amici da anni, trascorrevamo l’estate insieme dato che i nostri genitori possedevano due bungalow vicini al lago.
Avevamo la stessa età, pochi mesi di differenza, ma corpi totalmente diversi. Io ero alto e magro, lui più basso di una decina di centimetri, ma aveva una corporatura più massiccia.
Avevo capito fin da piccolo di essere più attratto dai ragazzi che dalle ragazze, ma era qualcosa che avevo tenuto per me.
Noi due avevamo fatto spesso la lotta, di solito a torso nudo e con costume da bagno o pantaloncini e questo mi eccitava sempre.
A volte, quando stavo sopra di lui e lo stringevo, sentivo i nostri uccelli strisciare uno contro l’altro e dovevo smettere per paura che mi diventasse duro.
Non vedevo Freddy da otto mesi quando arrivai al lago. Io ero un po’ cambiato, ero diventato più alto di qualche centimetro ed avevo iniziato a riempirmi un po’ di più nel petto.
Mi ero allenato durante l’anno scolastico, avevo fatto centinaia di flessioni al giorno, quindi i miei addominali erano abbastanza sviluppati ed avevo pochissimo grasso, insomma mi presentavo abbastanza bene.
Ma la caratteristica di cui ero più orgoglioso era il mio pene che si era allungato ed aveva iniziato a ingrossarsi, non ero ancora alla massima grandezza ma ci stavo arrivando.
Già da qualche anno mi masturbavo ma ora sparavo un sacco di sperma quando raggiungevo l’apice. Mi piaceva la bianca sborra cremosa che schizzava sui miei addominali e sul petto e poi me la strofinavo.
Avevo un po’ di peli che stavano crescendo intorno alla zona dell’ombelico ma li tenevo rasati. Non ero un grande fan dei peli del corpo, ne avevo lasciati un po’ sulle braccia e un piccolo cespuglio sopra il pene.
Stavo tornando da una nuotata quando ho visto la macchina di Freddy fermarsi davanti al bungalow. Quando uscì dalla portiera posteriore e guardò verso il lago, quasi non lo riconobbi. Lo sviluppo era stato molto generoso con lui.
Fece un cenno, io salutai con la mano e corsi verso di loro. Lo sentii chiedere ai suoi genitori se poteva fare una nuotata, ma gli dissero prima di prendere la sua valigia e cambiarsi.
Mi fece cenno di seguirlo, di aiutarlo con i bagagli e di entrare nel bungalow.
I suoi genitori mi salutarono e mi ringraziarono per l’aiuto.
Noi due andammo nella sua stanza, appoggiammo le sue borse sul letto e lui iniziò a spogliarsi per cambiarsi.
Mi dava le spalle quando si tolse la maglietta e notai quanto di muscoli aveva guadagnato.
Era ancora più basso di me di una decina di centimetri, ma si era riempito un po’ di più ed il fatto di fare sollevamento pesi e calcio aveva sicuramente dato i suoi frutti. Ad ogni sua mossa vedevo i muscoli flettersi.
Poi si voltò verso di me e mi chiese di aprire la borsa che avevo portato dentro, prendere il costume da bagno e buttarglielo.
Il suo petto era pieno, solido e grosso. I bicipiti si flettevano ad ogni movimento del braccio ed aveva tricipiti abbastanza grossi per un ragazzo della sua età. Aveva grandi vene che correvano per la lunghezza di ciascun bicipite e piccole vene sporgenti negli avambracci.
Mi diede di nuovo le spalle quando fece scivolare giù i pantaloni e si mise il costume, non permettendomi di vedere la sua virilità, io non ne vedevo l’ora.
I suoi addominali non erano buoni come i miei ma visibili e non aveva peli. La sua pelle era un po’ più pallida della mia, dato che io ero già al sole da una settimana. Ma un giorno al sole e anche lui sarebbe stato di un bel marrone.
Andammo al lago e giocammo in acqua, non ci volle molto perché iniziasse la lotta. Mi era sempre piaciuta la sensazione della sua calda pelle contro la mia, ma con l’aggiunta di tutti questi nuovi muscoli, mi fu difficile nascondere la mia eccitazione. Avrei dovuto spingerlo via per e nuotare lontano, non sarei diventato completamente duro.
“Ehi amico, che begli addominali, come diavolo fai a renderli così?”
Mi chiese.
“Piegamenti, cinque volte al giorno, ma anche tu non scherzi.”
Lui flesse le braccia. I suoi bicipiti si alzarono ed i tricipiti riempivano bene la parte inferiore delle braccia, con vene che gli attraversavano i muscoli e le spalle.
“Sì, l’allenatore mi fa fare sollevamento quattro volte la settimana e mangiare molte proteine. Sto migliorando ma ho ancora un po’ di grasso, quindi non posso assomigliare a te... Per ora!” E rise.
Non assomigliarmi? Ne ero ammirato. Forse ero un po’ più definito, ma sicuramente lui aveva il vantaggio delle dimensioni.
Nuotammo ancora un po’, poi andammo a fare la doccia prima di tornare in bungalow. Abbiamo tenuto i costumi sotto la doccia, quindi non lo vidi ancora completamente nudo.
Trascorremmo il pomeriggio nei boschi, aggiornandoci su ciò che avevamo fatto durante l’inverno, su come era andata la scuola e pettegolezzi simili.
Eravamo ancora entrambi a torso nudo e fu difficile per me distogliere lo sguardo dal suo corpo. Dovetti fare forza su me stesso per guardarlo in faccia mentre mi parlava e mi guardava.
Tornammo ai bungalow per la cena e i nostri genitori commentarono come l’altro ragazzo era cresciuto durante l’inverno. Naturalmente Freddy dovette flettere il braccio per loro ed io mostrare gli addominali.
Era un po’ imbarazzante ma era una cosa che le nostre famiglie sembrava dovessero fare ogni anno.
Dopo cena i genitori si riunirono nel bungalow di Freddy per giocavano a carte, così noi due andammo nel mio.
Giocammo ai videogiochi per un po’ e dopo che l’ebbi battuto per la terza volta consecutiva, gettò via il joystick e mi afferrò. La partita di lotta era cominciata.
Lui aveva più muscoli ma io ero più alto, quindi eravamo abbastanza equilibrati.
Gli sfuggii, mi alzai, mi tolsi la maglietta e ringhiai mentre flettevo la parte superiore del corpo. Lui si alzò e fece lo stesso.
Quando fletteva il petto e le braccia, vedevo spuntare qua e là le vene.
Ci siamo stretti l’uno all’altro, avevo una gamba dietro la sua ed inciampai, cadendo su di lui.
Lui continuava a cercare di stringermi la testa con quelle forti braccia, ma riuscii a sfuggirgli ed usare le gambe più lunghe per avvolgerlo e stringergli la vita in modo che non potesse respirare.
Alla fine si dimenò ed io mi misi alle sue spalle con le gambe ancora intorno alla vita e pancia e petto contro la schiena. Potevo sentire i suoi muscoli lottare mentre cercava di liberarsi e poi finalmente si rilassò e si arrese.
Rimanemmo lì per un minuto a riprendere fiato.
“Accidenti, se tu non fossi così alto potrei batterti.” Disse picchiando la mano sul pavimento.
“Diventa ancora più grosso e potrebbe non esserci differenza. Le tue braccia sono piuttosto robuste.”
“Avrai sempre quel vantaggio di leveraggio e velocità. Vorrei essere veloce come te.”
“Eh, non puoi avere tutto.” Dissi mentre flettevo un po’ i bicipiti, lui si girò, mi colpì al petto e iniziò un altro round di lotta.
Rotolammo sul pavimento per circa un’ora ed eravamo accaldati, sudati e stanchi. Lui disse che doveva fare una doccia, si alzò e andò al bagno principale. Io mi diressi al bagno nella mia camera da letto e mi masturbai per scrollarmi di dosso tutta la tensione che avevo accumulato. Temevo che il liquido pre seminale avrebbe iniziato a farsi vedere attraverso la stoffa dei pantaloncini.
Mentre tornavo nell’area tv, Freddy mi urlò di portargli un asciugamano; aprii la porta e gli consegnai l’asciugamano senza guardare, anche se avrei voluto. Dopo un paio di minuti arrivò indossando solo l’asciugamano.
Vidi un notevole rigonfiamento nella parte anteriore sotto l’asciugamano ma cercai di non essere sorpreso a guardare.
“Vai a fare una doccia, amico.”
“Sì, tu vuoi indossare un paio dei miei pantaloncini” Chiesi “Te ne porterò un paio.”
Tornando dalla doccia con i pantaloncini puliti, lo trovai addormentato sul divano ancora con il solo l’asciugamano addosso. Avrei voluto aprirlo un po’ e dare una sbirciatina, ma non volevo rischiare. Non volevo che Freddy scoprisse che per tutto il tempo in cui stavamo insieme, lo guardavo lussuriosamente. Eravamo amici e volevo che continuassimo ad esserlo.
“Freddy, sveglia, ragazzo.”
Lui spalancò gli occhi e negò di essersi addormentato, mentre si teneva l’attrezzo attraverso l’asciugamano.
“Dai amico, i miei genitori non torneranno per ore, sai come sono quando giocano a carte. Saranno le 2 o le 3 prima che smettano.”
“Sono sveglio, solo un pisolino mentre eri sotto la doccia,”
Disse ridendo ed io gli diedi un colpetto sulla testa.
“Ti sei fatto una sega, vero?”
La domanda mi colse di sorpresa, ma era inutile negare qualcosa in cui entrambi avevamo sorpreso l’altro col pene in mano.
“Non più di te,”
Dissi pensando che fosse la risposta sicura.
“Vuoi vedere qualcosa di meglio?”
Chiese.
“Perché no.”
Si alzò, si tolse l’asciugamano e lo stese sul pavimento.
Freddy era sempre stato più grosso di me laggiù, ma accidenti… Quando vidi il suo cazzo quasi deglutii udibilmente. Era lungo, pieno e bello, come quelli che avevo visto nei video che avevo guardato di nascosto. E le sue palle, erano quasi il doppio delle mie.
Si sdraiò di schiena sull’asciugamano con il culo rivolto verso di me.
“Cosa stai facendo?”
Chiesi, ma non volerlo fermarlo.
“Hai detto che volevi vedere qualcosa di meglio.”
“Non mi hai detto che era il tuo culo”
“Non è il mio culo, guarda ragazzo!”
Mi zittii e combattei duramente con la mia erezione.
Maneggiò intorno all’uccello per alcuni minuti, poi allungò l’altra mano tra le gambe e tirò da parte quel grande sacco liscio. Con l’altra mano spinse il cazzo mezzo duro tra le gambe verso il culo ed iniziò a forzarvi contro la cappella.
“Cosa stai facendo?”
“Limitati a guardare!”
Si leccò le dita e si bagnò il buco, poi spinse dentro di nuovo cappella che entrò per circa un centimetro.
Rimase sdraiato per alcuni minuti muovendo il cazzo dentro e fuori dal culo fino a quando ansimò e vidi dello sperma sbucare dal buco del culo.
Stavo facendo tutto il possibile per cercare di evitare di scatenare un’erezione durissima nel vederlo scoparsi da solo. Lo volevo disperatamente, ma rimasi in silenzio.
Lasciò cadere il cazzo inerte e si mise seduto a guardarmi sorridendo.
“Ehi, questo è meglio delle seghe. L’ho visto in un video e ho detto perché non provarlo. È avvincente.”
Non sapevo cosa dire. Prima di allora se ci fossimo sorpresi a masturbarci, ci saremmo immediatamente fermati imbarazzati. Non l’avevamo mai fatto uno di fronte all’altro e non avrei mai immaginato di vederlo fare.
“Dopo essere riuscito a farlo la prima volta, è diventata una cosa normale.”
“Sì, ho capito che non era la prima volta.”
“Sì, davvero, vuoi vedere qualcos’altro?”
“Ho un po’ di paura a dire di sì, ma lo dico.”
Risposi per vederlo nudo il più a lungo possibile.
“Devi aiutarmi un po’”
“Cosa?”
“Solo un po’ all’inizio, poi basta che guardi.”
“Tipo?”
“Stai zitto e mettiti dietro di me.”
In silenzio sono andato dietro di lui spostando il mio pene di lato mentre mi alzavo, in modo che non potesse vedere che mi stavo eccitando a quello spettacolino.
Si sedette sul pavimento e iniziò ad accarezzarsi il cazzo.
Ero dietro di lui, ma guardando un po’ sopra la sua spalla potevo vedere la punta del suo uccello mentre la sua mano ne lavorava avanti e indietro il fusto, la pelle che copriva la testa viola e poi la esponeva.
Fu piuttosto veloce ad arrivare ad un forte erezione rigida.
“Ok, quando mi chino, spingimi un po’ sulla schiena.”
Si chinò e spinsi.
Non riuscivo a vedere nulla ma poi mi disse di mettermi davanti, lo feci e vidi che aveva il cazzo in bocca e lo succhiava. Riusciva a prenderne in bocca più di quanto non se ne fosse messo nel culo, passava la lingua intorno alla cappella e poi la succhiava in bocca.
In pochi minuti alzò la testa, cominciò ad accarezzare l’uccello velocemente e poi a sparare sborra ovunque.
Si appoggiò ai gomiti e sorrise contento mentre il suo pene, ancora duro, si posava contro il ventre, con la testa ben al di sopra dell’ombelico.
“Vedo che hai passato bene il tuo inverno.”
Dissi e risi.
“Puoi trovare tutto nei porno, amico. Non ci avrei pensato da solo. Ma è anche avvincente. Voglio dire, è come se dovessi fare una cosa, l’altra o entrambe.”
“Ok, ho una domanda da fare. Quando sei a casa e senti il bisogno di succhiarti, chi ti spinge la schiena, chiami ‘mamma puoi aiutarti un minuto’.”
“Taci, amico.”
Disse ridendo.
“Conosci il comò della mia stanza, se lo inclino e poi mi siedo sotto e lascio che il peso mi spinga giù, funziona benissimo, tranne quella volta in cui il cassetto superiore è uscito, mi ha colpito alla nuca e mi ha quasi messo fuori combattimento.”
Abbiamo riso come matti.
Si alzò, andò nella mia stanza e prese un paio dei miei pantaloncini da indossare. Soffrivo nel sentire lo sperma che avevo accumulato guardandolo. Volevo dannatamente venire ma non potevo dirglielo.
Abbiamo giocato ancora un po’ ai videogiochi fino a quando non è tornato mio padre.
Freddy tornò nel suo bungalow, io andai nel mio bagno e sparai uno dei più grossi carichi della mia vita.
Quella notte mi sdraiai sul letto con la mano nei pantaloni pensando a quello che avevo visto fare a Freddy. Non ce l’avevo abbastanza lungo per fare nessuna delle due cose, ma l’immagine di Freddy che lo faceva era sufficiente per farmi eiaculare di nuovo.

Io e Freddy ci alzammo presto il giorno successivo e facemmo un po’ di pesca fino a quando non cominciò a fare caldo, poi trascorremmo il resto della giornata nuotando.
Non parlammo di quello che era successo la sera prima, ma io ci pensavo molto. Pensavo di farci qualche allusione quando avesse detto qualcosa che me lo ricordasse, ma decisi di non farlo. Non volevo che capisse che ci stavo pensando.
I miei genitori mi informarono che, dato che era venerdì sera, avrebbero giocato a carte fino a tardi e avrebbero probabilmente bevuto, così sarebbero rimasti nel bungalow dei genitori di Freddy e lui avrebbe potuto stare con me.
Non era niente di insolito ma mi sentivo più eccitato di quanto non fossi normalmente. Quando precedentemente condividevamo un letto o un sacco a pelo, ci giravamo di schiena, ma di solito fingevo di rotolare in modo da toccarlo, con la schiena contro la sua. Speravo che volesse ancora dormire insieme.
Quella sera guardammo alcuni film e facemmo tardi, ci si stavano abbassando le palpebre. Dissi che andavo a letto e aspettai di vedere se lui mi seguiva.
Si alzò, spense la tv e mi seguì nella stanza. Ci spogliammo restando in mutande e tirammo indietro le coperte del letto, faceva troppo caldo per avere qualcosa sopra di noi, quindi restammo sdraiati lì scoperti e parlammo per alcuni minuti.
La luce era ancora accesa e discutemmo su a chi sarebbe toccato spegnerla ma, dopo una giornata di nuoto, decidemmo di essere troppo stanchi e la lasciammo accesa.
Mi girai con la schiena verso di lui e lui fece lo stesso. Dopo alcuni minuti, mi girai sulla schiena in modo che la mia spalla toccasse la sua schiena e la mia gamba lo stesse toccando. Non si mosse, quindi pensai di essere al sicuro e mi appisolai.
Stavo dormendo quando lo sentii allontanarsi da me. Non mi mossi e tenni gli occhi chiusi.
Freddy si girò verso di me, io non aprii gli occhi, non sapevo cosa stesse facendo.
Il mio braccio era abbassato su di un fianco e sentii la mano dell’amico prendere la mia e muoverla lentamente. La fece scivolare vicino a sé, ci mise sopra il suo cazzo e mi chiuse le dita.
Si era tirato giù le mutande e stava usando la mia mano per masturbarsi. La mosse avanti e indietro lentamente mentre sentivo crescere il suo uccello. Era caldo e diventava sempre più spesso e più lungo ogni volta che mi muoveva lentamente la mano. Prese l’altra mano e strofinò le palle contro le dita, accarezzandole.
Non avevo mai toccato un altro cazzo prima d’allora e sicuramente non avevo avuto qualcosa di così grosso in mano. Potevo sentire le vene nel suo pene mentre si strofinava avanti e indietro e potevo sentire la grande uretra sotto l’asta iniziare a pulsare. Portò la mia mano alla grossa cappella viola, la strofinò e poi l’abbassò sull’asta. Era così duro e pulsante che sapevo che presto avrebbe sparato il suo carico. Saltò dal letto e corse in bagno per finire.
Avrei voluto che lo facesse con me, ma continuai a fingere di dormire. Rotolai su un fianco con la schiena rivolta verso di lui e sollevai la gamba per nascondere la mia eccitazione.
Tornò lentamente a letto. Lo sentii avvicinarsi a me finché il suo petto non fu contro la mia schiena. Potevo sentire il suo respiro sulla nuca, si stava lentamente mettendo a cucchiaio contro di me.
Sentivo il suo pene morbido contro il mio culo coperto dalle mutande e le sue gambe coprivano le mie.
Era nudo. Mi strofinò contro il cazzo e mise una mano sulle mie palle. Era esattamente quello che volevo ma avevo paura. Non volevo che lo capisse. Non sapevo se questo era solo un altro esperimento di masturbazione con lui. Non volevo rovinare tutto. Era l’unica persona con cui potevo lottare, giocare e ottenere la soddisfazione fisica di cui avevo bisogno. Non volevo che si rovinasse.
Gli lasciai fare quello che voleva, fingendo di essere sempre addormentato. Di tanto in tanto mi muovevo un po’ per vedere la sua reazione e lui si allontanava ma poi tornava subito.
Me l’ha strisciato sul culo fino a quando non è diventato duro, poi ho sentito la cappella scivolare nella fessura tra le mie gambe.
Potevo sentire lo sperma che trasudava dal mio cazzo senza che lo toccassi.
Freddy saltò fuori di nuovo dal letto e corse in bagno per finire.
Tornò a letto e presto si addormentò.
Io rimasi sdraiato lì per un’altra ora assicurandomi che si fosse veramente addormentato e poi andai in bagno per darmi un po’ di sollievo.
Tornai dentro, spensi la luce e mi sdraiai accanto a lui in modo da poter sentire il suo corpo caldo accanto a me e alla fine mi addormentai.

Il giorno dopo, mentre nuotavamo e lottavamo, Freddy era alle mie spalle, mi stringeva con forza contro il suo corpo e sentii il suo cazzo contro il mio culo. Era semi duro ed avrei giurato che lo facesse apposta o forse era un mio pio desiderio.
Mi liberai, lottammo ancora un po’ e presto ci stancammo di nuotare. Andammo a fare la doccia e questa volta lui entrò nella doccia nudo con l’uccello penzolante.
Non so se si accorse che lo guardavo,comunque voltai le spalle per evitare la tentazione.
Il sabato sera era più o meno lo stesso di venerdì, con i nostri genitori che giocavano a carte, solo che questa volta eravamo nel bungalow di Freddy.
Iniziammo a guardare un film che avevo già visto ed a circa due terzi dissi che andavo a letto, lui disse che sarebbe arrivato presto, voleva vedere la fine.
Entrai, mi sdraiai e mi posizionai di proposito in modo che lui avrebbe dovuto toccarmi quando si fosse messo a letto.
Mi addormentai subito dopo essermi sdraiato ma mi svegliai quando Freddy arrivò. Mi stesi sulla schiena e lo sentii mettersi a cavalcioni sopra di me. Non aprii gli occhi e rimasi immobile.
Lo sentii abbassarsi lentamente, il suo petto contro il mio, il suo stomaco mi toccava leggermente, il suo cazzo sul mio cazzo.
Non riuscii a fare a meno di diventare duro. Fece in modo che il suo peso non fosse su di me per non svegliarmi ma mi toccava leggermente e strisciava il suo cazzo contro il mio.
Non avrei potuto sopportarlo a lungo o sarei venuto addosso a tutti e due.
Mi girai su di un fianco, solo che questa volta era per affrontarlo.
Si alzò rapidamente mentre io rotolavo e cadevo al suo fianco.
Rimase sdraiato di fronte a me immobile per alcuni minuti e poi mi prese lentamente la mano e la mise di nuovo intorno al pene, la strinse intorno a sé e cominciò a menarselo con forza.
Dopo pochi minuti si fermò e non sentii alcun movimento. Poi sentii le sue dita strofinarmi il cazzo attraverso le mutande.
Quella era la prima volta che lo sentivo fare qualcosa che non fosse masturbarsi.
Mi strofinò per qualche minuto, poi mi prese di nuovo la mano e se la mise intorno al cazzo. Dovevo vederlo.
Non potevo più aspettare, avrei visto se avrei rovinato tutto, dovevo saperlo.
Aprii gli occhi.
“Che cosa stai facendo?”
Chiesi mentre guardavo i suoi occhi che mi fissavano.
Smise di muoversi e mi guardò per qualche secondo.
“Sei arrabbiato?”
Chiese sempre tenendo la mia mano sul suo cazzo.
“Cosa stai facendo?”
“Mi sto facendo una sega con la tua mano.”
“Perché?”
“Perché so cosa si sente con la mia mano.”
“Mi stavi sfregando anche il cazzo.”
“Volevo capire cosa si prova. Quest’estate mi sei sembrato un po’ timido e non ti ho mai visto completamente nudo. Mi dispiace.”
Mi alzai dal letto, mi tolsi le mutande e rimasi lì per un minuto nudo di fronte a lui. Vidi che mi guardava.
“Ecco, sono nudo. Come puoi vedere non sono cresciuto come te.”
Tornai a letto senza rimettermi le mutande e mi sdraiai sulla schiena chiedendomi cosa sarebbe successo poi.
“Non stavo cercando di metterti in imbarazzo. Mi stavo solo chiedendo perché sei stato un po’ più distante del solito da me. Abbiamo sempre fatto docce, lottato e dormito insieme.”
“Freddy, quando eravamo piccoli, non importava, non te l’ho mai detto e non volevo che tu lo sapessi. Non sono sicuro di volerlo dire neppure ora, non voglio che tu sia arrabbiato con me e che pensi che ci sia qualcosa tra di noi. Mi piacciono i ragazzi più delle ragazze. L’ho detto!.”
Freddy rimase in silenzio per un po’ ed alla fine lo guardai per vedere se potevo vedere qualche tipo di reazione.
“Mi è sempre piaciuto lottare con te e sentire anche che mi tocchi. Non so se sei solo tu o se mi piacciono i ragazzi più delle ragazze. Ma quando ti ho mostrato che potevo scoparmi il culo e succhiarmi il cazzo, io speravo che ti unissi a me.”
“Veramente?”
“Davvero amico. Quando ho imparato a farlo, ho finto che tu lo stessi facendo a me. Quando l’ho fatto di fronte a te, è stata la volta che l’ho fatto più velocemente di sempre. Invece non hai detto niente, quindi avevo paura di aver incasinato tutto e non ne abbiamo mai parlato. “
“Quindi ieri sera, non ti sei semplicemente masturbato, aveva qualcosa a che fare con me?”
“Merda, eri sveglio? Quando ho sentito che mi toccavi, avrei dovuto solo fare qualcosa, non mi sono... mi dispiace amico.”
Smise di parlare e guardò il soffitto. Vidi una lacrima rotolare dal suo occhio lungo la guancia abbronzata.
“Ehi, per cosa stai piangendo?”
“Non voglio che tu... non voglio... ti prego, non essere arrabbiato con me. Non voglio che le cose siano diverse.”
Disse mentre le lacrime cominciavano a sgorgare dai suoi occhi.
“Bene, prima smetti di piangere. Non sai cosa ho passato o forse lo sai esattamente. Non volevo che le cose fossero diverse, quindi ho nascosto tutto. Non volevo che tu sapessi che guardarti mi rendeva così eccitato e non volevo che tu sapessi che da quando ti ho visto nudo, volevo toccare il tuo uccello. Avevo paura di rovinare tutto.”
“Vuoi toccarmi?”
“Voglio fare di più che toccarti.”
Mi girai su di lui e gli misi il braccio sul petto.
Si asciugò gli occhi, mi guardò e sorrise.
“Sai, non devi nemmeno sentirti in imbarazzo per le dimensioni del tuo cazzo, ce l’hai più grosso di quelli che ho visto su molti ragazzi. Io ce l’ho così per qualche motivo, forse è stato uno sforzo per poterlo prendere nel culo.”
Ridemmo tutti e due.
Freddy mi spinse sulla schiena e ricadde su di me, questa volta pesandomi addosso. Iniziò a strofinare il suo cazzo morbido contro il mio cazzo morbido, senza vestiti tra noi questa volta.
Diventammo duri in pochi secondi. Sentivo le sue palle cadere sulle mie e schiaffeggiarmi il culo ogni volta che si muoveva avanti e indietro.
Mi fissò negli occhi mentre ci strofinavamo.
“Ci baciamo o no?”
Chiese.
“Non lo so, non ci avevo pensato.”
Abbassò il viso più vicino al mio. Io mi alzai e lo baciai un paio di volte, non molto più di piccoli morsi. Non mi sembrò strano, quindi mi lo baciai ancora, aprendo le labbra e facendo scivolare la lingua contro le sue.
Lui aprì la bocca e lasciò che la mia lingua scivolasse nella sua bocca, la morse leggermente e poi la sua lingua lottò con la mia.
Non ci sembrava strano quindi ci baciammo mentre ci strofinavamo l’uno contro l’altro.
Fu come ci fossimo accordati e venni due secondi prima che lo facesse lui che si alzò mentre lanciavamo fiotti di sperma bianco sui i miei addominali abbronzati e sul petto, non sono sicuro di sapere chi di noi abbia raggiunto il mio mento.
Freddy si avvicinò e mi leccò il mento.
“Che sapore ha?”
“Non hai mai assaggiato lo sperma, nemmeno il tuo?”
“No.”
Mise un dito sulla sua cappella, lo coprì di sborra e me lo mise in bocca.
Ero titubante ma mi incoraggiò a provarlo. Era salato e viscido, ma non era male.
“La prima volta che ho succhiato il mio cazzo, mi sono eccitato troppo in fretta e me lo sono sparato in gola prima di riuscire a toglierlo. Non era poi così male, a volte ora lo faccio perché mi piace la sensazione della cappella nella mia bocca quando vengo.”
Se ne coprì un altro dito e se lo mise in bocca, poi mi baciò spingendomi la lingua in bocca.
“Vedi non è male”
Si mise a sedere tra le mie gambe e mi strofinò lo sperma sugli addominali, spingendolo nelle profonde fessure tra i miei muscoli. Tracciò ogni centimetro quadrato dei miei addominali con un dito.
“Sono davvero incredibili!”
Disse mentre contornava gli otto muscoli.
I nostri cazzi erano ora semi eretti e li teneva tra le mani. Unì le teste e tirò la pelle del suo sopra la mia. Fece rotolare la mia cappella dentro la pelle contro la sua fino a quando abbiamo iniziato ad essere troppo duri perché la pelle si allargasse tanto.
Quindi affiancò il mio uccello duro sul suo grande mostro e usò due mani per afferrarli e masturbarci.
“Come ti senti quando ti infili il cazzo nel culo?”
“Beh, è caldo, morbido e bagnato intorno alla mia testa e all’inizio mi bruciava un po’ quando lo infilavo, ma una volta allargato è proprio bello.”
“Cos’è meglio, quando lo metti nel culo o quando lo succhi?”
“Beh, posso fare di più con la lingua, ma poi devo mettermi un dito nel culo per godere.”
“Posso succhiarti? Mi insegnerai?”
Non commentò, si limitò a scivolare in avanti sopra di me fino a quando il suo pene non fu sopra la mia faccia.
Desideravo vederlo meglio ed ora era molto vicino. Era di nuovo completamente eretto. L’asta era piena e aveva delle vene che la circondavano. L’uretra sulla punta era piuttosto grossa ed aveva una leggera curva verso l’alto, non molto, ma una leggera curva. La testa era prominente, un po’ più grossa dell’asta.
Lo presi in mano, scivolai sulla grande vena sulla parte superiore che correva per tutta la lunghezza del pene e ne guidai la punta nella mia bocca.
Dovetti aprirla molto per farlo entrare, poi passò le labbra ed i denti e lo sentii strofinare contro il palato mentre continuavo a farlo scivolare dentro.
Continuai fino a quando iniziai a soffocare, allora lo tirai indietro.
“Fai piano e non soffocare. Usa la lingua per premerci contro e gioca con la cappella.”
Ascoltai le sue istruzioni e me lo rimisi in bocca. Mentre entrava lo assaggiai per la prima volta con la lingua. Aveva un sapore diverso dallo sperma, era più dolce. Feci roteare la lingua intorno alla cappella e poi continuai a spingermi l’asta in bocca strofinando la parte inferiore con la lingua.
“Succhialo!”
Mi disse.
Allora succhiai, lo tirai dentro fino a quando non mi sembrò di soffocare e poi iniziai di nuovo a farlo uscire.
Continuai a farlo e ogni volta che sentivo di poterlo mandare un po’ di più in fondo. Tuttavia ero ben lungi dall’essere completamente coinvolto e sentivo che non sarebbe successo.
Lui cominciò a muovere i fianchi, a spingerlo dentro e tirarlo fuori. Lo sentii sospirare ed iniziò ad accelerare. La testa stava diventando più grossa e più piena, la vena inferiore si contraeva.
“Vengo!”
Disse e cercò di tirarlo fuori dalla mia bocca.
Avevo sentito che i ragazzi pensavano fosse meglio se il loro amante avesse ingoiato, quindi trattenni dentro il cazzo e continuai a succhiare.
Il primo fiotto mi colse di sorpresa e mi colpì in fondo alla gola, ma lo tenni dentro e lo succhiai di più, ogni colpo riempiva lo spazio vuoto nella mia bocca.
Provai a deglutire e tenere il passo, ma presto lo sperma cominciò ad arrivare più velocemente di quanto potessi ingoiare e fuoriuscì intorno al suo uccello.
Vide il problema che avevo, lo tirò fuori e finì di venire sul mio petto.
Ingoiai ciò che era rimasto e mi asciugai il mento ridendo.
“Ci vorrà molta pratica, come sono andato?”
“È stato grandioso, molto meglio di quanto faccio a me stesso”
Disse mentre ancora ansimava.
“Veramente? Non so niente altre a quello che ho visto nei video e sentito dire. Spero solo di averlo fatto bene.”
Freddy si alzò e si sedette sul mio cazzo duro. Ci agitò sopra un po’ il culo quando lo sentì sobbalzare al tocco della sua pelle.
Lo guardavo e ammiravo il suo corpo. Il suo petto era muscoloso e largo. Aveva una piega nel mezzo tra i suoi seni profonda un paio di centimetri. Le spalle erano un po’ più larghe delle mie e rotonde con una vena ben pronunciata che attraversava la parte superiore del muscolo del torace.
Era appoggiato all’indietro sulle braccia, il che faceva sporgere i suoi tricipiti, i suoi bicipiti erano tesi. La vena delle sue spalle scendeva ed attraversava la parte superiore del bicipite fino al gomito e poi si ramificava in vene più piccole. Il busto e le gambe erano ben abbronzati con un’area inguinale e la parte superiore della coscia più chiara. Aveva vene sporgenti dove le gambe si univano alla vita e nella zona inguinale. Gli addominali erano presenti ma non molto profondi. Era molto bello così seduto.
“A cosa stai pensando”
Gli chiesi dato che aveva detto nulla e non si era mosso per alcuni minuti.
“Pensavo solo a quanto sei diventato bello durante l’inverno.”
“Io? Ma ti sei visto allo specchio?”
“Si tu. Guardati. Puoi vedere tutti i muscoli del tuo corpo e sono dei bei muscoli. Il petto è ben definito e hai il culo più assassino che abbia mai visto. Le braccia sono piene e ne puoi vedere ogni muscolo. Guardo le tue gambe quando cammini, i muscoli della coscia sono fantastici. E hai anche una magnifica abbronzatura. Ma... penso che dovremo salire sulla Roccia dell’Aquila, prendere un po’ di sole nudi e sbarazzarci di queste linee di abbronzatura.”
Mi misi a ridere.
“Stavo pensando la stessa cosa, prendere il sole nudo.”
Si chinò su di me appoggiandosi ai gomiti e lasciando che la sua pancia si appoggiasse sulla mia.
Io flettei gli addominali in modo che potesse sentirlo e si dimenò sorridendo. Mi baciò di nuovo, io gli misi le braccia attorno alla schiena e la strofinai su e giù. Vidi i suoi bicipiti vicino a me e gli passai le mani sulle spalle e sulle braccia, tracciando le vene sui suoi muscoli.
“Cosa vuoi fare adesso?”
Chiese mentre ci massaggiavamo.
“Non so? Potremmo fumare una sigaretta o qualcosa del genere?”
“Solo se hai finito”
“Possiamo fare di più”
Chiesi sperando che la risposta fosse sì. Ero abbastanza sicuro di poter continuare ma lui aveva già eiaculato due volte e non ero sicuro di quante volte potesse farlo.
“Cosa ti piacerebbe fare?”
Non ero sicuro che fosse pronto, ma dato che eravamo andati oltre, pensavo di cogliere l’occasione.
“Vorrei scoparti. Non ho mai avuto il mio cazzo in nient’altro che nella mia mano e quando te l’ho visto fare a te stesso, ho pensato che mi piacerebbe sicuramente farlo.”
Dissi coraggiosamente.
“Come vuoi farlo?”
“Non so, ma possiamo provare come vuoi tu.”
Mi guardò per un po’, mi baciò ancora e sorrise.
Immaginai che poiché era già seduto sul mio cazzo, la cosa più facile da fare sarebbe stata scivolare dentro di lui.
Si alzò, appoggiò la mia cappella al suo buco e provò a farla entrare alcune volte, ma incontrò resistenza.
“Aspetta un momento.”
Disse, si alzò, andò in bagno e tornò con un po’ di baby oil. Ne coprì il mio cazzo, se ne mise un po’ sul culo e tornò ad arrampicarsi su di me.
Posò di nuovo la cappella contro il suo bocciolo senza peli e ci si sedette sopra, questa volta entrò
Ansimammo quando la cappella lo penetrò e sentii il muscolo dello sfintere stringersi attorno all’asta.
“Sembra più grosso di quanto appaia.”
Disse mentre rimaneva fermo per adattarsi all’intrusione.
Poi iniziò a scendere su di me, ovviamente raggiunsi un territorio vergine e lui ansimò, sospirò e sobbalzò.
Andava lentamente su e giù prendendone un po’ di più ogni volta e sussultando a ogni intrusione più profonda.
Non potevo resistere a non sollevare i fianchi per incontrarlo mentre scendeva e sentii l’intero mio albero scivolare dentro di lui.
Sedette su di me, io ero tutto dentro di lui, il suo grosso scroto era appoggiato al mio stomaco e il suo pene rigido si contorceva.
Ha iniziato a dondolare avanti e indietro fino a quando non ho iniziato a scivolare dentro e fuori di lui.
Il suo culo era così caldo attorno al mio cazzo e il suo sfintere mi stringeva con forza. Iniziai di nuovo ad alzare i fianchi per assecondare il suo ritmo e gemevamo di piacere.
Mi sentivo come se presto sarei venuto, troppo presto, quindi l’ho tirato a me e gli ho impedito di muoversi.
Mi chiese se stavo bene ed io scossi la testa in assenso.
Ci girammo nella posizione del missionario senza estrarre l’uccello.
Ci alzammo, io ero tra le sue gambe e lui tirò indietro le ginocchia verso il petto.
Mi chinai e lo baciai, poi lo baciai ancora.
“È così bello!”
Gli dissi, lui fece cenno di sì mentre mi alzavo ed iniziavo a pompare il mio cazzo dentro di lui.
Le prime spinte dovettero essere state un po’ più profonde delle precedenti perché sussultò quando il mio osso pubico gli colpì il culo.
Sentivo la sua prostata strofinare la mia asta, il suo sfintere stretto mi stringeva con forza impedendomi di uscire oltre la cappella.
Pompai più velocemente, le nostre pelli si urtavano e vidi i suoi muscoli contrarsi nel petto e nelle braccia.
Allargò una gamba, afferrò il suo cazzo e iniziò ad accarezzarlo rapidamente.
Non ci volle molto perché entrambi raggiungessimo il punto di non ritorno e gli dissi che sarei venuto.
Mi disse di farlo dentro di lui, così continuai a pompare e sentii i palpiti nella mia testa diventare così veloci che dovetti rallentare.
Iniziai a sparare il mio carico nel suo culo cercando di stipare ogni centimetro di me dentro di lui.
Avevo appena iniziato a sborrare quando lui mi sparò sul petto.
Sentivo il mio sperma che lo riempiva e cercava di spingere fuori il mio cazzo, ma rimasi fermo contro di lui fino a quando ogni goccia della mia sborra non mi ebbe lasciato.
Mi avvolse con le braccia e le gambe e mi strinse forte.
Tutte le volte che avevamo fatto la lotta ed eravamo stesi uno sull’altro, questo era quello che avevo desiderato, solo che non avrei mai immaginato che potesse essere così bello.
Cercammo di riprendere fiato, i muscoli che sfregavano contro i muscoli, la pelle sulla pelle, il sudore che colava dai nostri corpi caldi.
Potevo vedere le vene dei miei avambracci pulsare e i miei muscoli fremere.
Mi alzai e lui tenne le gambe attorno alla mia vita per tenermi dentro di sé. Si mise le mani dietro la testa e immagino che mi abbia visto ammirare i suoi bicipiti perché li fece sussultare alcune volte e mi sorrise mentre lo faceva.
Mi strofinai lo sperma che mi aveva sparato sul petto lungo il corpo, me ne coprii gli addominali rendendoli brillanti e li contrassi alcune volte per pompare i bicipiti. Ridemmo.
Poi divenni serio.
“Mi dispiace Freddy.”
“Per cosa?”
“Per non essermi fidato di te. Per non averti detto la verità. Voglio dire, anche se non avesse portato a questo, non credo che avrebbe avuto importanza. Siamo sempre stati bene insieme.”
“Beh, dispiace anche a me. Era da qualche tempo che sapevo di volerlo fare con te, dalla prima volta che ti ho visto masturbarti. In un certo senso ho pensato che quando lottavamo, era più di un semplice lottare. Ma non sapevo davvero se avrei potuto farlo con un ragazzo.”
“Non so se posso farlo con qualcun altro, Freddy, ma so che voglio farlo ancora con te. Voglio dire, non voglio che questo finisca qui, abbiamo ancora altre cose da provare e mi piace davvero stare con te.”
“Ho la stessa sensazione, ragazzo, ma dovresti tirare fuori il cazzo e lasciare uscire quella roba prima che si asciughi e mi ostruisca”.
“Succede così?”
“Cazzo, non lo so, non ho mai lasciato dentro il mio uccello abbastanza a lungo per scoprirlo.”
Mi sono seduto e lui ha tirato fuori il mio cazzo mezzo duro insieme a quella che sembrava una tazza di sperma.
“Mi dispiace, ti ho fatto male”
“All’inizio è stato doloroso, ma poi è stato bello, davvero bello. Non ci crederesti amico. Quando lo faccio non mi avvicino alla prostata e il tuo sfregarci contro è stato semplicemente fantastico. Inoltre, ho guardato i tuoi muscoli mentre lo facevi, sono bellissimi.”
“Grazie amico ma sei tu quello con i muscoli. È quando ti muovi che voglio guardarti. Ti è sembrato davvero così bello? Non ti ha fatto molto male? Pensavo che sarebbe stato molto doloroso “
“No, come ho detto all’inizio lo è stato un po’, ma poi la sensazione è stata così bella che non ho potuto sentire altro che quello”
“Vuoi farlo tu?”
Chiesi timidamente perché non ero proprio sicuro di volere quel cazzo da cavallo dentro di me.
“Sei sicuro amico, so che la differenza di dimensioni farà più male.”
“Forse possiamo farcela prima che tu diventi totalmente duro.”
Gli dissi sperando che funzionasse. Non ero ancora sicuro di voler avere quella cosa dentro di me.
“Possiamo provare se riesco a farlo alzare. Ho già sborrato tre volte, non credo che ci sia rimasto qualcosa.”
“Se non vuoi...”
“No, voglio farlo se riesco. Usiamo molto olio però.”
Mise l’olio sul suo cazzo e me ne fregò un po’ sul culo, poi io decisi di strofinarlo su tutto il culo.
Guardai Freddy e vidi quanto fosse brillante il suo uccello oliato, così gli sparai l’olio sul petto, lui mi prese la bottiglia e me la sparò addosso. In breve fummo tutti luccicanti.
“Pensi che sia sufficiente?” Chiesi ridendo.
“Dovrebbe esserlo, voglio mettere il mio cazzo lì dentro, non scivolarci dentro.” Abbiamo riso e lottato un po’, senza riuscire ad abbrancarci per tutto l’olio che c’era.
Ci fermammo, ci guardammo e ritornammo seri.
Mi girai e mi misi a quattro zampe.
Freddy si avvicinò e mi strofinò il culo con le dita.
“Forse protesti prima provare con le dita.”
Suggerii ancora impaurito per quello che sarebbe successo.
Freddy spinse sul culo fino a quando un dito mi penetrò. Ci lavorò fino a quando non mi sentii rilassato e poi aggiunse un altro dito.
Il mio sfintere si irrigidì ancora una volta, ma dopo alcuni minuti riuscii a rilassarmi. “Devo provare a metterlo dentro ora o scatenerò una furia.”
“Vai avanti.”
Dissi posizionandomi e preparandomi al peggio.
Lo sentii sfregare la cappella contro il buco e cercai di rilassarmi.
Prima mi mise dentro un dito per aprirmi, poi lo sentii tirare fuori il dito ed iniziare a spingere la cappella.
Sentivo la testa delle dimensioni di una pallina da golf entrare nel mio canale, ben presto entrò e il mio sfintere vi si chiuse attorno di scatto stringendo la sua asta semi morbida.
Ansimò e io mi lanciai un po’ in avanti.
“Stai bene?”
Chiese mentre nessuno di noi faceva alcun movimento per far avanzare il suo cazzo. “Sì, dammi solo un secondo.”
Provai a rilassarmi di più mentre lui aspettava pazientemente e presto gli dissi di darmi di più.
Si spinse ancora un po’ dentro di me ancora semi morbido. Ci volle un po’ di sforzo, ma penetrò un po’ di più.
Lo sentii riempirmi il culo; stava iniziando a diventare più duro e decidemmo di proseguire. Continuò a riempirmi fino a quando non sentii il suo osso pubico contro il mio osso sacro.
Gemetti, mi bruciava per lo stiramento ma il suo calore dentro di me mi faceva star bene. Lo sentivo muoversi ed il pene stretto nei miei interni iniziava ad allungarsi. “Sto diventando duro, non posso smettere ora.”
Mi avvertì.
Potevo sentire la lunghezza del mio intestino e la circonferenza del mio sfintere. Non c’era modo che si adattasse.
Lo tirò fuori un po’ in modo che potesse continuare a crescere ulteriormente.
Il culo mi faceva male, si stava allargando troppo, stava per strapparsi, ne ero sicuro. Lo sentii arretrare ancora un po’ e gemetti per il bruciore.
“Vuoi che mi fermi”
“No, resta dentro, possiamo farlo.”
“Mi sto tirando indietro un po’ di più, non voglio farti del male.”
Lo fece, ora potevo sentire la sua asta dura. Speravo che fosse arrivato alla massima dimensione.
Si distese sulla schiena e mi mise le braccia attorno allo stomaco.
“Sei sicuro di stare bene”
“Sì. Quanto manca ancora.”
“Ora ce l’ho duro ma sono circa a metà strada.”
‘Oh mio Dio’ pensai tra di me. Iniziai a muovermi un po’ sulla sua asta perché mi ricordai che mi aveva detto che il movimento era una bella sensazione. Avevo bisogno di una buona sensazione o il dolore mi avrebbe sopraffatto.
Mi mossi con piccoli movimenti e Freddy rimase fermo lasciandomi prendere il mio ritmo.
Aveva ragione, il movimento era piacevole ma il bruciore rimaneva. Mi mossi di più, colpi più lunghi e più lenti.
Mi spostai fino a riportare la testa al mio sfintere e poi mi mossi indietro. Sapevo che non mi sarebbe sfuggito perché ci sarebbe voluto uno sforzo manuale per far uscire quella grossa cappella oltre il mio sfintere, forse anche un piede di porco. Quindi iniziai ad andare un po’ più veloce.
Capii cosa voleva dire quando parlava della prostata.
Dal cazzo penzolava della pre eiaculazione. Scivolato avanti e indietro sull’uccello. Mi sentivo come se stessi muovendomi di una spanna o due ogni volta, ma continuai. Il mio sudore colava.
Mi alzai e mi appoggiai contro il suo corpo per un po’ di sollievo.
Mi tenne contro di sé e lo sentii spingere di più il pene dentro di me.
“Mi sdraio e tu mi scopi.”
Dissi e mi distesi, mettendomi un cuscino sotto lo stomaco per sollevare in aria il culo.
Questo sembrò cambiare la posizione del cazzo dentro di me, la curva sembrava più pronunciata ora.
“Forza scopami.”
Mi si stese sopra e cominciò a muoversi su e giù nel culo.
Avrei voluto vederlo. Potevo sentirlo andare più in profondità, ma questa posizione non sembrava far troppo male.
Continuò a spingere dentro di me, un po’, poi un po’ di più.
Oh mio Dio, iniziò a fare così male.
Allungai una mano, gliela misi su una natica e lo spinsi di più verso di me.
“Freddy, scopami forte, dammi tutto e non fermarti, non importa quello che dico.”
Lui fece come avevo ordinato e iniziò a sbattere il suo cazzo dentro di me, mi sembrava di sentirlo dietro l’ombelico mentre spingeva in profondità e grugniva ad ogni spinta. Sentivo la sua natica contrarsi ad ogni spinta, quella fossetta che aveva sul fianco era profonda e soda.
“Forte Freddy, non fermarti.”
Spinse fino a quando le nostre pelli strisciando cominciarono a fare quello scoppiettante rumore oleoso e la velocità aumentò.
“Oh merda, oh cazzo, dannazione. Oh scopami Freddy.”
“Non voglio farti male, amico”
“Fotti forte, scopami, Freddy, vai più veloce che puoi.”
Era come una macchina che mi colpiva nel culo. Dovetti afferrare le lenzuola per impedirgli di farmi sfondare il muro, ma più veloce e duramente lo faceva, meglio si sentiva.
Sentivo ogni centimetro di lui nel mio corpo e questo mi eccitava. Sentivo il suo respiro caldo sulla schiena e vedevo le vene negli avambracci accanto a me diventare più grosse e persino le vene piccole delle sue braccia stavano spuntando. Ci stava mettendo tutto il suo impegno e io lo ricevevo.
“Oh mio Dio, oh mio Dio, oh mio Dio, voglio che tu mi venga dentro Freddy, non osare tirarlo fuori. Cazzo oh dio!”
E spingevo indietro il culo per essere sicuro di prenderlo tutto.
Sentii il mio cazzo pulsare ed iniziai a sborrare sul cuscino su cui mi trovavo.
“Oh Freddy, più forte!”
Afferrai le sue braccia accanto a me e vi posai la bocca per evitare di urlare così forte da essere sentito negli altri bungalow.
“Oh, sta arrivando! Vengo! Oh cazzo vengo.”
“Sborra profondamente, riempimi Freddy!”
Lui spinse il cazzo in profondità e duramente, sembrava che fosse andato oltre a dove era arrivato prima.
Spinse forte contro di me e sentii il suo sperma caldo sparare dentro.
Spruzzo dopo spruzzo, almeno 10 volte, sentii la sua cappella diventare più grossa mentre il fusto continuava ad emettere sperma.
All’ultima contrazione del suo cazzo crollò sopra di me tremando e ansimando.
Giaceva lì tremando incapace di parlare.
Gli baciai gli avambracci e leccai le vene mentre lui riprendeva fiato.
Alla fine parlò.
“Cazzo! Oh mio dio… Come è successo…”
“Quindi ti è piaciuto?”
“Oh merda amico. Non riesco a muovermi. Fammi girare.”
Non avrei voluto che mi uscisse dal culo ma iniziai a spingerlo fuori, uscì fino a quando non arrivai alla cappella. Non riuscii ad espellerla, in realtà dovetti allungare una mano dietro di me e tirarlo fuori.
Poi lo feci girare sulla schiena.
Allargò le braccia distese e continuava ad ansimare, il sudore colava sul suo corpo oliato.
Mi alzai e andai in cucina a prendere due bicchieri di acqua ghiacciata.
“Versamela addosso!”
Disse
“Vieni qui e bevi, stupido. Stai bene, pensavo dovessi essere preoccupato per me.”
“Amico, cosa ti è successo. Prima sembravi ‘oh che schifo’ e poi ‘scopami!’?”
“Eh, immagino che tu abbia premuto un pulsante o qualcosa del genere.”
“Non ho idea da dove provenga tutto quello sperma, soprattutto dopo tutto l’eiaculare cha avevo fatto!”
“Quindi immagino che tu mi stia dicendo che ti sei divertito”
“Sto dicendo che per essere per due vergini, non abbiamo molto da imparare.”
Scoppiammo a ridere.
Ci volle la maggior parte della notte rimanente per ripulire dalla confusione ed un paio di docce insieme per sbarazzarci dell’olio.
Ci siamo divertiti anche sotto la doccia ma credo che a nessuno di noi fosse rimasto dello sperma per sparare un vero carico. Più che altro solo preliminari ed un sacco di sfregamenti di corpi.
“Ho quasi paura di darti la buona notizia.”
Disse Freddy mentre uscivamo dalla doccia e ci sdraiavamo sul letto.
“Di cosa si tratta?”
“Quest’autunno ci trasferiremo... nella tua città!”
di
scritto il
2021-10-26
7 . 8 K
visite
1
voti
valutazione
8
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

La migliore estate

racconto sucessivo

La mia verginità...andata
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.