In camera da letto

di
genere
etero

Era una bella sera d’estate di questo anno, una di quelle sere calde e bene illuminate da una luna quasi finta, irreale, tanto grande e luminosa che sembrava sormontare quella parte di cielo blu che si stagliava tra le colline circostanti delle Cinque Terre; non era tardi, forse le 20.30, leggevo, ed una sensazione improvvisa, una sorta di richiamo, mi distolse dalla lettura….. spesso ho delle sensazioni alle quali non do peso, salvo rivelarsi quasi sempre esatte, ebbene, stavolta volevo credere a me stesso, una specie di scommessa, seguire il mio istinto…….. mi misi in piedi, il tepore della casa scaldata tutto il giorno da un sole infuocato si mescolava con il fresco delle finestre lasciate semiaperte, il canto delle cicale risuonava dolce e fastidioso allo stesso tempo, facendomi tornare in mente le sere d’estate passate da bambino, nei campi bui, a caccia di lucciole……

In quel momento, qualcosa mi aveva distolto, un richiamo senza un suono, uno squarcio nella mente improvviso, un flash, una immagine……. salii le scale, senza fretta, dirigendomi al piano superiore della casa, la camera da letto, alla sinistra del corridoio, era pervasa di una luce blu, molto intensa. Mi misi un attimo ad ammirare quella magica semplicità, a volte, mi stupisco delle “cose semplici” che mi circondano, sempre troppo poche, sempre troppo di fretta per poterle apprezzare tutte, ad un tratto, un rumore leggero di lenzuola rompe la magia di quell’attimo, è lei, mia moglie, dove era andata a finire? Ecco la risposta allo stato d’animo che mi ha fatto interrompere la lettura….. mi sentivo forse, per un attimo, solo; forse l’assenza della sua voce aveva generato in me una curiosità che inconsciamente mi spingeva a cercarla….. avanzai, piano, incuriosito da quei rumori morbidi, da quella luce tenue….. appena superai la soglia della porta venni pervaso da un brivido, generato dallo stupore e dalla meraviglia di quello che vedevo.

Lei, morbidamente distesa sul letto matrimoniale, la pelle chiara che sotto il colore della luce della luna pareva irreale; era nuda, anzi, mi correggo, aveva solo uno slip con taglio alla brasiliana di un rosso sanguigno ed un pizzo delicato, talmente minimale che sembrava quasi nuda. Il mio amore era davanti a me, mi sembrava un'altra persona, come se fossi capitato in un'altra abitazione, la conoscevo come moglie, come mamma, come grande lavoratrice, come instancabile donna di casa, l’avevo odiata ed amata, l’avevo contesa e spesso per orgoglio respinta, la conoscevo bene, ma in quel momento avevo la sensazione di vedere un’altra persona, anzi, la stessa persona sotto una luce diversa.

Oddio che bella, a volte penso di non meritarti, io che spesso indosso una maschera per sembrare più uomo, io che mi vesto ricercato per attrarti, io che mi pavoneggio dei miei successi, ora capisco che quello che mi colpisce di te è l’essenza, la nudità, la perfezione delle forme. Ti guardo, anzi, ti spio in silenzio in una specie di gioco perverso che mi stimola e mi incuriosisce.

…. Distesa di pancia sul letto, vestita di un minuscolo slip rosso, le rotondità del tuo sedere, duro e muscoloso, immagino lì in mezzo alle tue natiche il tuo buco del culo scuro, depilato, che già più volte ha assaggiato il mio cazzo desideroso di te….. il tuo seno turgido e strabordante, si intravede uscire prosperoso dai lati della tua figura, quel seno così grosso……… quel numero, una sesta, tanto pubblicizzato con gli amici come un trofeo, durante il nostro fidanzamento, un seno pieno e perfetto che invidiavo me stesso quando attaccato come un bimbo lo assaporavo.

Tanti, tanti pensieri mi passarono in quel momento mentre in silenzio ti guardavo, ricordo il nostro primo rapporto sessuale, la voglia di cazzo che mi ha fatto crescere la passione in te, il tuo modo di fare l’amore, di godere e gemere, di contorcerti dal piacere, di tenere le labbra della tua fica depilata, caldissima e stretta, nell’attesa che il mio glande grondante di umori ti penetri….. i ricordi si susseguono veloci e si mescolano con la realtà, ti guardo, sdraiata di pancia sul letto, le gambe lunghe ed affusolate, i capelli lunghi e mossi sparpagliati sul cuscino…… ti sento, respirare e godere del fresco della sera, ti osservo, le gambe divaricate quanto basta per vedere la tua mano frugare sotto lo slip…. il tuo respiro si fa mano a mano più veloce, più intenso, la tua bocca ansimante si apre, intravedo la tua lingua che accarezza le labbra carnose…. ancora un lamento, il tuo bacino inizia a muoversi, lentamente, al ritmo delle tue mani che incessantemente esplorano la tua vagina, l’altra mano accarezza un seno e si sofferma sul capezzolo, duro, bello, importante….. un’eternità……. il tempo sembra sospeso, ti fisso immobile con un cazzo che imbarazzante punta sul pigiama, potrei già venire, ho i coglioni già pieni di crema, penso solo dove potrei venire……

Ad un tratto, il mio fantasticare si arresta da un tuo brusco movimento, improvvisamente sollevi la pancia dal letto, mostrando quel culo che per me è l’ultima cosa sulla quale vorrei morire, puntandoti con la faccia sul cuscino afferri entrambe i lembi dello slip e lo sfili, facendolo scivolare velocemente dai fianchi, giù, ….. giù dalle lunghe cosce, passando i polpacci, metti in mostra la tua piccola vagina bagnata, io in controluce non riesco a vedere ma la conosco, la immagino, e ti osservo, così bella, così sinuosa, così puttana e voluttuosa…. Ma lo spettacolo continua, inesorabile, come una tortura per mè che ti osservo da estraneo e godo della tua immagine….. le tue mani dentro la fica, l’altra che si accarezza l’ano, d’improvviso un dito scivola dentro in un doppio ditalino da infarto…… bellissima, in un masturbarti da vera zoccola con la leggiadria che solo la tua signorilità può sostenere, quelle dita che incessanti ti stanno fottendo, quel dito nel culo che fa vibrare le tue chiappe, quella voce leggermente roca e smorzata dal cuscino che palesa tutto il tuo godere, tutta la tua femminilità. Non so cosa ancora mi trattenga dal saltarti addosso, perché rimango fermo, rapito da questa immagine quasi onirica, da questa sofferenza che proviene dal non possederti, dallo stupore di non conoscerti.

Godi, godi e godi ancora, riesco a sentire quando vieni, gli schizzi degli umori sulle tue mani, che vogliosa ti porti alla bocca per assaporare il risultato della tua masturbazione, soffro a vedere quando ti lecchi quel dito che ti ha esplorato l’intestino, in una miscela di proibito, di sporco, di passione, vorrei partecipare anche io, leccandoti il culo mente mi spompini ma…. sono rigido ed infreddolito, ammirato ed estasiato da questo spettacolo privato che non racconterò mai a nessun amico, a nessun parente, a nessun conoscente.

“Andrea ?!”

Tutta l’estasi di quel sogno si interruppe al suono del mio nome, non riuscivo a coordinarmi e mi ero involontariamente sporto troppo dallo stipite della porta; Si “topina”, sono io…..
“Andre, vieni qui, vuoi il mio culo?”
Amore mio, ho speso tutto il tempo del mio matrimonio a pensare quale fossero le cose importanti della vita, la casa, i soldi, i viaggi, le macchine, gli amici, il lavoro ma troppo di fretta ho vissuto e troppo tardi ho capito che quelle sensazioni misteriose, quelle intangibili forze che mi attraevano verso di te fossero la vera essenza del mio vivere. Quanto tempo buttato via nelle discussioni, nei litigi nelle incomprensioni, per poi riprendersi ed amarsi e godere……
“Dai, non farmi aspettare, mi sento una troia, sfondami il culo….”
Entrai in camera, mi sfilai il pigiama, avevo un cazzo che non pareva mio da tanto che era gonfio, sulla cappella un bagnato appiccicoso segno della mia eccitazione, le palle erano contratte, avevo il respiro affannato dell’atleta in tensione prima della gara, mi misi in ginocchio sul letto, scorgevo dopo le chiappe di marmo che sovrastavano la sua schiena il suo viso, coricato di lato sul cuscino e confuso dai suoi capelli lunghi che sembravano stati disposti a raggiera da un designer…… amore, ora ti sfondo il culo, ma durerò pochi secondi, sono troppo eccitato….. “Non fa nulla, sfondami, ti prego…..”

Misi il mio martello carnoso nel ventre di lei, i suoi copiosi umori avvolsero il mio cazzo rendendolo scivoloso ed ancora più duro, quella fica stretta, bollente, bagnata mi imprigionava l’attrezzo facendomi godere come non mai, le davo dei colpi che sarei potuto finire sul guinness dei primati, forte, forte, ancora più forte, battendo i coglioni contro la sua vagina con una potenza disumana “Vengoooooooo, disse lei” a quel punto, estrassi il mio cazzo dal suo utero, lo puntai sul suo stupendo buco del culo e la cavalcai, gentilmente prima e forte poi, sentivo dalla fica schizzare gli umori come un torrente in piena, le sue mani si strizzavano i capezzoli, urlava, imbarazzante, con le finestre aperte ed i vicini di paese sempre con le orecchie a captare il ben che minimo rumore sospetto, “Andre, sono una troia, voglio che mi fai male”…. Mi sentivo Ulisse alle prese con il canto delle sirene, ero rapito da quel corpo perverso che mi ammaliava e mi privava della coscienza e dell’autonomia, spingevo il cazzo nel suo ano con il timore di farle male mentre lei mi implorava di sfondarla…. Mentre stantuffavo, mi appoggiavo con la pancia sulla sua schiena minuta ma possente, passandole una mano sotto la pancia, la sgrillettavo a dovere, aveva un clitoride duro e lungo… “Godo ancora, urlava lei” e poi “Vengo… sono bagnatissima”, io le schiaffeggiavo una natica ma da tanto che le aveva dure faceva male a me….

Ad un certo punto, esplosi, venni fragorosamente nel suo ano, ormai spanato sotto i colpi inclementi del mio uccello, lei ancora ancheggiava per godersi quello schizzo fino in fondo, poi con un guizzo si girò, mi prese l’uccello grondante di sborra e odorante di culo e me lo ripulì sapientemente con la bocca, gemendo e mimando uno smorza candela mentre si masturbava quella vagina gonfia e pregna di umori.

Rimasi sul letto immobile, svuotato, incredulo di avere partecipato ad una metamorfosi di una moglie “normale”, “ordinaria”, che mi aveva dato tanto in così poco tempo, che mi ha stupito e rapito, che guardavo ed ammiravo come si ammira un capolavoro unico nel suo genere, prezioso…. quella luce blu, magica della luna, quel richiamo flebile che mi aveva portato fino a lei, quella straordinaria atmosfera di peccato e trasgressione, di amore e tenerezza di due persone che si frugano nelle viscere alla ricerca piacere,….. ero lì, ad osservarla, regale e reale in tutta la usa fierezza consapevole di Donna (con la D maiuscola), ancora, a toccarsi ancora, a giocare con il mio sperma che le usciva dall’ano, bella, calda e bene illuminata dalla luna….
scritto il
2015-01-21
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