Il migliore amico della donna [storia vera] - Parte 1

di
genere
zoofilia

Mi chiamo Marta e ho 20 anni. Sono una studentessa universitaria, e questa estate sono costretta a passarla nella villetta, dove vivo con i miei genitori e il nostro cane, a studiare per gli esami arretrati. Fa un caldo afoso, che mi dà alla testa e non mi fa concentrare. Il mio fidanzato Marco è in ritiro con la squadra di basket da quasi 10 giorni e mi manca tantissimo. Essere giorno e notte sola in casa, il caldo afoso e la mancanza del sesso con il mio ragazzo porta ad una sola cosa.. passo buona parte del mio tempo a masturbarmi. Sono arrivata ad infilarmi nella figa e nel culo qualsiasi tipo di oggetto pur di colmare il vuoto che il mio ragazzo mi ha lasciato, mi sono masturbata con la cipolla della doccia con l'acqua fredda aperta, ho usato il mio vibratore per le emergenze.. ma non funziona, procurarsi piacere da sola non è appagante quanto il contatto con un' altra persona. Sto impazzendo, ho bisogno di essere scopata con forza, voglio sentirmi piena di cazzo, voglio stringerlo e succhiarlo, voglio un uomo che mi faccia godere.. ma non ce l'ho. Neanche il frettoloso sesso telefonico con Marco mi placa un pochino. E' davvero un amante fantastico, e soprattutto sa soddisfare la mia voglia più grande. Me la sa leccare divinamente. Sentirmi leccare la figa è la cosa in assoluto che più mi fa impazzire e lui sa farmi vedere le stelle. Durante l'ennesimo pomeriggio solitario avevo deciso di cercare refrigerio in piscina. Feci il bagno e poi iniziai a prendere il sole completamente nuda, almeno Marco mi avrebbe trovato tutta abbronzata una volta tornato,e poi con le alte siepi del giardino non c'era alcun rischio che qualcuno mi vedesse. Appena chiusi gli occhi i miei pensieri finirono sul solito argomento, e ancora a occhi chiusi iniziai a masturbarmi, passandomi la lingua sulle labbra, mugugnando di piacere. La mia pisellina era una fontana di umori, ero bagnatissima. Allargai al massimo le gambe aprendo per bene la mia fighetta e iniziai a penetrarmi velocemente prima con indice e anulare, poi aggiunsi sia l'indice che il mignolo, mentre con il pollice mi sfregavo il clitoride grosso come una nocciolina. Tanto ero bagnata che lo stantuffare della mia mano nella fighetta produceva uno sciacquettio vergognoso. Con la mano sinistra intanto mi stuzzicavo il capezzolo appuntito. Godevo e fantasticavo mantenendo gli occhi chiusi quando mi sentii leccare un piede. Sussultai e aprendo gli occhi vidi che era Maverick, il mio cane. Il grosso cane ansimava con l'enorme lingua che penzolava fuori dalla bocca. A quel punto ebbi un malefico lampo di genio, lui era l'unica cosa che non avevo ancora mai provato per soddisfare le mie voglie! Volevo farmela leccare dal mio grosso cane e dalla sua enorme lingua rossa e gocciolante. Lo vedevo particolarmente agitato, forse l'odore del mio sesso lo aveva turbato. Iniziai ad accarezzarlo affettuosamente e poco dopo cercavo di indirizzare le sue fauci verso la mia micina gonfia. Riuscii a farlo salire davanti a me sul lettino e aprii di nuovo le gambe più che potevo. Come se avesse intuito la mia voglia, Maverick iniziò a leccarmi sapientemente la figa, con dei colpi di lingua velocissimi e potenti, ora all'ingresso delle grandi labbra, ora sul clitoride. Leccava come un pazzo e alla cieca, ma la sua lingua era talmente grossa che prendeva tutta la mia patatina. Ero in estasi, mi stavo strizzando le tette e massacrando i capezzoli e muovevo il bacino verso l'alto per farmi mangiare la micina dal mio cane. Sull'asciugamano si era formata una chiazza bagnata per via del mio nettare che colava a fiumi misto alla gran quantità di bava del cane. Nessuno mi aveva mai leccata in quel modo. Decisi di alzare ancora di più il bacino offrendo anche il culo alla bocca del cane, che iniziò a leccarmi il buchetto. Mentre lo leccava tornai con le mani sulla mia fighetta ridotta a un lago, e cominciai a stuzzicarmi il clitoride sempre più velocemente fino a che non ebbi un orgasmo sconvolgente, che mi partì dalle viscere e mi portò una sensazione di focosa libidine fino alla punta dei capelli. Pensavo di svenire. Dovetti tuffarmi in piscina per riprendermi. Da dentro l'acqua guardai il mio cagnolone e vidi che aveva il pene eretto, un pene decisamente grande. Sorrisi tra me e me.. l'estate era ancora lunga. [Fine prima parte]
scritto il
2015-01-26
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