Mamma amante instancabile I

di
genere
incesti

A letto passammo tutta la giornata e la notte prendendoci nelle posizione più strane, ma per ciò che riguardava il retto non voleva saperne.
Il mattino dopo mi alzai di buon ora, per recarmi al lavoro, mamma dopo alcuni minuti mi raggiunse in cucina e dopo avermi baciato in bocca, iniziò ad imboccarmi, un cucchiaino a me e uno a lei dalla stessa tazza del caffelatte.
Finito mi chiese se avevo voglia di possederla prima di andare al lavoro, vedendola in fregola la presi per mano e ci dirigemmo a letto dove gli tolsi la vestaglia e quindi la posizionai con le gambe sulle mie spalle, e visto che avevo un erezione soddisfacente le misi l’uccello nella passera e presi a galopparla con discreta energia.
Mamma in poco tempo raggiunse il godimento e cominciò ad insultarmi:
“Porco, maiale ti piace entrare nella figa ti tua madre da dove trent’anni fa ne uscivi”
“Certo mamma, e a te da puttana quale sei ti piace che sia tuo figlio a toglierti le ragnatele che hai sulla passera”
“Figlio mio, con te godo talmente che ormai non posso farne a meno, neanche tuo padre riusciva a durare come te”
“Vera puttana parli così di mio padre e pensare che fino a qualche giorno fa non potevi stare con un altro uomo che non fosse lui”
“Beh amore non avevo ancora provato quel cazzone che ha mio figlio in mezzo alle gambe e la sua resistenza prima di venire”
“Mamma senti mi è venuta un’idea, visto che non vuoi darmi il buco del culo, dammi almeno un figlio”
“Sei matto, ti do già la figa, che non è un atto normale tra madre e figlio, ma un figlio no”
“Ma se intanto ci trasferiamo all’estero, poi diventiamo marito e moglie, non è più che normale che la donna dia al suo uomo la prole”
“Non puoi chiedermi di figliare con te, questo è contro natura”
Non risposi , estrassi il cazzo che era affondato nella vagina, mi alzai dal letto e andai in bagno a lavarmi. Mi vestii e mi recai al lavoro, mentre viaggiavo il cellulare squillava, guardai sul display e vidi che era Veronica che mi chiamava, non risposi e posai il telefonino sul sedile del passeggero.
Il cellulare squillò per diverse volte, senza che io rispondessi, dopodiché sentii il suono di un messaggio e guardai.
Neanche a dirlo era mamma che mi messaggiava, allora lessi:
“Amore mi manchi e non mi è piaciuto che te ne sei andato senza ne salutarmi ne baciarmi, comunque sappi che per quel che concerne il culetto, quando saremo all’estero sarà tuo, e per quanto riguarda un figlio dopo il matrimonio se ne può parlare, ma non voglio vederti alterato”
Letto il messaggio frenai bruscamente evitando di finire fuori strada, quindi col telefonino chiamai in azienda dicendo che mi sentivo male e che tornavo a casa.
Feci inversione di marcia e tornai a casa da mamma, entrai e la trovai ancora nuda intenta a pulire, ma appena mi vide mollò tutto e mi corse incontro abbracciandomi e baciandomi:
“Tesoro mio non devi arrabbiarti, io a volte penso che sei mio figlio e non vorrei che la gente sparlasse di noi, per questo sono ritrosa a certe cose”
“Mamma come vuoi che la gente sappia che non scopiamo insieme se non lo diciamo in giro, anche chi lo sa, non parlerà perché a troppo da perdere”
“Si amore alle tre bagasce che ti portavi a letto ci ho pensato io!”
“Bene allora non parliamone più”
La presi in braccio e la portai nella stanza dove ricominciammo a fare l’amore.
Dopo questa giornata i giorni seguenti proseguirono nello stesso modo, lavoro,
casa, mangiare, amore, dormire, amore, lavoro e così via.
Passati circa tre mesi l’agente immobiliare ci fece sapere che c’erano dei compratori e che nel week end sarebbero venuti a visionare la cascina e nel caso avessero deciso di acquistare l’avremmo dovuta rendere disponibile in trenta giorni.
Il giorno successivo consegnai le dimissioni dal mio posto di lavoro e subito dopo mi recai in un agenzia di viaggi dove prenotai due posti per la Tailandia.
Arrivato a casa presi mamma per mano e le comunicai il tutto.
Lei fece un sorriso poi mi disse:
“E se non vendiamo la casa come facciamo”
“Beh partiamo ugualmente, sono stufo di non poterti abbracciare, baciare in pubblico”
“Amore ma sei sempre più maialino”
Appena finito di parlare la baciai sulle labbra poi intrufolai un mano sotto il vestito quindi con un po’ di violenza le strappai gli slip di seta neri e poi slacciandomi i pantaloni estrassi il cazzo bello turgido e lo infilai nella sua sorca piena di umori.
“Bella mia quando saremo sposati, non voglio più che indossi l’intimo, ti voglio sempre pronta”
“Amore, io per te sono sempre pronta, ma se per farti contento devo diventare una zoccola non c’è problema”
“Mamma ma tu sei già la mia zoccola, troia, bagascia o puttana come preferisci che ti chiami, ma sei anche la mia bellissima amante nonché mamma”
“Amore io sarò sempre pronta per te, senza mutande e reggiseno, con le calze più sexy e il reggi calze come piace a te, ma voglio che anche tu non metta niente”
“L’importante mamma e che metta questo missile nella tua rampa di lancio e poi magari una volta che ti sei convinta possa posteggiarlo nel hangar”
“Senti, senti il porcone come fa il disinvolto, comunque devi scegliere se preferisci impregnarmi o spaccarmi”
“Scusa mamma una cosa non esclude l’altra”
“E no, al momento opportuno devi scegliere, anzi potresti scegliere adesso”
“La scelta è difficile, ma dovendo scegliere ti voglio vedere col pancione”
“Lo sapevo che sei il solito porco”
“Certo che dopo che avrai figliato due o tre volte o avrai raggiunto la menopausa penso proprio che ti romperò quel bel culo che tu conservi vergine”
“Vedremo”
La conversazione finì li, e non parlammo più di verginità e di gravidanza fino al giorno che giungemmo in Tailandia, questo accadeva dopo sette mesi che mamma era vedova.
Il giorno che giungemmo a Bangkok, era una giornata serena illuminata da un sole cocente, facemmo un giro per la città, dove acquistammo alcuni indumenti e qualche cosa per pranzare poi noleggiammo un auto e ci recammo a Pattaya una cittadina a circa 130 chilometri poi consegnata l’auto ad un punto di noleggio andammo in spiaggia dove facemmo anche il bagno, sempre tenendoci per mano.
Mamma ormai innamoratissima e molto gelosa se guardavo qualche bellezza locale mi dava uno schiaffetto e poi per una mezz’ora rimaneva imbroncita, voleva essere la sola e unica mia attrattiva.
Verso sera ci recammo nuovamente in aeroporto per partire alla volta dell’isola Samui, dove precedentemente avevamo acquistato una casa per vivere la nostra storia d’amore.
In poco tempo con l’aereo giungemmo a destinazione dove trovammo un agente immobiliare del luogo che ci accompagnò.
Visto la disponibilità di questa persona, gli chiesi se nelle vicinanze c’era qualche persona che poteva sposarci.
Lui disse che si sarebbe informato e ci avrebbe fatto sapere dopodiché si accomiatò,
lasciandoci soli.
Mamma girò a lungo per la casa, quando finalmente si venne a sedere sul sofà vicino a me disse:
“Bella la casa, ma è tanto grande che per pulire ci passerò un giorno intero”
“Bella signora, anche a questo ho pensato nel momento che l’acquistavo”
“Cioè?”
“Beh tutti i giorni verrà un ragazza del luogo, a fare le pulizie, l’agenzia a assunto tre ragazze”
“Cosa ne facciamo di tre ragazza per pulire”
“Beh devi sapere che due vengono un giorno l’una e un giorno l’altra per eseguire le pulizie, mentre la terza verrà ad occupare una stanza qui in casa e sarà a nostra complete disposizione 24 ore su 24 ore come cameriera”
“Spero che sia una racchia, devo essere io la sola donna che ami e con cui fai l’amore”
“Sempre gelosa, lo sai che sei l’unica donna della mia vita, e se avessi saputo quanto eri troia, anche quando c’era papà in vita, ti avrei trombata e messa incinta”
“Già così ci ammazzava tutti e due”
“Perché mai, ti avrei ingravidata e poi tu gli dicevi di essere stato lui a farcirti”
“Sei sempre un maiale ed è per questo che ti amo”
“Già, comunque adesso ho voglia di fare l’amore con te, e stavolta non voglio uscire, ma riempirti di sperma in modo che resti incinta. Dai andiamo a letto”
Appena si alzò dal sofà la presi in braccio come si fa con una sposina e la portai a letto dove per tutta la notte facemmo l’amore.
La mattina dopo ci svegliò una ragazza indigena che era la domestica, dopo circa un’ora arrivò anche la cameriera, la quale prese possesso della sua camera e quindi servizio.
Due o tre giorni dopo ci fece visita l’agente immobiliare che ci comunicò di aver trovato una persona che celebrava matrimoni e che nel giro di poche settimane ci avrebbe sposato.
Concordammo il tutto con l’agente che dietro una cospicua mancia si interessò di tutto.
Dopo un mese che ci eravamo stabiliti nell’isola, ci recammo dal santone che ci sposò, al termine della funzione, mi chiamò da parte e mi disse in un italiano stentato che dovevo amare molto la mia donna se avevo attraversato l’oceano per sposarla.
Titubante dopo questa affermazione risposi:
“Si certo è tutta la mia vita”
Lui con una flemma quasi in stile inglese mi disse:
“Amala perché tua madre ti darà dei figli e sarà la miglior compagna che potrai mai avere”
Mamma nel mentre si avvicinò e sentì che dicevo:
“Certo è la donna più importante della mia vita”
Tornammo alla nostra casa, e per diversi giorni facemmo l’amore, dopo alcune settimane mamma scoprì che non arrivavano le mestruazioni e quindi l’accompagnai dal medico per una visita.
Il medico dopo la visita disse:
“Congratulazioni, sarà presto mamma! E’ il suo primo figlio?”
“Si è il nostro primo figlio” replicai
“Non si preoccupi signora, verrà assistita molto bene qui”
“Grazie” rispose mamma.
La presi per mano e poi abbracciandola tornammo a casa, la sera stessa per festeggiare, mamma mi donò il suo culetto.
Da quel momento mamma cambiò in meglio anche se era preoccupata per la gravidanza, non mi lasciava un momento tranquillo, voleva sempre fare l’amore, anche quando incominciava a vedersi il pancione.
Vera diventava ogni giorno più possessiva e gelosa anche delle ragazze che lavoravano in casa.
Un giorno in un momento di coccole mi disse:
“Sai ho pensato, che potrei invitare Anna, a trascorrere le vacanze qui da noi e così magari mi aiuterà anche in questo periodo che sono in gravidanza, ma tu no la devi neanche sfiorare con un dito”
“Mamma, magari potremmo fare un bel triangolo, io te e Anna”
“Porco, mi hai ingravidata e mi hai rotto il culo e pensi a portarti a letto quella maiala di Anna e con me consenziente. Se provi solo a sfiorarla la mia figa non l’assaggi più!”
“Eh brava la mia porcellina il santone me l’ha detto che eri la mamma e la moglie migliore che potessi trovare”
“E come faceva a sapere che eravamo madre e figlio?”
“Non lo so comunque ho chiesto a chi ci ha organizzato il matrimonio , ma detto che lui ha solo riferito che eravamo due fidanzati che si erano trasferiti per amore”
Dopo questo episodio mamma chiamò Anna e la invitò a trascorrere le vacanze da noi e di portarsi anche il marito.
Dopo una ventina di giorni sentimmo una voce in italiano che ci chiamava dal giardino. Era Anna che si era precipitata a trovare mamma. Le due erano circa un anno che non si vedevano.
Anna disse:
“Porcellini sapete la novità?”
Noi ci guardammo e poi insieme dicemmo:
“No, raccontaci”
“Io e mio marito ci siamo separati così adesso mi posso godere tutti gli uccelli che volano liberi”
“Brava Anna, era ora! Sai lo avessi saputo prima che mio figlio mi amava avrei lasciato Aldo molto tempo prima”
“Ma come se lo amavi fino ad esserne ossessionata dalla paura che Rosa se lo riprendesse”
“Sai cara Anna, l’amore per Aldo era niente al confronto dell’amore per il mio nuovo marito”
“Ma Vera sei venuta qui per goderti tuo figlio, fare l’amore con lui e poi ti sei sposata con un indigeno?”
“No, non posso spiegarti adesso ma in seguito capirai tutto”
“Vera, dimmi solo se questi indigeni sono dotati di attrezzatura fuori dalla norma”
“Cara Anna cosa vuoi che ne sappia, io non conosco nessun nativo di quest’isola e poi adesso che sto per avere un figlio non mi interessa nessuno al di fuori del mio uomo, anzi sappi che lui per te è off limit”
“Insomma mi vuoi spiegare chi è il tuo uomo, cioè tuo marito, quello che ti ha ingravidato, in modo che mi possa cercare qualche bel maschio che mi soddisfi”
“Se te lo dico, mi prometti che quando torni al paese non ne farai parola con nessuno”
“Cara, al paese non torno più! Come ti ho detto mi sono separata, ed ora che sono libera, voglio godermi la vita e scopare con qualche maialino giovane che posso usare come boy toy”
“Va bene allora se è così sappi che mio figlio Marco è anche mio marito, ci siamo sposati qui sull’isola”
Questa rivelazione non sconvolse più di tanto Anna, la quale abbracciò prima Veronica poi me e disse:
“Non pensavo che vi foste sposati comunque vi auguro tanta felicità e prole in abbondanza”
Ringraziammo, dopodiché Anna ci disse che voleva trovarsi un maschio e creare una famiglia e stabilirsi anche lei nell’isola, ma non voleva sposarsi.
Anna era anche preoccupata di non avere denaro in abbondanza per mantenersi e comprare una casa.
Capito il suo problema, riusciva a mantenersi per vivere ma con l’acquisto di un immobile non riusciva, le proponemmo di occupare una stanza o due da noi.
Adesso sono cinque anni che viviamo in Tailandia, mamma a partorito prima una bimba che chiamammo Stefania poi dopo un anno diede alla luce due gemelli, Un maschio e una femmina a cui demmo il nome di Franco e Franca.
Anna invece conobbe Arturo, il ragazzo che ci accompagnò e poi ci fece sposare e se ne innamorò al punto che ora convivono in casa con noi.
Le copie comunque sono una Anna e Arturo e l’altra Vera e Marco e ognuna fa sesso per conto suo.
Ogni tanto quando siamo soli in casa, e mamma e a dormire una bella pacca sul culo di Anna mi permetto di dargliela in memoria dei tempi che si scopava insieme, ma niente più.
Continuo ad amare alla follia mamma Vera.

scritto il
2015-02-22
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