Zio Paolo: Marco e Valeria - La cena

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tradimenti

Si, la chiamata mi sorprese un po’, arrivò infatti dopo 15 minuti che ci eravamo lasciati; ero ottimista, ma non mi aspettavo una decisione tanto rapida.

Mi dissi che questa era un’ occasione storica per uno della mia età; trovare una coppia così, con lei che sembrava fatta apposta per intrigare uno come me, era quasi un miracolo, un premio, non so se del tutto meritato, per la mia dedizione a questo mondo della trasgressione. E decisi che doveva essere una serata memorabile: per me, perché poteva essere l’ ultima volta per un “vecchietto” come me, per Laura, perché la sua prima volta doveva scolpirsi in maniera eterna nella sua mente, e per Marco, che finalmente avrebbe visto coronate le sue fantasie cuckold. Volevo tutto da quella coppia, anche (o forse soprattutto) il culo di Valeria, che, mi aveva detto suo marito, era ancora vergine!

Vennero a prendermi in albergo: lei era splendida, gonna corta ma non troppo, con spacchi maliziosi, ma non troppo, attillata, e questo, inevitabilmente, l’ avrebbe fatta salire appena seduta; camicetta a fiori scollata, ma non troppo, ma con l’ ultimo bottone maliziosamente slacciato. Era abbastanza su di giri, un po’ sopra le righe, ma comunque molto controllata, ma con gli occhi che sprizzavano allegria: era adorabile. Al ristorante lei si sedette alla mia sinistra, mentre Marco era di fronte a lei.

La conversazione passò da un argomento all’ altro, senza sfiorare minimamente il sesso, addirittura io e Marco ci mettemmo a parlare di calcio!!! Ma era tutto previsto, mi stavo preparando la scusa per cominciare un primo “avvicinamento”. Infatti, fingendomi, quasi scandalizzato con me stesso le dissi:

“Ma che bestie di accompagnatori hai, mia cara Valeria. Sei qui adorabile e fascinosa e noi non ti consideriamo nemmeno!!!”. E così dicendo le misi un braccio attorno alle spalle, l’ attirai un po’ verso di me per appoggiare il suo capino sulla mia guancia e poi le diedi un castissimo bacio sulla tempia.
“Ma lo sai che io e Marco abbiamo parlato moltissimo di te in queste ultime settimane?”
“Ah si? Mi ha detto che ti aveva conosciuto, ma non mi ha raccontato tante cose”
“Però hai letto il racconto che ho scritto?”
“Si!! Sei un bel ….furbetto!”
“Ma ti è piaciuto?”
“Si, l’ hai scritto bene”
“E ti è piaciuta la situazione in cui si è trovata quella ragazza?”
“Si, molto….intrigante”
“E ti piacerebbe trovarti in una situazione del genere?”
“Non so, non ci ho mai pensato”

La conversazione era avviata lungo il binario che prediligevo; lei era sempre più partecipe e disponibile anche a battute sempre un po’ più allusive e a situazioni un po’ più…”hot”. Poco a poco il mio braccio si muoveva sempre più frequentemente attorno alle sue spalle, ne approfittavo per accarezzarle i capelli o il collo o la schiena. Con la mano destra avevo cominciato ad accarezzarle il ginocchio, lei aveva cominciato a togliere la mano, ma con poca convinzione.
Sotto il tavolo avevo cominciato a salire lungo la coscia, ho verificato che aveva le autoreggenti (non avevo dubbi) e facilmente arrivai fino alla pelle nuda. Era bellissimo. E tutto questo in mezzo al ristorante, con la gente che incuriosita cominciava a rendersi conto della situazione e con Marco che vedeva (o intuiva tutto) e non diceva niente.

Quando finimmo la cena mi alzai ed uscii dal ristorante mano nella mano con Valeria, mentre Marco pagava il conto; quando uscì ci avviammo verso la macchina, io tenevo Valeria abbracciata per la vita: la sentivo morbida, flessuosa, proprio come piace a me.

“Sai Valeria” dissi quando arrivammo alla macchina “ ho avuto l’ impressione che a Marco non sia dispiaciuto vedere che ti corteggiavo un po’” e mi misi dietro di lei, le misi il braccio sinistro intorno alle spalle e con il braccio destro sulla pancia la tirai verso di me.
“Mi sa che hai ragione” disse lei.
“Allora bisogna che gli diamo qualche soddisfazione” dissi prendendole in mano una tetta e baciandola sul collo e facendole sentire sul culo tutta la potenza della erezione dei miei 22 centimetri. Lei lasciò fare per qualche attimo, poi, molto lentamente e dolcemente, si staccò da me. Salimmo in macchina ed io continuai.
“Insisto nel dire che a Marco non dispiace di vederti con me. Mi sembra, addirittura, che sia eccitato. Perché non verifichi?” Lei ridendo tastò un po’ il cazzo del marito e, ridendo, disse:

“Ce l’ ha di marmo!!!”
“Vedi che ho ragione!! Ma tu lo immaginavi che fosse così?”
E lei: ”Ma sai quante volte mi ha chiesto di fare certe cose”
“E non le hai mai fatte?”
“No!”
“E perché?”
“Non mi va, queste cose non si fanno, mi hanno educato secondo certi principi e certi valori.”
“Si, hai ragione, ma quei principi dovrebbero essere validi sempre, non solo per queste cose!”
“A cosa ti riferisci?”
“Beh, Marco mi ha detto che di tanto in tanto guardate qualche film porno e che a te non dispiace”
“Ma è una cosa diversa! E poi non facciamo niente di male”
“Sarà, però non mi dire che l’ educazione che hai ricevuto permetterebbe certe tue “reazioni!”
“Cioè?”
“Quando lui ti fa vedere certi cazzi spaventosi tu vai su di giri, mugoli, quasi urli per l’ eccitazione!!”
“Ma dai, non è così..”
“Se ti parla di trovarti in certe situazioni, poi, perdi quasi il controllo!”
“Ma non è così!”
“Come no, se ti parla di stare con qualche negro, ti bagni come una fontana e ti masturbi gridando”
“Ma no, ma tutte queste cose ti ha detto?”
“Certo, e ti fai mettere tutta la mano nella fica quasi fino al braccio!”
E lei, imbarazzata, stava zitta.
“Anche questo la tua educazione non lo permetterebbe. E allora perché altre cose non le vuoi fare?”
“Ma quello che faccio è perchè lo faccio con mio marito”
“Ma anche quello che ti chiede Marco e tu non vuoi fare lo faresti con tuo marito. Dove sta la differenza?”
“Una cosa che non ho capito dai discorsi, con Marco, è che uomini ti piacciono: giovani, negri, arabi, o che cosa??”
“Non so, no c’ è un tipo particolare…”
“Le piaccio i maturi” quasi gridò Marco.
“E’ vero?” le chiesi.
“Beh, si, a volte si vedono dei bei tipi” un po’ evasiva. Decisi di non insistere su questo tema.

Tutto questo mentre Marco guidava e io le tenevo una mano, gliela baciavo e la accarezzavo sui capelli, sul collo, le alitavo vicino all’ orecchio e la incitavo a “verificare” lo stato del cazzo del marito!! Si vedeva che a lei piaceva e non smettemmo finchè arrivammo a casa loro.

E quando fummo a casa mi resi conto che Marco era un organizzatore con i fiocchi!
scritto il
2015-03-12
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