Una notte a Milano

di
genere
etero

La notte fa capolino a Milano e io come tutte le sere mi preparo per andare a letto , pensando a i fatti che sono successi in quel giorno, suona il cellulare, guardo il numero Anonimo, sarà qualche ragazzo che vuole fare qualche scherzo, comunque rispondo !

“Pronto, chi è ?”
“Ciao Mikele sono io non mi riconosci dalla voce ?”
“Aspetta ….. fammi ricordare bene”
“Va bene, però fai in fretta non ho moltissimi soldi”
“Ha adesso so chi sei … Laura come mai mi chiami adesso ?”
“Bravo, hai capito chi sono in poco tempo. Comunque ti chiamo per invitarti domani sera da me !”
“Certo che vengo, non sarebbe da gentiluomo rifiutare un invito da una donna”
“Sei dolce come sempre eh ? Non cambi mai ? Dai ci vediamo domani sera da me alle otto e mezzo ?”
“Si sono dolce e non posso cambiare sono così, comunque vada per le otto e mezzo da te”
“Ciao Mikele a domani”
“Ciao Laura a domani …… aspettati un regalo !!”

Così l’indomani vado dal fioraio e compro dieci rose rosse e un pacchetto di cioccolatini al miele, so che và matta per le cose con il miele. Passa il pomeriggio in un lampo, guardo l’orologio sono le sei, mi faccio una doccia e mi vesto elegante per l’occasione, so che lei non vuole ma si sa io sono un po’ pazzo quando si tratta di sorprese e regali. Prendo la macchina e sono da lei in un’oretta buona, abita fuori Milano e con i mezzi ci avrei messo il doppio del tempo, cerco dove parcheggiare e trovo spazio vicino alla sua macchina, una Opel del 2009 la Tigra se non mi sbaglio, certo che il colore lascia a desiderare, verde accesso con delle strisce verticali color nero, si vede che era di un maschio, passo l’ora ad ascoltare a bassissimo volume le mie canzoni preferite, arrivano le sette e mezza e la vedo scendere dall’autobus e correre a casa, non so se scendere a salutarla oppure restare in macchina e aspettare l’ora esatta, il mio istinto mi dice di aspettare e per una volta gli do retta. Così aspetto al caldo nella mia macchina ascoltando il mitico Max e altre canzoni anche molto romantiche, arrivano le otto e lei mi chiama.

“Ciao Mikele dove sei ?”
“Ciao Laura sono sotto casa tua, ho appena parcheggiato”
“Wow, pensavo fossi ancora a casa (ride)”
“Spiritosa, davvero molto spiritosa, posso entrare anche se con mezzora in anticipo ?”
“Certo che sciocco che sei potevi salire anche prima appena arrivato qui”
“Ma ti volevo fare una sorpresa ..... insieme a quello che ti ho portato ?!?!”
“Cosa ? Cosa hai fatto per me ?”
“Dai ci vediamo su da te e vedi con i tuoi occhi cosa ho combinato (rido)”
“Ok sono al quinto piano l’ascensore arriva fino al quarto piano senza bloccarsi quindi devi fare una rampa di scale a piedi …”
“Non cè problema, arrivo”
“A presto allora”
“Si a presto ….”

Mi faccia aprire tenendo nascoste le rose e i cioccolatini e prendo l’ascensore, è uno di quei vecchi montacarichi usati moltissimo in America, mi piacciono un sacco, premo il tastino numero 4 e con qualche intoppo arriva al mio piano, e salgo una rampa di scale poco illuminata ma ben curata, si vede che qui ci tengono all’aspetto. Suono al suo campanello e sempre nascondendo i doni mi faccio aprire, appena se ne và metto le rose e i cioccolatini sul tavolo e mi siedo su una sedia imbottita, ritorna dalla doccia, lo capisco dall’accappatoio che ha addosso e i capelli bagnati, si deve ancora vestire, anche se mangiamo a casa sua so che ci tiene molto, ma si vede che è stanca e mi dice che si metterà il pigiama, anche se non è molto romantica come cosa da dire, se ne và subito e non nota i miei doni, non me la prendo so che quando li vedrà scoppierà a ridere, si imbarazzerà da morire perché lei non ha niente da darmi in cambio e mi dirà almeno un centinaio di volte

“Grazie ”.

Da un’altra stanza grida che tra poco arriveranno le pizze e i soldi per pagarli sono sul comodino vicino alla Tv e se lei non è ancora preparata devo scendere io per pagare, detto fatto nel giro di pochi minuti suona il videocitofono, sono quelli delle pizze, scendo pago e risalgo con il mio carico di cibarie, in omaggio c’erano anche delle lattine di Coca-cola, quella donna mi conosce. Salgo con il mio amico montacarichi e mi faccio la solita rampa di scale, arrivo alla porta che avevo lasciato aperta e mi fiondo dentro casa per vedere se ha scoperto i miei doni, ma che diavolo è ancora in camera sua a cambiarsi, certo che ci vuole per mettersi un pigiama, tra poco saranno le nove e Laura finalmente esce dalla sua camera, una visione celestiale, anche se è con il pigiama è bellissima, una dea. Copro con il corpo i miei regali e iniziamo a parlare del più e del meno, quando salto volontariamente al mio argomento preferito i doni, mi sposto e gli do le rose e i cioccolatini al miele,lei come previsto saltella tutta gioiosa e mi ricambia con un sacco di baci e bacini, sono pieno di rossetto da tutte le parti, vado a lavarmi la faccia, mi dirigo verso il bagno e mi fermo solo un secondo a vedere la sua camera da letto, spaziosa e molto bella, ottimo gusto per gli interni e in un angolo un computer di ultima generazione, quello con qui io e lei ci scriviamo ogni sera fino a notte fonda. Mi lavo la faccia e i miei occhi cadono su una confezione rettangolare molto singolare, la scatola di un vibratore, adesso si che sono imbarazzato, chiudo il getto d’acqua e ritorno da lei, aveva già tagliato la pizza a tranci e la metteva nel forno a scaldare.
Mentre le pizze si scaldano iniziamo a parlare del più e del meno, in modo molto casuale finisco per parlare di sesso, lei mi chiede se la mia prima volta è stata bella come per lei, io a dire la verità non ho ancora avuto molte ragazze con qui ho fatto sesso e quindi le mia prima esperienza risale a pochi anni fa con Veronica, anche lei di Milano e anche lei vergine come me. Lei mi racconta la sua prima volta e di come li faceva paura l’idea che un coso di dimensioni medie li entrasse dentro come un trapano come un muro l’esempio mi fece ridere moltissimo, lei imbarazzata mi tese la mia porzione di pizza e la mia lattina di coca, io come sempre aspettavo anche lei per mangiare e lo sapeva benissimo.
Prese un pezzo di pizza caldo da me, non feci storie sapevo che me lo avrebbe ridato indietro, e bevve un goccio di coca per mandare giù il boccone, aspettando la sua di pizza riprendemmo l’argomento del sesso e parlammo di come secondo noi doveva essere l’amore, inanzitutto andava chiarita l’idea che l’amore si fa quando due persone stanno insieme e si AMANO per questo si chiama AMORE, invece per il sesso era diverso basta che ci fosse un uomo e una donna che si piacevano fisicamente e il gioco è pressoché fatto !, però cè sempre il pericolo che da quel rapporto occasionale nasca l’amore e quindi si passi al livello successivo quindi di fare sesso ma con un fortissimo sentimento dietro chiamato Amore, e secondo noi era quella forza che muoveva il mondo.
Scaldata anche la sua pizza ci sediamo sul divano e iniziamo a vedere un film, carino ma molto noioso, propongo alla mia compagna di divano di fare qualche gioco di società o di carte come uno oppure monopoli per citarne alcuni, vado con lei nella sua camera e vediamo cosa ce, per mia fortuna ci sono delle carte da scala 40 e ci mettiamo a giocare invece di guardare la tv.
Dopo tre partite lei si và a coricare sul suo letto e mi chiama, continuiamo a giocare nella sua camera da letto, vinco io cinque partite su dieci, la metà esatta, guardo i suoi occhi e mi rapiscono quel marrone era inumano, così bello così . . . . marrone, non c’e modo di descrivere quello che provo, mi avvicino a lei e il suo profumo mi avvolge completamente, mi avvicino ancora e la bacio, un bacio così vivo che nemmeno io sapevo poter dare a una persona, mi scuso subito con lei è stato sciocco da parte mia baciarla, lei sorride e mi ricambia il bacio, pietrificato la guardo di sasso e cerco di capire il perché di quel gesto così ………………… bello. Le sue labbra sanno di miele, anche il suo profumo sa di miele, si sente che è una persona dolce, si dolce come il miele, rido tra me e me e mi faccio forza e gli chiedo il perché di quel meraviglioso bacio, lei tutta sorridente mi risponde con un sorriso a 34 denti bianchissimi:

“Perché mi chiedi pure ? Ti amo mio poeta, scopro solo ora cosa provo per te, cercavo di dimenticarti ma averti qui questa sera vuol dire molto per me, ti amo perché sei la persona più dolce del pianeta terra e perché senza di te posso anche morire, insomma Mikele ti amo un sacco”

Sorpreso e frastornato abbozzo una risposta ma dalla bocca non mi esce nulla tranne il fiato. Dopo pochi minuti riprendo il controllo di me e con un uso di forza intenso mi sporgo verso di lei per darle un altro bacio, questa volta con più passione e lei mi chiede la stessa cosa, io molto più concentrato riesco solo a dire con poche parole:

“Ti amo mia dolcissima musa sei la mia vita, ti amo, e solo ora con questo bacio ho capito che senza di te posso anche morire !!”.

Prendo la sua faccia con le mani tremanti e la bacio, di nuovo , anche lei ricambia il bacio e con mia sorpresa mi ferma e mi prende la faccia e mi guarda negli occhi, questa volta è lei che mi bacia, vorrei sorridere ma non posso, sono troppo concentrato a baciare l’unica persona che vorrei qui con me.
La bacio dappertutto, anche lei con la lingua cerca punti mai conosciuti da me e da lei, quello che stavamo sperimentando su di noi stessi era amore ? io ne ero quasi sicuro non sapevo dire per lei, ma quelle parole dette poco prima mi mettevano una leggerezza che nemmeno la più brutta notizia mi avrebbe fatto scendere dalle nuvole, insieme a lei. Inizia a sentire l’impulso di averla, nel senso di poter sapere che quello non era un sogno ma era tutto reale, come la sua pelle o come il mio dito che percorreva la sua bellissima schiena, mi resi conto di dire tutto ad alta voce quando lei mi prese la mia mano e mi disse:

“Certo che mi amo mio poeta, e ti posso giurare che è tutto reale come me e te o come i nostri capelli, è tutto reale, questo è amore e io amo solo te mio poeta, pretendimi e sarò tua lo posso giurare sulla mia vita”.

Sapevo che per lei la vita è sacra quanto l’amore quindi seppi che anche lei mi amava e quindi quello era il frutto del nostro AMORE.
Presi la sua mano e la misi sulla mia faccia per baciarla, lei non la ritirò indietro e la baciai, lei mi diede un bacio in cambio del mio, mi sentivo caldo, come un fuoco che cresce con il passare dei secondi, anche lei provava la stessa cosa lo vedevo, era rossa e si vedeva che anche lei mi voleva quanto la volevo io. Decisi di provare e gli slacciai la maglietta del pigiama e quando arrivai all’ultimo bottone il suo seno coperto da un reggiseno nero di pizzo finissimo ricadde sulla mia mano, lei mi tolse la felpa e la maglietta ero in pantaloni e canottiera, mi slaccio i pantaloni e il mio pene, già in erezione si presentò a lei sotto forma di una leggera rigonfiamento nei miei boxer neri, io li tolsi i pantaloni del pigiama e vedi il suo perizoma dello stesso pizzo del reggiseno, coordinato pensai tra me e me, eravamo quasi nudi e intanto ci baciavamo ancora e ancora, quella forza era l’amore adesso lo sapevamo tutte e due.
Lei mi tolse la canottiera e sotto un fisico non palestrato, ma un corpo snello e modellato bene, io gli slacciai con un solo dito il reggiseno, a occhio è una quarta ben portata, tolto il suo capezzolo era mio ! lo presi nella mano e lo iniziai a mordicchiare, lei mi accarezzava il collo e andando giù finì sulla schiena, io intanto passavo all’altro capezzolo, sentivo l’eccitazione di lei come ondate sul mio corpo, il mio pene ormai in erezione aspettava solo la sua bocca, non so dire come ma anche lui sentiva l’eccitazione che c’era nell’aria, lei mi tolse i boxer neri e lei lo prese e lo strinse in una presa ferrea, iniziò con una sega molto lenta, quasi per farmi disperdere in quel letto con lei, peccato che mi ero già perso nei suoi occhi così verdi.
Mi sentivo strano, era come se non fossimo più due persone diverse ma eravamo un unico essere legato da questo bellissimo sentimento. Io nudo presi il suo perizoma e glielo tolsi con tutta la delicatezza di qui ero disposto, lei si sdraiò e mi mise la sua vagina ormai piena di umori praticamente davanti alla faccia, io iniziai a leccare quel nettare che usciva da lei, gemeva e mi piaceva sentire il suo gridolino quando li mordevo le labbra, mi rimisi seduto e lei fece lo stesso, prese il pene di nuovo e questa volta se lo mise in bocca, prima piano per fare adattare la sua gola alle dimensioni non molto grandi del mio pene, diciamo che era uno normale, nella medie ecco, presa questa precauzione iniziò a segarmi e intanto andavo e venivo nella sua bocca, il suo letto ormai era pieno dei suoi umori, vidi con la coda dell’occhio che si stava masturbando con la coda dell’occhio, e tolsi il mio pene dalla sua bocca e lo indirizzai verso la sua vagina, sapevo che dovevo andare piano l’esperienza anche se poca mi diceva che bisognava andare con calma le prime volta, con qualsiasi donna, si mise a gambe spalancate e vedo il suo viso contorto da una smorfia di piacere intenso, quasi impossibile da trovare con persone con qui non si ha un legame affettivo,fisico e quasi psichico. Centrai il suo buco dopo due tentativi a vuoto, ero ancora inesperto e lei era bellissima nuda, mi distraeva la sua bellezza, ma quando finalmente riuscì a centrare il buco lei strinse le coperte ormai bagnate dai suoi umori, spinsi poco alla volta per fare piano e dopo accellerai poco alla volta, fino a diventare un movimento fluido e pratico.
Lei dopo minuti intensi mi prese il mio pene e se lo mise nel buco dietro, e anche li il movimento si fece più fluido passati i minuti di assestamento, e lei venne una prima volta con un grido che mi fece impressione per la forza. Mi ricordava una scena di un film semi horror che avevo visto quando andavo alle superiori, con Megan Fox e la protagonista di Mamma mia, adesso non mi ricordo il nome, comunque si girò e tolse il mio pene da quelle caverne ancora inesplorate. Si iniziò a masturbare sotto i miei occhi paralizzati da tanta bellezza in un'unica persona, una singola persona così bella e così dolce, poteva essere solo mai ? bè la risposta mi venne in un lampo SI ! poteva eccome era amore quello che ci legava.
Mentre si masturbava venne una seconda volta e una terza, prese il mio pene ormai in erezione da minuti,ore non so da quanto eravamo su quel letto ma sapevo che lei era mia e io ero suo, completamente assorto dalla sua vista non ci feci caso quando mi prese il pene e se lo mise in mezzo all’incavo delle tette e mi iniziò a fare una spagnola, quasi entusiasmato anche io cercai di contenermi ma non ce la facevo, volevo ansimare con lei, volevo essere un essere soltanto con lei, mentre il mio desiderio montava cercavo i suoi occhi, quelli stessi occhi cercavano anche me, ansimanti di ricevere una risposta silenziosa ma come un grido nel silenzio nella notte buia.
Stavo venendo anche io, lo sentivo venire, ormai era una prolunga che comandavo da solo il mio pene, e sapevo con precisione quando mi mandava il segnale, lo urlai alla mia compagna e ridendo se lo mise in bocca, voleva bere quello che di li a poco mi sarebbe uscito dalla cappella del mio pene.
Anche lei venne per una quarta ed ultima volta, io sentivo spingere quella marea bianca oltre il limite massimo e anche io venni in un botto silenzioso, come l’esplosione di una cometa anni luce dalla Terra, e lei bevve quel nettare bianco come io all’ inizio avevo leccato e bevuto il suo di nettare.
Finimmo esausti sul suo letto con tutte le sue lenzuola e coperte sfatte, eravamo ancora insieme quando lei mi disse la frase che ogni uomo vorrebbe sentire dalla sua donna.

“Mio poeta, abbiamo fatto l’amore ed è stata la serata più magica del mondo ! Sei stato l’uomo che desideravo nel momento esatto e tu mi hai capita e mi hai accolta tra le tue braccia come se fossi la tua compagna da sempre invece ci conosciamo da poco, ma è come se ci conoscessimo da tutta la vita Ti Amo mio giovane poeta e lo farò per sempre … con tutto il mio cuore”

Io ero ancora sfinito dalla prestazione, ma capivo benissimo cosa provava per me, perché era la stessa cosa che provavo io per lei, è stato bellissimo fare l’amore con lei era come se il mondo si fosse fermato nell’attimo in qui ci eravamo scambiati il primo delizioso bacio notturno, gli dissi queste cose e lei pianse a sentirle, io mi avvicinai a lei per vederla meglio, sapere perché piangeva. Piangeva perché ormai aveva la conferma ero suo e lei poteva essere solo mia, eravamo una cosa sola. Sapevo per precedenti storie andate male che l’amore può essere distruttivo come poche cose al mondo, ma poteva anche essere la cosa che faceva girare i pianti e le stelle,costellazioni e universi, tutto in funzione di una sola cosa chiamata da noi uomini e donne AMORE.
Ci addormentammo esausti e contenti come mai in vita nostra, la mattina dopo mi alzai io per primo e feci la colazione a letto essendo sabato nessuno dei due doveva andare a lavoro, erano le 9 e qualcosa quando si sveglio lei, la regina del mio essere, la regina del mio cuore, li portai una brioche un po’ di spremuta due cioccolatini e una rosa (regali che li avevo portato io la sera prima) lei si mise seduta e il suo seno splendeva con i raggi della mattina, sembrava ancora più bella visto in quella cornice, lo baciai perché era un sacrilegio non farlo, io mi ero messo una leggera vestaglia anche se era primavera faceva ancora freddino, così mi lanciai sotto le coperte per riscaldarmi i piedi ormai gelidi e per poter ammirare la sue bellezza con la mattina.
Si alzò dal letto che erano passate le dieci di mattina, ora faceva un pochino più caldo rispetto a prima e si fece una doccia, mi chiamò e io senza sapere o meglio sperando di sapere cosa voleva da me mi diressi da lei, era tutta bagnata, come l’avevo trovata la sera prima solo che adesso non aveva alcun asciugamano a coprirle quei magnifici seni e quei capezzoli rosa turgidi per il freddo e la vagina coperta da un sottile stato di peli neri come la pece. Mi diede un bacio con tutta la passione che aveva in corpo e io risposi con altra passione, ma questa arrivava come un onda anomala dal mio cuore, lo potevo sentire come la marea bianca della sera prima, era come se il mio corpo volesse con ogni sua cellula,fibra essere a contatto con lei e la stessa cosa valeva per lei, ci scambiammo un occhiata che solo due persone legate come noi potevano capire e ci dirigemmo verso il letto dove finalmente senza ansimare ne gemere ci dicemmo le parole più dolci e tranquille che una persona può dire a un'altra persona

“Io ti amo mio poeta e lo farò per sempre … questa è la mia promessa”

“Io ti amerò per sempre mia dolcissima musa devi sapere che anche per me questa è una promessa”

Ci scambiammo ancora dei baci così profondi che nemmeno io so ancora adesso se mai li potrò ancora dare.
scritto il
2015-06-18
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