Invogliami ad uscire

di
genere
gay

Avevo voglia. Era da tanto che non mi concedevo a qualcuno, era passato troppo tempo da quando il mio ormai ex-ragazzo aveva invaso la mia intimità scopandomi per bene nel bagno di casa sua, ed era da tanto che aspettavo un'altra occasione per tornare a fare il maiale con un altro ragazzo, toccarlo e sentirlo ansimare. C'era in realtà qualcuno che avevo preso di mira: Matteo. Era un ragazzo di 18 anni, palestrato, capelli castani e uno sguardo penetrante. L'avevo visto poche volte senza maglietta, ma vi garantisco che era un bel panorama. Pettorali scolpiti al punto giusto, qualche peletto sul petto, jeans a vita bassa che facevano intravedere le mutande e dei polpacci che erano la fine del mondo. A tutto questo aggiungete anche delle labbra carnose che avrei morso per ore ed ore. Sì, era la mia presa, sarei riuscito a sedurla?
24 giugno. Era l'ennesima serata che passavo a casa da solo, sul letto. Fuori faceva troppo caldo per uscire, dentro c'era una noia mortale. Matteo aveva insistito tanto per farmi uscire, ma, sapendo che io e lui non saremmo potuti rimanere soli, avevo rinunciato preferendo la mia stanza. Erano le 22:00. Sento qualcuno bussare alla porta. Indossavo un paio di boxer e una maglietta, ma decisi di aprire lo stesso e non cambiarmi. Avevo fatto bene: alla porta c'era Matteo. Cercava ancora di convincermi ad uscire. I nostri amici aspettavano sotto, lui aveva preferito salire da me per tirarmi fuori di casa.
Se ero imbarazzato? Neanche per idea. Lui lo era? Forse, ma non lo lasciva intuire. Una cosa è certa: l'avevo visto buttare una sguardo sul mio culo mentre mi dirigevo in camera pronto ad indossare un paio di jeans. Ma perché? Perché vestirsi quando prima avrei potuto provare a sedurlo? Tornai dietro. "Fa proprio caldo, non so proprio cosa mettere. Tu cosa mi consigli?" - gli chiesi.
"Non lo so, ma sbrigati ad indossare qualcosa. Quei boxer aderenti che indossi mi stimolano troppo".
"È un modo cortese per dirmi che sei attratto dal mio culo? Ahahha".
"No, è un modo gentile per dirti che te lo spacco se mi provochi ancora".
Ero morto. Il sangue inizio a toccare tutte le parti del mio corpo. Mi avvicinai piano a lui. Aveva uno sguardo incredulo e allo stesso tempo supplichevole. Gli presi la testa e inizia a limonarlo. Aveva delle labbra fantastiche. Sentivo le dimensioni del suo cazzo aumentare sempre di più mentre la sua lingua faceva spazio nella mia bocca. La feci entrare, tutta. Mi stava piacendo, troppo. Sentì la sue erezione toccare la mia. Gli tolsi la maglia, lui era davvero eccitato. Smisi di mordergli le labbra per passare a giocare con la mia lingua sui suoi capezzoli.
"Così mi distruggi. La muovi bene quella lingua" - riuscì a dire solo questo, arrestandosi di colpo per iniziare a gemere. Ero ancora all'inizio del mio gioco. Scesi ancora più giù con la lingua abbassandogli delicatamente i pantaloni. Avevo il suo cazzo nelle mutande vicino la mia faccia, tutto bagnato. Iniziai a toccarlo, delicatamente. Sentivo gemerlo sempre di più. Avevo intuito che quella era la prima volta che qualcuno giocava così con lui. Con il mio indice iniziai a stimolargli la cappella.
"Mmmmmhhhh! Ti prego, continua" - mi supplicò. Ma non avevo bisogno di suppliche, avevo bisogno di sesso, ed era lì di fronte a me. Abbassai le mutande inumidendomi le labbra pronte ad accogliere quel cazzo. Lo volevo tutto, tutto in bocca. Lo avrei accolto a costo di non respirare. Era così eccitante. La sua cappella era enorme, sembrava supplicare di essere messa in bocca, e i pochi peli che aveva lo facevano sembrare più virile, più uomo. Non esitai. Iniziai ad inserire la cappella tra le labbra, leccandola con la lingua. La sua faccia faceva capire quanto stava godendo. Volevo continuare a farlo godere. Misi tutto il suo cazzo in bocca, spompinandolo per bene.
"Oh sì, continua. Oh sì!" - erano le uniche cose che riusciva a dire. Volevo alzare il livello. Mi fermai a succhiare quel frutto prelibato. Mi alzai, misi la sua mano sulle mie chiappe. "Avevi detto di volerle. Vuoi un invito formale?" - lo stuzzicai.
Inizio a leccare il mio buchino. Non era esperto, ma non era neanche tanto male. Iniziò a mettere un dito facendolo entrare ed uscire. Ora io ero quello che ansimava. E anche tanto. Mi piaceva.
"Ti prego, fammi urlare!". Capi le mie parole al vento. Prese la sua mazza in mano e iniziò a farsi strada nel mio buco. Ah, sì, sentivo aumentare le sue dimensioni dentro il mio culo. Mi stava sbattendo sul tavolo, violentemente. Mi aveva afferrato dai capelli, mi baciava.
"Sto per venire" - mi disse urlando di piacere.
"Fallo, dentro". Lo fece. Il suo sperma caldo arrivo dentro di me, facendomi sobbalzare. Intanto, segandomi, venni anche io. Mi girai. Lui era sfinito, lo avevo stremato. Pulii il suo spera che era sulla cappella e lo passai dalla mia bocca alla sua. Mi piaceva limonare.
"Beh, credo che dopo questa scopata farai fatica ad uscire." - mi disse.
"Già, hai proprio ragione. Prima devo farmi una doccia. Ti va di farmi compagnia?". Non esitò. Mi accompagnò in bagno levandosi i vestiti di dosso. Stavamo iniziando, di nuovo. Eravamo impazziti, eccitati.
scritto il
2015-06-22
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