L'amico sexy etero tanto desiderato (parte 2 di 2)
di
Fabio
genere
gay
Sono Fabio e questa è la mia storia.
Dopo una notte di sesso inaspettato con il mio compagno di viaggio Alessandro, etero e fidanzato con una ragazza, presto arrivò il mattino. Io avrei cominciato a lavorare solo il giorno seguente, mentre Alessandro proprio quella mattina. Si alzò presto infatti, e io lo sentii ma feci finta di dormire per evitare l'imbarazzo. Durante tutta la giornata non feci altro che pensare a ciò che era successo la notte prima e mi convinsi ad affrontare l'argomento con lui al suo ritorno.
Alessandro però non fece ritorno prima di mezzanotte, probabilmente voleva evitarmi. Al suo rientro lo fermai e parlammo: mi disse che ciò che era successo quella notte era solo frutto del residuo dell'alcool che aveva in corpo e che non significava assolutamente niente e guai a me se mi fossi fatto un'idea sbagliata o se avessi parlato ancora dell'argomento. Era come se il mio cuore venisse trafitto da tre coltelli contemporaneamente, ma, messi i sentimenti da parte decisi di utilizzare il cervello e feci un ragionamento con lui. Gli dissi chiaramente che quello che era successo la notte prima non era affatto frutto dell'alcool ma della sua pura volontà. Tuttavia, ribadito questo concetto, gli dissi che non mi sarei azzardato a chiedere di ripetere l'esperienza, provando ad immaginare come si potesse sentire lui (avendo tradito la sua ragazza con un uomo), e gli dissi di ammettere che ciò che era successo la notte prima era piaciuto ad entrambi. Alessandro allora, dopo qualche scatto d'ira iniziale ammise la verità, cioè che era stato bello, si era divertito e che tutto ciò che aveva fatto era la volontà di quel momento. Ciononostante ci teneva a ribadire la sua eterosessualità dicendo che ciò che aveva fatto lo aveva fatto solo per provare, confuso da dei sentimenti contrastanti che in quel momento provava e che era ancora attratto dalle donne.
Io, profondamente disturbato, decisi di accettare questa sorta di confessione-compromesso e gli porsi la mano per stringerla. Mi disse subito dopo che avrebbe fatto richiesta per affittare un'altra stanza per sè, per evitare altre notti imbarazzanti insieme. I giorni passavano e molto lentamente io e Alessandro ricominciammo a parlare e a uscire insieme. Dopo circa dieci giorni busso alla porta della sua nuova stanza per chiedere dello shampoo e mi dice di entrare, era in bagno e mi disse di entrare e prenderlo. Entrai nel bagno mentre lui stava pisciando per prendere lo shampoo; per avermi detto di entrare immaginai che finalmente era tornato più o meno come prima e l'imbarazzo generale ormai stava svanendo. Pochi giorni dopo infatti tornammo ad uscire insieme e decidemmo di dimenticare l'accaduto (per me nulla poteva assolutamente essere dimenticato). Dopo essere usciti 2-3 volte, al ritorno da una delle nostre uscite Alessandro iniziò improvvisamente a parlare per primo di quella fatidica notte, chiedendo quasi scusa per il comportamento che ebbe il giorno dopo, e per avermi creato false illusioni. Pur pensando che ciò che stava dicendo fosse vero, lo tranquillizzi dicendo che per me è stata solo un'esperienza, e che sapevo perfettamente separare il sesso dalle emozioni, soprattutto perché sapevo che ciò che stava accadendo quella notte era solo una cosa sporadica. Ovviamente per me non era così ma ero pronto a mentire per salvare almeno l'amicizia. Continuò a parlare dicendo che tutto fu dovuto al fatto che "non svuotava le palle da mesi ormai, e che vedeva il sesso ovunque". Mi misi a ridere (sentendomi però offeso). Dopo un po' capì che ciò che disse mi aveva urtato un po' quindi tornò a giocare la carta delle esperienze. Arrivati all'appartamento iniziò a confessarsi, dicendo di aver paura di perdere Valeria a causa della lontananza, ma anche a causa di alcuni dubbi che gli passavano per la testa. Finalmente ammise che ciò che provò quella notte fu unico e imparagonabile a nient'altro, così io, fremente dalla voglia di toccare ancor quel suo bell'uccello cicciottello, gli dissi che lui aveva solo 21 anni e poteva fare tutto ciò che voleva, provare tutto ciò che gli passava per la testa e che non doveva dare conto a nessuno, e che se la storia con Valeria si rivelerà vera, allora si salverà, altrimenti inutile costringersi a soffrire. Alessandro rimase a guardarmi negli occhi con un accenno di sorriso, poco dopo mi abbracciò e mi ringraziò, poi andò nella sua stanza. Io, con il sorriso più finto che abbia mai fatto, mi girai verso la porta della mia camera, straziato dal morire di questa ultima speranza, e andai a dormire. Un'ora e mezza dopo però, l'improbabile tornò a bussare alla mia porta, Alessandro infatti entrò nella mia stanza, accese la lampada svegliandomi, mi disse qualcosa che non riuscii neanche ad ascoltare tanto fui sorpreso, e si buttò sul mio letto, pochi baci e passò all'azione ma questa volta voleva comandare soltanto lui. Mi disse infatti che sarebbe stato lui il maschio alpha, e le cose sarebbero andate così d'ora in poi (che significava??); mi prese la testa e me la porto sui suoi slip, allora liberai la mia libido e mi scatenai in un pompino di quelli professionali: leccai lentamente la cappella, con i denti abbassai la sottile pelle che la copriva e iniziai a succhiare tutto quel bendidio, questa volta non mi trattenni, scatenando le fantasie di anni su un unico obiettivo, il suo pene. Con le mani iniziai a palpare prima i suoi pettorali, poi i suoi morbidi coglioni depilati e infine, le sue natiche; non so perché ma sfiorargli i peli dell'ano mi faceva impazzire. Quando mi avvisò che stava per venire, non ebbi il coraggio di staccarmi da quel marmo, quindi con un grande sforzo succhiai il più forte possibile sulla cappella premendo il restante corpo con la mia mano, poi buttai tutto il bastone in gola e allora sentii il suo fiume sfociare al mio interno. Con grande imbarazzo e sorpresa nei suoi occhi continuò a muovermi la testa su e giù sulla sua larga arma fino a quando non torno più dura di prima. Quindi mi sussurrò nell'orecchio che voleva possedermi. Rimasi scioccato, non credevo he dopo essersi svuotato avesse ancora voglia di giacere con me, ma, ovviamente, non rifiutai la sua proposta (che più che una proposta sembrava un comando). Una volta lubrificato il mio buco e il suo attrezzo, provò a ficcarmelo, ma per quanto io fossi rilassato, provai un dolore immane, d'altronde ero vergine dal culo e avevo solo provato con il mio dito. Non gridai ma provai grande sofferenza, ma alla fine anche grande soddisfazione dopo che il suo cazzone (meno lungo ma un po' più grosso di circonferenza del mio) era entrato dentro di me. Sentivo come una sensazione di riempimento, di fastidio (solo sull'ano) e di grande godimento altrove. Iniziò a pompare piano, perché quello era il suo stile diceva, ma la sensazione era talmente bella che fui io il primo a muovermi sulle sue anche più veloce, fino a provare ancora dolore. Poi mi stesi di schiena sul letto e iniziò montarmi fino a farmi venire. La sensazione era davvero indescrivibile, come una serie di brividi sparsi per tutto il sistema nervoso, facendo muovere ogni singola fibra di ogni singolo muscolo, facendomi muovere e gridare dal piacere, distribuendo la mia sborra su entrambi i nostri corpi. Poco dopo venne anche lui, me ne accorsi perché sentii una parte di lui uscire da quel pisello pneumatico e inondarmi il retto. Ancora una volta con mia grande sorpresa, decise di leccare il mio seme su tutto il mio addome, poi raccolse con la lingua parte del suo sperma fuoriuscente dal mio culo distrutto per portarlo alla mia bocca attraverso un bacio. Quella volta ci facemmo la doccia insieme e rimase a dormire da me, prima di addormentarci però mi disse che tutto ciò era fatto solo in amicizia ed era solo momentaneo e sporadico. Io gli dissi che ero d'accordo ma dentro di me giurai di fare qualsiasi cosa per fargli cambiare idea e farlo innamorare di me.
Questa sarebbe la conclusione ideale di questa storia ma purtroppo c'è dell'altro.
Nelle successive due settimane la nostra "trombamicizia" continuò per altre 4 o 5 volte, dividendoci equamente i ruoli (quando vedevo il suo culo il mio cervello impazziva, ma capivo che per lui era difficile accettare di prenderlo, quindi accettai il compromesso di fare un po' e un po' -tra l'altro gli orgasmi dal culo erano anche più forti quindi non era un problema per me-).
Una sera, tornando da un'uscita con altri amici, arrivati all'appartamento avremmo svuotato le nostre palle insieme, come era diventato abitudine; ma a farci la sorpresa nell'appartamento c'era Valeria che "finalmente" era riuscita a partire per rimanere per sempre. Alessandro, ovviamente, passò la notte nella sua stanza con Valeria, e io solo, nella mia, nella depressione più totale. Dopo un mese ebbi l'opportunità di cambiare appartamento, e decisi di farlo, ne parlai con Alessandro che mi disse che gli dispiaceva. Nei suoi occhi si vedeva che non era attratto da me, poiché sfogava quotidianamente con Valeria. Mi feci coraggio e gli chiesi un'ultima volta insieme ma lui mi disse di no poiché non ne aveva bisogno, poi mi portò in bagno, si spogliò davanti a me e mi disse che gli potevo fare una sega o un pompino se avessi voluto, ma non di più. Ovviamente, con un minimo di dignità rimastami, declinai l'invito (dopo averlo guardato per bene per l'ultima volta naturalmente) e me ne andai.
La cosa peggiore è che non ci fu neanche un'ultima volta, e mi sentii usato e preso in giro. Se ci pensavo però anche io l'avevo usato e insieme a lui avevo goduto, nonostante non sarebbe mai potuto succedere; quindi mi misi l'anima in pace e me ne andai per sempre cambiando definitivamente aria. Oggi passati sei mesi io, Alessandro e Valeria ci siamo incontrati in qualche bar un paio di volte al massimo, ma ormai abbiamo staccato i rapporti e ognuno ha preso la sua strada.
Dopo una notte di sesso inaspettato con il mio compagno di viaggio Alessandro, etero e fidanzato con una ragazza, presto arrivò il mattino. Io avrei cominciato a lavorare solo il giorno seguente, mentre Alessandro proprio quella mattina. Si alzò presto infatti, e io lo sentii ma feci finta di dormire per evitare l'imbarazzo. Durante tutta la giornata non feci altro che pensare a ciò che era successo la notte prima e mi convinsi ad affrontare l'argomento con lui al suo ritorno.
Alessandro però non fece ritorno prima di mezzanotte, probabilmente voleva evitarmi. Al suo rientro lo fermai e parlammo: mi disse che ciò che era successo quella notte era solo frutto del residuo dell'alcool che aveva in corpo e che non significava assolutamente niente e guai a me se mi fossi fatto un'idea sbagliata o se avessi parlato ancora dell'argomento. Era come se il mio cuore venisse trafitto da tre coltelli contemporaneamente, ma, messi i sentimenti da parte decisi di utilizzare il cervello e feci un ragionamento con lui. Gli dissi chiaramente che quello che era successo la notte prima non era affatto frutto dell'alcool ma della sua pura volontà. Tuttavia, ribadito questo concetto, gli dissi che non mi sarei azzardato a chiedere di ripetere l'esperienza, provando ad immaginare come si potesse sentire lui (avendo tradito la sua ragazza con un uomo), e gli dissi di ammettere che ciò che era successo la notte prima era piaciuto ad entrambi. Alessandro allora, dopo qualche scatto d'ira iniziale ammise la verità, cioè che era stato bello, si era divertito e che tutto ciò che aveva fatto era la volontà di quel momento. Ciononostante ci teneva a ribadire la sua eterosessualità dicendo che ciò che aveva fatto lo aveva fatto solo per provare, confuso da dei sentimenti contrastanti che in quel momento provava e che era ancora attratto dalle donne.
Io, profondamente disturbato, decisi di accettare questa sorta di confessione-compromesso e gli porsi la mano per stringerla. Mi disse subito dopo che avrebbe fatto richiesta per affittare un'altra stanza per sè, per evitare altre notti imbarazzanti insieme. I giorni passavano e molto lentamente io e Alessandro ricominciammo a parlare e a uscire insieme. Dopo circa dieci giorni busso alla porta della sua nuova stanza per chiedere dello shampoo e mi dice di entrare, era in bagno e mi disse di entrare e prenderlo. Entrai nel bagno mentre lui stava pisciando per prendere lo shampoo; per avermi detto di entrare immaginai che finalmente era tornato più o meno come prima e l'imbarazzo generale ormai stava svanendo. Pochi giorni dopo infatti tornammo ad uscire insieme e decidemmo di dimenticare l'accaduto (per me nulla poteva assolutamente essere dimenticato). Dopo essere usciti 2-3 volte, al ritorno da una delle nostre uscite Alessandro iniziò improvvisamente a parlare per primo di quella fatidica notte, chiedendo quasi scusa per il comportamento che ebbe il giorno dopo, e per avermi creato false illusioni. Pur pensando che ciò che stava dicendo fosse vero, lo tranquillizzi dicendo che per me è stata solo un'esperienza, e che sapevo perfettamente separare il sesso dalle emozioni, soprattutto perché sapevo che ciò che stava accadendo quella notte era solo una cosa sporadica. Ovviamente per me non era così ma ero pronto a mentire per salvare almeno l'amicizia. Continuò a parlare dicendo che tutto fu dovuto al fatto che "non svuotava le palle da mesi ormai, e che vedeva il sesso ovunque". Mi misi a ridere (sentendomi però offeso). Dopo un po' capì che ciò che disse mi aveva urtato un po' quindi tornò a giocare la carta delle esperienze. Arrivati all'appartamento iniziò a confessarsi, dicendo di aver paura di perdere Valeria a causa della lontananza, ma anche a causa di alcuni dubbi che gli passavano per la testa. Finalmente ammise che ciò che provò quella notte fu unico e imparagonabile a nient'altro, così io, fremente dalla voglia di toccare ancor quel suo bell'uccello cicciottello, gli dissi che lui aveva solo 21 anni e poteva fare tutto ciò che voleva, provare tutto ciò che gli passava per la testa e che non doveva dare conto a nessuno, e che se la storia con Valeria si rivelerà vera, allora si salverà, altrimenti inutile costringersi a soffrire. Alessandro rimase a guardarmi negli occhi con un accenno di sorriso, poco dopo mi abbracciò e mi ringraziò, poi andò nella sua stanza. Io, con il sorriso più finto che abbia mai fatto, mi girai verso la porta della mia camera, straziato dal morire di questa ultima speranza, e andai a dormire. Un'ora e mezza dopo però, l'improbabile tornò a bussare alla mia porta, Alessandro infatti entrò nella mia stanza, accese la lampada svegliandomi, mi disse qualcosa che non riuscii neanche ad ascoltare tanto fui sorpreso, e si buttò sul mio letto, pochi baci e passò all'azione ma questa volta voleva comandare soltanto lui. Mi disse infatti che sarebbe stato lui il maschio alpha, e le cose sarebbero andate così d'ora in poi (che significava??); mi prese la testa e me la porto sui suoi slip, allora liberai la mia libido e mi scatenai in un pompino di quelli professionali: leccai lentamente la cappella, con i denti abbassai la sottile pelle che la copriva e iniziai a succhiare tutto quel bendidio, questa volta non mi trattenni, scatenando le fantasie di anni su un unico obiettivo, il suo pene. Con le mani iniziai a palpare prima i suoi pettorali, poi i suoi morbidi coglioni depilati e infine, le sue natiche; non so perché ma sfiorargli i peli dell'ano mi faceva impazzire. Quando mi avvisò che stava per venire, non ebbi il coraggio di staccarmi da quel marmo, quindi con un grande sforzo succhiai il più forte possibile sulla cappella premendo il restante corpo con la mia mano, poi buttai tutto il bastone in gola e allora sentii il suo fiume sfociare al mio interno. Con grande imbarazzo e sorpresa nei suoi occhi continuò a muovermi la testa su e giù sulla sua larga arma fino a quando non torno più dura di prima. Quindi mi sussurrò nell'orecchio che voleva possedermi. Rimasi scioccato, non credevo he dopo essersi svuotato avesse ancora voglia di giacere con me, ma, ovviamente, non rifiutai la sua proposta (che più che una proposta sembrava un comando). Una volta lubrificato il mio buco e il suo attrezzo, provò a ficcarmelo, ma per quanto io fossi rilassato, provai un dolore immane, d'altronde ero vergine dal culo e avevo solo provato con il mio dito. Non gridai ma provai grande sofferenza, ma alla fine anche grande soddisfazione dopo che il suo cazzone (meno lungo ma un po' più grosso di circonferenza del mio) era entrato dentro di me. Sentivo come una sensazione di riempimento, di fastidio (solo sull'ano) e di grande godimento altrove. Iniziò a pompare piano, perché quello era il suo stile diceva, ma la sensazione era talmente bella che fui io il primo a muovermi sulle sue anche più veloce, fino a provare ancora dolore. Poi mi stesi di schiena sul letto e iniziò montarmi fino a farmi venire. La sensazione era davvero indescrivibile, come una serie di brividi sparsi per tutto il sistema nervoso, facendo muovere ogni singola fibra di ogni singolo muscolo, facendomi muovere e gridare dal piacere, distribuendo la mia sborra su entrambi i nostri corpi. Poco dopo venne anche lui, me ne accorsi perché sentii una parte di lui uscire da quel pisello pneumatico e inondarmi il retto. Ancora una volta con mia grande sorpresa, decise di leccare il mio seme su tutto il mio addome, poi raccolse con la lingua parte del suo sperma fuoriuscente dal mio culo distrutto per portarlo alla mia bocca attraverso un bacio. Quella volta ci facemmo la doccia insieme e rimase a dormire da me, prima di addormentarci però mi disse che tutto ciò era fatto solo in amicizia ed era solo momentaneo e sporadico. Io gli dissi che ero d'accordo ma dentro di me giurai di fare qualsiasi cosa per fargli cambiare idea e farlo innamorare di me.
Questa sarebbe la conclusione ideale di questa storia ma purtroppo c'è dell'altro.
Nelle successive due settimane la nostra "trombamicizia" continuò per altre 4 o 5 volte, dividendoci equamente i ruoli (quando vedevo il suo culo il mio cervello impazziva, ma capivo che per lui era difficile accettare di prenderlo, quindi accettai il compromesso di fare un po' e un po' -tra l'altro gli orgasmi dal culo erano anche più forti quindi non era un problema per me-).
Una sera, tornando da un'uscita con altri amici, arrivati all'appartamento avremmo svuotato le nostre palle insieme, come era diventato abitudine; ma a farci la sorpresa nell'appartamento c'era Valeria che "finalmente" era riuscita a partire per rimanere per sempre. Alessandro, ovviamente, passò la notte nella sua stanza con Valeria, e io solo, nella mia, nella depressione più totale. Dopo un mese ebbi l'opportunità di cambiare appartamento, e decisi di farlo, ne parlai con Alessandro che mi disse che gli dispiaceva. Nei suoi occhi si vedeva che non era attratto da me, poiché sfogava quotidianamente con Valeria. Mi feci coraggio e gli chiesi un'ultima volta insieme ma lui mi disse di no poiché non ne aveva bisogno, poi mi portò in bagno, si spogliò davanti a me e mi disse che gli potevo fare una sega o un pompino se avessi voluto, ma non di più. Ovviamente, con un minimo di dignità rimastami, declinai l'invito (dopo averlo guardato per bene per l'ultima volta naturalmente) e me ne andai.
La cosa peggiore è che non ci fu neanche un'ultima volta, e mi sentii usato e preso in giro. Se ci pensavo però anche io l'avevo usato e insieme a lui avevo goduto, nonostante non sarebbe mai potuto succedere; quindi mi misi l'anima in pace e me ne andai per sempre cambiando definitivamente aria. Oggi passati sei mesi io, Alessandro e Valeria ci siamo incontrati in qualche bar un paio di volte al massimo, ma ormai abbiamo staccato i rapporti e ognuno ha preso la sua strada.
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
L'amico sexy etero tanto desiderato (parte 1 di 2)
Commenti dei lettori al racconto erotico