Sara, la ragazza di mio cugino
di
36degrees
genere
etero
Sara è la ragazza di mio cugino Cristiano. Ha 20 anni, è molto alta, capelli lunghi castani lisci, occhi verdi e carnagione rosa chiaro.
Potrebbe tranquillamente essere una modella ma per ora studia all'università e la sua unica esperienza lavorativa è stata come commessa in un fast food.
La domenica è una tradizione per la nostra famiglia trovarsi con zii e cugini a pranzare a casa di quella che è mia nonna e da ormai più di un anno anche Sara è invitata essendo ormai parte della famiglia.
Per qualche tempo Sara mi apparve solo come la bellissima fidanzata di mio cugino; spesso provavo una forte invidia verso di lui, ma quando lasciavamo casa della nonna scordavo completamente Sara fino alla domenica successiva.
Col passare del tempo la mia attrazione verso di lei fu sempre più forte così che un pomeriggio mi misi a cercare il suo profilo su Facebook più per curiosità che per altro. A dire il vero speravo di trovarci delle foto interessanti che avrebbero agevolato la mia frequente attività masturbatoria ed effettivamente non c'era da rimanere delusi.
Nella sua foto profilo la si poteva ammirare in tutta la sua bellezza; era in piedi con un braccio appoggiato lungo un fianco, indossava un vestitino grigio, i capelli sciolti le ricadevano lungo le spalle, gli occhi erano ornati da un leggero tocco di matita nero mentre le labbra erano di colore rosso porpora così come lo smalto sulle unghie delle mani.
Notai subito quanti "mi piace" aveva sia nella foto profilo sia in quelle successive, dove persisteva nell'essere di una bellezza disarmante, tanto che pensai a quanto fosse improbabile che una ragazza così bella, estroversa e, a giudicare dal gran numero di foto che postava (molte delle quali in pose sensuali) esibizionista, potesse avere a che fare con un unico cazzo.
Sara, sempre a quanto notai scorrendo tra le sue foto e nei suoi post sul social network (che potevo vedere anche non avendola tra gli amici), era solita viaggiare molto. Ero consapevole che viaggiasse spesso in compagnia di mio cugino Cristiano, ma a quanto vidi faceva molti viaggi anche sola o in compagnia di amici.
Non so perché ma la mia mente associò subito quelli a dei viaggi nei quali, oltre a visitare le più belle città d'Europa e del mondo, si faceva anche delle gran belle scopate all'insaputa di quel cornuto di mio cugino.
Probabilmente le mie erano solo fantasie erotiche dettate dall'essere estremamente attratto sessualmente da lei, ma una delle prime cose che spiccava guardando il suo bellissimo e dolce viso era uno sguardo da ragazza furba, come se avesse sempre qualcosa da nascondere.
Ne ebbi conferma quando accadde ciò che mai avrei pensato potesse accadere.
Tutto cominciò con l'arrivo della calda stagione. Prima di allora, per un anno buono, non penso che Sara si sia mai accorta di nulla riguardo l'effetto che mi faceva, anche perché io non facevo molto per darlo a vedere.
Ma con lo scoppiare del caldo e il continuo innalzarsi delle temperature Sara si presentava la domenica sempre più scosciata, sempre più provocante, sempre più porca, almeno ai miei occhi.
Ogni volta che la vedevo così era un problema, il mio cazzo diventava sempre più duro al cospetto di una bellezza così angelica. Impazzivo letteralmente dentro vedendo quelle sue lunghe e bianche gambe e soprattutto i suoi piedini, con le unghie sempre curate e smaltate dello stesso colore di quelle delle mani; quelle mani che, sempre nei miei pensieri, dovevano aver impugnato con disinvoltura e provocato piacere ad un numero sconsiderato di cazzi.
Non indossò mai, almeno con quel caldo, scarpe da ginnastica, ma sempre qualcosa che le lasciava i piedini liberi di essere contemplati in tutta la loro bellezza.
Si accorse delle mie attenzioni verso di lei quando una domenica decisi di scattarle alcune foto riprendendola di nascosto da sotto il tavolo durante il pranzo.
A tavola ci trovavamo sempre seduti uno di fronte all'altra, con mio cugino a capotavola sulla mia destra.
Il giorno in cui decisi di fotografarla indossava un vestitino a righe orizzontali bianche e nere che le arrivava fino a sopra le ginocchia lasciandole scoperte le gambe; l'abbigliamento era completato da un paio di sandaletti neri con tacco.
I suoi piedi erano splendidi come al solito, le sue unghie color azzurro perla.
Il mio cazzo era duro come non mai.
Estrassi dalla tasca il cellulare e lo posizionai tra le mie gambe in verticale sulla sedia tenendolo fermo con una mano mentre con l'altra cominciai a premere il bottone dello scatto. Scattai una dozzina di foto alle sue gambe, volevo essere sicuro che almeno un paio venissero decentemente tra tutte quelle che sarebbero venute mosse.
Inizialmente Sara tenne sempre le gambe accavallate. Continuai a scattare sperando che da un momento all'altro le allargasse; "aprile, troia" è quello che pensavo e speravo tra me e me.
Appena questo avvenne smisi per un momento di scattare e cercai di aumentare lo zoom per fare in modo di riuscire a inquadrarla per bene in mezzo alle gambe, quindi scattai altre foto, almeno un'altra ventina. Riuscii persino a fare un breve video in cui intercettai qualche piccolo movimento dei suoi piedi. "Per una sega tutto fa brodo", pensai.
Cercai per ultima cosa di zoomare proprio sui piedi, scattai tre o quattro foto fino a che il cellulare non mi scivolò dalle mani e cadde a terra provocando un forte tonfo.
Le mie sfortune (o fortune, a giudicare da ciò che sarebbe poi avvenuto) furono due; la prima è che Sara fu la prima a mettere la testa sotto al tavolo per vedere cosa fosse caduto. Non ci sarebbe stato niente di male nel fatto che mi fosse accidentalmente caduto il cellulare se non che, e qui è la seconda sfortuna, cadde proprio in prossimità del piede di Sara mentre sul display campeggiava a tutto schermo la foto delle sue gambe.
Mi gettai frettolosamente sotto il tavolo per recuperare il tutto e riuscii ad afferrare il dispositivo prima che Sara, abbassandosi a sua volta per raccogliermelo, lo prendesse.
Ero imbarazzatissimo. Non avevo la certezza assoluta che lei avesse visto la foto delle sue gambe sul display del mio telefonino, ma era difficile pensare al contrario.
Avrei voluto sotterrarmi dalla vergogna. Provai a pensare che magari Sara potesse aver pensato che la foto si fosse scattata da sola mentre il telefono cadeva a terra proprio dal lato del tasto della fotocamera, ma mi resi subito conto di quanto la cosa fosse stupida.
Il pranzo andò comunque avanti tranquillamente, lei non disse nulla anche se la notai spesso lanciarmi delle occhiate di chi pareva aver intuito quello che era successo.
Tornato a casa mi chiusi in bagno e consultai il nuovo materiale da sega che mi ero procurato. Scelsi le foto migliori e cancellai quelle troppo mosse.
Purtroppo non riuscii a capire dalle foto se Sara indossasse o meno le mutandine in quanto non erano così nitide, quindi lasciai spazio alla fantasia e immaginai che la troia sotto quel vestitino non indossasse nulla. Optai per una foto dove si vedessero bene sia le gambe sia i piedi e le dedicai una gran sega.
Ma quello che successe la domenica appena narrata fu nulla se paragonato a quello che avvenne due settimane dopo.
Passò una settimana in cui Sara non fu presente al pranzo della domenica. La immaginai in un altro dei suoi viaggi da single a succhiare il cazzo del fortunato di turno, in quanto mio cugino Cristiano era invece regolarmente presente.
Fui sollevato dal fatto di non vederla. Sinceramente, dopo quello che era capitato, volevo che passasse giusto il tempo perché lei dimenticasse tutto.
Invece la domenica successiva la vidi di nuovo ed era bella tanto quanto l'ultima volta che l'avevo vista.
Faceva ancora molto caldo e lei era scosciata così come la volta precedente.
Aveva soltanto un vestitino di colore differente e un paio di sandali questa volta senza tacco ma con zeppa di sughero.
Inutile dire che per il mio cazzo vederla fu l'ennesima festa, tanto che appena finito il pranzo sentii immediatamente l'esigenza di andare in bagno e dedicarle una sega.
Mi recai in bagno ma preso dall'eccitazione dimenticai una cosa fondamentale; fu così che circa 5 minuti dopo, mentre ero al massimo dell'eccitazione e a pochi secondi dal venire, Sara aprì la porta che avevo accidentalmente dimenticato di chiudere a chiave.
Lo spettacolo che si trovò davanti fu per me umiliante. Ero seduto sulla tazza del cesso con la schiena appoggiata al muro e le gambe distese in avanti sulla vasca da bagno. Con una mano reggevo il cellulare che mostrava una sua foto che avevo scaricato dal suo profilo Facebook e con l'altra mi segavo senza pudore.
Sara rimase impalata per pochi secondi che a me sembrarono una eternità, quindi chiese confusamente scusa e uscì dal bagno.
Ero un uomo distrutto, avrei voluto restare in quel bagno per sempre.
Mi decisi a uscire dopo una ventina di minuti, speravo che lei se ne fosse già andata e invece era lì, seduta sul divano del salotto. Inizialmente fece finta di nulla, immaginavo quanto la situazione fosse imbarazzante anche per lei. Poi mi si avvicinò e mi chiese ancora dolcemente scusa appoggiandomi una mano sulla spalla.
Passai l'intero pomeriggio sul letto a pensare a quanto ero stato coglione. Per un attimo arrivai anche a pensare che Sara avesse intuito qualcosa la domenica delle foto e che, presupponendo quello che stavo facendo in bagno, fosse entrata per umiliarmi in modo definitivo, anche se mi sembrò del tutto improbabile. Saltai persino la cena e restai sdraiato a fissare il soffitto fino a che, precisamente alle 21.47, il mio cellulare notificò l'arrivo di un messaggio e mi destò dai miei pensieri.
L'anteprima del messaggio dava un numero non memorizzato in rubrica.
Pensai si trattasse delle solite offerte promozionali e invece no.
"porcellino…ora so a cosa ti servono le foto delle mie gambe :P...
Questo il testo del messaggio. Il numero lo aveva sicuramente recuperato dal telefono di mio cugino.
Non potevo credere ai miei occhi.
Non appena lo lessi la mia prima sensazione fu quella di una grande liberazione. Il fatto che l'avesse messa sul ridere, forse quella faccina finale nel messaggio, mi fece stare in qualche modo meglio.
Rimaneva la mia pessima figura, quella di un 24enne sorpreso a masturbarsi in una posizione indecente sopra un cesso e con in mano un cellulare, ma mi sentivo in qualche modo meglio.
Restai indeciso sul da farsi. Inizialmente decisi di non risponderle, per prima cosa perché si trattava pur sempre della ragazza di mio cugino e non mi sembrava carino massaggiare con lei con lui all'oscuro di tutto, seconda cosa perché avrei dovuto come minimo riflettere per delle ore sulla risposta, non avendo nemmeno tutta quella confidenza necessaria per risponderle come avrei voluto.
Lasciai passare più di un'ora durante la quale rilessi il messaggio ricevuto svariate volte.
Mi soffermai su quel "porcellino"...se ne era presa lei di confidenza...ma è anche vero che aveva pur sempre il coltello dalla parte del manico.
Mi convinsi quindi di risponderle mantenendo un basso profilo. Questo fu il mio messaggio di risposta su cui ragionai per svariati minuti.
"Scusami Sara, è stato veramente imbarazzante per me oggi. Ti chiedo ancora scusa e per favore, non parlare con Cristiano di quello che è successo...sarebbe davvero umiliante per me, più di quanto lo sia già stato...".
Pensai di inserire anche una parte dove avrei spudoratamente mentito dicendo di non avere foto delle sue gambe nel cellulare ma lasciai perdere.
Credetti quindi che tutto fosse finito ma un quarto d'ora dopo ricevetti un messaggio di risposta.
"Non ti preoccupare...posso almeno sapere se stavi veramente pensando a me??? :P :P".
Ancora quelle faccine. Appena le vidi pensai a quanto le piacesse tirare fuori quella lingua, probabilmente lo faceva per abitudine. Dai messaggi che inviava non sembra avesse vent’anni ma sedici, massimo diciassette.
Avevo anche la sensazione, non so bene dire dettata da cosa, che da ogni sua frase trasparisse un'incredibile voglia di cazzo. A dire il vero ho sempre pensato che mio cugino non la soddisfi sessualmente a dovere e che lei cerchi continuamente avventure al di fuori della loro relazione.
"No...non stavo pensando a te...". Risposi con queste semplici parole.
Appena diedi l'invio mi resi conto di quanto stupida fosse la mia risposta ma, d'altro canto, non potevo certo risponderle come avrei voluto "sì stupida troia, stavo pensando al tuo lurido visino da cagna, alle tue gambe e a come ti coprirei di sperma dalla mattina alla sera ". Non sarebbe stato carino da parte mia.
Passarono altri minuti e ricevetti la sua risposta.
" :( ". Una faccina triste.
Mi eccitai subito al pensiero che la puttana, questo è quello che ormai ero sempre più convinto fosse, provava piacere nell'essere considerata oggetto da sega.
Seguì un suo nuovo messaggio a distanza di due minuti.
"se me ne dedichi una la prossima volta posso darti una mano…se vuoi…”.
Rilessi tutti i messaggi e stentai a credere che quella conversazione potesse essere reale.
La fidanzata di mio cugino mi aveva dato del porcellino e si stava offrendo, con toni più o meno scherzosi, di rendersi partecipe di una mia prossima sega.
Andai in bagno e sedendomi sul cesso mi masturbai per l'ultima volta nel corso di quella giornata.
Stavolta non ci fu nemmeno bisogno delle foto sul cellulare, fantasticai sulla mano di Sara che teneva stretto in pugno il mio cazzo e delicatamente la muoveva dall'alto in basso e viceversa. Al momento di venire mi alzai quindi in piedi e appoggiai il braccio sinistro sul bordo della vasca da bagno. Con la mano destra continuavo a segarmi tenendo stretto il cazzo e cercando di far uscire quel poco di liquido seminale che ancora avevo in corpo. Diressi il getto verso il basso immaginando che inginocchiata di fronte a me Sara attendesse i caldi schizzi di sperma sul suo volto e venni nella vasca da bagno.
Ripresi fiato, quindi feci una rapida doccia prima di andare a dormire.
Inutile dire che impiegai diverso tempo prima di addormentarmi, rimuginando su tutto quello che era successo durante quell'incredibile giornata.
Riuscii quindi a chiudere gli occhi a mezzanotte inoltrata ma il mio sonno fu interrotto dopo breve tempo.
All'una di notte circa ricevetti un nuovo messaggio. Era Sara.
Stranamente avevo lasciato la suoneria attiva e il rumore della notifica del messaggio mi fece svegliare.
Il messaggio conteneva un'immagine. La aprii.
La troia era distesa su un letto e nella foto che mi aveva inviato, probabilmente scattata proprio in quel momento, si vedevano in tutto il loro splendore le sue meravigliose gambe e i suoi piedi come in quelle foto che si scattano spesso le ragazze sulla spiaggia con il mare sullo sfondo.
"Lurida puttana" - pensai tra me e me.
Non risposi e dopo un quarto d'ora ricevetti un altro messaggio.
"non esagerare con le seghe...scherzo dai tranquillo...buonanotte...porcellino... :)".
Non sapevo più cosa pensare. Da un lato era la ragazza di mio cugino e il timore che lui venisse a sapere del nostro scambio di messaggi e tutto il resto mi spaventava, dall'altro pensai che una gran figa, probabilmente ninfomane, mi aveva appena inviato la foto delle sue gambe e dei suoi piedi sapendo che mi ci sarei segato e mi apostrofava come porcellino come se volesse a tutti i costi che le dimostrassi di esserlo.
Tornai a coricarmi dopo aver riguardato per diversi minuti sul display le sue gambe e zoomato sui suoi piedini perfetti. Ero troppo stanco per masturbarmi di nuovo, il mio cervello diceva di farlo ma il mio corpo voleva solo riposare.
Feci uno sforzo, posai il cellulare sul comodino e senza tenere conto di quanto fosse diventato nuovamente duro il mio cazzo cercai di riaddormentarmi.
Quando mi svegliai il giorno successivo la prima cosa che feci fu guardare il cellulare quasi come a volermi accertare che non fosse stato tutto un lunghissimo sogno.
Il display segnalava un nuovo messaggio. Il numero di telefono era quello di Sara.
Lo aprii.
Il contenuto era qualcosa di sconvolgente.
Questa volta non si trattava di un sms.
Sara mi aveva inviato un messaggio tramite Whatsapp, poco dopo le ore due. Aprii la conversazione e scoprii che mi aveva mandato un video.
Avviai il download del filmato e nell'attesa mi recai in cucina a bere un bicchiere d'acqua quindi in bagno a sciacquarmi il viso.
Fantasticai nel frattempo su cosa potesse contenere quel video e provai a darmi delle risposte.
"Sarà uno di quei video divertenti che girano su internet", pensai.
"Certo, potrebbe anche essere l’ennesima volta in cui prima mi mostra i suoi piedi e le sue gambe e poi mi chiede di non segarmici troppo", pensai ancora.
Cercai di tardare il più possibile il ritorno in stanza a guardare il cellulare; da un lato quell'attesa mi piaceva, mi piaceva da morire.
Era tutto troppo strano, tutto quello che stava succedendo non sembrava avere senso.
Perché Sara continuava a scrivermi? Perché non si era indignata come avrebbe fatto la maggior parte delle ragazze sapendo che le avevo scattato delle foto di nascosto?
La risposta a queste domande mi venne istintiva.
Sara mi stava scrivendo perché voleva qualcosa da me, non si era arrabbiata per le fotografie per lo stesso motivo; molto probabilmente quello che voleva era soltanto un cazzo in più da poter succhiare, ma il fatto che il cazzo in questione fosse del cugino del suo ragazzo rendeva la cosa decisamente più eccitante. Questo è quello che pensavo.
Tornai in camera e presi il cellulare, il download era completato.
Feci partire il video, durava poco più di un minuto durante i quali vidi quello che mai avrei immaginato di vedere.
Il video mostrava Sara intenta a praticare autoerotismo.
La troia posizionò il cellulare di fronte a lei, si sedette sul letto con la schiena appoggiata al muro e spalancò le gambe davanti all'obiettivo mostrando la sua splendida vagina depilata.
Cominciò quindi a toccarsi, le dita della mano destra entravano ed uscivano penetrandole la vagina con un'estrema naturalezza che mi fece pensare fosse per lei una pratica abbastanza comune mentre con la mano sinistra si accarezzava dolcemente il seno.
In sottofondo non si sentiva altro che il suo leggero ansimare.
Le riprese arrivavano ad inquadrarla soltanto fino al seno ma non c'era alcun dubbio che quella nel video fosse proprio Sara in quanto si riuscì a scorgere il suo viso nei primi e negli ultimi secondi del video quando si avvicinò al dispositivo per avviare e poi interrompere la registrazione.
Riguardai il filmato svariate volte prima di risponderle. Alzai il volume al massimo per godermi il rumore del suo respiro affannoso.
Inutile dire quanto la visione di quel video me lo avesse fatto diventare duro, ma decisi di risponderle prima di dedicarle la prima sega della giornata.
"A cosa devo questo onore?", le chiesi semplicemente.
Ci mise un po' prima di rispondere; del resto la puttanella meritava un po' di riposo dopo aver fatto le ore piccole a infilarsi le dita nella figa.
"Ho immaginato come potessi sentirti dopo quello che è successo...così ho pensato di fare lo stesso...io ho visto te e tu hai visto me...", fu questa la sua risposta.
"Indovina a chi pensavo mentre lo facevo...porcellino...", disse ancora.
Era veramente troppo.
Fu in quell'istante che decisi che le sue provocazioni non potevano restare impunite, anche se probabilmente dal suo punto di vista sarebbe stato più un premio che una punizione.
Volevo fotterla come una simile puttana meritava di essere fottuta; sfiancarmi di seghe sulle sue foto o video non mi bastava più, anche se è quello che feci pochi minuti dopo in bagno.
Decisi quindi, per cercare di far prendere agli eventi la piega che desideravo più di quanto la stessero già prendendo, di continuare la nostra conversazione con questo messaggio: "tu mi hai visto dal vivo, io in un video...non è stata esattamente la stessa cosa...per me è stato molto più imbarazzante...".
La sua risposta fu esattamente quella che speravo e che mi aspettavo da lei.
"Mi stai forse chiedendo di farlo davanti a te?".
"Non ho detto questo...ho detto solo che non è la stessa cosa...", replicai io.
"Ammettilo che vuoi vedermi...porcellino...", scrisse lei.
Come darle torto, avrei dato qualsiasi cosa per vederla masturbarsi davanti ai miei occhi.
"Ha parlato la santarellina...", risposi ironicamente io.
":D" fece una faccina divertita. Probabilmente le piaceva il fatto che stessi subdolamente dandole della troia.
"Cosa saresti disposto ad offrirmi per umiliarmi così davanti a te?", chiese ancora lei.
Mi piaceva il termine che aveva utilizzato, umiliarmi, perché era esattamente quello che volevo. Volevo che si sentisse umiliata e che si vergognasse tanto quanto mi ero vergognato io quel giorno, volevo che perdesse la dignità davanti a me.
Sospirai e risposi.
"Non so cosa potrei offrirti, però...potrei fartene pagare le conseguenze...", dissi io.
"Ah, sì?", rispose Sara; "e quali sarebbero le conseguenze?? :P".
"Potrebbero coincidere con quello che vorresti tu in cambio", le dissi io.
"...", rispose lei.
Quei tre puntini di sospensione mi furono più chiari di mille parole.
"Sono curiosa...", scrisse ancora.
"Curiosa di cosa?", le chiesi io.
"Di sapere...", rispose lei.
"Di sapere cosa??" - scrissi io spazientito.
Dovevo tirarle fuori le parole di bocca ma accettai lo sforzo sperando che tutto questo potesse servire per poi poterle mettere in bocca qualcos'altro.
"Se è più grosso il tuo o quello di Cris... :P", rispose Sara.
"Dovresti saperlo già...il mio lo hai visto in bagno...o sbaglio?", replicai io.
"Non molto bene", rispose lei.
Decisi che era il momento di affondare il colpo.
"Mi stai forse chiedendo di fartelo vedere meglio?", le chiesi.
"Ahahah...può darsi...", rispose Sara.
"Porcellina...", le dissi io concedendomi la confidenza che lei si era presa fin dai primi messaggi che mi aveva inviato.
Lei rispose con un'altra risata seguita da una emoticon con la faccia di un maialino.
"Non credo che Cristiano sarebbe molto d'accordo...", dissi ancora io.
"Io amo Cristiano ma...non mi basta...", rispose lei; "non sarebbe certo la prima cosa che gli tengo nascosta e credo non sarà nemmeno l'ultima...", proseguì.
Rilessi i messaggi e pensai per l'ennesima volta che difficilmente mio cugino avrebbe potuto trovare una fidanzata più zoccola di quanto lo fosse Sara.
Sinceramente, di fronte alla possibilità sempre più concreta di andare a letto con lei, ben poco mi importava di mio cugino.
Se da un lato è vero che siamo praticamente cresciuti insieme, dall'altro c'è da dire che Cristiano ha sempre avuto un atteggiamento abbastanza altezzoso nei miei confronti, soprattutto quando eravamo più piccoli.
Pretendeva sempre di sapere tutto e di aver ragione su qualsiasi cosa, discutere con lui è sempre stato impossibile e spesso lo è tuttora.
Fottermi la sua ragazza sarebbe stata una bella rivincita per tutti quei momenti in cui mi aveva fatto sentire in qualche modo inferiore a lui.
Fu così che la domenica successiva io e Sara decidemmo di concordare un incontro all'insaputa di mio cugino Cristiano.
La domenica successiva Sara era di nuovo più provocante che mai.
Indossava un vestitino nero con disegnate delle margheritine e le stesse scarpe con la zeppa alta che indossava il giorno in cui mi sorprese a masturbarmi in bagno.
Ci salutammo e ci sedemmo a tavola senza dirci nulla, come se quello scambio di messaggi di pochi giorni prima non fosse mai avvenuto.
Tutto procedeva quindi normalmente come una domenica qualunque finché, mentre ero seduto a tavola a mangiare, sentii qualcosa spingere tra le mie gambe.
Abbassai lo sguardo; Sara aveva appoggiato il suo piede sulla mia sedia e con la zeppa della scarpa premeva sulle mie parti basse.
Le lanciai un'occhiata di rimprovero; se a qualcuno fosse malauguratamente caduta una posata in quel momento e avesse messo la testa sotto al tavolo la situazione sarebbe stata decisamente difficile da spiegare.
Sara invece non sembrava per nulla preoccupata, continuava a tenere il piede sulla mia sedia e mi fissava con uno sguardo penetrante e il suo solito sorriso da furbetta.
Quando tolse il piede dalla sedia per riappoggiarlo a terra credetti ingenuamente che avesse finito di fare la stupida, ma mi sbagliai.
Pochi secondi dopo infatti sentii ancora qualcosa spingere sul cavallo dei miei pantaloni.
Sara si era sfilata la scarpa e aveva ricominciato a provocarmi con il suo piedino che tanto mi faceva arrapare.
Non seppi resistere alla tentazione e, mentre con la mano destra tenevo la forchetta, con la sinistra cominciai ad accarezzarle il piede, lo presi in mano ed iniziai a massaggiarlo dolcemente.
Avrei tanto voluto poter abbassare la testa e prenderlo in bocca, leccarle ogni singolo dito come fosse il piede di una Dea da venerare.
Il mio cazzo stava a fatica nelle mutande, l'eccitazione era ancora maggiore in me dal momento che alla mia destra era seduto mio cugino ignaro di tutto.
Massaggiai il piedino di Sara per un paio di minuti fino a quando ritirò la gamba e lo rinfilò nella scarpa.
Mi alzai da tavola prima che venisse servito il dolce e andai in camera da letto; Sara mi raggiunse pochi minuti dopo.
"Allora, ti è piaciuto il mio video?", mi chiese mentre chiudeva delicatamente la porta alle sue spalle.
"Direi di si…", risposi io sorridendole.
Sara si avvicinò, mi diede un bacio a stampo sulla bocca e si sedette sul letto accanto a me.
"Non avevo dubbi", disse lei sorridendomi a sua volta.
La rimproverai nuovamente dicendole di stare attenta, non volevo certo che qualcuno ci scoprisse; era già abbastanza strano il fatto che fossimo chiusi da soli in camera da letto.
Cristiano era ancora seduto al tavolo impegnato a terminare il dolce, sapevo che ci avrebbe raggiunto di lì a poco.
Io e Sara dovevamo metterci d'accordo in fretta se volevamo organizzare un incontro.
"Cosa vogliamo fare?", dissi io aspettando una sua proposta.
"Io so cosa vorrei fare", disse lei con aria maliziosa guardandomi negli occhi e appoggiandomi una mano sul ginocchio.
"Per l'incontro intendo...", dissi io scostandole la mano.
"Domani torno a casa dai miei per qualche giorno, potresti venire a trovarmi là se vuoi", rispose lei.
Sara era infatti originaria di un paese a circa 50 chilometri di distanza da quello di Cristiano, era da quando si era fidanzata che viveva insieme a lui a casa dei miei zii con l’ambizione di trovare una casa in cui andare a convivere di lì a breve.
“La settimana dopo vado al mare con Cristiano e quando torno ho solo qualche giorno prima di partire per New York", aggiunse.
"Vai a New York?", le chiesi io.
"Sì, i miei genitori mi hanno regalato un viaggio per l’impegno che stò mettendo con l’università…starò via due settimane", disse lei.
Quando le chiesi con chi andava mi rispose che partiva proprio insieme ad un amico di università; le chiesi anche se Cristiano non fosse geloso della cosa ma mi disse che era un loro amico in comune e che Cristiano lo conosceva bene e si fidava di lui.
Se era per questo, Cristiano si fidava anche di me; non mi fu quindi difficile immaginare che durante quella gita a New York Sara avrebbe probabilmente visto più cazzi che monumenti.
Mentre pensavo a Sara scopata dall'amico di università sentii la sua mano infilarsi delicatamente sotto ai miei pantaloni.
"Che cazzo stai facendo??", dissi io ridestandomi dai miei pensieri.
Il mio cazzo già duro diventò marmoreo quando Sara fece scorrere la mano sotto i miei boxer e lo strinse nel suo pugno; cominciò a masturbarmi delicatamente guardandomi fisso negli occhi.
Io voltai lo sguardo verso la porta sperando che non entrasse nessuno.
“Rilassati…”, disse Sara sorridendomi.
Andò avanti a toccarmi per circa un minuto, poi tirò fuori la mano, se la strofinò sul naso e dopo averla portata vicino alla bocca tirò fuori la lingua e diede una leccata alle dita, quindi me la infilò nuovamente nei miei pantaloni e ricominciò a masturbarmi muovendo delicatamente la mano su e giù.
Sentire le dita della mano di Sara bagnate della sua saliva massaggiarmi il membro era una delle sensazioni più belle che avessi mai provato in vita mia.
“Sono brava anche coi piedi, sai?”, sussurrò Sara.
"Sei una puttana", le dissi io a bassa voce accarezzandole i capelli.
"Lo so...", rispose lei sorridendo senza distogliere nemmeno per un secondo lo sguardo dai miei occhi.
Socchiusi gli occhi e cercai di godermi il momento lasciando che Sara continuasse a segarmi.
Se avessi potuto seguire il mio istinto l'avrei ribaltata sul letto in quello stesso istante, le avrei strappato violentemente di dosso vestitino e mutandine (ammesso che le indossasse) e avrei soddisfatto la sua immensa voglia di cazzo buttandoglielo nel primo buco che mi fosse capitato sotto tiro.
In quel momento a interrompere le mie più perverse fantasie fu il rumore della porta che si aprì e ci fece sobbalzare.
Fortunatamente Sara riuscì a far scivolare fuori la mano dai miei pantaloni prima che mio cugino entrasse nella stanza.
Cristiano si sedette su una poltrona accanto al letto e si mise a guardare il cellulare; non sembrò per nulla allarmato dalla situazione.
"Di cosa stavate parlando chiusi qua dentro?", disse mantenendo lo sguardo sul telefonino.
"Lo vuoi proprio sapere?", gli rispose Sara.
La guardai con aria impaurita, non mi fidavo di lei e avevo paura di quello che potesse dire; del resto, come potevo fidarmi di una ragazza che pochi secondi prima teneva stretto nella mano l’uccello del cugino del suo fidanzato?
Era talmente troia che non mi sarei stupito nemmeno se avesse proposto a Cristiano del sesso a tre in quello stesso momento.
"Del tuo regalo, scemo" disse invece, quindi si alzò dal letto, si sedette sulle gambe di Cristiano e lo baciò teneramente sulla bocca mentre si riordinò una ciocca di capelli dietro l’orecchio con la stessa mano che poco prima teneva stretto il mio cazzo, impregnata della sua saliva e del liquido preseminale che aveva cominciato a fuoriuscire dalla mia cappella.
Feci un sospiro di sollievo; Sara era stata brava, effettivamente pochi giorni dopo sarebbe stato il compleanno di Cristiano e lei aveva trovato una buona scusa perché fossimo rimasti soli a parlare.
"Vedrai che bel regalo ti fa la cagna…” pensai tra me e me guardando mio cugino.
Restammo a parlare del più e del meno per una decina di minuti fino a che non fu ora di tornare a casa.
.Cristiano si alzò dalla poltrona e usci dalla stanza.
“Due minuti e arriviamo...finiamo il discorso di prima”, gli disse Sara chiudendo la porta.
"Allora ci sentiamo in questi giorni per settimana prossima...mercoledì i miei genitori e mio fratello partono per qualche giorno di vacanza al mare e sarò a casa da sola...possiamo fare un giorno di fine settimana", disse lei.
"E per il regalo?", chiesi io.
"Quale regalo?", rispose Sara.
"Quello per Cristiano...ormai pensa che siamo qui dentro per quello, qualcosa dovremo prendere", dissi io.
"Non ti preoccupare per quello, ci penserò io a comprare una stupidata. La cosa importante è che veniate la prossima settimana".
"Veniate??" dissi io. Non capivo.
"Sì, veniate...tu e lui...", rispose Sara mettendomi nuovamente le mani sul pacco; “soprattutto lui direi”, aggiunse ancora accennando una risata.
"Lui è già a buon punto...", dissi io con tono scherzoso ma non troppo.
"Me ne sono accorta…porcellino...", sussurrò Sara avvicinando la bocca al mio orecchio, quindi mi baciò nuovamente sulla bocca questa volta con tanto di lingua.
Se sentirsi chiamare porcellino nei messaggi era eccitante, sentirlo dire dalla sua viva voce lo era cento volte di più.
Sara uscì dalla porta prima che potessi dire qualcosa; rimasi immobile a guardare le sue lunghe gambe e il suo bel culetto uscire dalla stanza.
Controllai allo specchio che la troia non avesse lasciato tracce di rossetto sul mio viso, quindi uscii dalla porta e mi diressi verso casa a terminare quello che la mano di Sara aveva cominciato.
Potrebbe tranquillamente essere una modella ma per ora studia all'università e la sua unica esperienza lavorativa è stata come commessa in un fast food.
La domenica è una tradizione per la nostra famiglia trovarsi con zii e cugini a pranzare a casa di quella che è mia nonna e da ormai più di un anno anche Sara è invitata essendo ormai parte della famiglia.
Per qualche tempo Sara mi apparve solo come la bellissima fidanzata di mio cugino; spesso provavo una forte invidia verso di lui, ma quando lasciavamo casa della nonna scordavo completamente Sara fino alla domenica successiva.
Col passare del tempo la mia attrazione verso di lei fu sempre più forte così che un pomeriggio mi misi a cercare il suo profilo su Facebook più per curiosità che per altro. A dire il vero speravo di trovarci delle foto interessanti che avrebbero agevolato la mia frequente attività masturbatoria ed effettivamente non c'era da rimanere delusi.
Nella sua foto profilo la si poteva ammirare in tutta la sua bellezza; era in piedi con un braccio appoggiato lungo un fianco, indossava un vestitino grigio, i capelli sciolti le ricadevano lungo le spalle, gli occhi erano ornati da un leggero tocco di matita nero mentre le labbra erano di colore rosso porpora così come lo smalto sulle unghie delle mani.
Notai subito quanti "mi piace" aveva sia nella foto profilo sia in quelle successive, dove persisteva nell'essere di una bellezza disarmante, tanto che pensai a quanto fosse improbabile che una ragazza così bella, estroversa e, a giudicare dal gran numero di foto che postava (molte delle quali in pose sensuali) esibizionista, potesse avere a che fare con un unico cazzo.
Sara, sempre a quanto notai scorrendo tra le sue foto e nei suoi post sul social network (che potevo vedere anche non avendola tra gli amici), era solita viaggiare molto. Ero consapevole che viaggiasse spesso in compagnia di mio cugino Cristiano, ma a quanto vidi faceva molti viaggi anche sola o in compagnia di amici.
Non so perché ma la mia mente associò subito quelli a dei viaggi nei quali, oltre a visitare le più belle città d'Europa e del mondo, si faceva anche delle gran belle scopate all'insaputa di quel cornuto di mio cugino.
Probabilmente le mie erano solo fantasie erotiche dettate dall'essere estremamente attratto sessualmente da lei, ma una delle prime cose che spiccava guardando il suo bellissimo e dolce viso era uno sguardo da ragazza furba, come se avesse sempre qualcosa da nascondere.
Ne ebbi conferma quando accadde ciò che mai avrei pensato potesse accadere.
Tutto cominciò con l'arrivo della calda stagione. Prima di allora, per un anno buono, non penso che Sara si sia mai accorta di nulla riguardo l'effetto che mi faceva, anche perché io non facevo molto per darlo a vedere.
Ma con lo scoppiare del caldo e il continuo innalzarsi delle temperature Sara si presentava la domenica sempre più scosciata, sempre più provocante, sempre più porca, almeno ai miei occhi.
Ogni volta che la vedevo così era un problema, il mio cazzo diventava sempre più duro al cospetto di una bellezza così angelica. Impazzivo letteralmente dentro vedendo quelle sue lunghe e bianche gambe e soprattutto i suoi piedini, con le unghie sempre curate e smaltate dello stesso colore di quelle delle mani; quelle mani che, sempre nei miei pensieri, dovevano aver impugnato con disinvoltura e provocato piacere ad un numero sconsiderato di cazzi.
Non indossò mai, almeno con quel caldo, scarpe da ginnastica, ma sempre qualcosa che le lasciava i piedini liberi di essere contemplati in tutta la loro bellezza.
Si accorse delle mie attenzioni verso di lei quando una domenica decisi di scattarle alcune foto riprendendola di nascosto da sotto il tavolo durante il pranzo.
A tavola ci trovavamo sempre seduti uno di fronte all'altra, con mio cugino a capotavola sulla mia destra.
Il giorno in cui decisi di fotografarla indossava un vestitino a righe orizzontali bianche e nere che le arrivava fino a sopra le ginocchia lasciandole scoperte le gambe; l'abbigliamento era completato da un paio di sandaletti neri con tacco.
I suoi piedi erano splendidi come al solito, le sue unghie color azzurro perla.
Il mio cazzo era duro come non mai.
Estrassi dalla tasca il cellulare e lo posizionai tra le mie gambe in verticale sulla sedia tenendolo fermo con una mano mentre con l'altra cominciai a premere il bottone dello scatto. Scattai una dozzina di foto alle sue gambe, volevo essere sicuro che almeno un paio venissero decentemente tra tutte quelle che sarebbero venute mosse.
Inizialmente Sara tenne sempre le gambe accavallate. Continuai a scattare sperando che da un momento all'altro le allargasse; "aprile, troia" è quello che pensavo e speravo tra me e me.
Appena questo avvenne smisi per un momento di scattare e cercai di aumentare lo zoom per fare in modo di riuscire a inquadrarla per bene in mezzo alle gambe, quindi scattai altre foto, almeno un'altra ventina. Riuscii persino a fare un breve video in cui intercettai qualche piccolo movimento dei suoi piedi. "Per una sega tutto fa brodo", pensai.
Cercai per ultima cosa di zoomare proprio sui piedi, scattai tre o quattro foto fino a che il cellulare non mi scivolò dalle mani e cadde a terra provocando un forte tonfo.
Le mie sfortune (o fortune, a giudicare da ciò che sarebbe poi avvenuto) furono due; la prima è che Sara fu la prima a mettere la testa sotto al tavolo per vedere cosa fosse caduto. Non ci sarebbe stato niente di male nel fatto che mi fosse accidentalmente caduto il cellulare se non che, e qui è la seconda sfortuna, cadde proprio in prossimità del piede di Sara mentre sul display campeggiava a tutto schermo la foto delle sue gambe.
Mi gettai frettolosamente sotto il tavolo per recuperare il tutto e riuscii ad afferrare il dispositivo prima che Sara, abbassandosi a sua volta per raccogliermelo, lo prendesse.
Ero imbarazzatissimo. Non avevo la certezza assoluta che lei avesse visto la foto delle sue gambe sul display del mio telefonino, ma era difficile pensare al contrario.
Avrei voluto sotterrarmi dalla vergogna. Provai a pensare che magari Sara potesse aver pensato che la foto si fosse scattata da sola mentre il telefono cadeva a terra proprio dal lato del tasto della fotocamera, ma mi resi subito conto di quanto la cosa fosse stupida.
Il pranzo andò comunque avanti tranquillamente, lei non disse nulla anche se la notai spesso lanciarmi delle occhiate di chi pareva aver intuito quello che era successo.
Tornato a casa mi chiusi in bagno e consultai il nuovo materiale da sega che mi ero procurato. Scelsi le foto migliori e cancellai quelle troppo mosse.
Purtroppo non riuscii a capire dalle foto se Sara indossasse o meno le mutandine in quanto non erano così nitide, quindi lasciai spazio alla fantasia e immaginai che la troia sotto quel vestitino non indossasse nulla. Optai per una foto dove si vedessero bene sia le gambe sia i piedi e le dedicai una gran sega.
Ma quello che successe la domenica appena narrata fu nulla se paragonato a quello che avvenne due settimane dopo.
Passò una settimana in cui Sara non fu presente al pranzo della domenica. La immaginai in un altro dei suoi viaggi da single a succhiare il cazzo del fortunato di turno, in quanto mio cugino Cristiano era invece regolarmente presente.
Fui sollevato dal fatto di non vederla. Sinceramente, dopo quello che era capitato, volevo che passasse giusto il tempo perché lei dimenticasse tutto.
Invece la domenica successiva la vidi di nuovo ed era bella tanto quanto l'ultima volta che l'avevo vista.
Faceva ancora molto caldo e lei era scosciata così come la volta precedente.
Aveva soltanto un vestitino di colore differente e un paio di sandali questa volta senza tacco ma con zeppa di sughero.
Inutile dire che per il mio cazzo vederla fu l'ennesima festa, tanto che appena finito il pranzo sentii immediatamente l'esigenza di andare in bagno e dedicarle una sega.
Mi recai in bagno ma preso dall'eccitazione dimenticai una cosa fondamentale; fu così che circa 5 minuti dopo, mentre ero al massimo dell'eccitazione e a pochi secondi dal venire, Sara aprì la porta che avevo accidentalmente dimenticato di chiudere a chiave.
Lo spettacolo che si trovò davanti fu per me umiliante. Ero seduto sulla tazza del cesso con la schiena appoggiata al muro e le gambe distese in avanti sulla vasca da bagno. Con una mano reggevo il cellulare che mostrava una sua foto che avevo scaricato dal suo profilo Facebook e con l'altra mi segavo senza pudore.
Sara rimase impalata per pochi secondi che a me sembrarono una eternità, quindi chiese confusamente scusa e uscì dal bagno.
Ero un uomo distrutto, avrei voluto restare in quel bagno per sempre.
Mi decisi a uscire dopo una ventina di minuti, speravo che lei se ne fosse già andata e invece era lì, seduta sul divano del salotto. Inizialmente fece finta di nulla, immaginavo quanto la situazione fosse imbarazzante anche per lei. Poi mi si avvicinò e mi chiese ancora dolcemente scusa appoggiandomi una mano sulla spalla.
Passai l'intero pomeriggio sul letto a pensare a quanto ero stato coglione. Per un attimo arrivai anche a pensare che Sara avesse intuito qualcosa la domenica delle foto e che, presupponendo quello che stavo facendo in bagno, fosse entrata per umiliarmi in modo definitivo, anche se mi sembrò del tutto improbabile. Saltai persino la cena e restai sdraiato a fissare il soffitto fino a che, precisamente alle 21.47, il mio cellulare notificò l'arrivo di un messaggio e mi destò dai miei pensieri.
L'anteprima del messaggio dava un numero non memorizzato in rubrica.
Pensai si trattasse delle solite offerte promozionali e invece no.
"porcellino…ora so a cosa ti servono le foto delle mie gambe :P...
Questo il testo del messaggio. Il numero lo aveva sicuramente recuperato dal telefono di mio cugino.
Non potevo credere ai miei occhi.
Non appena lo lessi la mia prima sensazione fu quella di una grande liberazione. Il fatto che l'avesse messa sul ridere, forse quella faccina finale nel messaggio, mi fece stare in qualche modo meglio.
Rimaneva la mia pessima figura, quella di un 24enne sorpreso a masturbarsi in una posizione indecente sopra un cesso e con in mano un cellulare, ma mi sentivo in qualche modo meglio.
Restai indeciso sul da farsi. Inizialmente decisi di non risponderle, per prima cosa perché si trattava pur sempre della ragazza di mio cugino e non mi sembrava carino massaggiare con lei con lui all'oscuro di tutto, seconda cosa perché avrei dovuto come minimo riflettere per delle ore sulla risposta, non avendo nemmeno tutta quella confidenza necessaria per risponderle come avrei voluto.
Lasciai passare più di un'ora durante la quale rilessi il messaggio ricevuto svariate volte.
Mi soffermai su quel "porcellino"...se ne era presa lei di confidenza...ma è anche vero che aveva pur sempre il coltello dalla parte del manico.
Mi convinsi quindi di risponderle mantenendo un basso profilo. Questo fu il mio messaggio di risposta su cui ragionai per svariati minuti.
"Scusami Sara, è stato veramente imbarazzante per me oggi. Ti chiedo ancora scusa e per favore, non parlare con Cristiano di quello che è successo...sarebbe davvero umiliante per me, più di quanto lo sia già stato...".
Pensai di inserire anche una parte dove avrei spudoratamente mentito dicendo di non avere foto delle sue gambe nel cellulare ma lasciai perdere.
Credetti quindi che tutto fosse finito ma un quarto d'ora dopo ricevetti un messaggio di risposta.
"Non ti preoccupare...posso almeno sapere se stavi veramente pensando a me??? :P :P".
Ancora quelle faccine. Appena le vidi pensai a quanto le piacesse tirare fuori quella lingua, probabilmente lo faceva per abitudine. Dai messaggi che inviava non sembra avesse vent’anni ma sedici, massimo diciassette.
Avevo anche la sensazione, non so bene dire dettata da cosa, che da ogni sua frase trasparisse un'incredibile voglia di cazzo. A dire il vero ho sempre pensato che mio cugino non la soddisfi sessualmente a dovere e che lei cerchi continuamente avventure al di fuori della loro relazione.
"No...non stavo pensando a te...". Risposi con queste semplici parole.
Appena diedi l'invio mi resi conto di quanto stupida fosse la mia risposta ma, d'altro canto, non potevo certo risponderle come avrei voluto "sì stupida troia, stavo pensando al tuo lurido visino da cagna, alle tue gambe e a come ti coprirei di sperma dalla mattina alla sera ". Non sarebbe stato carino da parte mia.
Passarono altri minuti e ricevetti la sua risposta.
" :( ". Una faccina triste.
Mi eccitai subito al pensiero che la puttana, questo è quello che ormai ero sempre più convinto fosse, provava piacere nell'essere considerata oggetto da sega.
Seguì un suo nuovo messaggio a distanza di due minuti.
"se me ne dedichi una la prossima volta posso darti una mano…se vuoi…”.
Rilessi tutti i messaggi e stentai a credere che quella conversazione potesse essere reale.
La fidanzata di mio cugino mi aveva dato del porcellino e si stava offrendo, con toni più o meno scherzosi, di rendersi partecipe di una mia prossima sega.
Andai in bagno e sedendomi sul cesso mi masturbai per l'ultima volta nel corso di quella giornata.
Stavolta non ci fu nemmeno bisogno delle foto sul cellulare, fantasticai sulla mano di Sara che teneva stretto in pugno il mio cazzo e delicatamente la muoveva dall'alto in basso e viceversa. Al momento di venire mi alzai quindi in piedi e appoggiai il braccio sinistro sul bordo della vasca da bagno. Con la mano destra continuavo a segarmi tenendo stretto il cazzo e cercando di far uscire quel poco di liquido seminale che ancora avevo in corpo. Diressi il getto verso il basso immaginando che inginocchiata di fronte a me Sara attendesse i caldi schizzi di sperma sul suo volto e venni nella vasca da bagno.
Ripresi fiato, quindi feci una rapida doccia prima di andare a dormire.
Inutile dire che impiegai diverso tempo prima di addormentarmi, rimuginando su tutto quello che era successo durante quell'incredibile giornata.
Riuscii quindi a chiudere gli occhi a mezzanotte inoltrata ma il mio sonno fu interrotto dopo breve tempo.
All'una di notte circa ricevetti un nuovo messaggio. Era Sara.
Stranamente avevo lasciato la suoneria attiva e il rumore della notifica del messaggio mi fece svegliare.
Il messaggio conteneva un'immagine. La aprii.
La troia era distesa su un letto e nella foto che mi aveva inviato, probabilmente scattata proprio in quel momento, si vedevano in tutto il loro splendore le sue meravigliose gambe e i suoi piedi come in quelle foto che si scattano spesso le ragazze sulla spiaggia con il mare sullo sfondo.
"Lurida puttana" - pensai tra me e me.
Non risposi e dopo un quarto d'ora ricevetti un altro messaggio.
"non esagerare con le seghe...scherzo dai tranquillo...buonanotte...porcellino... :)".
Non sapevo più cosa pensare. Da un lato era la ragazza di mio cugino e il timore che lui venisse a sapere del nostro scambio di messaggi e tutto il resto mi spaventava, dall'altro pensai che una gran figa, probabilmente ninfomane, mi aveva appena inviato la foto delle sue gambe e dei suoi piedi sapendo che mi ci sarei segato e mi apostrofava come porcellino come se volesse a tutti i costi che le dimostrassi di esserlo.
Tornai a coricarmi dopo aver riguardato per diversi minuti sul display le sue gambe e zoomato sui suoi piedini perfetti. Ero troppo stanco per masturbarmi di nuovo, il mio cervello diceva di farlo ma il mio corpo voleva solo riposare.
Feci uno sforzo, posai il cellulare sul comodino e senza tenere conto di quanto fosse diventato nuovamente duro il mio cazzo cercai di riaddormentarmi.
Quando mi svegliai il giorno successivo la prima cosa che feci fu guardare il cellulare quasi come a volermi accertare che non fosse stato tutto un lunghissimo sogno.
Il display segnalava un nuovo messaggio. Il numero di telefono era quello di Sara.
Lo aprii.
Il contenuto era qualcosa di sconvolgente.
Questa volta non si trattava di un sms.
Sara mi aveva inviato un messaggio tramite Whatsapp, poco dopo le ore due. Aprii la conversazione e scoprii che mi aveva mandato un video.
Avviai il download del filmato e nell'attesa mi recai in cucina a bere un bicchiere d'acqua quindi in bagno a sciacquarmi il viso.
Fantasticai nel frattempo su cosa potesse contenere quel video e provai a darmi delle risposte.
"Sarà uno di quei video divertenti che girano su internet", pensai.
"Certo, potrebbe anche essere l’ennesima volta in cui prima mi mostra i suoi piedi e le sue gambe e poi mi chiede di non segarmici troppo", pensai ancora.
Cercai di tardare il più possibile il ritorno in stanza a guardare il cellulare; da un lato quell'attesa mi piaceva, mi piaceva da morire.
Era tutto troppo strano, tutto quello che stava succedendo non sembrava avere senso.
Perché Sara continuava a scrivermi? Perché non si era indignata come avrebbe fatto la maggior parte delle ragazze sapendo che le avevo scattato delle foto di nascosto?
La risposta a queste domande mi venne istintiva.
Sara mi stava scrivendo perché voleva qualcosa da me, non si era arrabbiata per le fotografie per lo stesso motivo; molto probabilmente quello che voleva era soltanto un cazzo in più da poter succhiare, ma il fatto che il cazzo in questione fosse del cugino del suo ragazzo rendeva la cosa decisamente più eccitante. Questo è quello che pensavo.
Tornai in camera e presi il cellulare, il download era completato.
Feci partire il video, durava poco più di un minuto durante i quali vidi quello che mai avrei immaginato di vedere.
Il video mostrava Sara intenta a praticare autoerotismo.
La troia posizionò il cellulare di fronte a lei, si sedette sul letto con la schiena appoggiata al muro e spalancò le gambe davanti all'obiettivo mostrando la sua splendida vagina depilata.
Cominciò quindi a toccarsi, le dita della mano destra entravano ed uscivano penetrandole la vagina con un'estrema naturalezza che mi fece pensare fosse per lei una pratica abbastanza comune mentre con la mano sinistra si accarezzava dolcemente il seno.
In sottofondo non si sentiva altro che il suo leggero ansimare.
Le riprese arrivavano ad inquadrarla soltanto fino al seno ma non c'era alcun dubbio che quella nel video fosse proprio Sara in quanto si riuscì a scorgere il suo viso nei primi e negli ultimi secondi del video quando si avvicinò al dispositivo per avviare e poi interrompere la registrazione.
Riguardai il filmato svariate volte prima di risponderle. Alzai il volume al massimo per godermi il rumore del suo respiro affannoso.
Inutile dire quanto la visione di quel video me lo avesse fatto diventare duro, ma decisi di risponderle prima di dedicarle la prima sega della giornata.
"A cosa devo questo onore?", le chiesi semplicemente.
Ci mise un po' prima di rispondere; del resto la puttanella meritava un po' di riposo dopo aver fatto le ore piccole a infilarsi le dita nella figa.
"Ho immaginato come potessi sentirti dopo quello che è successo...così ho pensato di fare lo stesso...io ho visto te e tu hai visto me...", fu questa la sua risposta.
"Indovina a chi pensavo mentre lo facevo...porcellino...", disse ancora.
Era veramente troppo.
Fu in quell'istante che decisi che le sue provocazioni non potevano restare impunite, anche se probabilmente dal suo punto di vista sarebbe stato più un premio che una punizione.
Volevo fotterla come una simile puttana meritava di essere fottuta; sfiancarmi di seghe sulle sue foto o video non mi bastava più, anche se è quello che feci pochi minuti dopo in bagno.
Decisi quindi, per cercare di far prendere agli eventi la piega che desideravo più di quanto la stessero già prendendo, di continuare la nostra conversazione con questo messaggio: "tu mi hai visto dal vivo, io in un video...non è stata esattamente la stessa cosa...per me è stato molto più imbarazzante...".
La sua risposta fu esattamente quella che speravo e che mi aspettavo da lei.
"Mi stai forse chiedendo di farlo davanti a te?".
"Non ho detto questo...ho detto solo che non è la stessa cosa...", replicai io.
"Ammettilo che vuoi vedermi...porcellino...", scrisse lei.
Come darle torto, avrei dato qualsiasi cosa per vederla masturbarsi davanti ai miei occhi.
"Ha parlato la santarellina...", risposi ironicamente io.
":D" fece una faccina divertita. Probabilmente le piaceva il fatto che stessi subdolamente dandole della troia.
"Cosa saresti disposto ad offrirmi per umiliarmi così davanti a te?", chiese ancora lei.
Mi piaceva il termine che aveva utilizzato, umiliarmi, perché era esattamente quello che volevo. Volevo che si sentisse umiliata e che si vergognasse tanto quanto mi ero vergognato io quel giorno, volevo che perdesse la dignità davanti a me.
Sospirai e risposi.
"Non so cosa potrei offrirti, però...potrei fartene pagare le conseguenze...", dissi io.
"Ah, sì?", rispose Sara; "e quali sarebbero le conseguenze?? :P".
"Potrebbero coincidere con quello che vorresti tu in cambio", le dissi io.
"...", rispose lei.
Quei tre puntini di sospensione mi furono più chiari di mille parole.
"Sono curiosa...", scrisse ancora.
"Curiosa di cosa?", le chiesi io.
"Di sapere...", rispose lei.
"Di sapere cosa??" - scrissi io spazientito.
Dovevo tirarle fuori le parole di bocca ma accettai lo sforzo sperando che tutto questo potesse servire per poi poterle mettere in bocca qualcos'altro.
"Se è più grosso il tuo o quello di Cris... :P", rispose Sara.
"Dovresti saperlo già...il mio lo hai visto in bagno...o sbaglio?", replicai io.
"Non molto bene", rispose lei.
Decisi che era il momento di affondare il colpo.
"Mi stai forse chiedendo di fartelo vedere meglio?", le chiesi.
"Ahahah...può darsi...", rispose Sara.
"Porcellina...", le dissi io concedendomi la confidenza che lei si era presa fin dai primi messaggi che mi aveva inviato.
Lei rispose con un'altra risata seguita da una emoticon con la faccia di un maialino.
"Non credo che Cristiano sarebbe molto d'accordo...", dissi ancora io.
"Io amo Cristiano ma...non mi basta...", rispose lei; "non sarebbe certo la prima cosa che gli tengo nascosta e credo non sarà nemmeno l'ultima...", proseguì.
Rilessi i messaggi e pensai per l'ennesima volta che difficilmente mio cugino avrebbe potuto trovare una fidanzata più zoccola di quanto lo fosse Sara.
Sinceramente, di fronte alla possibilità sempre più concreta di andare a letto con lei, ben poco mi importava di mio cugino.
Se da un lato è vero che siamo praticamente cresciuti insieme, dall'altro c'è da dire che Cristiano ha sempre avuto un atteggiamento abbastanza altezzoso nei miei confronti, soprattutto quando eravamo più piccoli.
Pretendeva sempre di sapere tutto e di aver ragione su qualsiasi cosa, discutere con lui è sempre stato impossibile e spesso lo è tuttora.
Fottermi la sua ragazza sarebbe stata una bella rivincita per tutti quei momenti in cui mi aveva fatto sentire in qualche modo inferiore a lui.
Fu così che la domenica successiva io e Sara decidemmo di concordare un incontro all'insaputa di mio cugino Cristiano.
La domenica successiva Sara era di nuovo più provocante che mai.
Indossava un vestitino nero con disegnate delle margheritine e le stesse scarpe con la zeppa alta che indossava il giorno in cui mi sorprese a masturbarmi in bagno.
Ci salutammo e ci sedemmo a tavola senza dirci nulla, come se quello scambio di messaggi di pochi giorni prima non fosse mai avvenuto.
Tutto procedeva quindi normalmente come una domenica qualunque finché, mentre ero seduto a tavola a mangiare, sentii qualcosa spingere tra le mie gambe.
Abbassai lo sguardo; Sara aveva appoggiato il suo piede sulla mia sedia e con la zeppa della scarpa premeva sulle mie parti basse.
Le lanciai un'occhiata di rimprovero; se a qualcuno fosse malauguratamente caduta una posata in quel momento e avesse messo la testa sotto al tavolo la situazione sarebbe stata decisamente difficile da spiegare.
Sara invece non sembrava per nulla preoccupata, continuava a tenere il piede sulla mia sedia e mi fissava con uno sguardo penetrante e il suo solito sorriso da furbetta.
Quando tolse il piede dalla sedia per riappoggiarlo a terra credetti ingenuamente che avesse finito di fare la stupida, ma mi sbagliai.
Pochi secondi dopo infatti sentii ancora qualcosa spingere sul cavallo dei miei pantaloni.
Sara si era sfilata la scarpa e aveva ricominciato a provocarmi con il suo piedino che tanto mi faceva arrapare.
Non seppi resistere alla tentazione e, mentre con la mano destra tenevo la forchetta, con la sinistra cominciai ad accarezzarle il piede, lo presi in mano ed iniziai a massaggiarlo dolcemente.
Avrei tanto voluto poter abbassare la testa e prenderlo in bocca, leccarle ogni singolo dito come fosse il piede di una Dea da venerare.
Il mio cazzo stava a fatica nelle mutande, l'eccitazione era ancora maggiore in me dal momento che alla mia destra era seduto mio cugino ignaro di tutto.
Massaggiai il piedino di Sara per un paio di minuti fino a quando ritirò la gamba e lo rinfilò nella scarpa.
Mi alzai da tavola prima che venisse servito il dolce e andai in camera da letto; Sara mi raggiunse pochi minuti dopo.
"Allora, ti è piaciuto il mio video?", mi chiese mentre chiudeva delicatamente la porta alle sue spalle.
"Direi di si…", risposi io sorridendole.
Sara si avvicinò, mi diede un bacio a stampo sulla bocca e si sedette sul letto accanto a me.
"Non avevo dubbi", disse lei sorridendomi a sua volta.
La rimproverai nuovamente dicendole di stare attenta, non volevo certo che qualcuno ci scoprisse; era già abbastanza strano il fatto che fossimo chiusi da soli in camera da letto.
Cristiano era ancora seduto al tavolo impegnato a terminare il dolce, sapevo che ci avrebbe raggiunto di lì a poco.
Io e Sara dovevamo metterci d'accordo in fretta se volevamo organizzare un incontro.
"Cosa vogliamo fare?", dissi io aspettando una sua proposta.
"Io so cosa vorrei fare", disse lei con aria maliziosa guardandomi negli occhi e appoggiandomi una mano sul ginocchio.
"Per l'incontro intendo...", dissi io scostandole la mano.
"Domani torno a casa dai miei per qualche giorno, potresti venire a trovarmi là se vuoi", rispose lei.
Sara era infatti originaria di un paese a circa 50 chilometri di distanza da quello di Cristiano, era da quando si era fidanzata che viveva insieme a lui a casa dei miei zii con l’ambizione di trovare una casa in cui andare a convivere di lì a breve.
“La settimana dopo vado al mare con Cristiano e quando torno ho solo qualche giorno prima di partire per New York", aggiunse.
"Vai a New York?", le chiesi io.
"Sì, i miei genitori mi hanno regalato un viaggio per l’impegno che stò mettendo con l’università…starò via due settimane", disse lei.
Quando le chiesi con chi andava mi rispose che partiva proprio insieme ad un amico di università; le chiesi anche se Cristiano non fosse geloso della cosa ma mi disse che era un loro amico in comune e che Cristiano lo conosceva bene e si fidava di lui.
Se era per questo, Cristiano si fidava anche di me; non mi fu quindi difficile immaginare che durante quella gita a New York Sara avrebbe probabilmente visto più cazzi che monumenti.
Mentre pensavo a Sara scopata dall'amico di università sentii la sua mano infilarsi delicatamente sotto ai miei pantaloni.
"Che cazzo stai facendo??", dissi io ridestandomi dai miei pensieri.
Il mio cazzo già duro diventò marmoreo quando Sara fece scorrere la mano sotto i miei boxer e lo strinse nel suo pugno; cominciò a masturbarmi delicatamente guardandomi fisso negli occhi.
Io voltai lo sguardo verso la porta sperando che non entrasse nessuno.
“Rilassati…”, disse Sara sorridendomi.
Andò avanti a toccarmi per circa un minuto, poi tirò fuori la mano, se la strofinò sul naso e dopo averla portata vicino alla bocca tirò fuori la lingua e diede una leccata alle dita, quindi me la infilò nuovamente nei miei pantaloni e ricominciò a masturbarmi muovendo delicatamente la mano su e giù.
Sentire le dita della mano di Sara bagnate della sua saliva massaggiarmi il membro era una delle sensazioni più belle che avessi mai provato in vita mia.
“Sono brava anche coi piedi, sai?”, sussurrò Sara.
"Sei una puttana", le dissi io a bassa voce accarezzandole i capelli.
"Lo so...", rispose lei sorridendo senza distogliere nemmeno per un secondo lo sguardo dai miei occhi.
Socchiusi gli occhi e cercai di godermi il momento lasciando che Sara continuasse a segarmi.
Se avessi potuto seguire il mio istinto l'avrei ribaltata sul letto in quello stesso istante, le avrei strappato violentemente di dosso vestitino e mutandine (ammesso che le indossasse) e avrei soddisfatto la sua immensa voglia di cazzo buttandoglielo nel primo buco che mi fosse capitato sotto tiro.
In quel momento a interrompere le mie più perverse fantasie fu il rumore della porta che si aprì e ci fece sobbalzare.
Fortunatamente Sara riuscì a far scivolare fuori la mano dai miei pantaloni prima che mio cugino entrasse nella stanza.
Cristiano si sedette su una poltrona accanto al letto e si mise a guardare il cellulare; non sembrò per nulla allarmato dalla situazione.
"Di cosa stavate parlando chiusi qua dentro?", disse mantenendo lo sguardo sul telefonino.
"Lo vuoi proprio sapere?", gli rispose Sara.
La guardai con aria impaurita, non mi fidavo di lei e avevo paura di quello che potesse dire; del resto, come potevo fidarmi di una ragazza che pochi secondi prima teneva stretto nella mano l’uccello del cugino del suo fidanzato?
Era talmente troia che non mi sarei stupito nemmeno se avesse proposto a Cristiano del sesso a tre in quello stesso momento.
"Del tuo regalo, scemo" disse invece, quindi si alzò dal letto, si sedette sulle gambe di Cristiano e lo baciò teneramente sulla bocca mentre si riordinò una ciocca di capelli dietro l’orecchio con la stessa mano che poco prima teneva stretto il mio cazzo, impregnata della sua saliva e del liquido preseminale che aveva cominciato a fuoriuscire dalla mia cappella.
Feci un sospiro di sollievo; Sara era stata brava, effettivamente pochi giorni dopo sarebbe stato il compleanno di Cristiano e lei aveva trovato una buona scusa perché fossimo rimasti soli a parlare.
"Vedrai che bel regalo ti fa la cagna…” pensai tra me e me guardando mio cugino.
Restammo a parlare del più e del meno per una decina di minuti fino a che non fu ora di tornare a casa.
.Cristiano si alzò dalla poltrona e usci dalla stanza.
“Due minuti e arriviamo...finiamo il discorso di prima”, gli disse Sara chiudendo la porta.
"Allora ci sentiamo in questi giorni per settimana prossima...mercoledì i miei genitori e mio fratello partono per qualche giorno di vacanza al mare e sarò a casa da sola...possiamo fare un giorno di fine settimana", disse lei.
"E per il regalo?", chiesi io.
"Quale regalo?", rispose Sara.
"Quello per Cristiano...ormai pensa che siamo qui dentro per quello, qualcosa dovremo prendere", dissi io.
"Non ti preoccupare per quello, ci penserò io a comprare una stupidata. La cosa importante è che veniate la prossima settimana".
"Veniate??" dissi io. Non capivo.
"Sì, veniate...tu e lui...", rispose Sara mettendomi nuovamente le mani sul pacco; “soprattutto lui direi”, aggiunse ancora accennando una risata.
"Lui è già a buon punto...", dissi io con tono scherzoso ma non troppo.
"Me ne sono accorta…porcellino...", sussurrò Sara avvicinando la bocca al mio orecchio, quindi mi baciò nuovamente sulla bocca questa volta con tanto di lingua.
Se sentirsi chiamare porcellino nei messaggi era eccitante, sentirlo dire dalla sua viva voce lo era cento volte di più.
Sara uscì dalla porta prima che potessi dire qualcosa; rimasi immobile a guardare le sue lunghe gambe e il suo bel culetto uscire dalla stanza.
Controllai allo specchio che la troia non avesse lasciato tracce di rossetto sul mio viso, quindi uscii dalla porta e mi diressi verso casa a terminare quello che la mano di Sara aveva cominciato.
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