Rio ed il Trans Carla.

di
genere
trans

Rio de Janeiro, splendida settimana di lavoro e di nottate a fare sesso.con le mulatte piuù belle del mondo, ieri sera niente a causa di una lunga cena di lavoro, stasera sono tornato nella disco più bella della città. Seduto ad un bar guardo le bellissime creature che mi sfilano vicino con sguardi vogliosi, il mio sguardo cade su una meraviglia alta almeno 185 cm, con un viso bellissimo europeo e due tette da sballo. La invito a bere qualcosa e scatta la scintilla, è bella, gentile e sexy da morire. Dopo qualche bevuta che ci rende allegri ci avviamo all’uscita per finire nella mia camera da letto nell’hotel vicino, sede di oramai epiche chiavate notturne. Appena in ascensore mi assale mettendomi la lingua in bocca e strusciandomisi addosso, il suo profumo mi coinvolge e mi manda in fibrillazione, ho già il cazzo duro. Entriamo in camera ed in un attimo siamo sul letto a rotolarci in preda a voglia irrefrenabile. Dopo qualche minuto Carla si alza e si sbottona la camicia e, da sotto l’ampia gonna bianca si sfila le mutande, lasciando cadere un cazzo gigantesco con una cappella enorme. Rimango scioccato ma non ho il tempo di reagire perché Carla (più alta di me con i tacchi) mi è addosso e ricomincia a limonarmi profondamente. E’ seduta sul mio bacino, sento questo enorme affare sulla mia pancia e sono imbarazzatissimo ed eccitato al tempo stesso, non riesco a liberarmi da lei e forse non lo voglio nemmeno, ma è la prima volta che ho davanti a me un cazzo che non è il mio. Questo è addirittura molto più grosso del mio. Tenendomi immobile mi sfila le murtande e mi mena la nerchia per qualche minuto, poi ci si infila sopra di peso e comincia ad andare su e giù sul mio cazzo da 22 cm che è sparito in quel culetto nero con la facilità paurosa. Si china su di me, la mia faccia è imprigionata in mezzo alle sue grosse tette, sono bellissime, morbide e lisce, le strizzo, le lecco, le succhio i due capezzoli che diventano sempre più duri, esattamente come il suo enorme cazzo nero che mi sbatte sulla pancia insieme alle palle, quando ricade sul mio uccello. Non sono mai stato in questa situazione, è veramente strana e devo dire che mi piace parecchio.
Nel frattempo il suo respiro si fa sempre più pesante, si inarca all’indietro e sola in quel momento vedo il suo gigantesco cazzo eretto che sta per sborrare, lei lo sega ed in un attimo sborra violentemente sopra la mia pancia ed anche addosso a me. Mi guarda, mi sorride, si sfila dal mio cazzo in tiro e lo bacia delicatamente, quando sente che sto per venire si stacca e mi dice che avrò modo di sborrare cento volte di più tra qualche decina di minuti, dopo che mi avrà aperto il culo in due e montato come una donnicciola. A queste parole mi alzo per scappare ma vengo raggiunto da una sberla che mi stende sul letto e da una seconda che mi fa capire che per me stasera la faccenda si mette veramente male. Prendo ancora una terza ed una quarta sberla, prima di essere preso per i capelli e di essere trascinato in ginocchio al cospetto del suo cazzo che è ripiegato verso il basso e dalla cappella fuoriescono gocce di sborra bianca. Non posso fare altro che leccare la cappella e la sborra, mi fa uno schifo incredibile, mi viene da vomitare, lei se ne accorge e mi tira altre due sberle, mi prende la testa fra le sue mani e mi mette la cappella in bocca: “puliscimi tutta la cappella dalla sborra e succhiamiamelo troietta, fammelo tornare in tiro che ti devo aprire il tuo bel culetto vergine”. Sono costretto ad aprire la bocca ed a ingoiare quella cappella enorme, il doppio della mia sicuramente,. Lei me lo spinge in bocca ed inizia a muoversi, il suo cazzo si ingrossa e si allunga, me lo estrae e mi impone di leccarlo tutto ai lati, lungo l’asta sopra e sotto e le due gigantesche palle rasate. Me lo rimette in bocca ed inizia a montarmi aiutandosi con la mia testa stretta nelle sue mani. Dopo 5-10 minuti di pompa si ferma, lo estrae ed in quel momento ho modo di venere il suo cazzo enorme, nodoso, sarà lungo più di 25 cm e largo come una bottiglia di birra. “Girati troietta che ora ti porto in Paradiso” e con altre due sberle mi obbliga a mettermi alla pecorina in fondo al letto, mi sembra di vivere in un incubo perché era esattamente, logicamente senza sberle, la mi tecnica usata con le donne, ma invece era la tragica realtà. Sento la sua lingua che corre sul mio buco del culo che ha un gesto di rigetto ed è proprio in quel momento che lei mi stringe i coglioni ed il cazzo insieme, procurandomi un male cane. Continua a leccare, poi infila un dito nel mio culo, un secondo ed un terzo ancora. La sento sputare, leccare e spargere un liquido freschissimo con la lingua dentro nel mio culo semiaperto. E’ questione di una manciata di secondi, lei toglie la lingua e punta la cappella che con una botta fortissima mi entra nel culo facendomi un male bestia, sto per uralre quando lei, con una seconda botta ancora più forte, mi entra nel culo con il suo bastone, urlo e piango dal male, la supplico di fermarsi ed latre sberle mi arrivano sulle orecchie. Sento il suo cazzo entrare inesorabilmente, centimetro dopo centimetro, sento le pieghe del culo che si spaccano ad una ad una, fino a quando sento la sua cappella in fondo al culo, i suoi coglioni contro i miei e la lartga base del suo cazzo che mi strappa il culo. Cazzo quanto male, quanto dolore e quanta rabbia, non posso fare miente è più forte di me, mi domina completamente.Sta ferma con il suo cazzo ben piantato nel mio culo che sentivo sfondato e tappato. Mi si sdraia sulla schiena, sento le sue meravigliose tette sfregarmi addosso, mi slingua nell’orecchio e mi sussurra “frocietto italiano, adesso ti monto fino a farti urlare di piacere, mi inciterai di smettere, perché è questo quello che vuoi da me”, dett ciò comincia apomparmi entrando ed uscendo dal mio culo prima lentamente e dopo ad una velocità sempre maggiore, la sua lingua nelle mie orecchie, le sue tette che rimbalzano sulla schiena, L rabbia ed il male si stanno trasformando in una sorta di piacere mai provato prima d’ora, adesso mi piace, lei se ne accorge e mi urla “hai visto che ti piace, zoccola, sei proprio una delle peggiori puttane che abbia mai incontrato”. Mi sta sbattendo in modo violento, convulsivo, mi sta sfondando letteralmente il culo urlandomi “troia, troia, ti rompo il culo, te lo spacco, te lo apro in due, ti piace, verio che ti piace ?”. Ed a quel punto, in preda ad un orgasmo nuovo, mai provato prima d’ora dico”…si…ah…oh…si,….si,….ohhhh, si…dai..”! “E allora prendilo tutto puttana che sto per goderti dentro”. Sono in preda ad un delirio, abusato ed umiliato da un trans nero con un cazzo da cavallo in una camera d’albergo, che mi monta come una cavalla da monta, con le sue enormi tette che mi premono sulla schiena, le sue mani che mi stringono i fianchi ed il suo cazzone ben piantato nel culo. La incito dicendo “si, dai chiavami, sborrami dentro, fammi venire, sono la tua puttana la tua troia, inculami ancora…., dai,,,,,”. Stremato da qualla monta incredibile sento il mio cazzo durissimo che esplode in una sborrata mai provata prima, uno due tre mille fiotti di sborra che andavano dappertutto, una sborrata senza fine, poco prima che Carla si lasciasse andare sborrando nel mio culo un quantitativo di sborra talmente ampio che devo averne ancora dentro oggi dopo una settimana.
Si sfila da me, si mette davanti e mi rimonta ancora in bocca ma molto più dolcemente e delicatamente per alcuni minuti, poi si china mi prende in bocca l’uccello e mi tira un pompino migliore di quello ricevuto da qualunque donna in tutta la mia vita, facendomi sborrare ancora un torrente di sborra dopo qualche minuto. Rimaniamo stesi sul letto senza parlare per qualche minuto, poi Carla si alza, si veste, mi si avvicina e mi dice “Ciao, non so nemmeno come ti chiami, ma è stato un piacere romperti il culo, hai urlato come una puttanella e goduto come una troia, ma è tipico degli italiani gradassi che vengono a Rio per fottere e poi rimangono inculati.
Per toglierti una curiosità, hai preso in culo un cazzo di 28,5 cm, largo come una bottiglia di birra, farai un po di fatica ad andare al cesso nei prossimi giorni, ciao stronzo. E sbattendo la porta esce definitivamente dalla mia vita.
Mi ritrovo solo, pieno di sborra che mi esce dal buco del culo, enormemente dilatato e rotto e cion la faccia altrettanto piena di sborra, mi guardo allo specchio di fronte al letto e penso ai miei figli, a mia moglie ed agli amici e colleghi, mi sento una merda, ma il cazzo di Carla erra magnifico.
Federico – Nome inventato, storia vera.
scritto il
2010-08-25
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