Un pomeriggio di pioggia

di
genere
etero

Sono sola in casa a studiare. Di nuovo. Cerco la concentrazione, tento di mettere ordine sulla scrivania e nella mia testa.. ma non ci riesco. Mentre leggo per la quinta volta la stessa riga il cellulare squilla.

Marco.

Mi strappa un sorriso, come al solito. Rispondo, mi dice di essere sotto casa mia. Sta diluviando e mi chiede se può salire. Sbuffo, fingendo di essere scocciata, e gli corro incontro. Apro la porta ed è completamente zuppo! Batte i denti e si stringe le braccia intorno al corpo. E’ bellissimo anche così. Quegli occhi verdi, furbi e sinceri, e il sorriso bianco mi provocano ogni volta lo stesso effetto. Mi stampa un bacio sulla bocca e corre in bagno per farsi una doccia calda.

- Ti lascio una tuta e della biancheria di Stefano in camera mia, vado a fare un caffè! – grido dalla camera di mio fratello.

Torno nella mia, lascio gli indumenti sul letto, e vado in cucina. Lo sento canticchiare sotto la doccia.. e mi strappa di nuovo un sorriso.

- Marco il caffè è pronto! Marco! –

Lo chiamo più di una volta, senza ottenere risposta. Possibile che sia ancora sotto la doccia? Passo per il corridoio, il bagno è vuoto, la camera di mio fratello anche. La porta della mia camera, invece, è socchiusa. Busso.. e entro. Un tuffo al cuore. E’ come se lo vedessi per la prima volta. Non sembrano passati mesi da quando lo vidi quel pomeriggio a nuotare in piscina. Marco è di spalle, sta osservando le foto di quando ero piccola appese alla parete.. ed è completamente nudo, l’accappatoio è buttato in un angolo, sul mio letto. Ha i capelli umidi e scompigliati, neri e ribelli, proprio come il suo carattere. Le spalle sono ampie e forti, sulla scapola c’è quel buffo neo che mi piace tanto, e che mi ritrovo sempre a fissare quando dorme a pancia in sotto. La linea della schiena è sinuosa e le fossette di Venere contribuiscono a renderlo ancora più sexy. E’ nudo e perfetto, nel bel mezzo della mia cameretta. Mi passo istintivamente la lingua sulle labbra, ho davvero voglia di baciare ogni centimetro di quella meravigliosa schiena. Ma il bisogno più impellente me lo detta la pelle, mi brucia sotto i vestiti, ho un bisogno fisico di spogliarmi e far aderire il mio corpo al suo.

- Resta fermo così, ti prego – sussurro io.

Lui rimane immobile, complice. Anche se non posso vederlo in viso so che sta sorridendo. In silenzio inizio a spogliarmi, faccio tutto lentamente e senza emettere un suono, come se anche la più piccola cosa potesse spezzare la magia di quel momento. Sono nuda alle sue spalle e mi sento infinitamente bene, a mio agio, come se fosse la cosa più naturale del mondo, come se gli indumenti fossero solo uno stupido impedimento tra noi. Mi avvicino altrettanto silenziosamente, e mi fermo a qualche centimetro dalla sua schiena, il naso all’altezza del suo collo. Lo guardo, scruto la sua pelle come se fosse la trama di un racconto, mi perdo in quella visione, e non vedo l’ora di baciarne ogni centimetro. Mi lascio andare in un sospiro, che si infrange alla base del suo collo. Rabbrividisce, ha la pelle d’oca. E mi accorgo di averla anche io.

- Amore mio.. – inizia a mormorare lui.

Ma non lo ascolto. Gli cingo il torace, e apro finalmente le mani contro il suo petto. Lo stringo, quasi lo graffio con le unghie e lo attiro a me. Finalmente il mio corpo aderisce al suo, appoggio la guancia sul suo dorso, la pancia contro le sue natiche. Il mio corpo, ancora tiepido, brucia contro il suo fresco di doccia. Marco geme, e io non posso far altro che iniziare a baciarlo sul collo, sulle spalle, sulla schiena, sulle braccia, sul sedere. E una volta arrivata lì fare il percorso inverso con la lingua, leccando via il sapore dei miei stessi baci. Non mi sono nemmeno sfiorata, ma so per certo di essere eccitata all’inverosimile.

- Girati, ne voglio ancora – gli dico.

Sono sorpresa dal mio tono di voce, sembro quasi autoritaria. Rare volte è capitato a me di condurre il gioco tra noi. Ma oggi è lui la preda. Sta al gioco e si volta senza dire nulla, con il suo sorrisetto sghembo stampato sul viso. Anche se la mia attenzione viene catturata immediatamente dalla sua vigorosa erezione. Mi inginocchio e lo prendo in mano. Inizio a segarlo lentamente, guardandolo negli occhi. So che vorrebbe che lo prendessi in bocca, è impaziente. Ma oggi ho voglia di giocare. Lo massaggio con entrambe le mani, prima stringendolo alla base per poi continuare carezzandoglielo tutto. Sento i muscoli delle sue cosce tendersi e il suo respiro accelerarsi, al limite della sopportazione. Mi avvicino con la bocca, e inizio leccare la punta disegnando dei piccoli cerchi, aumentando progressivamente l’intensità e la velocità di quella dolce tortura.

- Oh si piccola così.. – mugola Marco.

E finalmente lo accolgo nella mia bocca. Lo succhio in maniera vorace, senza quasi riprendere fiato. Lo faccio scorrere lungo le mie labbra umide e dischiuse per poi prenderlo ancora, assaporando quel gusto divino di uomo, di eccitazione mischiato all’odore del mio bagnoschiuma. Riconosco il mio profumo mescolato al suo, e assaggiarlo nella mia bocca è una cosa divina. Lui accompagna i miei movimenti con entrambe le mani, afferrandomi i capelli e stringendomi la nuca, in un gesto che contemporaneamente trasuda completa adorazione nei miei confronti e una sua maschia prepotenza. Alzo lo sguardo e i miei occhi incontrano i suoi, io con la bocca piena di lui e lui nel pieno vortice della lussuria. Basta quel contatto visivo per farlo scattare, mi fa alzare, mi afferra per le spalle e prendendomi di peso mi sbatte contro la parete. Le sue mani stringono i miei polsi, incatenandoli sopra la mia testa, le sue gambe allargano le mie.. e mi ritrovo completamente immobilizzata. Mi bacia con ardore, le nostre lingue si incontrano avide l’una dell’altra.

- Ora tocca a te stare ferma! – sogghigna lui, a un millimetro dal mio viso.

I nostri occhi non si sono mai lasciati, nemmeno durante quel folle bacio, così come i nostri corpi perfettamente incollati. Sono eccitata da morire, così impossibilitata nei movimenti, alla sua mercè. Sento la sua erezione premermi sulla pancia e i miei capezzoli strusciare contro il suo torace, il che contribuisce a renderli ancora più duri. Mi rendo contro solo adesso che il mio corpo è avvolto da un leggero ma incontrollabile tremore. Sento la sua mano scendere, sfiorandomi appena, prima i seni e poi giù lungo la pancia.. arrivando al centro del mio piacere. Mi tocca lì, nel mio punto più sensibile, mi fa sussultare. Il suo tocco prima è delicato, mi stuzzica appena ma basta a farmi piegare le ginocchia. Scende ancora, insinuandosi tra le piccole labbra umide, passandoci appena un dito. Sono un lago. Si fa ancora strada tra le mie carni, penetrandomi con un dito. Mi inarco, riversando la testa all’indietro, gemendo.

- Guardami! – mi sussurra Marco.

Nel suo tono ritrovo la stessa autorità che avevo io fino a qualche minuto prima. Adesso, invece, sono completamente soggiogata. Incontro di nuovo i suoi occhi, bramosi di me, mentre continua a penetrarmi, il suo tocco non è più delicato, ma veemente e frenetico. Le sue dita diventano due, poi tre. I miei gemiti sono diventati delle grida strozzate, sto godendo a un centimetro dal suo viso. E lui non sembra intenzionato a smettere, anzi, aumenta sempre di più. Si stacca appena un poco da me, si abbassa con la testa all’altezza del mio seno, e prende uno dei capezzoli tra le labbra. Lo succhia famelico, tormentandolo con la lingua e stringendolo tra i denti. E non smette di fottermi con le dita. Istintivamente abbasso una mano e raggiungo il suo sesso, e inizio a masturbarlo a mia volta. Marco reagisce al mio tocco, irrigidendosi. Scatta e mi solleva un’altra volta di peso. Mi fa girare contro il muro e attira il mio bacino a sé. Mi prende per i fianchi e mi penetra con forza. Lo sento, in un attimo, tutto dentro di me con un potente colpo. Si fa strada sempre più a fondo, mi invade e non posso far altro che accoglierlo. Esce per poi affondare di nuovo, con un possente colpo di reni. Le mie natiche sbattono più e più volte contro il suo bacino quando inizia scoparmi con foga. Mi aggrappo alla parente e spingo sempre più forte verso di lui, gli vado incontro, voglio che mi prenda con ancora più forza. Lui capisce, e le sue mani salgono, mi afferra alla base del collo e mi fa alzare il busto, costringendomi a guardare verso il soffitto. Lo sento ancora più a fondo, mi sbatte con un’arroganza inaudita che mi fa arrivare ad avere un orgasmo potente e sconquassante. Vengo gridando, urlando il suo nome. Poco dopo anche Marco raggiunge l’apice, riversando tutto il suo seme dentro di me. Finiamo accasciati sul letto, completamente esausti e sudati.

- Penso di avere di nuovo bisogno della doccia – scherza Marco, e io rido con lui.

Beh.. non male per quello che doveva essere un noioso pomeriggio di studio!


di
scritto il
2015-09-02
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