Grand Hotel ER Cap11- S. (Rossetto e Cioccolato)

di
genere
sentimentali

Autore: Notorius

"Din din din!"
"Din din din din!"
Percuoto il campanello della cucina con violenza, nella vana speranza di veder entrare un cameriere.
- "Wolf! Dove sono finiti tutti?! Sono tre minuti che questi risotti aspettano sotto le lampade, lo sai che poi la roba si rovina, e dai!"
-"Sì Chef, hai ragione, è che sono i primi giorni, l' albergo è quasi in overbooking, e tanto per cambiare stanno arrivando tutti insieme.
I ragazzi stanno accompagnando i clienti ai tavoli.
Scusami, li porto subito!"
"... sarà meglio portargli da bere vai..."- borbotta il maitre uscendo con i piatti in mano.
-"Buongiorno Chef"
-"Buongiorno direttrice, ma dove l'avete trovata questa che mi avete dato come Sous Chef? Ha un passo così lento che quando và, sembra che torni..."
-"L'hai voluta te da Villa Crespi, e con quello che la paghiamo sarà bene che tu riesca a farla funzionare, lo sai, l'unica cosa che mi interessa è la soddisfazione del cliente, per il resto devi arrangiarti..."
Sé...l'ho voluta io, non è il Dottore che ha una passione per le ventenni con gli occhi a mandorla e il culo a mandolino.
E vabbè... farò finta di passare da scemo.
-"Chef, il suo Old Fashioned" esclama Dinah entrando in cucina.
Ha veramente un fisico marmoreo, e per un attimo sono tentato di fare una delle mie solite sciocche battute, ma ho imparato a non toccare la roba di Hermann, quindi desisto dall'aprire la mia boccaccia da cafone e zotico, già in passato, non volendo, ho fatto danni...
Finalmente un attimo di pausa, prima che arrivino le comande.
Apro l'acqua per lavarmi le mani... fredda...cosa diavolo starà combinando Paolo con quelle caldaie?!
Sorseggiando il mio drink scorro tra i messaggi di WhatsApp.
Un numero che non mi aspettavo.
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"Ciao Not.
Volevo farti una sorpresa, ma lo sai che mi è sempre piaciuto provocarti, e non ho resistito alla tentazione di farti fantasticare.
Domani sera sarò a cena da te...ti aspetto in terrazza dopo chiusura per l'ammazza caffè e l'ammazza-ammazza caffè"
😉
S.
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Quando leggo quella lettera, S., subito ai miei occhi riaffiorano immagini dai bordi sfocati come polaroid, ma non per questo meno vivide.

"Era l'estate del 2011, la mia prima stagione da responsabile di cucina, la prima lontano da casa.
Un ristorantino gourmet sulla Riviera dei Ciclopi.
Fu lì che ti conobbi, ad un evento nel quale presentavi i prodotti della tua azienda.
Siciliana, calda e passionale, in te l'aria frizzante delle saline di Augusta e il profumo intenso, etereo e speziato del marsala metodo Soleras.
Fu questione di un attimo perché il tuo sguardo mi rapisse.
Pochi giorni per prenderci le giuste confidenze, e poi un continuo scambio di flirt e incontri clandestini.
Come quella sera in cui, dopo il nostro quotidiano gioco di boutade, mi dicesti scherzando e con aria licenziosa:
-"Vieni in spiaggia dopo lavoro, ci nascondiamo a tutti...tranne che alla luna."
Sorrido ripensando al tuo sguardo, tra il sorpreso e l'imbarazzato, quando sul telefono apparve il mio messaggio.
"Sono dietro la cabina numero 10... ti aspetto."
Not."
Non credevi che l'avrei fatto sul serio, ma sai...mi piaceva stupirti.
Ancora non so, inerpicandoti su quale scusa, lasciasti il tuo socio da solo a intrattenere i clienti, raggiungendomi dietro ai prefabbricati.

https://youtu.be/ioJXpOXjZtM

Le tue braccia intorno al collo, mentre con le labbra cercavi il mio respiro, per tentare di placare la fame d'aria che il contatto dei nostri corpi ti provocava.
Appoggiata al retro della cabina, arresa al tocco ruvido delle mie mani, che scorrevano sulla soave pelle delle tue cosce tremule.
Il vestito bianco, leggero e candido, che brillava sotto la luce selenica, in un attimo salì fin sopra i tuoi fianchi, strappandoti un sospiro, invocato dalla pressione del mio bacino impaziente su di te.
-"Ieri sera eri nei miei desideri, stamattina nei miei pensieri, adesso tra le mie gambe…entrami dentro e restaci Chef..."
Una supplica anelante, un canto di Lighea, simbolo sublime di passione bestiale e divina, di attrazione e terrore, amore sovrumano, in una perfetta contraddizione fra Eros e Thanatos.
In fondo è così che la chiamano i francesi, giusto?La Petite Mort.
-"Forse lo farò..." Risposi, sapendo che il miglior afrodisiaco sono le parole.
Il punto "G" è nelle orecchie. Chi lo cerca più in basso sta sprecando il suo tempo.
Era così tra di noi, bastava fare l'amore, anche in piedi, in un luogo dove non si può, così, con calma o di fretta, ma sempre intensamente...
Era la nostra ricetta.
"Sarà bello, bellissimo, travolgente
Lasciarsi vivere totalmente
Dolce, dolcissimo e sconveniente
Coi bei peccati succede sempre."
E fu così anche quella volta.
Fu così ogni volta.
Senza neanche spogliarci, ci abbandonammo al volere selvatico dei nostri istinti, dei nostri lombi.
Il chiacchiericcio e la musica che provenivano da poco lontano, da quelle persone ad un passo da noi, rendevano il tutto ancora più proibito, amplificando le spasmodiche sensazioni come solo il rischio sa fare.
I vellutati tessuti del tuo sesso, si stringevano e contraevano in un caldo abbraccio al passaggio maleducato della mia brama di te, e il tuo respiro si intensificava di colpo in colpo, costringendomi a tapparti la bocca per non farti sentire.
Ma lo sappiamo entrambi, era proprio quello che ti piaceva, il sentirti Mia, segretamente Mia.
Il tuo orgasmo, soffocato dal mio palmo, finalmente si liberava insieme al mio, in una danza di armonica voluttà."

Vengo svegliato dai ricordi dalla voce di Hermann che proviene dai corridoi:
-"SAPESSI!" sento gridare.
Ma sapessi cosa? Mah...
-"Chef, al tavolo 7 c'è una nuova cliente dell'albergo, Kiki... Wolf si è raccomandato di prestarle un occhio di riguardo..." esordisce Sara entrando in cucina.
-"Noi trattiamo tutti bene..."
-"Hai ragione Chef, ma Wolf mi ha detto..."
-"Io ho sempre ragione...va bene, va bene "
-"Con il drink, vorrebbe delle pizzette o roba del genere..."
-"Pizzette? Ma cos... lascia stare, ci penso io"
-"Ah...e poi è arrivato questo tale principe Charlie...hem...ha fatto delle richieste un po' strane, vorrebbe un qualcosa di piccante, ha parlato di lucidare uno scettro...non so..."
-"Oh signore...ok..."
Mentre continuo a domandarmi per quale motivo non ho fatto il geometra come voleva mio padre, vedo entrare dalla porta sul retro LaBelle, elegante e ammiccante, come sempre, due facce della stessa luna...
-"Buongiorno Chef, dopo il servizio ho bisogno di parlare con te, per definire il menù della cena in maschera di stasera..."
- "Benissimo, appena finisco aggiustiamo gli ultimi dettagli."
Chissà cosa le sarà venuto in mente stavolta... già per il concerto dei 2Cellos è stata una fatica, anche se, a giudicare dai miagolii che ho sentito provenire dall'auditorium, non credo di essere io quello che ha sudato di più.
Spero solo che domani sera non ci siano eventi... sono passati dodici anni, ma la luce della luna è sempre la stessa per me, e non me la voglio perdere.
La stampante delle comande suona.
Un room service per la camera 303...
303? Dopo quello che è successo la settimana scorsa dovrebbe essere bloccata...non sono neanche sicuro che siano riusciti a rimuovere completamente tutto quel sangue...
Mah... vabbè, la pausa è proprio finita.
Finisco di impiattare l' amuse bouche del tavolo 7.
Anguria in osmosi di gin tonic, kefir di latte di capra, fiori di aglio e finocchietto selvatico.
Lo guardo soddisfatto.
Tra me e me penso:
"Il ristorante di questo albergo, potrebbe essere il mio capolavoro."

Prossimo autore @kiki88

Per info, critiche, suggerimenti e iscrizioni: brigata_er@libero.it
scritto il
2023-08-06
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