Grand Hotel ER - Cap. 10 | Notte pura - Private Party

di
genere
orge

AUTORE: LaBelle*

Tilde mi convoca nel suo ufficio al suo arrivo in Hotel.
È nervosa, ha fretta.
“Belle, siediti. Dobbiamo parlare.”
“Cosa succede?”
“C’è da organizzare una festa in maschera.”
“Una festa in maschera?!”
“Si. Per adulti.”
“Ah.”
“Eh.”
“Ok, posso avere maggiori informazioni?”
“Si, te le fornirà la persona con cui parlerai tra un’ora. È uno dei consiglieri della confraternita.”
“Capisco. C’è altro che devo sapere?”
“Si: sarà un evento molto delicato e strettamente riservato. Nessuna notizia dovrà trapelare, né all’interno né all’esterno. Scegli con attenzione i collaboratori di cui vuoi fidarti.”
“Molto bene. Ho la necessità di riservare un’area dell’hotel, in esclusiva.”
“Accordato.”

Felpa con cappuccio, cappello, occhiali, mascherina: chiunque sia non vuole farsi riconoscere. L’incontro è breve e conciso, ricco di dettagli.
Chiede discrezione e riservatezza per tutta la durata dell’evento perché dietro quelle maschere ci sono molti volti noti e nessuno può permettersi scandali.
Vogliono cenare presso il nostro ristorante, hanno sentito tessere le lodi de “Il Peccatore”. Oltre alla sala per la festa principale, avranno bisogno di una suite per una festa privata riservata ai soli membri del consiglio direttivo della confraternita.
Si congeda lasciandomi il bigliettino con il suo recapito e una marea di dubbi in testa

Chiamo Kitty e le chiedo se possiamo incontrarci prima dell’inizio del suo turno.
Ho bisogno di schiarirmi le idee.
“Ma secondo te possiamo partecipare anche noi?”
Mi chiede entusiasta, ignorando tutto il resto che le ho raccontato.
“Non saprei. La direttrice non ha detto nulla in proposito.”
“Mi ci porti? Ti preeeeeego!”
“Mi hai pregata anche per i 2cellos e guarda come è finita!”
“Smettila di essere arrabbiata perché non ti ho chiamata! Dai, quando ci ricapita?”
“Beh in effetti dovremo controllare che tutto proceda secondo i piani…”
“Di che colore vuoi la maschera?”

Scendo in cucina per definire il menù insieme allo Chef.
“No aspe’ non ho capito: ci sarà un’orgia qui all’Hotel?” Mi dice con le mani in pasta, letteralmente.
“Ti prego Chef, meno domande fai meglio è.”
“Sentiamo: cosa dovrei preparare?”
“Hai carta bianca. Vogliono essere stupiti. Immagino a qualcosa di afrodisiaco ma comunque leggero e che possa dargli la forza di affrontare le fatiche della notte.”
“Altro?!”
“Magari un impiattamento stimolante?”
Smette di fare quello che sta facendo e si ferma ad osservarmi con i suoi occhi scuri. Appoggia la mano su un fianco e sorride.
“Che intendi?”
“Lo sai, Chef!”
“Ma guarda te che ci doveva capitare. Vorrei essere una mosca e vedere cosa succede lì!”
“Sai mantenere un segreto?”
“Sentiamo…”
“Io e Kitty ci andiamo!”
“Volete farvi licenziare!”
“La direttrice non ha detto nulla in merito e comunque chiunque indosserà una maschera, non ci scopriranno! In ogni caso io devo controllare che non ci siano problemi di sorta.”
“Certo… E Kitty?”
“Quattro occhi sono meglio di due. E comunque davvero, devo accertarmi che chiunque svolga seriamente il proprio lavoro e che tutto fili liscio.”
“Risulti quasi credibile.” Sorride, di nuovo.
“Vuoi venire anche tu, Chef?”
“In che senso?” Il suo sorriso adesso è malizioso.
“Che scemo sei!” Sorrido a mia volta, gli do un piccolo buffetto sulle spalle.
“Comunque, potrebbe servire qualcuno che si assicuri che a me e a Kitty non succeda nulla di male. Vuoi averci sulla coscienza?”
“Basterebbe non andare per non avervi sulla coscienza.”
“Ti prendo la maschera in coordinato con la nostra!”

La sala meeting dell’hotel è praticamente irriconoscibile. Al posto delle sedie, divani, letti, poltrone. Drappi di velluto rosso cadono dal soffitto, petali di fiori bianchi decorano il pavimento, piume e lustrini ricoprono ogni angolo della sala. Funamboli circensi e ballerine di danza aerea incantano con i loro movimenti leggiadri: sembra il girone dantesco della lussuria.
Ho selezionato con cura il personale autorizzato a partecipare all’evento. Indosseranno tutti maschere bianche che coprano interamente il volto. Nessuno di loro può togliere la maschera per tutta la durata dell’evento.
Wolf, al contrario di tutti gli altri, indossa la giacca. Ho la necessità di poterlo individuare subito, qualora servisse.
Hermann è dietro al suo bancone, indossa l’uniforme ma è dispensato dal tenere la camicia.
Guardie di sicurezza circondano il perimetro dell’area riservata. Parola d’ordine per essere riconosciuti e obbligo di consegna di cellulari e chiavi della stanza: non siamo esenti nemmeno noi.
Kitty ha riservato una stanza per noi, riuscendo a trovare spazio nonostante la festa, l’arrivo di sua altezza di un metro e gli altri ospiti dell’hotel. È la stessa suite che ha dato l’altro giorno a Silvana.
Non sapendo bene cosa indossare, abbiamo scelto qualcosa di semplice.
Kitty indossa una maschera a forma di gatto che le copre l’intero volto. Indossa una sottana bianca di raso e autoreggenti bianche.
Io indosso un body di pizzo nero con reggicalze. La mia maschera è a forma di mezzaluna e nasconde solo metà del mio volto.
Consegnati chiavi e cellulare, entriamo nella sala meeting.
Le luci soffuse rendono l’atmosfera ancora più sensuale, mentre i gemiti delle donne riecheggiano nella grande sala addobbata.
Con un rapido cenno di intesa decidiamo di dirigerci verso il bancone di Hermann.
“Ehi Signor Barman!” Esordisce Kitty. “Cosa mi prepari?”
“Tutto ciò che desidera, Signora. Posso tentarla con un Dom Perignon del 2013 o preferisce altro?”
“Mi piaci così servizievole. Potresti esserlo anche fuori da questo bancone? Magari nella mia stanza…”
“Temo che questo non sia possibile, Signora.” Risponde Hermann con molta professionalità.
“Oh Hermann, ma seti capita qualcuna che ti si vuole scopare e ti piace pure ma ti pare che le dici di no? A Kitty direi di sì anche io!”
Hermann sgrana gli occhi da dietro la sua maschera: “Kitty?!”
“Sì” rispondo “e io! Ma davvero non ci hai riconosciute?”
“Ragazze, sto facendo una fatica immensa a controllare l’erezione mantenendo lucidità e professionalità. Vi prego, non aggiungete ulteriori torture alle mie sofferenze. E poi, come siete vestite?!”
Kitty risponde “Oddio vestite…”
Hermann ci consegna le due coppie di champagne e ci dice “Fate attenzione ragazze. E divertitevi!”
Inizia così la nostra esplorazione.
Ovunque, nella sala, uomini e donne sono persi nel vortice del piacere, ciascuno secondo il proprio gusto.
Donne appoggiate alle pareti, mentre gli uomini frugano con le mani tra le loro gambe.
Uomini appoggiati alle pareti e donne inginocchiate davanti a loro.
Donne che ballano da sole, improvvisando a volte uno striptease.
Uomini che baciano altri uomini, palpeggiandoli.
Donne sdraiate su un divano mentre altri tra donne e uomini le ricoprono di baci, penetrandole con lingue, dita, cazzi.
Uomini seduti da soli, che guardano, bramosi.
Donne che si scelgono e si sciolgono tra carezze e baci.
Chiunque in questa sala sta lasciando che i propri oscuri desideri prendano forma, che i propri istinti trovino soddisfazione. Qui ed ora è il posto in cui poter essere realmente sé stessi.
Mi volto verso la porta e trovo una figura che conosco che sta finalmente facendo ingresso alla festa: Notorius indossa un paio di boxer neri e una maschera nera di velluto, come se fosse quella di un nobile di primi del ‘900.
Ancora una volta, faccio un rapido cenno d’intesa a Kitty e ci dirigiamo verso lo Chef. Lo circondiamo, accarezzandolo e respirandogli addosso.
“Ti va di giocare con noi?” Gli sussurro all’orecchio.
Al contrario di Hermann però, lui non resta fermo. Afferra Kitty per la vita e la stringe a sé, mentre mi si avvicina e mi infila la lingua in bocca. Estasiata ed eccitata, ricambio il bacio con passione. Kitty trattiene una risata e poi sbotta “Chef, stai baciando Belle!”.
Notorius lentamente si stacca dalle mie labbra. Continua ad osservarmi, con gli occhi che gli brillano di lussuria.
Si allontana di poco, senza smettere di fissarmi. In quello sguardo e in quel mezzo sorriso c’è molto più di quanto chiunque di noi possa dire.
Nemmeno io riesco a smettere di fissarlo. Come non riesco a non notare l’effetto che quel bacio improvviso mi ha fatto. Sento un calore irradiarsi dalle gambe e percorrere tutto il mio corpo.
Nulla di ciò che mi circonda mi ha realmente eccitata, finché non ho incontrato le labbra di Notorius.
L’elettricità è così tangibile, che anche Kitty se ne accorge. Prova a proteggerci.
Finisce la sua coppa di champagne ed esclama “Belle, accompagnami a prenderne ancora!”
Appoggia il suo bicchiere vuoto su un vassoio prendendone in cambio uno pieno.
Continuiamo ad esplorare altre aree della sala.
La nostra attenzione si concentra su un uomo con una maschera di latex e sulla donna che lo sta frustando. Lei indossa una maschera rossa, un completo in coordinato, tacchi di vernice e una buona dose di cellulite: ma questo non la rende meno sensuale.
Hanno attirato l’attenzione di alcuni presenti. Qualcuno li osserva, qualcuno si masturba. In questo momento, in questa sala, la lussuria è l’unico filo conduttore che unisce voglie e desideri delle persone.
Ci allontaniamo dopo poco, lo spettacolo l’ha annoiata.
Si dirige verso il centro della sala, perché attratta dal grande letto illuminato da un faro. Lì, uomini e donne danno libero sfogo alla propria libido, in un intreccio di corpi bramosi ed eccitati.
“Ti va di unirci?” Mi chiede Kitty con voce sensuale.
“Non c’è spazio” rispondo. La verità è che quella situazione non mi attrae e la mia testa e la mia voglia sono rimaste ancora incollate alle labbra dello Chef. E non riesco a desiderare altro.
“Vedrai che trovano spazio anche per noi…” mi guarda, mi sorride, scivola nel letto e cattura subito l’attenzione di chi le sta accanto. In pochi minuti, Kitty diventa la regina assoluta del materasso, mentre chiunque fa a gara per poter avere un pezzettino di lei.
Le mando un bacio da lontano, guardo l’orologio alla parete: sta per iniziare la festa riservata. Decido di temporeggiare ancora un pochino in sala meeting, prima di raggiungere la 303.
Faccio per andare al bancone da Hermann, quando sento un uomo brindare “alla più bella festa della confraternita mai fatta!”. Indossa una maschera di Batman.
“Dici che è anche un po’ merito mio?” Mi sussurra lo Chef alle mie spalle.
“Dico che non so fino a che punto possiamo ritenere valido il parere di un uomo che indossa la maschera di Batman” dico, facendolo sorridere. “Chef, io ho solo creato un po’ di atmosfera, tu li hai preparati alla perfezione. Quel parfait di fegatini di pollo era squisito. Piuttosto, come hai fatto a sgattaiolare via prima dalla cucina?”
“Sono lo chef, faccio il cazzo che voglio”.
“Touchè” gli dico e svuoto la mia coppa di champagne.
“Dove hai lasciato Kitty?”
“Si sta godendo la serata, letteralmente. È al centro del letto, l’ultima volta che l’ho vista una donna la baciava e un uomo stava aprendole le gambe per posizionarsi al centro con la sua testa. Ho avuto l’impressione che non volesse essere disturbata…”
“E tu? Non hai ancora trovato quello che attira il tuo interesse e la tua voglia?”
“Forse.” La mia voce diventa un sussurro, il mio desiderio prende il sopravvento.
Notorius mi restituisce un mezzo sorriso.
Sento di nuovo quel calore tra le gambe e non riesco a ignorarlo.
“E tu, Chef? Hai trovato qualcosa di tuo interesse?”
Si avvicina. Mi guarda. Mi spoglia con gli occhi.
Il calore tra le gambe aumenta, al punto che temo possa vedere quanto sono già eccitata per lui. “Devo salire nella 303 a controllare che non ci siano problemi. Ti va di farmi compagnia?”
Mi fa cenno di sì con la testa.
Ci dirigiamo verso l’uscita.

Recupero il cellulare, la chiave della nostra stanza ed entro in ascensore con Notorius.
Siamo appoggiati ai lati opposti nell’ascensore, seminudi, mascherati, famelici.
I nostri sguardi parlano più forte delle nostre parole.
Entrambi siamo infiammati dal desiderio reciproco. Ed entrambi stiamo tenendo a freno il nostro desiderio per paura di eventuali conseguenze.
Osservo il suo corpo, ma è nei suoi occhi che mi perdo. Mi mordo le labbra.
Lui non smette di mostrarmi quel mezzo sorriso. E non riesce a celare la sua evidente e imponente erezione.
Prima che qualcuno dei due possa fare qualcosa, l’ascensore ci avvisa che abbiamo raggiunto il piano.
Le porte si aprono.
Intreccio le mie dita con quelle dello Chef e ci dirigiamo verso la 303.
Qui la situazione è decisamente diversa rispetto a quella che abbiamo lasciato sotto. Due uomini sono posti a presidio della porta di ingresso e mi chiedono la parola d’ordine: “Così vasta, così ambigua, per la notte così pura.”.I due gorilla si spostano e ci aprono la porta.
Al mio ingresso, noto almeno altri 3 uomini della sicurezza che girano per la suite. Una leggera musica fa da sottofondo ai gemiti delle donne e ai grugniti di piacere degli uomini. In questa stanza ci sono professionisti del settore: i loro corpi statuari spiccano tra quelli più ordinari dei membri del consiglio della confraternita.
Qui i camerieri passano portando alcool, strisce di cocaina e pilloline varie: sotto non erano ammesse droghe.
Ma qui è diverso: le persone che ci sono qui fanno le regole e quindi possono permettersi di essere al di sopra delle regole stesse.
La mia attenzione viene catturata dalle urla di una donna: troneggia al centro di un divano rosso, con le gambe aperte. A turno, gli uomini che la circondano la penetrano con diversi giocattoli a loro disposizione. Nonostante le luci soffuse, vedo del liquido che le fa brillare le gambe, mentre sensuale si contorce negli spasmi del piacere.
Tra i suoi spettatori, anche Wolf.
Restiamo a guardare anche io e Notorius. Da quando siamo usciti dall’ascensore, lui non mi ha mai lasciato la mano. La sua presenza è contemporaneamente eccitante e rassicurante.
Mi lascia la mano solo per posizionarsi dietro di me. Il suo caldo respiro sul mio collo è decisamente più eccitante dello spettacolo che ho davanti ai miei occhi. Le sue mani mi sfiorano e sento lo stomaco contorcersi per il desiderio che ho di lui. E lui è così vicino che sento la sua erezione pulsare su di me.
Mi dico che non posso continuare a indossare due maschere e che almeno una delle due devo toglierla. Mi volto lentamente e trascino Notorius contro la prima parete libera che trovo.
Mi avvicino a pochi centimetri dalle sue labbra.
“Se vuoi Chef, quello che succede stasera resta dietro queste maschere. E da domani ricominci a dirmi che sono una rompicoglioni e che meno sto nella tua cucina e meglio è. Se vuoi stasera, anche per noi non ci sono regole. E domani possiamo fingere che niente sia accaduto.”
Mi sorride e in attimo la sua lingua è di nuovo nella mia bocca, implacabile.
Sento le gambe cedere al contatto tra i nostri corpi.
Le sue mani si muovono sicure sul mio corpo: mi accarezza il collo, mi cinge la vita, mi stringe il culo e spinge il mio bacino contro il suo per farmi sentire la sua erezione.
Il nostro è un bacio desiderato e scarica verso l’altra persona tutta l’elettricità che abbiamo accumulato durante la serata e forse, che abbiamo accumulato da quando lavoriamo insieme. Stringe i miei seni attraverso il pizzo e i miei capezzoli rispondo all’appello. Il suo tocco è sicuro e audace, meravigliosamente eccitante. Le sue mani grandi ed esperte sanno toccare il corpo di una donna e farlo vibrare di piacere.
Decido di ricambiare, così le mie mani iniziano ad esplorare il suo corpo caldo di desiderio. In poco tempo, il mio tocco è sulla sua erezione che spinge per uscire dalla stoffa.
Lo Chef libera i miei seni per mordere i miei capezzoli, facendoli rimbalzare tra la lingua e il labbro superiore, mentre continua a cingermi dalla vita. Decido di non restare indietro e abbassare i suoi boxer, per vedere ciò che intuivo potesse essere. Mi inginocchio.
La sua eccitazione adesso troneggia davanti ai miei occhi, esagerata. Inizio quindi a bagnare il suo turgore con la mia saliva. Quando è sufficientemente umido è il turno di lasciarlo scivolare nella mia bocca, fino a spingerlo in fondo alla gola. Lo Chef apprezza, visibilmente.
Le mie mani si portano sulle sue natiche, per agevolare la presa e guidare i suoi movimenti dentro di me. Le sue mani invece accompagnano i movimenti della mia testa: una meravigliosa danza sessuale coordinata mentre i nostri piaceri sono desiderosi l’uno dell’altra.
I nostri sguardi si incrociano mentre mi nutro del suo piacere.
Notorius mi solleva, mi bacia di nuovo.
“Vieni qui.” Mi ringhia all’orecchio mentre con una mano scende tra le mie gambe.
Sente subito la mia umidità e, orgoglioso e fiero mi sorride. Ha già capito che effetto mi fa.
“Vuoi sentire il mio sapore, Chef?”. Mi sorride malizioso, prima di sollevare la mia gamba e assaggiare il mio sapore. Sentire la sua lingua sul mio sesso ha un effetto devastante su di me: i movimenti lenti e decisi, le sue labbra carnose, il mio clitoride gonfio per lui.
“Parla con la testa tra le mie gambe e dimmi che sapore ho.” Gli dico ansimando dal piacere. Mi fissa negli occhi mentre mi dice che il mio è un sapore dolce e aspro, come la coulisse di lamponi che ha servito prima insieme al parfait.
Non passa molto tempo prima che il mio orgasmo lo ricopra dei miei umori.
Tremano le mie gambe, vibra il mio corpo, è corto il mio respiro: lo Chef mi ha appena servito un orgasmo dirompente.
Notorius si alza e con tono perentorio mi dice “Voltati.”.
Eseguo gli ordini, ancora desiderosa di lui.
Mi spinge contro la parete e sposta i miei capelli, respira forte dentro il mio orecchio, sposta il body di pizzo senza togliermelo. Entra nella mia carne, riempiendomi.
Ricomincio a gemere, rumorosa. I suoi colpi decisi toccano i punti giusti, facendosi strada tra le mie pareti. Sono colpi decisi e violenti, quel sapiente violento ad alta carica erotica.
Notorius raccoglie i miei capelli e mi costringe a portare indietro la testa. Vuole guardarmi negli occhi mentre mi fa sua. E perdermi nei suoi occhi scuri rende tutto questo ancora più eccitante.
I miei gemiti attirano del pubblico.
I primi ad avvicinarsi sono due uomini dal corpo flaccido: si siedono accanto a noi ad osservarci, toccandosi. Al contrario di noi due, non indossano la maschera.
Passa poco tempo prima che anche Wolf si palesi. Domani gli farò un discorsetto sulla professionalità, anche se forse non sono proprio nella posizione giusta per farglielo.
Si avvicina un altro uomo, accompagnato da una donna dal corpo statuario: le fa aprire le gambe e inizia a masturbarla, mentre le bacia il collo.
“Hai visto? Stiamo dando spettacolo.” Mi sussurra Notorius all’orecchio.
“Ti piace?” gli chiedo tra i gemiti.
“Assolutamente sì” mi risponde mentre aumenta il ritmo dei suoi affondi, costringendomi a urlare più forte.
Un uomo trascina con sé una donna al nostro fianco, per emulare ciò che stiamo facendo. La loro intesa però non è minimamente paragonabile a quella tra me e lo Chef.
Intanto, le mani di Notorius sono implacabili: a volte mi cingono il collo, a volte mi schiaffeggiano il sedere, a volte stringono forte i capezzoli. Ha deciso di farmi capitolare nel piacere. E ci sta riuscendo. Esibirsi davanti ad un gruppo di estranei e a qualche collega è qualcosa che lo fa decisamente eccitare e nella sua eccitazione trascina anche me.
Si avvicina un’altra coppia.
Ci accarezzano, mentre continuiamo a godere reciprocamente l’una dell’altra.
La donna si abbassa e inizia a leccarmi tra le gambe. L’uomo mi stringe i capezzoli. Lo Chef continua a scoparmi selvaggiamente.
Passa pochissimo prima che un nuovo orgasmo mi travolga.
Nessuno però lascia la propria posizione: io continuo a restare china sulla parete, Notorius continua a scoparmi, la donna continua a leccarmi e l’uomo continua a stringermi i capezzoli.
Lo Chef decide di concederci un attimo di tregua.
La donna ne approfitta per iniziare a succhiarglielo.
L’uomo mi prende, mi volta, solleva la mia gamba e mi penetra.
Nonostante non me lo aspettassi, lo lascio fare. I miei occhi sono solo per lo Chef. E con mia sorpresa, anche i suoi sono per me.
Nessuno dei due riesce a distogliere lo sguardo dall’altro.
Lo osservo mentre una donna gli provoca piacere e lo trovo tremendamente bello e sensuale. Mi osserva mentre un uomo mi penetra e spalanca la bocca gemendo.
Porto le mani sul mio clitoride e inizio a masturbarmi furiosamente, guardando lo Chef.
E in poco tempo, con i miei occhi nei suoi vengo di nuovo.
Anche Notorius sta venendo, anche Notorius non riesce a togliermi gli occhi di dosso mentre scarica il suo piacere in bocca ad un’altra donna.
Allontano l’uomo, allontana la donna: ormai non ci servono più.
Ci riavviciniamo e ci abbracciamo.
“Sei stato pazzesco, Chef.”
“Lo so” mi dice con quel mezzo sorriso.
“Avere i tuoi occhi su di me è stato incredibile.”
“Anche per questo non ho mai smesso di guardarti.”
“Anche?”
“Volevo capire quanto ti infastidisse quell’uomo. E poi volevo guardarti mentre ti scopavano.”
Adesso sorrido io. “Avrei voluto essere io a bere da te.”
“Non preoccuparti, ci sarà tempo.”
Mi sporgo per baciarlo di nuovo. Mentre assaggio ancora il sapore delle sue labbra, mi sento strattonare violentemente dal braccio.
“Brutta puttana, non vi paghiamo per spostarvi mentre vi stiamo scopando. Non azzardarti mai più a lasciarmi col cazzo duro mentre ti fotto.” Dice sbattendomi alla parete.
Succede tutto in un attimo.
Notorius lo tira verso di sé e gli da un pugno in faccia, spaccandogli il naso.
Scappo via dalla parete e istintivamente mi porto dietro di lui.
Le urla delle persone circostanti attirano l’attenzione di chiunque dentro la stanza.
L’uomo si alza, si asciuga il sangue e prende un vaso per colpire Notorius, che fortunatamente ha i riflessi pronti e si sposta lasciandolo cadere a terra.
“Wolf, chiama la sicurezza!” urla mentre mi prende per mano.
Wolf resta immobile, basito. Non riesce a capire nulla in mezzo al trambusto. Nel frattempo alcune donne urlano e scappano, gli uomini di conseguenza si arrabbiano e iniziano a distruggere la stanza.
“Wolf, la sicurezza!” urla Notorius.
Finalmente Wolf si sveglia e chiede l’intervento immediato della sicurezza. I gorilla che giravano per la stanza finalmente intervengono a placcare gli uomini più agitati, a loro volta sotto effetto di sostanze stupefacenti.
Notorius mi guida per mano verso la porta della stanza, mentre l’uomo che ha colpito si è rialzato e lo cerca tra la confusione con gli occhi iniettati di sangue.
Esco dalla stanza chiedendo ai bodyguard fuori di intervenire nella mega rissa che c’è dentro: si sentono rumori di vetri infranti, grida di terrore e urla di vendetta.
All’improvviso, l’uomo ci trova. Corre verso di noi.
Tiro via Notorius, non voglio sfidare ulteriormente la sorte lasciando che quell’uomo ci raggiunga.
Fortunatamente, la nostra stanza non è molto lontana. Siamo decisamente più veloci del nostro nemico e riusciamo a sparire nei corridoi. In pochi secondi siamo davanti la nostra suite.
Apro velocemente la porta e la richiudo dietro di me, lasciando la caciara alle mie spalle.
Io e lo Chef ci guardiamo, seminudi, mascherati, ansimanti. Adesso mi sento al sicuro, qui con lui.
Lo abbraccio forte e respiro il suo profumo. Sfioro il suo collo e mi eccito di nuovo.
“Grazie”
“Stai bene?”
Faccio cenno di sì con la testa. Mi accarezza con la mano che non gli fa male.
L’altra mano invece, pulsa ancora.
“Cosa cazzo poteva succedere” dico mentre porto la sua mano tra i miei seni.
“Non è successo.”
“Grazie a te.”
“Ti sdebiterai.”
“Quando?”
Muove le sue dita e sfiora la pelle tra il mio seno. È la risposta che mi serve.
Tolgo la mia maschera, tolgo la sua maschera. Finalmente.
Chiudo a chiave la porta.
Quel che succede, resterà tra le mura di quella stanza.
Come il nome dell’assassino di quella persona uccisa resterà tra le mura della 303.

Prossimo autore: Notorius

Per info, critiche, suggerimenti e iscrizioni: brigata_er@libero.it
scritto il
2023-08-02
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