Grand Hotel ER Cap. 12 | Ritorno da lei

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saffico

Autore: Kiki88

Dopo un anno passato a fare la galoppina tra biblioteca, ufficio e aula riesco a strappare per l'inizio dell'estate quindici giorni da trascorrere in Italia. Ma il desiderio più grande è visitare finalmente la Sicilia, e non certo per i soliti tour sulle tracce arabo normanne di cui mi sono riempita gli occhi negli anni universitari. No, la Sicilia di cui voglio godere adesso è quella del suo mare e del suo cibo. Capita quindi che una volta fatta tappa a Genova, ospite dei miei nonni che non vedevo da anni, me ne sto distesa sul mio letto nella stessa cameretta le cui pareti mi riportano alla mente la me ragazzina. Questo stesso letto in cui verso i sedici anni fui beccata da mia nonna mentre mi scambiavo effusioni con Betty, la mia amica del cuore che abitava al piano terra dello stesso palazzo in cui abitano tutt'ora i miei nonni.

Il primo impulso, dopo aver varcato il portone di questo stabile dopo tanti anni è stato infatti cercare tracce di lei, e come guidata da quei ricordi, mentre mi accingevo a salire dai miei vecchi mi sono fermata davanti alla porta di quella che era l'abitazione della mia dolcissima e indimenticata Betty, e mi è mancato un battito quando sulla targhetta ho letto il suo cognome, subito sotto un altro a me ignoto; la stessa identica targhetta di ottone dell'epoca, solo un po' più opaca e con un cognome in più.

Quante volte in quegli anni sono entrata in quella casa insieme a lei quando i suoi genitori, per qualche ragione si assentavano per diverse ore. La sentivo bussare alla porta e mi bastava sentire la voce di mia nonna: "Valeria c'è Betty". Scattavo giù dal letto dove stavo magari ascoltando la musica bellissima dei dischi in vinile lasciati da mio zio ormai sposato. "Valeria c'è Betty", era come se mia nonna mi annunciasse l'arrivo di un angelo. E volavamo mano nella nella mano a rotta di collo fino al piano terra, entravamo in casa sua e poi dritte in camera a riempirci di baci e di improbabili promesse d'amore eterno.

E ancora prima di salire dai miei nonni mi sono fermata lì davanti a quella porta, imbambolata e persa in quei ricordi. Ho accostato la punta del naso alla giuntura per cercare di percepirne l'odore che fuoriusciva dalla fessura. Ma non era più quello che ricordavo, d'altronde erano passati vent'anni, non potevo certo sperare che alle mie narici arrivasse quel profumo di bagnoschiuma al mughetto che lei aveva perennemente incollato alla sua pelle, nè tanto meno il profumo dello shampoo alla mela verde che lei abitualmente usava. Per tacere dei suoi odori più intimi, quelli per cui io letteralmente impazzivo e che lei, per metà imbarazzata e metà incuriosita dopo un po' mi concedeva.

Dei rumori provenienti dall'interno dell'appartamento mi scuotono strappandomi a quei ricordi e riportandomi alla realtà. Faccio per allontanarmi e guadagnare in fretta le scale quando sento oltre la porta le voci di un uomo e una donna discutere ad alta voce, e che si trattasse di un probabile alterco tra coniugi me lo conferma il pianto di un bambino. Temendo che da un momento all'altro si apra la porta risalgo rapidamente la prima rampa di scale fermandomi sul ballatoio del primo piano per continuare ad ascoltare, non tanto con propositi da ficcanaso delle beghe famigliari altrui, quanto piuttosto per cercare di capire se quella voce di donna appartiene a Betty. Sento aprirsi la porta per poi quasi avere un tuffo al cuore nell'udire lo "sbam" tipico di chi uscendo se la richiude alle spalle con rabbia. Mi sporgo oltre la ringhiera e vedo un uomo che a passo veloce raggiunge il portone ed esce. Rimango lì per vedere se escono anche la donna e il bambino ma continuo a sentire ii pianto di quest'ultimo. Decido quindi di salire dai miei nonni e finalmente riabbracciarli.

E ora distesa sul mio letto di ragazzina scorro sul mio tablet i siti web di vari hotel sulla costa orientale della Sicilia, ed è uno ad attirare la mia attenzione: "Grand Hotel ER, gay friendly, personale di alta professionalità, gentilezza ed empatia. Accogliamo i nostri ospiti con spirito di amicizia avvolgendoli di ogni comfort. Piscina, SPA con massaggi personalizzati, servizi in camera, escursioni sull'Etna, gite in barca, immersioni e mille altre coccole. Vieni a trovarci e vedrai che tornerai. Camere singole 150 euro/notte, doppie e matrimoniali 200 euro/notte, dammuso con spiaggia privata 500".

Decido di chiamare e dopo alcuni secondi mi risponde una signora dal dolcissimo accento spagnolo. Le chiedo se c'è disponibilità di una singola a partire dalla prossima settimana, mi chiede di attendere e sento partire una musica di violoncello che rende quella breve attesa oltre modo gradevole. La musica del cello si interrompe e torna la voce altrettanto soave della donna spagnola.

"Sì señora, abbiamo una singola en la data che lei chiede".

Le confermo la prenotazione ma poi non posso fare a meno di farle notare la bellezza di quella musica, e rimango stupita quando mi dice di esserne lei l'autrice. Vorrei complimentarmi anche per la musicalità della sua voce ma temendo di apparire eccessiva mi limito a ringraziarla dandole appuntamento alla data prefissata. Sento bussare alla porta della camera e mia nonna fa capolino.

"Vale tesoro è pronto il pranzo"

Talmente assorta nei miei pensieri prima, e nel cercare un posto dove passare una settimana di vacanza subito dopo, che nemmeno avevo chiesto a mia nonna se avesse bisogno di una mano, quanto meno nell'apparecchiare. La raggiungo almeno in tempo perchè lasci a me tirare via dal forno il tegame di lasagne al pesto per cui vado matta fin da bambina.

"Nonna senti ma chi ci abita al numero 1?"

"Ci abita la tua amica Betty con suo marito, e hanno un bambino splendido tesoro...e tu fidanzati?" Nell'avere la conferma che quella voce femminile fosse di Betty ho un sussulto.

"No nessun fidanzato e nemmeno ne cerco nonna...sai, te lo chiedo perchè mentre salivo le scale ho sentito quella che mi è sembrata una vera e propria lite, e poi il pianto del bambino".

"Sì Vale anche a me è capitato più volte di sentire dei litigi provenire da quella casa, ma poi non essendo affari miei proseguo per la mia strada...di certo c'è una cosa...il marito di Betty è una delle persone più respingenti e scorbutiche di tutto il palazzo, sembra che faccia fatica perfino a salutare, mentre lei è sempre così carina e gentile, ma glielo si legge in faccia che è triste povera stella...e sai un'altra cosa?...Mi chiede sempre di te...se stai bene lassù in Inghilterra, se sei sposata, è rimasta molto affezionata a te...e mi ricordo come se fosse ora quella volta che sono entrata in camera e vi ho trovate sul letto mentre giocavate a fare le fidanzatine".

Ascoltavo silenziosa la prima parte di quel racconto come se la punta di una lama mi stesse lentamente lacerando il costato per dirigersi dritta e inesorabile verso il cuore. Il saperla ingabbiata in un matrimonio infelice mi dava sofferenza vera, ma quello che mi ha chiuso lo stomaco e inumidito gli occhi è stato apprendere che lei continuava a chiedere di me.

"Nonna non ho più fame, le lasagne le mangio stasera"

"Non ti senti bene tesoro?"

"Sì credo che sia ancora l'effetto del volo"

"Vuoi andarti a riposare Vale?"

"No nonna, dopo quello che mi hai raccontato non credo che riuscirei a dormire nemmeno un minuto, esco, e mi raccomando non svuotare il trolley, ci penso io più tardi"

"Il cosa tesoro?"

"La valigia nonna...la valigia"

"Dove vai?"

"Giù da Betty"

E con la stessa velocità con cui da ragazzina scendevo mano nella mano insieme a lei raggiungo il piano terra. Ed è con il cuore in gola che mi fermo davanti alla sua porta, pulsazioni a mille non certo causate dalla precipitosa discesa delle scale. No, il cuore mi batte come un tamburo perchè dopo tanti anni la sto per rivedere. Suono il campanello e sento dei passi avvicinarsi oltre la porta e la sua voce, ora sì riconoscibile tra mille altre.

"Chi è?"

"Betty sono Valeria"

Apre la porta e sgrana gli occhi mettendosi una mano sulla bocca per la sorpresa.

"Vale...ma sei davvero tu?"

"Sì amica mia, in carne ed ossa"

Nemmeno il tempo di riprendersi da quella mia improvvisa apparizione che un bimbo di circa sei anni fa capolino dietro di lei. Mi piego sulle gambe e la mia attenzione è tutta per lui.

"Ma ciao tesoro come ti chiami?"

"Mi chiamo Nicolò, e tu chi sei?". Betty ripresasi dalla sorpresa ritrova la parola.

"Lei è Valeria amore mio, una cara amica della mamma"

"Dio mio Vale, vieni dentro"

Appena richiusa la porta mi getta le braccia al collo e la stringo a me, rimaniamo alcuni secondi strette in un abbraccio che vale più di mille parole. Ci stacchiamo rimanendo a guardarci quasi incredule di essere l'una di fronte all'altra dopo tanti anni.

"Quando sei arrivata?"

"Stamattina, mi fermerò alcuni giorni e poi voglio farmi una settimana di mare in Sicilia, tu come stai?"

"Insomma...ho lui che è la mia vita, per il resto meglio stendere un velo...bella la Sicilia, dove andrai di bello?"

"Ho trovato in rete un hotel sulla costa orientale e ho già prenotato una camera, anche se ti confesso che andare in vacanza da sola mi mette un po' di tristezza, però ho davvero bisogno di staccare".

Mi fa strada in cucina chiedendomi se ho voglia di un caffè e accetto volentieri. Ci sediamo al tavolo e la vedo pensierosa.

"Non voglio essere indiscreta Betty, ma mentre salivo le scale mi è sembrato di sentire una discussione molto accesa tra te e..."

"...e mio marito, sì hai sentito bene Vale, siamo ai ferri corti e sto prendendo in seria considerazione di separarmi da lui, ma non voglio tediarti con i miei casini coniugali...stavo piuttosto pensando a una cosa: mio padre e mia madre sono partiti nella casa di campagna e a Nicolò quel posto è sempre piaciuto molto, ha anche molti amichetti lassù, i miei poi sarebbero felicissimi di spupazzarselo qualche giorno".

Ascolto quelle parole come se fossero le tesserine di un puzzle che andava via via componendosi formando il quadro più bello e insperato. Allunga una mano a cercare una delle mie e l'ultima tesserina l'accolgo con un'esplosione di gioia.

"Ti andrebbe se mi unissi a te nel tuo viaggio in Sicilia?"

Mi alzo dalla sedia e l'abbraccio, prendo immediatamente il telefono, metto in viva voce, richiamo l'hotel e dopo alcuni secondi mi risponde di nuovo la signora dall'accento spagnolo, mi faccio riconoscere e le chiedo se al posto di una camera singola ci fosse disponibilità di una doppia, mi chiede di attendere e riparte quella musica meravigliosa di violoncello. Pochi secondi e la signora mi risponde che le doppie sono già tutte prenotate ma che se voglio ci sarebbe una matrimoniale, guardo Betty e mi basta vedere il suo sorriso per confermare alla signora che la matrimoniale andrà benissimo.

"Betty ancora non ci credo".

"Che tu sia tornata e che ce ne staremo insieme una settimana sembra un sogno anche a me Valeria".

Il giorno della partenza ci presentiamo in aeroporto in tempo per fare il check in e consumare uno spuntino veloce in attesa che venga annunciato il volo per Catania, annuncio che sentiamo dopo una decina di minuti. Due ore scarse di volo e sentiamo la voce del comandante comunicare che siamo in vista dell'aeroporto di Catania e che sta per effettuare la manovra di discesa pregando i passeggeri di allacciare le cinture. Sento la mano di Betty cercare e stringere la mia, ci guardiamo sorridendoci intrecciando le dita, ma non è per la tensione dovuta alla manovra di discesa, quel contatto ha per entrambe il significato di ciò che ci ha legate in passato, e che ognuna in cuor suo ha il desiderio che quel legame non si sciolga.

Una volta atterrate usciamo dallo scalo e individuiamo subito un taxi, l'autista carica i nostri due trolley e dopo avergli indicato il nome dell'hotel lo vedo guardarmi con aria interrogativa attraverso lo specchietto retrovisore.

"Grand'Hotel ER mi ha detto signora?...Mai sentito...aspetti che guardo sul navigatore...ah sì eccolo, devono averlo aperto da poco".

Dopo circa mezz'ora arriviamo davanti all'ingresso e notiamo parcheggiata una limousine, Betty mi guarda perplessa.

"Vale ma sei sicura che questo posto è per le nostre tasche?"

"Betty sul sito i prezzi erano abbordabili, poi se c'è qualche riccone arabo o qualche magnate americano vuol dire che il posto merita un soggiorno".

Ci dirigiamo verso la reception e appena vedo la donna dietro l'ampio bancone rimango di sale: non molto alta, capelli castano scuri ed un seno così prominente che sembra voler uscire fuori da quella camicetta blu dentro i quali è costretto. Ma non è per la sua bellezza che rimango muta a guardarla; giurerei di averla già conosciuta, e mentre lei dopo averci salutato ci chiede se, e a che nome abbiamo prenotato, Betty vedendomi in uno stato di trance risponde alla signora.

"La prenotazione è a nome della mia amica, Valeria D. dovrebbe essere una matrimoniale".

Io annuisco facendo cenno di sì con la testa, ma mentre lei cerca il mio nome sul terminale non smetto di fissarla cercando di far mente locale sul dove e come io possa averla incontrata. E più la mia memoria si sforza più mi rendo conto che forse è solo frutto della mia immaginazione. Alza lo sguardo dal terminale e mi sorride.

"Vale, è la stanza 303!"

Sussulto non appena pronuncia il mio nome confidenzialmente, quasi a conferma che quell'impressione non sia campata per aria.

"Ma allora ci siamo già conosciute...". Lei senza spegnere il sorriso mi fa cenno di no.

"Intendevo dire che è confermata la stanza da lei prenotata, ha parlato direttamente con me".

Solo in quel momento mi accorgo del suo accento spagnolo, realizzando quindi che il suo "vale" altro non era, appunto, che la conferma della stanza. Mi porge la chiave indicandoci il piano ed io e Betty ci avviamo verso l'ascensore, non posso evitare però, pur allontanandomi di continuare a guardarla, al punto da non accorgermi di una parete sbattendoci contro.

"Cristo Vale, ti sei fatta male?"

"No Betty è tutto ok"

"Non direi tesoro, hai già un bernoccolo...appena siamo in camera bagno una pezza con dell'acqua fredda e ce la tieni un po' ".

Una volta raggiunto il piano camminiamo lungo il corridoio e finalmente troviamo la porta della nostra camera. Entriamo e rimaniamo incantate, non tanto dalla camera, ampia e con un letto bellissimo al centro, quanto dalla vista sul mare che si affaccia oltre la grande vetrata che da sul terrazzo. Posiamo i trolley ed esploriamo ogni angolo. Sto dando un'occhiata al bagno quando sento Betty lanciare un grido di gioia.

"Vale c'è perfino il frigobar...ed un secchiello di cubetti di ghiaccio, perfetto è quello che ci serve ora...sdraiati sul letto tesoro".

Mi ero già quasi dimenticata della botta sulla fronte, ma quando la vedo con già in una mano dei cubetti di ghiaccio avvolti in un fazzoletto mi sfilo i sandali e mi distendo sul letto. Si siede sul bordo del letto e delicatamente appoggia l'involucro sulla parte ancora gonfia e arrossata della mia fronte. Mi sorride e mi chiede cosa mi è successo giù alla reception.

"Difficile da spiegare Betty, quella ragazza spagnola ho avuto la netta sensazione di averla già incontrata da qualche parte, e se ti dico dove mi prenderai per pazza".

"Sono curiosa, raccontami...però tieni ferma la testa..."

"Ho ancora vivo nella testa un viaggio fatto insieme a lei in Sud Africa, e poi un altro viaggio, una roba talmente folle accaduta su una nave diretta in America negli anni '20...sì credo che dovrei farmi vedere da uno bravo amica mia".

Betty neppure si scompone nel sentire quelli che a lei devono suonare come degli sproloqui, mi guarda, toglie l'involucro ghiacciato e al suo posto mi ci posa un bacio.

"Devi solo riposarti Vale, e devo farlo anche io...anche se in questo momento ho nella mente tutt'altro.."

"Che cosa Betty...?"

"Sto pensando a quanti anni sono passati dall'ultima volta che siamo state così vicine sullo stesso letto..."

Nel dirmi così scende con la sua bocca dalla mia fronte alle mie labbra, e in una frazione di secondo torniamo ad essere le due sedicenni innamorate il cui ricordo era ben vivo in entrambe. Mi incollo alla sua bocca mentre le nostre mani tornano come allora ad esplorare l'una il corpo dell'altra. Ci spogliamo reciprocamente fino a rimanere in intimo. Entrambe emozionate fin quasi alle lacrime ci liberiamo di reggiseni e mutandine, respiriamo l'una il fiato dell'altra. Scende a baciarmi alternativamente un seno e poi l'altro...ma è proprio in quel momento che sento una voce maschile provenire dal terrazzo.

"Siete dolcissime ed eccitanti, tante coccole, vi voglio bene".

Mi volto di scatto ma non vedo nessuno, eppure continuo a sentire quella voce ripetere ossessivamente la stessa identica frase.

"Siete dolcissime ed eccitanti, tante coccole, vi voglio bene".

"Betty la senti anche tu questa voce?"

Alza il suo viso dal mio seno e all'improvviso vediamo la figura di un uomo nudo sul terrazzo con il suo birillo in mano.

"Siete dolcissime ed eccitanti, tante coccole, vi voglio bene".

In preda al panico ci mettiamo ad urlare, ma è Betty tra le due a riacquistare sangue freddo e a scattare verso la finestra incazzata come una iena. Afferro il telefono e chiamo la reception spiegando cosa sta accadendo. La signorina spagnola allarmata mi chiede se siamo state aggredite, e tiro un sospiro di sollievo non appena vedo Betty rientrare in camera e dirmi che il tizio si è calato giù per il tubo della grondaia continuando a ripetere quella frase.

"No stiamo bene signorina, l'uomo si è limitato a masturbarsi pronunciando una specie di mantra".

"Un mantra?"

"Siete dolcissime ed eccitanti, tante coccole vi voglio bene...e non finiva più...è stato agghiacciante ma per fortuna stiamo bene"

"Madre de Dios, Eugenio86!"

"Chi è scusi?"

"Non è pericoloso, state tranquille avviso subito la direttrice!"

"Tilde ciao sono Kitty, ascolta, dopo il principe alto un metro abbiamo un altro fenomeno, e credo che ti basti questa frase per farti capire chi è: siete dolcissime ed eccitanti, tante coccole, vi voglio bene".

"Cristo santo, Eugenio86! Ma chi lo ha fatto entrare?"

"Non ne ho idea Tilde, hanno chiamato le due ospiti della 303 terrorizzate dicendo che se lo sono trovate mentre le spiava masturbandosi sul loro terrazzo, e c'era anche da aspettarselo, quel tipo ha un lesbo radar praticamente infallibile. Abbiamo qualcuno della sicurezza per dargli la caccia?"

"mmmmm...no Kitty, quel ruolo è ancora vacante, per il momento posso chiedere a Paolo, anche se non ha proprio le physique du role gracilino com'è, ma con una delle sue belle chiavi inglesi in mano un po' di soggezione può metterla...sì guarda chiamerò lui, e per quanto riguarda le nostre due ospiti darò disposizione a Wolf affinchè riservi loro un trattamento di riguardo!"



Grazie per la lettura, un filo oltre i limiti previsti ma mi perdonerete perchè so che siete tutti dolcissimi ed eccitanti, tante coccole, vi voglio bene!

Prossimo autore: Copista

Per info, critiche, suggerimenti ed iscrizioni: brigata_er@libero.it
scritto il
2023-08-07
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