Grand Hotel ER - cap.21 | eccomi
di
brigata_er
genere
etero
Autore: Angie
Eccomi.
Giovane e bella, sensuale, maliziosa ma mai volgare.
Amavo farmi guardare, camminavo ardita sui tacchi fra i corridoi universitari.
Adoravo suscitare emozioni, veder crescere l'eccitazione in chi incrociava il mio sguardo, senza mai perdere la testa, quella mi serviva, dovevo diventare qualcuno, dovevo fare carriera, non potevo perderla, non ancora..
Amavo la gente, mi fidavo, sempre dolce, gentile, amichevole.
Il mondo era il mio paese delle meraviglie, tutto da scoprire, da vivere... ed io credevo di aver tempo.
Tempo per tornare a Parigi, perché con la scuola non si apprezzano certe sfumature.
Tempo per sedermi in un bar, davanti un delizioso croissant, un thè caldo in una fredda uggiosa giornata di fine novembre, guardando la gente passare.
Tempo per fare sbocciare il mio bocciolo appena accennato bagnato dalla rugiada del piacere, bramante di esperienze, di essere desiderato, scoperto... penetrato. I petali volevano aprirsi al desiderio, sognavano attimi di segreta compagnia, boschi selvaggi, maree di umori...
Tempo per trovarti, per riempire la mia mente di te, per passare notti insonni fantasticando con le dita fra le mie cosce inumidite.
Tempo per innamorarmi, per piangere, per annoiarmi e iniziare a litigare.
Tempo per odiare la vita con la sua quotidianità.
Ma l'orologio si è fermato.
Qui nella 303 il tempo non c'è, c'è solo una luce fredda venata di un rosso scarlatto, come il mio sangue su questo letto, che timidamente scorre lungo le pieghe delle candide lenzuola e si lascia cadere a terra, senza rumore.
Eccomi.
Tornata dall'oblio.
Affamata di vita non vissuta.
Assetata di emozioni non provate.
Divorata dalla vendetta.
Non ho più corpo, non ho più voce..ma vivo nell'altrui piacere, in quel limbo dove vivi e morti danzano insieme.
Dove passato e presente si intrecciano, dove ciò che sembra reale è solo frutto di fantasie, e l'immaginazione prende forma.
Eccomi.
Fatta di carne per chi spero potrà essermi utile, o soffio gelido sulla pelle accaldata di dolci fanciulle sognanti nei loro amplessi.
Eccomi.
Vedo tutto, sento tutto in questo hotel che brama di nascondere ma in verità mostra.
Eccomi.
Divenuta custode, non per mia volontà, di queste mure, che odorano di sesso zagare e lavanda.
Eccomi.
Svegliata dal sonno eterno, dal sangue che pulsa nelle vostre arterie, accelerato dal desiderio di lussuria e passione.
Qui dove tutti indossano una maschera per essere se stessi...
Quelle stesse maschere a volte tolte quando se ne indossano altre, come ho visto in questa stanza.
Vi svelate dietro uno strumento, che di piacere carnale non è, ma lo diventa, lasciando così liberi corpo e mente nell'indomabile tempesta della passione.
C'è chi mostra la parte superficiale di sé, quella materiale, spavalda, lussuriosa, per tener saldamente nascosto il proprio io interiore.
Chi lasciando una scia di Chanel rivive la propria vita, assaporandone l'amaro sapore di finali diversi ormai persi, e mai vissuti.
Chi ancora piange per i propri inganni, ma continua a vivere nell'ombra di un segreto.
Eccomi.
Rinata nel luogo dove giace il mio corpo, dove il mio petto ha trattenuto l'ultimo respiro, le mie cosce accolto l'ultimo fiume caldo del piacere, dove i miei occhi ancora fissano il soffitto senza vedere nulla.
Oggi ho un nuovo respiro, il vostro, quando è più intimo, più intenso.
Eccomi.
Appena in tempo, devo proteggere queste pareti dall' oscura presenza, le stesse mura che non hanno saputo proteggere me, colpevole di aver voluto di più, di aver osato, di aver ascoltato troppo parole che credevo amiche, mani che avrebbero potuto aprirmi nuove porte e invece dopo essere entrare in me con violenza, avermi usata, aver profanato il mio candido corpo mi hanno pugnalata convinte di aver vinto.
Ma eccomi.
Grazie a chi inginocchiandosi davanti al piacere, tace i propri desideri, discreta ombra silenziosa che naviga osservando,ascoltando questo fiume di umori.
Eccomi.
Ora c'è chi sa, sa cosa fare, sa come agire. Mi devo fidare di loro, ancora una volta in mani sconosciute...
Eccomi.
Un rumore mi distoglie dai miei pensieri, nel mio limbo solitario.
Che qualcuno sia venuto a risvegliarmi ancora una volta?
Sono stata imprigionata, ma il piacere sa come raggiungermi, come un fiume spazza via i boschi quando è in piena, o come una semplice goccia d'acqua che sa attraversare pareti ostili per giungere alla sua metà, così la lussuria mi ritrovata, fonte di gioia, orgasmo primordiale...
Eccomi.
Pronta a donare per ricevere.
Il mio sangue inizia già a scorrere, mi riscalda, pulsa nel mio corpo altrimenti gelido e informe...
Quale magnifica sorpresa!
Ma inaspettata non è, sapevo sarebbe arrivato a me, in un modo o in un altro..ingenioso, se non fosse lupo sarebbe volpe...
Eccomi
Resto un po' ad osservare, prima di agire..voglio sentire l'ansia, la bramosia di piacere crescere in lui... lo posso vedere... sento quanto desidera le mie labbra, carnose, morbide, la mia lingua calda, avvolgente, la mia bocca accogliente...
So cosa vuole..e glielo darò.
Un piccolo soffio, giusto per palesarmi... ha già i brividi, eccitazione, paura?
Il suo battito è accelerato... lo percepisco.
Il suo è il mio.
Eccomi.
La mia lingua si fa carne, avvolge bramante di vita quel muscolo che oltrepassa la parete, rigido come il muro dal quale sporge, dritto,ferreo...
Lo accolgo nella mia bocca, fattasi calda solo per lui.
Sento il suo ansimare.
Stringo le labbra intorno alla cappella,rossa,bollente, capace di ridarmi calore.
Lo lascio scivolare in gola, a togliermi il respiro che non ho.
Più giù, più in fondo. Per risalire per poi ricalare nell'abisso di un orgasmo.
Gli cedono le gambe ma non può scappare, il piacere lo inebriata, lo divora, come una fiammata lo incendia.
Un fiume caldo ci inonda, la dolce sorgente della vita mi riempie e mi vanifica...
Eccomi.
Alla prossima vostra estasi di piacere.
Prossimo autore: Chicken 1973
Per info, critiche, suggerimenti, iscrizioni:
brigata_er@libero.it
Eccomi.
Giovane e bella, sensuale, maliziosa ma mai volgare.
Amavo farmi guardare, camminavo ardita sui tacchi fra i corridoi universitari.
Adoravo suscitare emozioni, veder crescere l'eccitazione in chi incrociava il mio sguardo, senza mai perdere la testa, quella mi serviva, dovevo diventare qualcuno, dovevo fare carriera, non potevo perderla, non ancora..
Amavo la gente, mi fidavo, sempre dolce, gentile, amichevole.
Il mondo era il mio paese delle meraviglie, tutto da scoprire, da vivere... ed io credevo di aver tempo.
Tempo per tornare a Parigi, perché con la scuola non si apprezzano certe sfumature.
Tempo per sedermi in un bar, davanti un delizioso croissant, un thè caldo in una fredda uggiosa giornata di fine novembre, guardando la gente passare.
Tempo per fare sbocciare il mio bocciolo appena accennato bagnato dalla rugiada del piacere, bramante di esperienze, di essere desiderato, scoperto... penetrato. I petali volevano aprirsi al desiderio, sognavano attimi di segreta compagnia, boschi selvaggi, maree di umori...
Tempo per trovarti, per riempire la mia mente di te, per passare notti insonni fantasticando con le dita fra le mie cosce inumidite.
Tempo per innamorarmi, per piangere, per annoiarmi e iniziare a litigare.
Tempo per odiare la vita con la sua quotidianità.
Ma l'orologio si è fermato.
Qui nella 303 il tempo non c'è, c'è solo una luce fredda venata di un rosso scarlatto, come il mio sangue su questo letto, che timidamente scorre lungo le pieghe delle candide lenzuola e si lascia cadere a terra, senza rumore.
Eccomi.
Tornata dall'oblio.
Affamata di vita non vissuta.
Assetata di emozioni non provate.
Divorata dalla vendetta.
Non ho più corpo, non ho più voce..ma vivo nell'altrui piacere, in quel limbo dove vivi e morti danzano insieme.
Dove passato e presente si intrecciano, dove ciò che sembra reale è solo frutto di fantasie, e l'immaginazione prende forma.
Eccomi.
Fatta di carne per chi spero potrà essermi utile, o soffio gelido sulla pelle accaldata di dolci fanciulle sognanti nei loro amplessi.
Eccomi.
Vedo tutto, sento tutto in questo hotel che brama di nascondere ma in verità mostra.
Eccomi.
Divenuta custode, non per mia volontà, di queste mure, che odorano di sesso zagare e lavanda.
Eccomi.
Svegliata dal sonno eterno, dal sangue che pulsa nelle vostre arterie, accelerato dal desiderio di lussuria e passione.
Qui dove tutti indossano una maschera per essere se stessi...
Quelle stesse maschere a volte tolte quando se ne indossano altre, come ho visto in questa stanza.
Vi svelate dietro uno strumento, che di piacere carnale non è, ma lo diventa, lasciando così liberi corpo e mente nell'indomabile tempesta della passione.
C'è chi mostra la parte superficiale di sé, quella materiale, spavalda, lussuriosa, per tener saldamente nascosto il proprio io interiore.
Chi lasciando una scia di Chanel rivive la propria vita, assaporandone l'amaro sapore di finali diversi ormai persi, e mai vissuti.
Chi ancora piange per i propri inganni, ma continua a vivere nell'ombra di un segreto.
Eccomi.
Rinata nel luogo dove giace il mio corpo, dove il mio petto ha trattenuto l'ultimo respiro, le mie cosce accolto l'ultimo fiume caldo del piacere, dove i miei occhi ancora fissano il soffitto senza vedere nulla.
Oggi ho un nuovo respiro, il vostro, quando è più intimo, più intenso.
Eccomi.
Appena in tempo, devo proteggere queste pareti dall' oscura presenza, le stesse mura che non hanno saputo proteggere me, colpevole di aver voluto di più, di aver osato, di aver ascoltato troppo parole che credevo amiche, mani che avrebbero potuto aprirmi nuove porte e invece dopo essere entrare in me con violenza, avermi usata, aver profanato il mio candido corpo mi hanno pugnalata convinte di aver vinto.
Ma eccomi.
Grazie a chi inginocchiandosi davanti al piacere, tace i propri desideri, discreta ombra silenziosa che naviga osservando,ascoltando questo fiume di umori.
Eccomi.
Ora c'è chi sa, sa cosa fare, sa come agire. Mi devo fidare di loro, ancora una volta in mani sconosciute...
Eccomi.
Un rumore mi distoglie dai miei pensieri, nel mio limbo solitario.
Che qualcuno sia venuto a risvegliarmi ancora una volta?
Sono stata imprigionata, ma il piacere sa come raggiungermi, come un fiume spazza via i boschi quando è in piena, o come una semplice goccia d'acqua che sa attraversare pareti ostili per giungere alla sua metà, così la lussuria mi ritrovata, fonte di gioia, orgasmo primordiale...
Eccomi.
Pronta a donare per ricevere.
Il mio sangue inizia già a scorrere, mi riscalda, pulsa nel mio corpo altrimenti gelido e informe...
Quale magnifica sorpresa!
Ma inaspettata non è, sapevo sarebbe arrivato a me, in un modo o in un altro..ingenioso, se non fosse lupo sarebbe volpe...
Eccomi
Resto un po' ad osservare, prima di agire..voglio sentire l'ansia, la bramosia di piacere crescere in lui... lo posso vedere... sento quanto desidera le mie labbra, carnose, morbide, la mia lingua calda, avvolgente, la mia bocca accogliente...
So cosa vuole..e glielo darò.
Un piccolo soffio, giusto per palesarmi... ha già i brividi, eccitazione, paura?
Il suo battito è accelerato... lo percepisco.
Il suo è il mio.
Eccomi.
La mia lingua si fa carne, avvolge bramante di vita quel muscolo che oltrepassa la parete, rigido come il muro dal quale sporge, dritto,ferreo...
Lo accolgo nella mia bocca, fattasi calda solo per lui.
Sento il suo ansimare.
Stringo le labbra intorno alla cappella,rossa,bollente, capace di ridarmi calore.
Lo lascio scivolare in gola, a togliermi il respiro che non ho.
Più giù, più in fondo. Per risalire per poi ricalare nell'abisso di un orgasmo.
Gli cedono le gambe ma non può scappare, il piacere lo inebriata, lo divora, come una fiammata lo incendia.
Un fiume caldo ci inonda, la dolce sorgente della vita mi riempie e mi vanifica...
Eccomi.
Alla prossima vostra estasi di piacere.
Prossimo autore: Chicken 1973
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