Grand Hotel ER - cap 24: l'essenziale è invisibile agli occhi.
di
brigata_er
genere
etero
Autore: Chicken1973
La coppia di clienti cinquantenni.
Kitty alla reception difficilmente li avrebbe ricordati, entrambi con gli occhialini da professori (lui con la barba, lei con i capelli raccolti in una treccia), se non avessero reclamato un po' del suo tempo per chiederle indicazioni sulla maniera più comoda per raggiungere l'antico borgo di Erice.
Piuttosto l'aveva incuriosita la giovane coppia inglese, immaginandone le avventure erotiche a coronare la vacanza siciliana.
Neanche Wolf li avrebbe ricordati, signori un po' sovrappeso, se non avessero avuto l'abitudine di giocare a burraco a tavola in attesa delle portate, ma anche quella di sparecchiare ed impilare i piatti a favore del cameriere a fine pasto. Si era invece soffermato sulla prestante coppia scandinava, lui fisico asciutto, lei una lunga chioma bionda a carezzarle spalle da nuotatrice.
Di sicuro tutti se li sarebbero ricordati, avessero potuto scrutarli celati dietro la porta della stanza 242.
Lei nuda a pancia in sotto sulle lenzuola bianche, il culo all'aria a bordo letto, lui a cazzo duro, con due dita della mano destra profondamente infilate nella di lei fica naturalmente pelosa, mentre si sputa sull'indice ed il medio della sinistra per lubrificarle e massaggiarle il clitoride, un moto rotatorio mentre le dita nella vagina si alternano su e giù ad allargarle l'orifizio e stimolarle quel cuscinetto morbido nascosto nella profondità della sua intimità.
Lei che geme di piacere senza il timore d'essere sentita.
Lui l'avrebbe quindi scopata supina, reggendole le gambe dietro la testa, che alla moglie piaceva "sentirsi il suo buco".
Tutti se li sarebbero ricordati, ne avessero incrociato il percorso sull'isolotto apparentemente anonimo quanto loro, ma invece impreziosito da rovine puniche, incorniciato da antiche mura fenice: lei che aveva chiesto come regalo per i propri cinquant'anni di essere masturbata all'aria aperta, il vento fresco che le carezza le cosce sotto la gonna e che rinfresca labbra incandescenti per il sole cocente e per gli impertinenti massaggi del marito attempato, le gambe ancora indolenzite per le acrobazie del giorno prima, più che per le ultime lezioni di pilates.
Non avevano attirato l'attenzione neanche di Silvana, d'altra parte, nell'incrociarli a bordo piscina, lui che le suggerisce un tuffo e lei che rifiuta, temendo di soffrirne il freddo fuori stagione.
In realtà Silvana aveva notato uno strano guizzo del distinto signore, capelli radi, prevalentemente grigi e l'inevitabile pancetta dell'uomo avanti negli anni e troppo pigro per un assiduo programma di esercizio fisico.
Le pareva d'averne scorto un involontario istintivo sguardo lanciato verso i costumi abbandonati sui lettino da qualche avventrice; bikini dalle forme sgambate; triangoli colorati di tessuto, il tassello bianco all'aria per asciugarsi più in fretta, sicuramente impregnato dell'odore intimo delle vacanziere.
Ma si era poi convinta di essersi ingannata, che un così distinto signore, una così innocua signora, certe cose di certo non le pensano.
Né le fanno.
E provò quindi un po' di materna tenerezza per quelle figure così ordinarie ed un po' noiose.
Per info, critiche e suggerimenti, scrivere a brigata_er@libero.it
La coppia di clienti cinquantenni.
Kitty alla reception difficilmente li avrebbe ricordati, entrambi con gli occhialini da professori (lui con la barba, lei con i capelli raccolti in una treccia), se non avessero reclamato un po' del suo tempo per chiederle indicazioni sulla maniera più comoda per raggiungere l'antico borgo di Erice.
Piuttosto l'aveva incuriosita la giovane coppia inglese, immaginandone le avventure erotiche a coronare la vacanza siciliana.
Neanche Wolf li avrebbe ricordati, signori un po' sovrappeso, se non avessero avuto l'abitudine di giocare a burraco a tavola in attesa delle portate, ma anche quella di sparecchiare ed impilare i piatti a favore del cameriere a fine pasto. Si era invece soffermato sulla prestante coppia scandinava, lui fisico asciutto, lei una lunga chioma bionda a carezzarle spalle da nuotatrice.
Di sicuro tutti se li sarebbero ricordati, avessero potuto scrutarli celati dietro la porta della stanza 242.
Lei nuda a pancia in sotto sulle lenzuola bianche, il culo all'aria a bordo letto, lui a cazzo duro, con due dita della mano destra profondamente infilate nella di lei fica naturalmente pelosa, mentre si sputa sull'indice ed il medio della sinistra per lubrificarle e massaggiarle il clitoride, un moto rotatorio mentre le dita nella vagina si alternano su e giù ad allargarle l'orifizio e stimolarle quel cuscinetto morbido nascosto nella profondità della sua intimità.
Lei che geme di piacere senza il timore d'essere sentita.
Lui l'avrebbe quindi scopata supina, reggendole le gambe dietro la testa, che alla moglie piaceva "sentirsi il suo buco".
Tutti se li sarebbero ricordati, ne avessero incrociato il percorso sull'isolotto apparentemente anonimo quanto loro, ma invece impreziosito da rovine puniche, incorniciato da antiche mura fenice: lei che aveva chiesto come regalo per i propri cinquant'anni di essere masturbata all'aria aperta, il vento fresco che le carezza le cosce sotto la gonna e che rinfresca labbra incandescenti per il sole cocente e per gli impertinenti massaggi del marito attempato, le gambe ancora indolenzite per le acrobazie del giorno prima, più che per le ultime lezioni di pilates.
Non avevano attirato l'attenzione neanche di Silvana, d'altra parte, nell'incrociarli a bordo piscina, lui che le suggerisce un tuffo e lei che rifiuta, temendo di soffrirne il freddo fuori stagione.
In realtà Silvana aveva notato uno strano guizzo del distinto signore, capelli radi, prevalentemente grigi e l'inevitabile pancetta dell'uomo avanti negli anni e troppo pigro per un assiduo programma di esercizio fisico.
Le pareva d'averne scorto un involontario istintivo sguardo lanciato verso i costumi abbandonati sui lettino da qualche avventrice; bikini dalle forme sgambate; triangoli colorati di tessuto, il tassello bianco all'aria per asciugarsi più in fretta, sicuramente impregnato dell'odore intimo delle vacanziere.
Ma si era poi convinta di essersi ingannata, che un così distinto signore, una così innocua signora, certe cose di certo non le pensano.
Né le fanno.
E provò quindi un po' di materna tenerezza per quelle figure così ordinarie ed un po' noiose.
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