Sara, bellissima Sara - V

di
genere
incesti


Non fu facile abbandonare l'abbraccio tenero e assoluto che ci vide per... non so quanto, respirare uno il respiro dell'altra. Sara mi aveva ricevuto tra le labbra e nello stesso tempo mi aveva posseduto fisicamente in un'orgasmo che non avrei mai creduto possibile: lei era li, a darmi piacere con la bocca e la lingua mentre la mano, le dita mi possedevano carnalmente, muovendosi dietro... dentro di me.
Avevo capito poi che la mia piccola Sara a seguito del mio incredibile piacere era venuta anch'essa, senza neppure sfiorarsi.
I minuti successivi ci trovarono abbracciati, sul fondo della doccia, incuranti dell'acqua che ci cadeva addosso.
Mi resi conto che pur essendo sfinito, lei lo era molto di più.
Mi ricordai, ahimè, di essere io l'UOMO e con un sacrificio sovrumano mi alzai.
- Zio... non te ne andare.
Rimasi immobile un attimo, quindi mi inchinai a baciarla lievemente sulle labbra. Le cinsi le spalle e con l'altro braccio le presi le gambe.
Dio, quanto era leggera!
Quasi senza sforzo la tirai su. Le mi mise le braccia al collo e nascose il volto sulla mia spalla.
La adagiai sul letto, e ne ammirai il corpo coperto di gocce d'acqua.
Iniziai subito a berle, ad una ad una, ed intanto pensavo a quanta felicità mi aveva regalato quella ragazzina.
Mi dissetai nel suo piccolo ombelico e salii su verso i seni dove caparbie alcune gocce resistevano presidiando i minuscoli capezzoli rosei.
Immediatamente un brivido sentii percorrere la pelle di Sara.
- Tesoro... non sei sazia?
Le mi guardò tra il triste e lo scherzoso
- E di cosa zio? Ti sto aspettando!
Stavolta il brivido prese me.
- E se io non riuscissi a darti tutto il piacere... l'amore che tu hai dato a me?
Ci pensò un attimo.
- Tu dammi tutto quello che puoi.
Quasi tremai aquell'impegno così grande.
Ero ipnotizzato da quei capezzoli, che intanto, inturgiditi, erano diventati nettamente più grandi e duri.
Giravo intorno a loro con la lingua e le labbra. Ne succhiavo uno per poi leccarlo avidamente, per poi passare all'altro, mentre con la mano torturavo il primo.
Sara respirava quieta, emettendo di tanto in tanto qualche sospiro.
Scesi più in giù. Anzi! Scivolai rapido verso la sua peluria appena formata di minuscoli riccioli biondo cenere, e cominciai a lambirle l'interno delle cosce. Lei aprì piano le gambe e la sua intimità si offrì alla mia vista, mentra qualche gemito prolungato cominciava a farsi sentire.
Dominai l'impulso di andare direttamente al centro dell'Universo e anzi me ne allontanai scendendo giù. la mia lingua seguì la curva della coscia fino alla sottile caviglia, ma non mi bastava.
La manoiniziò a carezzare la peluria e a dare piccoli tocchi alla sua fichetta, e nello stesso tempo baciavo i suoi piedi, leccavo i suoi piedi. Mi accorsi che a lei piaceva e mi rtrovai, senza pensarci a leccare tra le dita, sotto la pianta del piede.
I suoi mugolii crebbero di intensità, anche per le lente carezze tra le cosce.
D'un tratto si alza a sedere e mi prende il volto, portandolo al suo
- Vieni zio...
E mi porta verso di se. Verso il proprio epicentro.
Da quanto tempo! Bere a quella fontana era stato il mio desiderio inconfessato per tanto tempo ed ora era li.
Avevo quasi paura.
Ma... timidamente assaggiai quel succo di Donna.
Divino!
Cominciai a lappare piano gli umori che subito iniziarono a sgorgare sempre più copiosi.
Riconoscevo tutti i più buoni sapori dei frutti.
Pesca... pesca vellutata e matura d'Estate. Il mio frutto principe era li tra le sue cosce, ed io goloso me ne saziavo.
Un po più dentro una punta di deliziosa asprezza mi fece ritrovare le prugne odorose che mangiavo da bambino.
Sara aveva cominciato ad emettere dei sospiri ad alta voce
Ah... ah... ah...
Brevi e ravvicinati mi sembrava che la stessi possedendo. E forse era così.
Saliì più su e cominciai a girare intorno al clitoride.
La risposta fu immediata. Un "ooohhhhh!" lunghissimo accompagnò il movimento della mia lingua. Lo titillai a lungo con le labbra, mentr el mani erano ormai sui suoi fianchi.
Ma non mi bastava.
Mi staccai un attimo e immediatamente lei...
-Zio... dove vai?
La attirai a me, al bordo del letto, e mi inginocchiai in terra: ecco, ORA potevo baciare la mia Sara come avevo sempre pensato di fare!
Forte, ai limiti della violenza, le mie labbra furono sulle sue, tra le sue cosce. E la mia lingua fu dentro di lei, per quanto mi sia stato possibile.
Quasi urlò Sara, dalla sorpresa e dalla sensazione nuova. La mia lingua dentro di lei ormai si muoveva tra mille sapori e la sua umidità quasi d'improvviso aumentò. Anche le mie mani erano salite: ora torturavano dolcemente i suoi seni.
- Zio... così... entra... di... più... stringi.. forte..
Pizzicai piano i capezzoli e lei si inarcò riuscendo a farmi saggiare un centimetro ancora della sua meravigliosa fica. Le presi i seni e l'attirai forte a me... quasi non respiravo più, ma non era impportante: ora Sara doveva avere ciò che si aspettava, ciò che voleva da me.
Ritornai ancora al clitoride e l amia lingua cominciò ad impazzire su di esso, mentre le dita martoriavano allo stesso modo i durissimi capezzoli.
Cominciai ad avvertire un tremito nel corpo del mio piccolo amore.
Smise d'improvviso di muoversi, di respirare... si irrigirì solamente aprendo sconciamente le gambe per avermi meglio dentro. Aumentai il movimento della lingua, entrandole dentro di tanto in tanto. Si spinse sulla mia bocca ancora una volta, e quasi urò quando mu venne tra le labbra. Ora era Arancio. Arancio sanguignodelle nostre terre. Era succo di Femmina quello che bevevo dalla mia Sara. Il lieve urlo si placò ma riprese il tremito a tempo con la vibrazione della mia lingua. E continuò a venire.
Io stavo impazzendo. Non mi ero reso conto di averlo durissimo.
Attesi la fine del suo orgasmo e le fui sopra baciandola e facendole sentire il mio desiderio sul ventre.
Ci girammo e lei mi fu sopra.
Era rilassata ora.
- Zio è stato... fantastico... lo farai ancora?
Come spiegarle che l'avrei fatto tutta la vita?
Ma non dissi nulla.
Sapevo che ora era il momento.
Le scivolai da sotto lasciandola li, supina.
E le fuoi soprail mio petto sulle sue spalle.
Cominciai a baciarle il collo.
Lei capì immediatamente.
- Zio, ti prego... non farmi male!
Mi fermai un attimo, gelato da quella assurda ppossibilità
- Piccolo tesoro mio.. non succederà mai.
Stetti un attimo
- Ma come farò se non ti piacerà... come farò?
- Uscirai, se te lo chiedo? Uscirai e mi terrai tra le braccia fino a sera.
L'abbracciai da dietro.
- E ti bacerò i capelli fino a che non mi avrai perdonato.
- Fallo, allora, ti aspetto.
Le baciai la bocca e scesi giù.
Baciai tutta la sua schiena sentendo rimontare i brividi.
Trovai il solco tra i glutei e la mia lingua si insinuò in fondo... in fondo... fino a trovare la ruvida rosetta. Inumidii di più la lingua e cominciai a giocare col suo ano
- Oooohhhhh!
Cominciava a rabbrividire ancora, la mia piccola Sara. Spinse il suo splendido sedere verso il mio volto, accogliendo le ginocchia sotto di se.
- Zio... è... ohhhh... è bellissimo... non ti fermare.
Non avevo alcuna voglia di fermarmi e anzi cominciavo a spingere con la lingua per insinuarmi... per creare una falla nella sua ultima difesa.
Io ero eccitato oltre ogni dire.
Continuavo a disegnare sulla sua rosetta figure magiche fin quando avvertii che il piccolo muscolo cominciava a rilassarsi.
Ora stavo lappando lentamente tra i due glutei.
- Ecco zio... mi sto aprendo... per te...
Dio che voglia che avevo di prenderla.
Ma forse le avrei fatto male. E... non ancora!
Smetto d'improvviso e mi sdraio sotto di lei: ancora il sapore della sua fica, densa di fluidi saporosissimi, sulla mia lingua. Istintivamente lei viene ancora verso il mio volto mentre stavolta un mio dito le sfiora l'ano, bagnatissimo.
Inizio a spingere dolcementee sento che lei si blocca... trattiene il respiro.
Vorrei farlo anch'hio , ma prendo il suo clitoride tra le labbra... nulla...
comincio ad aver paura che le stia facendo qualcosa di sgrradevole... sto per alzarmi e abbracciarla, quando sento che con un movimento lento ma continuo inizia a spingere.
- Oooohhhh!
Il gemito accompagna quella penetrazione, e allora inizio a muovere il dito nella mia piccola Sara.
Lei accompagna i miei movimenti e presto ci muoviamo all'unisono.
- Zio... Zio... è belli... bellissimo!
Avrei voluto dirle tante cose ma ero troppo occupato a bere dalla fontana del mio universo.
Iniziai a sentire il suo tremito.
- Zio...
Piano esco e lei accompagna con un sospiro di delusione.
Un attimo... sono dietro di lei.
Avevo... si eccolo
Uso un po di lubrificante.
Lei mi aspetta: è una femmina che mi guarda da soopra alla spalla, che mi si offre con tutta se stessa, ritta sulle braccia e sulle ginocchia
Io mi popggio su di lei, inizio a baciarle il collo, mentre sento la punta del pene, durissimo, tra i suoi glutei.
Cerco con la mano di indirizzarlo ma...
...Sara è più veloce di me. Ora sento il suo buchino socchiuso.
- Entra... entra,zio.. ti prego... ora... ora...
E io spingo. Spingo senza badare alla mia sensazione, ma alla sua espressione.
E' concentrata... sta soffendo... ma non dice nulla...
La snsazione però buca la mia coscienza e irrompe in me: il caldo abbraccio del suo sfintere percorre piano turro il mio pene in un'unica lenta penetrazione.
- Zio.... Ziooo.... Lo sento... ti sento... sei dentro di me...
- Comincio a baciarla... vorrei avere cento mani per carezzarla ma non le ho
Inizio piano a muovermi dentro la sua pancia. Lei mi asseconda subito, mentre con la mano va tra le proprie cosce.
I suoi capelli ondeggiano... ora sto spingendo più profondamente, e lei risponde colpo su colpo.
Decido che la amo
Pongo le mani sui suoi glutei ed inizio a penetrare in lei più a fondo e più forte che posso.
Viene in quel momento.
Stavolta non si trattiene e urla.
L'mmagine dei suoi capelli... dei suoi seni che sono scossi dalle spinte... dei suoi glutei che ad ogni spinta mi accolgono...
...rimarranno in me tutta la vita.
Mi poggio ancora su Sara che è ormai sconvolta dal piacere.
Si gira verso di me e riusciamo a toccarci con le lingue mentre anch'io mi riverso dentro di lei.
- Ti sento zio... sento quello che mi stai dando... oohhhhh!
Rimango in lei, su di lei, sfinito, fin quando anche lei, sfinita si accascia sul letto, rimanendo schiacciata sotto di me, ma senza dir nulla.
Faccio per spostarmi e...
- Rimani... rimani così zio...
- Ma...
- Non fa nulla... voglio sentire il tuo peso su di me. E poi... sei ancora dentro di me... rimani...
E rimasi.
Rimasi a sentire sotto di me il suo respiro.
Rimasi a respirare i suoi capelli
Rimasi a carezzare i suoi fianchi.
Rimasi fino a che il sonno non mi vinse.
scritto il
2015-09-02
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