Nel parcheggio della stazione

di
genere
etero

Passando sulla banchina del treno per andare al parcheggio, Elena rivede il ragazzo che ha incrociato in spiaggia. Lui ha non più di diciotto anni, fisico massiccio, pelle abbronzata, capelli neri. In spiaggia indossava un costume blu che aderiva al bacino alla perfezione. Elena ha guardato quel ragazzotto muscoloso giocare sulla sabbia con i suoi amici e più di una volta lui ha ricambiato lo sguardo, sorridendo lievemente. E ora è lì da solo, zainetto in spalla, maglietta bianca e pantaloncini al ginocchio, scarpe da ginnastica senza lacci. Elena gli passa accanto e non riesce a non guardarlo ancora una volta. Lui ricambia lo sguardo e la segue con gli occhi per un po'. Quando sta per entrare nel parcheggio, Elena si volta e lo vede che le va dietro ad alcuni metri di distanza. La sua macchina è parcheggiata fra un casotto in cemento ed un'alta siepe, quindi ben nascosta alla vista sia dalla strada che dalla stazione. Il ragazzo la raggiunge e si guardano per un po' senza dire nulla, lui sempre con un lieve sorriso sul volto abbronzato. Poi, lentamente, posa lo zainetto per terra e si porta le mani alla vita. Si slaccia i pantaloncini e tira giù la zip, sotto ha ancora il costume blu che aveva in spiaggia. Ci infila la mano dentro e la muove un po', guardando Elena negli occhi. Poi, dopo un po', si tira fuori il cazzo duro. Elena rimane sorpresa nel vedere quanto ce lo ha grosso: i suoi occhi scorrono dalla cappella gonfia, congestionata, lungo tutta l'asta rigida che punta verso l'alto, con i nervi in rilievo. Il ragazzo se lo smanazza lentamente, continuando a guardarla. Elena allunga una mano e glielo prende nel pugno, mentre lui lo lascia andare. Lo stringe con forza, anche se non riesce a chiudere completamente il pugno attorno per quanto è grosso, e lo sente pulsare. L'altra mano gliela infila sotto nel costume e gli stringe le palle gonfie e pelose, facendolo gemere. Si guardano ancora negli occhi, lui li socchiude e poi si abbassa pantaloncini e costume fino a metà delle cosce muscolose e pelose. Allora Elena si inginocchia e dopo averlo guardato in volto, gli prende il cazzo duro in bocca. Stringendogli le palle, inizia a spompinarlo, mentre dalla strada arrivano risate e suono di clacson. Il giovane gli mette una mano sulla nuca per accompagnarla nel movimento ed inizia pure a muovere il bacino avanti e indietro, scopandole la bocca. Elena gli succhia il cazzone rizzato e duro per almeno dieci minuti, mentre lui con la mano libera si solleva la maglietta sfilandosela solo dal collo, scoprendo il petto abbronzato e muscoloso ed iniziando a pizzicarsi i capezzoli con le dita. Poi, ad un certo punto, il ragazzo le spinge il cazzo fino in gola e si ferma così, togliendoglielo poi di colpo un attimo prima di soffocarla. Elena lo guarda mentre, i muscoli tesi, gli occhi chiusi, si stringe con violenza il cazzone duro nel pugno, ad occhi chiusi. Pi se lo lascia andare, riapre gli occhi e la fa alzare. Dopo un attimo in cui sembra pensarci, la spinge con violenza contro il cofano della macchina, a faccia in giù. Le solleva la gonna, le toglie con forza le mutandine e le apre le gambe. Elena chiude gli occhi e dopo un attimo sente il cazzone grosso e duro del ragazzo che le entra con violenza nella fica. Grugnendo, il giovane glielo spinge fino in fondo, dilatandole la fica con le dimensioni del suo cazzone rizzato. Rimane un attimo così, poi le si stende sopra ed inizia a muoversi, a spingere, a pomparle dentro con il cazzo duro come la roccia. Se la scopa con violenza, con la tipica foga dei giovani per i quali scopare è tutto nella vita. Ogni colpo che da, è accompagnato da un grugnito e dal cigolio delle sospensioni dell'auto. I violenti colpi di bacino del ragazzo le fanno male, Elena ha l'impressione che le stia spaccando la fica con quell'enorme cazzone duro come la roccia, tanto che vorrebbe gridare ma non può perché lui le ha chiuso la bocca con una mano. Il giovane sente il cazzo che gli pulsa come impazzito, le palle che sembrano sul punto di esplodere. L'ultima volta che si è arrapato in quel modo è stato un paio di mesi prima, quando si è scopato ed inculato la giovane madre che abita al piano sopra di lui. Ricorda ancora le urla di dolore misto a piacere che le ha fatto cacciare dalla gola, facendola quasi svenire per il violento orgasmo che le ha procurato, mentre le sborrava su per il culo. E ora c'è questa incrociata in spiaggia, il cui corpo in costume gli aveva già fatto venire il cazzo duro mentre era in spiaggia: aveva immaginato di scoparsela, ma non avrebbe mai pensato di trovarsi davvero con il cazzo rizzato stretto dalla sua fica calda. Arrapato da morire, il ragazzo aumenta ancora la violenza con cui se la scopa e nello stesso tempo infila una mano fra i corpi in movimento per strizzarsi le palle gonfie e pulsanti. Elena vorrebbe urlare di piacere, ma la mano del giovane glielo impedisce. Il giovane le pompa nella fica con foga, dando colpi violenti nella fica con il suo cazzo grosso e duro. Poi, ad un certo punto, il cazzo spinto completamente dentro di lei, i muscoli ed i nervi tesi, la mascella contratta, la mano che si stringe con violenza i coglioni gonfi e pelosi. Dopo qualche istante, si tira indietro, afferrandosi il cazzone duro nell'altra mano, la cappella congestionata al punto da sembrare che stia per esplodere. Elena volta la testa per guardarlo, ma lui le mette una mano sulla nuca e gliela riabbassa, coprendole di nuovo la bocca. Dopo qualche istante, sente il cazzo del giovane che le spinge tra le natiche, la cappella che arriva al buco del culo e si ferma per un attimo. E poi, con un grugnito, il ragazzo da un violento colpo di bacino e le pianta il cazzone grosso e duro nel culo, fino alla radice. Elena urla contro il palmo della sua mano, lacrime che le sgorgano dagli occhi, mentre le sembra che il cazzo enorme del giovane le stia spaccando il culo. E ringhiando fra i denti, lui inizia ad incularsela con violenza, intenzionato a farle male. Muove il bacino avanti e indietro, dapprima con difficoltà date le dimensioni, poi sempre più rapidamente. Se la sbatte con foga, la incula con tutta la forza di cui è capace, le palle gonfie e pelose che sbattono rumorosamente sulle natiche di lei. Ed Elena, fra le lacrime, capisce di star godendo nel sentire quel cazzone duro come la roccia, nervoso, piantato in profondità nel culo. Con gli occhi chiusi, i muscoli tesi, il ragazzo se la incula a lungo, sempre più arrapato, con l'impressione che il cazzo e le palle debbano scoppiargli da un momento all'altro per il piacere che sta provando. Neanche quando si è scopato la tipa del piano di sopra si è sentito così. Gli pare di impazzire a sentire il suo cazzone grosso e duro così ben stretto dal culo della donna che sta inculando. Va avanti a lungo, la pelle lucida di sudore e poi fa qualcosa che che non ha mai fatto prima. Continuando ad incularsela, infila la mano libera sotto di loro e le ficca due dita nella fica bagnata. In quel momento ad Elena pare quasi di svenire per il piacere che quel giovane muscoloso le sta procurando con il cazzo ed ora anche con le dita. Il ragazzo se la incula a lungo per almeno un quarto d'ora, fino a quando non vengono travolti da un violento orgasmo. Elena urla ancora contro il palmo della sua mano, lo sente grugnire come un animale ferito, dare ancora altri violenti colpi con il suo cazzo duro che ora pulsa come impazzito e poi fermarsi quando è dentro di lei al massimo. E le sembra che il cazzone enorme e duro del giovane esploda con violenza in una massa densa e calda, che la riempie ed arriva a colare fuori. Il giovane si ferma con il cazzone grosso e duro spinto completamente dentro di lei, le palle gli si contraggono con forza, facendolo grugnire, gli occhi chiusi, i muscoli contratti. E poi viene, esplode, le sbora dentro con violenza, le palle contratte; le schizza lunghi e violenti fiotti di sbora densa, spessa e calda che sgorgano con forza dalla cappella gonfia e congestionata. Le sbora a lungo su per il culo, talmente tanto che la sua sbora fuoriesce dal culo di lei attorno al tronco del suo cazzone duro. Quando smette di venire, le estrae il cazzo sporco di sbora dal culo e se lo stringe nel pugno. Elena si volta debolmente a guardarlo e il giovane muscoloso dopo un attimo le preme il cazzo ancora duro fra i peli umidi della fica e viene di nuovo. Dalla punta del cazzo schizza ancora, sbora di nuovo, altri lunghi e violenti fiotti di sborra densa, spessa, bianca e calda che si allarga fin sul ventre di lei. Poi finisce e dopo essere rimasto per un po' con il cazzo ancora in tiro pressato sulla fica di lei si rialza. Lentamente si asciuga il sudore dalla fronte e poi si tira su il costume e i pantaloncini, riabbottonandoseli lentamente. Si rimette la maglietta come si deve, riabbassandosela sul petto muscoloso ed abbronzato e poi, ripreso lo zainetto si avvia a prendere il treno che pare aspettarlo con le porte aperte. Elena rimane ancora un po' sdraiata sul cofano, la sbora calda dentro e sopra di lei. Poi, dopo essersi pulita con dei fazzolettini di carta ed essersi sistemata i vestiti, sale in macchina e mette in moto.
scritto il
2015-10-11
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