Io Francesca una schiava 2
di
Schiavafrancesca
genere
dominazione
Chi mi vuole contattare puó scrivere a schiavafrancesca@gmail.com
Oggi sono felicissima, sono riuscita a soddisfare il mio padrone, sono riuscita a resistere a dieci giorni di castità forzata.
Nel momento in cui sono passati dieci giorni esatti sono andata in bagno a masturbarmi, è stato un orgasmo incredibile probabilmente dovuto alla voglia e agli stimoli che ho avuto in questi giorni e di cui devo ringraziare il mio padrone che perde il suo prezioso tempo ad educare una cagna come me.
È stato un orgasmo talmente intenso che mi sono accasciata a terra e vi sono rimasta a terra per cinque minuti, un esperienza che non dimenticherò facilmente.
Dopo qualche ora mi chiama il padrone e mi ordina di scrivere la mia esperienza che dovrò pubblicare sui principali siti di racconti erotici e che poi provvederà a pubblicare sul suo blog.
La scrittura della prima parte della mia confessione è stata devastante, infatti ho dovuto ripercorrere tutti questi giorni intensi, eccitanti e frustranti allo stesso modo: dal cambiamento di abbigliamento da sobrio a sexy, dalla masturbazione senza venire alla serata in discoteca con lo sfigato;rivivere questi momenti mi ha eccitato in modo incredibile e la mia passerina è diventata un lago. Ho dovuto poi subire l’umiliazione di dover mettere l’indirizzo mail e di dover rispondere a quanti avevano letto la mia confessione e chissá cosa avevano pensato di me. Mi avevano scritto persone di tutti i tipi da semplici curiosi, ai soliti sfigati, a qualche vero padrone, a qualche lesbica. Un po’ alla volta bagnandomi per l’umiliazione risposi a tutti pur sapendo che il mio padrone legge tutte le mie mail e quindi sentendomi ancora piú umiliata.
Sapevo però di certo la castitá forzata non sarebbe stata l’ultima prova a cui sarei stata sottoposta, infatti il giorno dopo arrivò la prova del zenzero.
Mi è stato ordinato di andare dal fruttivendolo e comprare una radice di zenzero, metterla in frigo, poi sbucciarla, immergerla in acqua per liberarne le qualitá irritanti e mettermela nel sederino per dieci minuti.
È stato molto difficile all’inizio bruciava da morire, dopo circa un minuto l’ho tolta per una trentina di secondi prima di rimetterla nel sedere come mi era stato ordinato, oltre al bruciore non è stato facile resistere anche perchè non avevo mai introdotto nel culo oggetti che non fossero dita o cazzi.
Il padrone non fu però soddisfatto di come ho eseguito il suo ordine, infatti l’atto iniziale istintivo di togliere la radice di zenzero per il bruciore non era nei suoi ordini e mi disse che mi avrebbe punito.
Fui costretta a distendermi sul letto dopo di che il padrone con una spazzola di legno girata sul retro mi diede cinquanta colpi che dovetti contare uno ad uno stando attenta a non sbagliare altrimenti avrebbe ricominciato da zero.
Alla fine il culetto mi bruciava in modo lancinante difficilmente sarei riuscita a sedermi per un bel po’, ma mi resi conto che tutto questo aveva una sua logica e che la punizione era giusta perchè non avevo reso felice il mio padrone in quanto non avevo obbedito ai suoi ordini nel modo in cui me lo aveva chiesto.
L’indomani avrei dovuto incontrarmi col mio fidanzato, che faceva piú di duecento km per venirmi a trovare, ma sapevo che senza il permesso del mio padrone non avrei potuto scopare con lui, quindi chiesi il permesso di poter far l’amore con lui. Il permesso mi fu accordato, ma avrei dovuto fare l’amore in modo casto senza far vedere la cagna che ero e che il mio ragazzo conosceva benissimo, ma che ormai era solo di proprietà del mio padrone.
Per fare come mi era stato ordinato mi inventai una crisi mistica fingendo di essere diventata una ragazza di chiesa e quindi dicendo al mio ragazzo che avrei fatto l’amore solo al buio, perché altrimenti era peccato. Non mi ero mai vergognata tanto pensando a che livelli ero arrivata, ma avevo capito che quella era la mia natura.
http://www.padronebastardo.org
Oggi sono felicissima, sono riuscita a soddisfare il mio padrone, sono riuscita a resistere a dieci giorni di castità forzata.
Nel momento in cui sono passati dieci giorni esatti sono andata in bagno a masturbarmi, è stato un orgasmo incredibile probabilmente dovuto alla voglia e agli stimoli che ho avuto in questi giorni e di cui devo ringraziare il mio padrone che perde il suo prezioso tempo ad educare una cagna come me.
È stato un orgasmo talmente intenso che mi sono accasciata a terra e vi sono rimasta a terra per cinque minuti, un esperienza che non dimenticherò facilmente.
Dopo qualche ora mi chiama il padrone e mi ordina di scrivere la mia esperienza che dovrò pubblicare sui principali siti di racconti erotici e che poi provvederà a pubblicare sul suo blog.
La scrittura della prima parte della mia confessione è stata devastante, infatti ho dovuto ripercorrere tutti questi giorni intensi, eccitanti e frustranti allo stesso modo: dal cambiamento di abbigliamento da sobrio a sexy, dalla masturbazione senza venire alla serata in discoteca con lo sfigato;rivivere questi momenti mi ha eccitato in modo incredibile e la mia passerina è diventata un lago. Ho dovuto poi subire l’umiliazione di dover mettere l’indirizzo mail e di dover rispondere a quanti avevano letto la mia confessione e chissá cosa avevano pensato di me. Mi avevano scritto persone di tutti i tipi da semplici curiosi, ai soliti sfigati, a qualche vero padrone, a qualche lesbica. Un po’ alla volta bagnandomi per l’umiliazione risposi a tutti pur sapendo che il mio padrone legge tutte le mie mail e quindi sentendomi ancora piú umiliata.
Sapevo però di certo la castitá forzata non sarebbe stata l’ultima prova a cui sarei stata sottoposta, infatti il giorno dopo arrivò la prova del zenzero.
Mi è stato ordinato di andare dal fruttivendolo e comprare una radice di zenzero, metterla in frigo, poi sbucciarla, immergerla in acqua per liberarne le qualitá irritanti e mettermela nel sederino per dieci minuti.
È stato molto difficile all’inizio bruciava da morire, dopo circa un minuto l’ho tolta per una trentina di secondi prima di rimetterla nel sedere come mi era stato ordinato, oltre al bruciore non è stato facile resistere anche perchè non avevo mai introdotto nel culo oggetti che non fossero dita o cazzi.
Il padrone non fu però soddisfatto di come ho eseguito il suo ordine, infatti l’atto iniziale istintivo di togliere la radice di zenzero per il bruciore non era nei suoi ordini e mi disse che mi avrebbe punito.
Fui costretta a distendermi sul letto dopo di che il padrone con una spazzola di legno girata sul retro mi diede cinquanta colpi che dovetti contare uno ad uno stando attenta a non sbagliare altrimenti avrebbe ricominciato da zero.
Alla fine il culetto mi bruciava in modo lancinante difficilmente sarei riuscita a sedermi per un bel po’, ma mi resi conto che tutto questo aveva una sua logica e che la punizione era giusta perchè non avevo reso felice il mio padrone in quanto non avevo obbedito ai suoi ordini nel modo in cui me lo aveva chiesto.
L’indomani avrei dovuto incontrarmi col mio fidanzato, che faceva piú di duecento km per venirmi a trovare, ma sapevo che senza il permesso del mio padrone non avrei potuto scopare con lui, quindi chiesi il permesso di poter far l’amore con lui. Il permesso mi fu accordato, ma avrei dovuto fare l’amore in modo casto senza far vedere la cagna che ero e che il mio ragazzo conosceva benissimo, ma che ormai era solo di proprietà del mio padrone.
Per fare come mi era stato ordinato mi inventai una crisi mistica fingendo di essere diventata una ragazza di chiesa e quindi dicendo al mio ragazzo che avrei fatto l’amore solo al buio, perché altrimenti era peccato. Non mi ero mai vergognata tanto pensando a che livelli ero arrivata, ma avevo capito che quella era la mia natura.
http://www.padronebastardo.org
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Io, Francesca una schiava
Commenti dei lettori al racconto erotico