Meravigliosamente aperte

di
genere
prime esperienze

Era estate. Metà luglio. Quelle settimane meravigliose di caldo in cui le ragazze perdono le inibizioni accumulate nel corso dell'inverno e mettono finalmente in mostra il risultato di durissimi mesi passati in palestra. Quelle settimane in cui camminando per la città, a volte capita di rubare accidentalmente la vista fugace di un paio di mutandine o dell'aureola di un capezzolo sotto una scollatura vivace. Sono settimane terribili per gli adolescenti che spesso sfociano in pomeriggi di intense battaglie ormonali vinte a suon di pugnette.
Erano le 3 di pomeriggio del 18 luglio e faceva veramente caldissimo. Camminavo mano nella mano con Laura sul lungofiume. Stavamo in silenzio. Credo che fosse troppa la concentrazione per lo sforzo di mantenere la temperatura corporea a un livello tale da garantire almeno la sopravvivenza. Eravamo vestiti comodi, nel modo giusto per riuscire a sopravvivere camminando per il chilometro che ci separava dalla stazione dove prendere il trenino regionale che ci avrebbe portato verso il mare. Io: sandali, bermuda e camicia di cotone. Lei: sandali, micropantaloncino elasticizzato e top. Entrambi con zainetto al seguito. Tutto normale e tutto perfetto per due 18enni che stanno per passare un pomeriggio al mare. Se non fosse per il pantaloncino di Laura. Senza mezzi termini, con quel pantaloncino le si vedeva la figa. Era così stretto e così corto che le disegnava perfettamente le labbra senza lasciare nulla all'immaginazione. E quando si sedeva, nell'accavallare le gambe, si riusciva a scorgere nell'interno coscia il lembo di pelle più scura che ospita i peli pubici. Così vestita, è normale che lo sguardo di chiunque incrociassimo nel nostro cammino finisse per cadere sulla figa di Laura. Io "purtroppo" mi dovevo accontentare delle occasionali occhiate al suo culo, fasciato solo per metà dal pantaloncino. E guardando quel sederino così sodo e audace, non potevo fare a meno di tornare col pensiero alla sera prima e a quelle parole che non riuscivo ancora a togliermi dalla testa: "Mi stai rompendo il culo..."
La sera del 17 luglio 2010 eravamo finiti a casa sua. Stavo frequentando Laura più assiduamente dalla fine della scuola, e ricordo che ormai passavamo insieme intere giornate, solo noi due, dato che eravamo rimasti gli unici a non essere ancora partiti per le vacanze estive. Negli anni passati, nonostante fossimo in classe insieme e vivessimo nello stesso quartiere, non avevamo mai avuto modo o interesse nell'approfondire la conoscenza l'uno dell'altra. Nelle ultime settimane invece avevo iniziato a scoprire che era bello stare insieme e alternarsi tra discorsi banali e frasi filosofiche e tra un giro in motorino e la passeggiata al centro commerciale. Mi piaceva averla vicino e devo dire che aveva anche iniziato a stuzzicare qualcos'altro. Spesso mi ero scoperto a fissarle quelle tettine provocanti e spesso mi ero pugnalato in bagno pensando ai capezzoli che avevo intravisto una volta attraverso la camicetta troppo sbottonata.
Eravamo dunque sul divano in attesa di rimanere in solitudine, dato l'inaspettato invito a cena pervenuto ai genitori da non so quali amici. Guardavamo una puntata di V, la serie remake di un'altra serie (visitors) trasmessa decenni prima, sul tema dell'invasione aliena. Laura era appoggiata al bracciolo destro del divano, io a quello sinistro. Teneva un piede a terra e uno appoggiato selvaggiamente sulla seduta del divano. Aveva addosso solo una magliettona lunga con la facciona di Minnie che usava come pigiama estivo, ed in quella posizione, dopo più di un'occhiata clandestina, mi ero reso conto che avevo una perfetta visuale delle sue mutandine. Erano rosa. E si vedeva anche qualcos'altro: vedevo un paio di peli scuri uscire dal bordo delle mutandine che stavano provocando una incontenibile quanto inopportuna erezione. Di più: mi era venuto un cazzo così duro che mi stava facendo male per quanto spingeva sulla patta dei jeans. Discretamente, cercavo di cambiare posizione sul divano per alleviare la sofferenza ma ottenevo solo l'effetto contrario, facendo trovare alla cappella sempre nuove resistenze che facevano aumentare la mia eccitazione. Dopo pochi minuti, avevo perso totalmente interesse per gli alieni-lucertola di V, e non facevo altro che concentrarmi sulla visione periferica del mio occhio destro, ormai perdutamente attratto dai peli della figa di Laura. Sentivo la voce dei suoi genitori provenire dalla stanza da letto alla fine del corridoio e questo faceva crescere ancora di più la mia voglia, stimolata dalla situazione "proibita". Ricordo che Laura si era alzata improvvisamente al grido di "pausa vescica!" dirigendosi velocemente verso il bagno, chiudendosi la porta alle spalle, per poi tornare 2 minuti dopo visibilmente soddisfatta. Quei 2 minuti erano serviti per riprendermi e per far tornare normale la dimensione di sua maestà il cazzo. Laura torna a sedersi sul divano. Stessa posizione. Iniziavo a pensare che sarebbe stata una serata molto lunga. Di nuovo cerco discretamente di spiare tra le sue cosce e quando ci riesco mi rendo conto che...non ha più le mutandine. E allora alzo gli occhi e mi accorgo che mi sta guardando anche lei. E dallo sguardo, capisco che anche lei è eccitata. Allarga ancora di più la gamba sinistra per farmi vedere meglio la sua figa. E' meravigliosa. E io ho il cazzo nuovamente durissimo.
Rimaniamo in questa tensione sessuale per altri 10 minuti, senza sfiorarci. Io le guardavo la figa e lei passava lo sguardo compiaciuto dalla mia erezione ai miei occhi. Poi, dopo averci frettolosamente salutato, finalmente i genitori escono. Neanche 30 secondi dopo sto succhiando avidamente gli umori della figa di Laura. La lecco con voracità e con foga, sento appena il leggero sapore di urina dovuto alla "pausa vescica!" di qualche minuto prima e mi eccito ancora di più. Le ficco la lingua sempre più a fondo e sempre più velocemente e con un dito inizio a cercare spazio per entrare nel suo culo. La sento ansimare forte, e sento ormai la faccia fradicia di saliva e umori. E lecco ancora. Ed ora ha anche il mio dito nel culo che spinge. La sento quasi urlare quando viene sulla mia lingua. Poi mi scansa e mi fa alzare in piedi. Mi slaccia i jeans e libera finalmente sua maestà dalla prigione, prendendo in bocca 18 centimetri di carne trasformata per l'occasione in cemento armato. Laura non mi stava facendo un pompino, mi stava letteralmente risucchiando il cazzo. E succhiando mi faceva vigorosamente una sega con la mano destra, mentre con la sinistra armeggiava con le palle. Ed eccola togliersi il cazzo dalla bocca, sputare sulla cappella, guardarmi in faccia chiedendomi "ti piace?" E senza neanche aspettare la risposta inizia a strusciare l'asta sulle guance. Poi, prima di rimetterselo in bocca, lo fissa sull'estremita' e vede che dal buchino della cappella fuoriesce un po di liquido seminale trasparente. Lo guarda perplessa e un attimo dopo prende la sua decisione succhiando via tutte le incertezze. Decido che non voglio venire subito e interrompo le attività orali. Mi inginocchio davanti a lei, afferro le caviglie, le spalanco le gambe e inizio a scoparmela subito con violenza. Quando sento "mi fai male..." perdo ogni controllo e raddoppio l'intensità e la velocità dell'affondo, con il cazzo che ormai ha acquisito vita propria e vuole solo spingere e sfondare. Sentivo Laura gemere, ma non capivo, e forse neanche mi interessava capire, se fossero gemiti di piacere o di dolore. Vengo ansimando mentre le riempio la figa con più fiotti di sborra. Dopo l'orgasmo, mi piego su di lei. Ricordo di averla baciata senza dolcezza. Avevo ancora voglia e credo ne avesse anche lei. Le chiesi allora se le piaceva farsi scopare il culo. La sua risposta era stata abbastanza chiara ("si, adoro quando me lo mettono in culo") e mi aveva provocato una nuova e prepotente erezione spingendomi alla ricerca del suo buchino ancora per me inesplorato. Mi rimetto in ginocchio davanti a lei e stavolta punto il cazzo un po' più verso il basso. Le allargo le gambe e le passo le dita bagnate di saliva sul contorno dell'ano, dopodiché inizio a spingere, prima piano poi progressivamente in modo più potente. Laura aveva intanto inziato a massaggiarsi il clitoride e sentivo che stava inziando a godere e la cosa mi eccitava molto. Più spingevo e più la vedevo velocizzare il massaggio sul clitoride, più la sentivo godere e più cresceva la voglia di sfondarla. Avevamo iniziato ad ansimare sempre più forte fino a quando, fra i gemiti, la sento dire "mi stai rompendo il culo..." e....perdo la ragione. Perché il mio obiettivo diventa solo quello: romperle il culo. E allora inizio a entrare con tutta la forza che viene da un istinto primordiale e spingo sempre più in fondo nel suo intestino. Voglio solo rompere e rompere e rompere. E vedo sotto la maglia, le sue tettine che si muovono a scossoni in armonia con i colpi del mio bacino e con l'andamento mulinante del suo ditalino. Un ultimo letale affondo e veniamo entrambi, quasi urlando di piacere.
Esco da lei. E vedo un po' di sborra defluire dal suo culo al pavimento del salone.
"Ci penso io a pulire" la sento dire.
Siamo entrambi sudati e appagati. Rimaniamo così, un po' in silenzio.
Poi ci baciamo, dolcemente stavolta, e capisco che mi sono innamorato.

di
scritto il
2016-04-04
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