Sonia - 01 intro

di
genere
incesti

Ciao cari, sono alla mia prima esperienza con la scrittura erotica anche se mi piace molto leggere racconti ed ho tante fantasie.
Provo a cimentarmi, ogni commento è ben accetto, ed anche ogni proposta di realizzare la fantasia che vi racconto.
Un abbraccio a tutte e a tutti


Sonia ha passato tutta la mattina a rassettare casa, dopo una intensa settimana in ufficio.
Il pranzo è già pronto e desidera una doccia fresca in questo caldo sabato prima di preparare la tavola.
Adesso può finalmente entra in bagno e dedicare qualche minuto solo a se stessa. Accosta la porta, senza chiudere a chiave, come sempre si è usato in quella casa. Apre il rubinetto e fa scorrere piano l'acqua così che diventi tiepida mentre si sveste.
Butta in un angolo le pantofole e sfila la maglietta. Il tessuto quando sfiora le sue curve, ancora costrette nel reggiseno, le da fastidio e fa tendere i capezzoli e rendere sensibili le scure aureole.
Mentre apre i bottoni del pantaloncino si guarda allo specchio: vede prima le sue gambe e pensa a quanto ne è orgogliosa, e quanta fatica le costano; mentre sfila l'indumento guarda il seno, è aumentato nelle ultime settimane, è più florido e accogliente; quando si rimette in piedi e porta le mani ai gancetti dietro la schiena fissa la sua pancia riflessa nello specchio, le sembra già più rotonda anche se crede, o spera, solo di immaginarselo. Quando sfila le mutandine brasiliane che piacciono così tanto al suo compagno non può fare a meno di notare un sottile filo trasparente e vischioso che quasi subito si interrompe.
Si abbraccia il seno con una mano per lenire un po' il peso sulla schiena, mentre l'altra mano si poggia sull'ombellico e scende verso il basso incerta e timorosa di percepire qualcosa, per poi incontrare i riccioli sul monte di venere ed infine arrivare a sfiorare le labbra dischiuse e gonfie. Non può fare a meno di sospingere il medio e saggiare le reazioni della sua intimità, segno ormai costante che il suo corpo si sta adattando alla nuova situazione.

Ormai si chiede quasi di continuo come le sia venuto in mente di sospendere la sua carriera e gettarsi tra le braccia di quell'uomo sempre troppo impegnato nel lavoro e nei viaggi per dedicarlesi come avrebbe desiderato.
Sonia ripensa intensamente al ricordo offuscato di quella squallida sera come fosse ormai lontano anni ed anni.
Nonostante tanta assenza, quell'uomo ormai vecchio, era stato capace di avere un'erezione, strofinandole il cazzo fra le natiche e le cosce, cercando di darle piccoli colpetti sulla figa per farla eccitare. Nonostante avesso continuato a far finta di dormire anche mentre allungava le mani a palpeggiarle il seno, non era bastato, e subito dopo aver percepito due dita cariche di saliva farsi strade fra le gambe e lapparle prima la figa e poi il culo, il peso dell'uomo l'aveva sospinta a girarsi. In quel momento era meglio allargare le gambe e sperare che tutto finisse in fretta: non ci volle molto infatti perché lui rozzamente, tenendo la punta del cazzo in mano, le allargasse la figa e la penetrasse senza troppi riguardi.

Mentre lei ricordava con tristezza le prime scopate, coinvolgenti ed appaganti, la mano del vecchio si sposto dalla sua schiena percorrendo la natica, nel buio, per scendere lungo il solco e fermarsi a massaggiarle il culo. Sentirlo entrare fu come usare una supposta. Il pollice entrò velocemente fino in profondità, ma non serviva a darle piacere: l'unico scopo era spingerlo contro l'altro canale; l'uomo si stava massaggiando la cappella attraverso le sue carni.
Poco dopo, di nuovo come un fruscello, il compagno la spinse di nuovo sul fianco e le alzò una gambe, già pronto a spaccarle la figa prima che il pensiero della giovane prostituta, che aveva visitato la settimana precedente, abbandonasse la sua mente facendogli perdere l'eccitazione che provava. Mentre lui lo scappellava e glielo puntava fra le labbra, fece in tempo ad allungare la mano, nel buio, e massaggiarsi il clitoride. Lo fece con rabbia, con il solo desiderio di bagnarsi quanto sufficiente per potersi sedere normalmente la mattina dopo.
Ci volle poco perché l'uomo, sentendola bagnarsi, compiaciuto di pensare che fosse merito suo la crescente eccitazione, con un ultimo colpo aumentò la penetrazione toccandole la cercive dell'utero. Nello stesso momento si fermò ed iniziò a depositarle dentro la sua sborra, con un lento e svilito orgasmo.
Quando lui si accasciò al suo fianco si assopì immediatamente, con il cazzo moscio e viscido.

Sonia si sollevò dal letto e allungò la mano verso i fazzoletti sul comodino, desiderosa di liberarsi al più presto di quel latte maleodorante che sentiva colare fuori. In quel breve istante vide un movimento e poco dopo sentì un leggero rumore di passi sul parquet.
Alessandro era dietro la porta, intento ad ammirare il padre che scopava quella donna giovane e desiderabile.
Sebbene si avvicinasse ai 40 anni, Sonia ricordava bene i pruriti degli adolescenti che, 20 anni prima, si giravano a guardarla sculettare quando passava per strada. Per questo lasciò correre, come aveva già fatto più volte negli ultimi mesi.

Scuote la testa per mandare via quei pensieri e si rasserena, cercando di pensare che fra pochi mesi avrà rispettato quel compito assegnato ad ogni femmina.
L'acqua è ormai alla temperatura giusta e si affretta ad entrare nella doccia desiderata e meritata.
Dirige il getto verso lo sterno e l'acqua inizia a scorrerle fra le tette e sulla pancia, fino a lambirle l'inguine e le grandi labbra. Quel contatto la fa venire i brividi. L'impulso di masturbarsi è immediato e fremente. Poggia a terra il doccino e lo stringe fra i piedi. Le gambe si piegano da sole, inginocchiandosi nella posizione ideale affinché l'acqua le vada a sbattere sul cappuccio del clitoride. Non ci vuole molto affinché l'orgasmo le monti dal centro dello stomaco, costringendola a chiudere l'acqua ed inserire medio e anulare nel profondo della fregna sbrodolante. Nel palmo della mano il clitoride si fa sentire come un cazzetto voglioso e non si attarda a soddisfarlo.
Appena la mano libera stringe il seno gonfio, la figa inizia a pulsare e contrarsi.
Sonia rimane così per almeno 20 secondi a gustarsi l'orgasmo che la squassa. Poi si alza, ancora tremante come una gazzella appena partorita, e sciacqua via il fiume di umori che le stava colando fra le cosce.

Lei non se ne accorse ma Alessandro aveva notato quel flebile trambusto e con l'orecchio poggiato alla porta chiusa, cercava di immaginarsi quello che stava accadendo per poterlo ricordare quando si fosse messo a letto.

Uscendo dalla doccia Marikà si avvolge in un telo che, poggiandosi sui seni e sui glutei, lasciava facilmente intravvedere molto delle sue forme. Così abbigliata si diresse in cucina per mettere le pentole sul fuoco ma vi trovò Alessandro che l'aveva anticipata e stava posando le stoviglie sulla tavola, abbellita da un fiore reciso dal giardino di casa.

Queste piccole accortezze la stupirono e di nuovo sentì la figa pulsarle nel profondo.






scritto il
2016-04-05
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