Confessioni di una Cagna - capitolo 2
di
Daniele C.
genere
zoofilia
Da qualche giorno le cose sono cambiate. Nelle nostre vite da cagne è entrato un personaggio nuovo. Il nostro Signore e Padrone. E’ una dominazione a distanza perché lui sta molto lontano da noi e non è possibile incontrarci, ma la sua dominazione si fa sentire come se fosse qui. Di fronte a lui anche Carla, la nostra Mistress, è una schiava, anzi una cagna e lui la prima volta l’ha trattata anche più duramente di noi, penso per farle capire chi comanda. In poche ore ci ha interrogate tutte e tre separatamente. Me per prima, poi mamma, poi Carla. Ha voluto sapere tutto di noi, ci ha interrogato e si è reso conto che, nonostante le nostre rilevanti trasgressioni, avevamo ed abbiamo molti limiti. Ad esempio ci ha chiesto se avessimo mai masturbato Willy o gli avessimo mai fatto un pompino. Carla ha detto di no, anzi si è opposta all’idea dicendo che era esagerato, che a lei ed a noi sarebbe bastata la monta. Lui ha risposto dicendo – vedremo – ed ha iniziato a darci ordini.
Eravamo a casa mia e di mia madre, già tutte e tre nude e Willi era nella sua cuccia. Il Padrone ha ordinato a Carla di mettersi a 4 zampe, accucciata, con il viso a terra e le terga sollevate, ma poco. Sottomessa, offerta e disponibile. Willy è uscito dalla cuccia, subito, pronto ed ha iniziato a fiutare il didietro della cagna. Ma il Padrone ha prima ordinato a mia madre di dare una bella sculacciata a Carla, forte, sonora. E mia madre ha eseguito, nei mesi precedenti ne aveva prese tante da Carla che non le pareva vero di potersi vendicare. Willy si è tirato indietro di mezzo metro, la lingua di fuori osservava, quella era una novità anche per lui. Non aveva mai visto la sua padrona così sottomessa e punita. Mia madre le diede un bel po’ di sculacciate, date con sentimento fino a che il culo di Carla non divenne bello rosso. Poi si fece indietro, ed allora Willy si riavvicinò. Leccò con la sua lingua calda, bagnata, rasposa, Carla sulla fica. Poi mugolò felice e le mise le zampe sulla schiena tirandosi avanti. Provò a penetrarla con il suo cazzo duro e prestante, ci vollero due o tre colpi prima di indovinare il buco, ma quando ci riuscì non la mollò più. Quando il cane fu dentro Carla il Padrone ordinò a mia madre di mettersi a 4 zampe davanti alla bocca di Carla ed a questa ordinò di leccarle il culo. Mia madre, anche dopo un anno, è sempre confusa, timida ed imbarazzata. Lo era anche questa volta, ma di meno, dopo essersi disposta a 4 zampe portò le mani dietro il culo e si allargò le chiappe per meglio offrirsi alla lingua di Carla. Per lei era eccitante che la sua amica e padrona le leccasse il culo. Anzi lo spinse indietro appena sentì la lingua di Carla per meglio farsi penetrare. Non voleva solo essere lappata, voleva sentirla dentro. E Carla non si poté rifiutare, mentre Willy la fotteva come sempre con frenesia. Poi Willy si fermò ansimando ed alitando sul collo della sua cagna e venne. Come sempre dovette aspettare che il nodo si sgonfiasse per poter uscire dalla fica della cagna, ma il suo fiato sul collo continuò a farsi sentire fino alla fine. La cagna venne, ma continuò a sostenerlo fino a quando non uscì da lei.
A quel punto il Padrone mi ordinò di leccare la cagna, che continuava a fottere con la lingua mamma, e colava abbondantemente di sperma viscido ed amarognolo. La lappai come già avevo fatto molte volte dopo che Willy l’aveva montata. Formavamo un trenino molto eccitante, io leccavo e ripulivo Carla e lei penetrava il culo di mia madre con la lingua. Quando finii di ripulirla il Padrone mi disse di toccare Willy con le mani. Cercai di resistere a quell’ordine, ma lui minacciò di spellarmi viva e di cinghiarmi su tutto il corpo e quindi toccai Willy. Glielo presi in mano e lui che era sdraiato si mise in piedi, ma gradì essere toccato, lo capii perché rimaneva fermo e si offriva beato. Il padrone allora mi disse - leccalo. – Rimasi pietrificata, ma prima che mi minacciasse di nuovo tirai fuori la lingua, chiusi gli occhi e leccai un paio di volte. Sentii Willy tremare ed ansimare. Certamente gli piaceva, ma mi fermai e non volevo andare più avanti. Attesi trepidante che mi punisse, ma lui forse vide che stavolta ero determinata ed evitò il confronto. Invece disse a Carla, prendi la cagna a cui stai leccando il culo e falle fare un pompino al cane. Carla non si fece pregare, prese Anna per i capelli e la condusse verso il pene di Willy, eravamo tutte lì, carponi intorno a Willy, che con la lingua di fuori se la godeva. Anna cercava di resistere, non ne voleva sapere. Allora il Padrone mi disse – prendi la cinghia e frustala sulla fica. Forte. – Ubbidii. Iniziai a cinghiarla sulla fica, mentre Carla le spingeva la testa. Continuai a cinghiare mentre lei si lamentava, ma non smisi fino a quando mamma non iniziò a leccare. Ma al Padrone non bastava. – Prendilo in bocca troia e pompalo. – L’incalzò ed io frustai fino a quando non lo fece. Poi smisi ed il padrone mi ordinò di masturbarla. Lo feci, il suo culo tremolava sotto le mie carezze, la sentii colare. In effetti è una cagna che gode anche nelle situazioni più impensabili. Infatti anche se resiste e si imbarazza per tutto, poi quando parte cola come una vacca. Infatti venne con Willy che la riempiva di sborra in bocca.
Eravamo a casa mia e di mia madre, già tutte e tre nude e Willi era nella sua cuccia. Il Padrone ha ordinato a Carla di mettersi a 4 zampe, accucciata, con il viso a terra e le terga sollevate, ma poco. Sottomessa, offerta e disponibile. Willy è uscito dalla cuccia, subito, pronto ed ha iniziato a fiutare il didietro della cagna. Ma il Padrone ha prima ordinato a mia madre di dare una bella sculacciata a Carla, forte, sonora. E mia madre ha eseguito, nei mesi precedenti ne aveva prese tante da Carla che non le pareva vero di potersi vendicare. Willy si è tirato indietro di mezzo metro, la lingua di fuori osservava, quella era una novità anche per lui. Non aveva mai visto la sua padrona così sottomessa e punita. Mia madre le diede un bel po’ di sculacciate, date con sentimento fino a che il culo di Carla non divenne bello rosso. Poi si fece indietro, ed allora Willy si riavvicinò. Leccò con la sua lingua calda, bagnata, rasposa, Carla sulla fica. Poi mugolò felice e le mise le zampe sulla schiena tirandosi avanti. Provò a penetrarla con il suo cazzo duro e prestante, ci vollero due o tre colpi prima di indovinare il buco, ma quando ci riuscì non la mollò più. Quando il cane fu dentro Carla il Padrone ordinò a mia madre di mettersi a 4 zampe davanti alla bocca di Carla ed a questa ordinò di leccarle il culo. Mia madre, anche dopo un anno, è sempre confusa, timida ed imbarazzata. Lo era anche questa volta, ma di meno, dopo essersi disposta a 4 zampe portò le mani dietro il culo e si allargò le chiappe per meglio offrirsi alla lingua di Carla. Per lei era eccitante che la sua amica e padrona le leccasse il culo. Anzi lo spinse indietro appena sentì la lingua di Carla per meglio farsi penetrare. Non voleva solo essere lappata, voleva sentirla dentro. E Carla non si poté rifiutare, mentre Willy la fotteva come sempre con frenesia. Poi Willy si fermò ansimando ed alitando sul collo della sua cagna e venne. Come sempre dovette aspettare che il nodo si sgonfiasse per poter uscire dalla fica della cagna, ma il suo fiato sul collo continuò a farsi sentire fino alla fine. La cagna venne, ma continuò a sostenerlo fino a quando non uscì da lei.
A quel punto il Padrone mi ordinò di leccare la cagna, che continuava a fottere con la lingua mamma, e colava abbondantemente di sperma viscido ed amarognolo. La lappai come già avevo fatto molte volte dopo che Willy l’aveva montata. Formavamo un trenino molto eccitante, io leccavo e ripulivo Carla e lei penetrava il culo di mia madre con la lingua. Quando finii di ripulirla il Padrone mi disse di toccare Willy con le mani. Cercai di resistere a quell’ordine, ma lui minacciò di spellarmi viva e di cinghiarmi su tutto il corpo e quindi toccai Willy. Glielo presi in mano e lui che era sdraiato si mise in piedi, ma gradì essere toccato, lo capii perché rimaneva fermo e si offriva beato. Il padrone allora mi disse - leccalo. – Rimasi pietrificata, ma prima che mi minacciasse di nuovo tirai fuori la lingua, chiusi gli occhi e leccai un paio di volte. Sentii Willy tremare ed ansimare. Certamente gli piaceva, ma mi fermai e non volevo andare più avanti. Attesi trepidante che mi punisse, ma lui forse vide che stavolta ero determinata ed evitò il confronto. Invece disse a Carla, prendi la cagna a cui stai leccando il culo e falle fare un pompino al cane. Carla non si fece pregare, prese Anna per i capelli e la condusse verso il pene di Willy, eravamo tutte lì, carponi intorno a Willy, che con la lingua di fuori se la godeva. Anna cercava di resistere, non ne voleva sapere. Allora il Padrone mi disse – prendi la cinghia e frustala sulla fica. Forte. – Ubbidii. Iniziai a cinghiarla sulla fica, mentre Carla le spingeva la testa. Continuai a cinghiare mentre lei si lamentava, ma non smisi fino a quando mamma non iniziò a leccare. Ma al Padrone non bastava. – Prendilo in bocca troia e pompalo. – L’incalzò ed io frustai fino a quando non lo fece. Poi smisi ed il padrone mi ordinò di masturbarla. Lo feci, il suo culo tremolava sotto le mie carezze, la sentii colare. In effetti è una cagna che gode anche nelle situazioni più impensabili. Infatti anche se resiste e si imbarazza per tutto, poi quando parte cola come una vacca. Infatti venne con Willy che la riempiva di sborra in bocca.
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