Amico etero al mare

di
genere
gay

Ciao sono Enrico, ho 25 anni e vi racconterò la mia storia.
Era maggio di due anni fa, avevo da poco compiuto 24 anni, faceva molto caldo e abitando in un paese poco distante dal mare, io e alcuni miei amici decidemmo di passare lì qualche mattinata, prima che scoppiasse il caldo forte e che le spiagge cominciassero a riempirsi. In particolare, causa orari di lavoro, riuscivo ad organizzarmi spesso solo con un mio amico, Andrea, da tre mesi single dopo una storia di due anni. Andrea conosceva una caletta nascosta tra due scogli sconosciuta da tutti, quindi sempre libera, anche in piena estate dove passavamo le nostre mattinate libere e, quando potevamo, l'intera giornata.
Era il 31 di quel mese, sabato, e io e Andrea decidemmo di passare l'intera giornata in quella caletta, lontano da tutti per stare tranquilli e in pace dopo una settimana di lavoro. Spogliandosi, rimane con il suo solito costumino a slip rosso attillato (io prima di quell'anno non indossavo il costume a slip, ma vedendo lui e gli altri miei amici, decisi di comprarmene uno anch'io). In quei giorni non potetti fare a meno di notare il discreto pacchetto che veniva esaltato dal costume, e anche il suo solo sedere. Nessuno dei miei amici sapeva che fossi gay, né tantomeno lui. Arrivarono le 17, prima di andarcene proposi di fare un ultimo bagno in mare, dato che faceva ancora caldo; Andrea, che tra i due aveva la macchina, rispose che gli sarebbe piaciuto ma poi avrebbe avuto il costume bagnato e non saremmo potuti entrare in auto, né avremmo avuto il tempo di farli asciugare. Io ero d'accordo, ma poi mi venne un' idea, gli proposi di farci il bagno nudi, tanto non c'era nessuno ed eravamo solo maschi. Un momento ideale per vederlo uscire finalmente l'uccello. Lui, all'inizio era titubante, poi mi vide prendere l'iniziativa: mi calai il costume e pisello al vento andai verso il mare; lo vidi raggiungermi quando ero ancora a riva e quindi mi fermo per aspettarlo, anche lui era nudo. Potevo finalmente ammirare l'oggetto del mio desiderio: il suo uccello era discreto, poco più corto del mio ma abbastanza spesso; continuiamo a camminare verso acqua più profonda fianco a fianco; per interrompere il silenzio imbarazzante dissi che l'acqua sembrava anche più calda rispetto alla mattina, e lui, per rompere il ghiaccio, ironizzò dicendo che non era abbastanza calda per evitare che qualcosa si stringesse. Ci tuffammo, restammo in acqua qualche minuto e poi uscimmo e ci stendemmo sui nostri teli per restare sotto gli ultimi raggi di sole di quella giornata. Una volta asciutti e riscaldati ci alzammo e ci rivestimmo e ce ne andammo.
Quella notte non feci altro che pensare a quello spesso pezzo di carne che gli pendeva fra le gambe, e a quanto volessi averlo nella mia bocca; Andrea si confidava con me, diceva che non scopava da prima che si lasciasse con la sua ex, quindi da oltre tre mesi, e che per lui era parecchio e non ce la faceva più, aveva, come diceva lui, 'le palle piene di sborra e doveva svuotarle'.
Capitarono altre occasioni di andare al mare insieme e soli, e ogni volta non facevo altro che ammirare i contenuti del suo costume attillato, il suo culetto da cui usciva quale pelo e, ovviamente, la forma del suo pisello mi facevano sognare. Perciò dopo tre volte che andammo a mare soli, arrivò la fatidica giornata. Era fine giugno, dato che non trovavamo posto in altre spiagge tornammo a quella caletta, come al solito vuota, solo entrando in mare si poteva incontrare qualcuno proveniente da altre spiagge. Erano le 14, lui era steso di fianco a me, di pancia in giù, mezzo addormentato, io non facevo altro che ammirarlo e sognare di penetrare quel culetto appena nascosto dal piccolo costume; ad un tratto si girò mettendosi supino, quindi mettendo all'aria la forma del suo uccellone, tutt'altro che ristretto ma forse ancora più dilatato dal caldo e dal sonno. Tutto questo mi procurava una semi erezione, che tenevo nascosta stando steso a pancia in giù (poiché anch'io indossavo un costumino a slip con la speranza di attirare la sua attenzione. Quando si sedette su uno scoglio per bere un po' d'acqua mi invitò a fare lo stesso, notando il mio gonfiore; non disse niente ma continuava a fissarlo e incominciò a parlare di sesso, ripetendo che non si 'svuotava' da tanto. Non ce la facevo più, decisi di agire: gli dissi che dovevo confidargli una cosa, mettendogli una mano sul pacco gli dico che morivo dalla voglia di assaggiarlo, di provarlo nella mai bocca. Lui rimase in silenzio e prima che potesse dire qualcosa, mi inginocchiai davanti a lui e con un delicato movimento gli abbassai lo slip portando all'aria la carne nascosta, questa volta ben dilatata dal caldo e dal sudore. Portai la mia bocca al suo pisellone che nel giro di pochissimo arrivò ad occupare tutta la mia cavità orale con una potente erezione. Continuavo e continuavo, gli succhiavo forte la cappella, poi estrassi l'asta per leccargli le soffici e setose palle per bene depilate, da li ricominciai a leccargli lo spesso bastone fino a ritornare alla punta, morbida ma turgida allo stesso tempo; sentivo già il salato della sua precum; il mio uccello era già per metà fuori dal costume, così iniziai a segarmi. Dopo un po' mi fermai per sfilargli il suo costumino rosso, e ricomincia a baciare e leccare i morbidi ma potenti coglioni; decisi di completare l'azzardo spostando la mia lingua sul suo ano, cominciai ad ammorbidirlo con la saliva mentre con le mani segavo entrambi. Mi alzai, mi stesi su di lui e lo baciai; ricambiò, ma forse solo perché lusingato dal mio 'favore'; mi rialzai, gli misi i piedi sui miei pettorali e cominciai a sbattergli il mio cazzo durissimo sul suo culo. Mi chiese cosa stessi facendo, e che non voleva che lo penetrassi, così mi fermai, riportai il suo bastone nella mia bocca e ripresi a segarmi. Continuai a lungo fino a che non mi avvisò che stava per venire; questo non mi fermò, aumentai la veemenza del mio segarmi e continuai a succhiare più forte che potetti. Venimmo più o meno insieme, lui mi inondò di caldo nettare, non finiva mai, la mia bocca ne era piena, sputai l'eccesso che mi colò addosso, era un continuo schizzare di fiotti di seme, non finiva quasi mai; questo bastò a farmi venire, i miei schizzi gli arrivarono sul sedere colando un po' dappertutto.

Ci andammo a sciacquare in mare, ovviamente nudi, nuotando di qua e di là e prendendoci anche sulle spalle per fare i tuffi.

Decidemmo di tenere questa cosa ovviamente per noi. Lui disse che gli piacque molto e questo mi dava speranza per una continuazione, anche se lui fosse etero. Ma si sa, la speranza è l'ultima a morire!
scritto il
2016-04-14
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