Una questione di dimensioni

di
genere
etero

Frequentavo il primo anno di università,con Mario il mio carissimo amico che conoscevo sin dalle scuole medie, capitammo nella stesso corso,formammo grazie al suo carattere espansivo in breve tempo una comitiva abbastanza numerosa. Tra i componenti di questo gruppo c'era una ragazza molto procace, alta, bionda,formosa,più ragazzi nel gruppo la puntarono,ma lei con garbo rifiutò i nostri approcci. Erano mesi che non avevo rapporti mi ero lasciato con la mia ragazza e da allora non avevo avuto altre donne. Con il passar del tempo mi accorsi che una ragazza di nome Francesca, che faceva parte della comitiva aveva messo gli occhi su di me. Francesca non era bella, posso dire un tipo, bassa, tette piccole, le uniche cose che mi attraevano erano le gambe abbastanza tornite, un culetto proporzionato per la sua statura, ma soprattutto un bel paio di labbra molto carnose, due veri canotti. Quando fui sicuro delle sue intenzioni, mi confidai con Mario il mio amico, che rimase alquanto spiazzato dalle mie parole, ricordo ancora come fosse ieri, che non fece nulla per nascondere la sua perplessità, insomma lui non avrebbe mai accettato la corte di Francesca. Un giorno decisi di fare la prima mossa, invitai Francesca a casa con la scusa di poter studiare insieme grazie anche ai suoi meticolosi appunti,lei accettò subito. Ci vedemmo il pomeriggio seguente a casa mia, eravamo soli, mostrai la mia casa e poi ci accomodammo nella mia stanzetta. Non potevo non osservare quelle sue labbra carnose,era vestita non in maniera succinta, ma quelle labbra mi davano grande eccitazione. Dopo un pò di chiacchiere e di studio, fu lei a rompere il ghiaccio, chiedendomi se fossi fidanzato, io le dissi la verità che non lo ero e che in quel momento non ci pensavo neanche tanto,fui sincero facendole capire di essere alla ricerca solo di un'avventura. Nonostante le mie frasi, Francesca non si perse d' animo e tornò alla carica con altre domande sullo stesso argomento. Compresi che avevo via libera e così mentre studiavamo le posi una mano sulla gamba, lei fece finta di nulla non mostrò nessun tipo di reazione a quel mio gesto, così iniziai leggermente a salire verso le sue parti intime, iniziò a gemere e pose la mano sul mio cazzo. Fu un toccarsi a vicenda,la feci alzare e la misi a sedere sul mio cazzo turgido,lei si muoveva con molta maestria, era indemionata e questo mi fece capire che non faceva sesso da un bel po’,iniziai a baciarle il collo e con le mani sui suoi fianchi dirigevo le sue movenze,volevo che me lo prendesse in bocca, non vedevo l'ora di sentire le sue labbra sulla mia carne. La feci girare così da avere la sua faccia di fronte alla mia e il mio cazzo a contatto con la sua fica. Ansimava ormai era in estasi, più si muoveva più ansimava, stavo per cacciarlo di fuori, quando fummo interrotti dal rientro anticipato e quindi assolutamente inaspettato in casa di mia madre. Ci ricomponemmo subito, stavamo entrambi male, io avevo un cazzo durissimo, lei era rossa in viso. Mia madre non entrò subito in camera e questo ci diede il tempo di riprendere fiato. La giornata trascorse poi normalmente, il giorno dopo ci rivedemmo al corso, ritornammo su quello che era successo il giorno prima e lei in maniera sibillina mi fece capire che la sera aveva dovuto masturbarsi pensando a quello successo nel pomeriggio. Francesca mi fece capire che voleva assolutamente rivedersi e così ci organizzammo di nuovo dopo alcuni giorni a casa mia. Si presentò con un gonnellino che dava risalto alle sue gambe ben tornite. Saltammo gli inutili convenevoli, la feci accomodare sul mio lettino,ci baciammo e cominciammo a toccarci reciprocamente, baciare quelle labbra mi fece subito arrapare tanto da prendere la sua mano e porla sul mio cazzo. Francesca toccò il mio uccello duro da sopra i pantaloni, sbottonò la patta e lo cacciò fuori, mi segava mentre ci baciavamo,poco dopo io le posi la mano dietro la nuca e spinsi la sua testa verso il mio cazzo eretto, le sue labbra carnose presero a baciare la mia cappella, baci che scesero piano piano verso le palle. Vedere il mio glande scomparire nella sua bocca e sentire quelle labbra adagiarsi sulla carne del mio tronco, mi fecero capire di aver fatto bene ad accettare la sua corte,la volevo possedere, presi il guanto che avevo in tasca e me lo srotolai sul pene,lei si sfilò le mutandine e si mise a smorzacandela. Gemeva come una porca, durante la penetrazione le chiesi da quanto tempo non scopasse e lei mi rispose che erano un paio di anni. Era eccitatissima iniziò a muoversi con molta foga, voleva che il mio uccello entrasse tutto nella sua vagina. Arrivammo in contemporanea ed emanammo un intenso e prolungato grido di piacere. Ci rivedemmo più volte,in diversi mesi ed in questo periodo io notai che Francesca non fece mai nessun commento sulle dimensioni del mio cazzo, tutte le mie ex lo avevano trovato doppio ed avevano sempre commentato positivamente le sue dimensioni, lei niente, mai una parola in riguardo. Un giorno organizzammo sempre a casa mia, da lei era impossibile perché divideva la casa con altre ragazze visto che era una studentessa fuori sede. Durante la nostra relazione Francesca aveva parlato spesso del suo ex ragazzo e di come questi era ancora nei suoi pensieri, eravamo nella mia stanza e lei mi stava facendo un pompino a me venne naturale di chiederle chi ce l’avesse più grosso tra me ed il suo ex, Francesca continuò nel succhiarmelo,ma non rispose alla mia domanda, così io non contento le rifeci la domanda e lei ” perché cosa cambia?” Io di rimando “perché sono curioso” Francesca si trattenne nel rispondere, poi alzò lo sguardo verso di me e disse ”ce l’ha più grosso lui, ma di gran lunga. Nicola aveva proprio un gran cazzo e mi manca da morire”.Questo ovviamente fu per me un colpo,continuai a scoparmela senza più tornare sull’ argomento,anzi le sue parole mi avevano buttato giù, non solo moralmente, ma anche fisicamente,non riuscii più durante quel rapporto ad avere un’ erezione piena ero diciamo un po’ tenero. Nei giorni seguenti il mio pensiero andò spesso a quelle sue parole così nette e fredde,ci rivedemmo dopo alcuni giorni e mentre me la scopavo, la presi e la misi a pecorina, fino a quel momento non glielo avevo mai messo nel culo, lo feci con violenza, avevo l’ uccello durissimo,appena appoggiai il glande nel suo buchetto,Francesca capì la mia intenzione e mi chiese di non farlo, io la penetrai con foga ed esclamai “lo senti come è doppio il mio, lo senti, ti manca sempre quello di Nicola? Senti che gran cazzo che ho, è durissimo, la senti la consistenza” Francesca emanava piccole grida di dolore,poi lentamente anche perché io allentai la foga,lei iniziò a gemere. Poco prima di venire sfilai il guanto, il quale cadde senza più forma sul letto,gettai il mio caldo nettare su quel culetto che mi si parava davanti, la inondai di sborra,lei era con la testa sul cuscino, aveva il fiatone e gemeva. Mi accostai e le sussurrai all’ orecchio “allora il mio cazzo l’hai sentito? Hai sentito che bel pezzo di carne ho tra le gambe?”. La nostra storia durò per tutto il primo anno di corso e metà del secondo, lei poi lasciò l’ università e tornò al suo paese. Inizialmente ci vedevamo anche se di rado, per poi troncare definitivamente. Da quella volta non tornai più sul tema delle mie dimensioni, il paragone con Nicola non mi interessava più ed anche lei non diede più a quelle mie parole, ma nonostante questo io avevo capito che era ancora perdutamente innamorata del cazzo di Nicola e che il mio mai sarebbe stato ai suoi livelli.
scritto il
2016-04-15
9 . 6 K
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.