Pazzo di lei parte 4
di
Gamba di legno
genere
etero
Mi stavo recando a casa di Ivanna eccitato al pensiero di rivederla dopo alcuni giorni di assenza,ma al tempo stesso triste perché consapevole che a breve lei sarebbe partita per far visita alla sua famiglia in Ucraina e la sua permanenza nel paese natio sarebbe durata più di un mese. Per me un periodo lunghissimo, solo pochi giorni che non c’ eravamo visti avevano provocato in me disorientamento, ecco questa era la parola esatta, non credo esista termine migliore per spiegare come mi sentivo senza di lei, disorientato. Ivanna mi accolse con una camicetta bianca sbottonata tanto da mostrare le sue tette libere dalla morsa del reggiseno, una minigonna elasticizzata di color nero ed un paio di scarpe aperte che mettevano in risalto i suoi bellissimi piedi uno dei quali adornati da una cavigliera. Ci abbracciamo e baciammo lungamente,ebbi la netta sensazione che quei pochi giorni in cui non ci vedemmo erano stati anche per lei troppo lunghi e vuoti. Ci recammo nella sua stanza da letto, nessuno dei due aveva fino a quel momento proferito parola, un silenzio che però valeva più di tanti discorsi. In linea di massima ero sempre io a prendere l'iniziativa, ma quel giorno compresi dal suo atteggiamento che era lei a voler condurre i giochi ed io lasciai fare. Cominciò a sbottonare la mia camicia di jeans lentamente ed una volta aperta completamente iniziò a baciarmi sul collo per poi scendere sul petto, tutto questo fatto con grande passione ed amore. Io avevo le mani adagiate sui suoi fianchi ed iniziai a baciarle il collo suo punto erogeno, le tolsi la camicetta e presi le sue tette tra le mie mani,iniziai a baciarle e a leccare la il suo seno sinistro per poi prendere tra le mie labbra il capezzolo,nel frattempo la sua mano si pose sul mio cazzo duro. Tolse via la minigonna e rimase solo con il perizoma e le scarpe,mi calò i pantaloni lasciandomi in boxer, i quali evidenziavano il mio pene ormai in piena erezione. Si girò e avvicinò il suo culo al mio membro iniziando lentamente a muoversi, io le toccavo le tette, ma stavo per perdere il controllo, il tocco del suo culo mi stava portando alla follia, in altre occasioni avrei sfilato il perizoma e l' avrei posseduta con tutto il mio vigore, ma quel giorno era lei che comandava, il mio cazzo era suo schiavo. La mia eccitazione era altissima tanto da sentire la punta del mio uccello bagnata, segno che ormai stavo per cedere e che da lì a poco sarei venuto,continuando lo strofinio lei mi disse"ora come farai un mese senza di me" ed io con la voce soffocata dal piacere e dalla sofferenza risposi "e come vuoi che faccia, mi ammazzerò di seghe pensandoti ed aspettando il tuo ritorno " e lei di rimando "non ci credo tu ti scoperai qualcun' altra, se solo ti azzardi te lo taglio, ti faccio rimanere senza per sempre,così impari. Il tuo cazzo è solo mio… solo mio".Tutto questo mentre continuava a strofinarsi, con quel movimento ritmato. D’ improvviso si staccò da me e allontanandosi disse "aspetta non ti muovere, torno subito" si recò nell' altra stanza e poco dopo tornò con in dosso un paio di occhiali da sole, senza dire nulla mi sfilò i boxer e senza esitare prese in bocca il mio cazzo, preso da tutta l' eccitazione accumulata, durai poco la mia sborra si versò sui suoi occhiali, quella degli occhiali insieme ai piedi era un altro mio pallino,che ormai lei conosceva molto bene. Mi recai in bagno per pulirmi e per ricominciare, Ivanna nel frattempo aveva tolto gli occhiali inzuppati di sperma mi venne vicino e mi disse "sei pronto?" io avevo ancora l' uccello moscio, lei me lo prese in bocca e dopo un pò il mio cazzo riprese vita,si alzò e mi disse "ora fai tu amore" iniziai a baciarla sul collo per farla eccitare ancora di più,la portai vicino al letto le sfilai il perizoma lo strinsi attorno al mio cazzo e le dissi"questo è mio me lo porto a casa, così avrò qualcosa che ti appartiene su cui segarmi durante la tua assenza ". Lei sorrise e mi chiese di penetrarla subito, ma io prima lavorai di lingua sulla sua fica e poi avvicinai il mio uccello, la penetrai un paio di volte poi strofinai la mia cappella sulle sue labbra,l’ espressione del suo volto era chiarissima, mi stava implorando di sfondarla e di smetterla con quel giochetto. Più lo strofinavo e più il suo volto implorava pietà, decisi che bastava e così la penetrai per farla esplodere di piacere,e nel mentre io ansimando le dissi ”il mio cazzo è solo tuo solo tuo, puoi farne ciò che vuoi," la penetrai più volte, poi lei si mise a 90° ed io la presi da dietro. Gemeva e poco dopo con voce soffocata disse “sto venendo amore mio sto venendo”, chinò il capo sul letto ed il suo corpo si rilassò,ma io non ero ancora venuto, così lei mi sfilò il guanto e stava per lavorare di bocca per darmi piacere, ma io la fermai perché avevo altro in mente, qualcosa che fino ad allora, era quasi un anno che stavamo insieme, non avevo mai proposto. “Voglio venire sul tuo piede” così iniziai a segarmi e lei distesa sul letto pose il piede, quello con la cavigliera proprio vicino il cazzo, “vai amore bagnami il piede”La mia mano si muoveva sempre più veloce fino a quando non giunse il piacere finale. Il mio caldo nettare inondò il suo splendido piede ,fu una sensazione eccezionale.
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