La bibliotecaria 2
di
Anzalotti
genere
saffico
La bibliotecaria 2
Debbo confessare che le donne mi sono sempre piaciute, sono bisex, fin da bambina, quando imponevo alle mie compagne di giocare al dottore e mi piaceva tanto tirar loro giù le mutandine. Alla fine non ce ne era una alla quale non avessi infilato le dita nel sedere. Purtroppo questo vizietto non l’ho mai potuto coltivare come mi sarebbe piaciuto, e, a parte qualche gradevole episodio, non mi sono mai fatta una storia vera con una donna. Adesso che ho quasi sessanta anni, l’idea di “fare cose” con una donna mi appare molto più fuori della realtà, che se pensassi di trovare un uomo disposto a fare sesso con me. La prima volta che ho fatto sesso con una donna, fu l’altra ragazza che, praticamente, mi scopò andando a penetrarmi e leccarmi per ogni dove fino a portarmi ad un intenso orgasmo; poi però si soddisfò “manualmente” da sola lasciandomi con la voglia di un corpo di donna. Ho avuto solo due altri episodi con due mie amiche ma… per fortuna la mia vita è stata attraversata da tanti cari maschi, più o meno dotati, più o meno prestanti ma tutti graditi ospiti della mia “attiva” femminilità ed in fine, mio marito con il quale ho edificato un passato sessuale di tale completezza che i ricordi del quale, innervano a tutt’oggi l’ancora presente erotismo che ci lega. Ancora oggi, però, mi piace osservare le belle figliole e, qualche volta, mi piace anche “sbirciarle”, quando accavallano le gambe, quando hanno scollature generose, quando, inavvertitamente si scompongono e non si capisce se si tratta di distrazione o è la passerina in fiamme che grida -son qua!-. Queste le capisco perché da giovane piaceva anche a me mostrarmi, l’estate non indossavo quasi mai biancheria e me ne andavo sull’altana in biblioteca a prendere i libri ai ragazzi. Sentivo il loro sbavare e non c’era giorno che, ad un certo punto, non mi chiudessi in bagno per masturbarmi.
Ora accade che da alcune settimane viene a studiare in biblioteca una bellissima ragazza, alta, fisico atletico, magra, fianchi stretti, seno generoso, capelli cortissimi. I colleghi maschi se la mangiano con gli occhi, inventano mille scuse per andarle vicino, per sogguardare di nascosto ciò che mini vertiginose e magliette scollate generosamente mostrano. Sono io però che l’assisto portandole i testi che le occorrono e mostrandole le parti che interessano la sua ricerca. Tra i tanti sguardi famelici dei colleghi, ho scoperto che c’era anche quello della mia collega Viridiana; io quegli sguardi di una donna verso un’altra donna li conosco bene; quante femmine, anch’io mi sono mangiate con gli occhi a suo tempo! Viridiana ha più o meno la mia età e, al contrario di me, sembra non aver mai avuto nessuna gran vitalità sessuale. Non avevo mai immaginato che le piacessero le donne. Il modo con cui guardava quella giovane era inequivocabile, come inequivocabile era il fatto che, regolarmente, ogni volta che in sala lettura c’era “la stangona” in abiti succinti la mia matura collega, se ne andava in bagno a masturbarsi… Figuriamoci, l’ho fatto anch’io per una vita; una che si è appena fatto un ditalino veloce in piedi la riconosco! Viridiana non è affatto brutta, florida e pettoruta è l’altra “matrona” dopo di me… neanche antipatica. Decido di lanciarle un messaggio di “sorellanza”. Aspetto che la bella figlia venga a chiedermi i testi che le occorrono, Viridiana sembra ipnotizzata dalla scollatura posteriore della ragazza che mostra un collo elegante ed una schiena che sembra di seta. Come sempre le porto i libri e, in piedi accanto a lei seduta, mi chino ad indicarle le parti dell’opera che la interessano. Nel lasciarla, quella mano che le avevo tenuta appoggiata su una spalla, scivola in una carezza sulle spalle nude in un gesto che, forse, alla ragazza sembra materno ma che a me fa sentire un rimescolio strano e lascia Viridiana a bocca aperta. La precedo in bagno e, passandole avanti, con una strizzatina di occhio ed un sorriso alla “capisci a me” le sussurro:
“ Prima io!”
e mi chiudo in bagno a sorridere di questi turpi appetiti senili mentre tengo una mano dentro le mutandine. Mi tocco ma non mi masturbo. Uscendo dal bagno Viridiana mi blocca e mi chiede: “rientri un attimo?” appena dentro mi dice: “ma com’è che non me ne ero accorta?” – di cosa?- le rispondo – del fatto che anche a te piacciono le ragazze – Veramente Vi? A me piace proprio la fica-”. Mi ritrovo la sua mano tra le cosce e mi dice : “ anche a me “. Non abbiamo più l’età per fare “cose veloci” in un gabinetto, che ne dici se ne riparliamo un po’ più comodamente?- Le dico. Lavì io non sono tipa da bacini, carezzine e ditalini e con te… o entrambe maiale o inutile pensarci. Tu nemmeno te lo immagini quello che voglio farti – le rispondo – bene! – dice lei – finalmente si scopa.
Inutile scendere in particolari, non abbiamo avuto vergogna dei nostri corpi maturi, abbiamo goduto della nostra nudità, ognuna ha “comunicato” all’altra con il proprio corpo ciò che le piaceva ricevere dall’altra. Non a caso ho detto “comunicato”, adesso so, per esempio, che a Viri piace tanto giocare con il sedere, sia il suo che il mio ma quello che piace molto a tutte e due è la dimensione liturgica dell’inginocchiarsi tra le cosce divaricate dell’amica e leccare, baciare, succhiare, “mangiare e bere” la Fica.
Debbo confessare che le donne mi sono sempre piaciute, sono bisex, fin da bambina, quando imponevo alle mie compagne di giocare al dottore e mi piaceva tanto tirar loro giù le mutandine. Alla fine non ce ne era una alla quale non avessi infilato le dita nel sedere. Purtroppo questo vizietto non l’ho mai potuto coltivare come mi sarebbe piaciuto, e, a parte qualche gradevole episodio, non mi sono mai fatta una storia vera con una donna. Adesso che ho quasi sessanta anni, l’idea di “fare cose” con una donna mi appare molto più fuori della realtà, che se pensassi di trovare un uomo disposto a fare sesso con me. La prima volta che ho fatto sesso con una donna, fu l’altra ragazza che, praticamente, mi scopò andando a penetrarmi e leccarmi per ogni dove fino a portarmi ad un intenso orgasmo; poi però si soddisfò “manualmente” da sola lasciandomi con la voglia di un corpo di donna. Ho avuto solo due altri episodi con due mie amiche ma… per fortuna la mia vita è stata attraversata da tanti cari maschi, più o meno dotati, più o meno prestanti ma tutti graditi ospiti della mia “attiva” femminilità ed in fine, mio marito con il quale ho edificato un passato sessuale di tale completezza che i ricordi del quale, innervano a tutt’oggi l’ancora presente erotismo che ci lega. Ancora oggi, però, mi piace osservare le belle figliole e, qualche volta, mi piace anche “sbirciarle”, quando accavallano le gambe, quando hanno scollature generose, quando, inavvertitamente si scompongono e non si capisce se si tratta di distrazione o è la passerina in fiamme che grida -son qua!-. Queste le capisco perché da giovane piaceva anche a me mostrarmi, l’estate non indossavo quasi mai biancheria e me ne andavo sull’altana in biblioteca a prendere i libri ai ragazzi. Sentivo il loro sbavare e non c’era giorno che, ad un certo punto, non mi chiudessi in bagno per masturbarmi.
Ora accade che da alcune settimane viene a studiare in biblioteca una bellissima ragazza, alta, fisico atletico, magra, fianchi stretti, seno generoso, capelli cortissimi. I colleghi maschi se la mangiano con gli occhi, inventano mille scuse per andarle vicino, per sogguardare di nascosto ciò che mini vertiginose e magliette scollate generosamente mostrano. Sono io però che l’assisto portandole i testi che le occorrono e mostrandole le parti che interessano la sua ricerca. Tra i tanti sguardi famelici dei colleghi, ho scoperto che c’era anche quello della mia collega Viridiana; io quegli sguardi di una donna verso un’altra donna li conosco bene; quante femmine, anch’io mi sono mangiate con gli occhi a suo tempo! Viridiana ha più o meno la mia età e, al contrario di me, sembra non aver mai avuto nessuna gran vitalità sessuale. Non avevo mai immaginato che le piacessero le donne. Il modo con cui guardava quella giovane era inequivocabile, come inequivocabile era il fatto che, regolarmente, ogni volta che in sala lettura c’era “la stangona” in abiti succinti la mia matura collega, se ne andava in bagno a masturbarsi… Figuriamoci, l’ho fatto anch’io per una vita; una che si è appena fatto un ditalino veloce in piedi la riconosco! Viridiana non è affatto brutta, florida e pettoruta è l’altra “matrona” dopo di me… neanche antipatica. Decido di lanciarle un messaggio di “sorellanza”. Aspetto che la bella figlia venga a chiedermi i testi che le occorrono, Viridiana sembra ipnotizzata dalla scollatura posteriore della ragazza che mostra un collo elegante ed una schiena che sembra di seta. Come sempre le porto i libri e, in piedi accanto a lei seduta, mi chino ad indicarle le parti dell’opera che la interessano. Nel lasciarla, quella mano che le avevo tenuta appoggiata su una spalla, scivola in una carezza sulle spalle nude in un gesto che, forse, alla ragazza sembra materno ma che a me fa sentire un rimescolio strano e lascia Viridiana a bocca aperta. La precedo in bagno e, passandole avanti, con una strizzatina di occhio ed un sorriso alla “capisci a me” le sussurro:
“ Prima io!”
e mi chiudo in bagno a sorridere di questi turpi appetiti senili mentre tengo una mano dentro le mutandine. Mi tocco ma non mi masturbo. Uscendo dal bagno Viridiana mi blocca e mi chiede: “rientri un attimo?” appena dentro mi dice: “ma com’è che non me ne ero accorta?” – di cosa?- le rispondo – del fatto che anche a te piacciono le ragazze – Veramente Vi? A me piace proprio la fica-”. Mi ritrovo la sua mano tra le cosce e mi dice : “ anche a me “. Non abbiamo più l’età per fare “cose veloci” in un gabinetto, che ne dici se ne riparliamo un po’ più comodamente?- Le dico. Lavì io non sono tipa da bacini, carezzine e ditalini e con te… o entrambe maiale o inutile pensarci. Tu nemmeno te lo immagini quello che voglio farti – le rispondo – bene! – dice lei – finalmente si scopa.
Inutile scendere in particolari, non abbiamo avuto vergogna dei nostri corpi maturi, abbiamo goduto della nostra nudità, ognuna ha “comunicato” all’altra con il proprio corpo ciò che le piaceva ricevere dall’altra. Non a caso ho detto “comunicato”, adesso so, per esempio, che a Viri piace tanto giocare con il sedere, sia il suo che il mio ma quello che piace molto a tutte e due è la dimensione liturgica dell’inginocchiarsi tra le cosce divaricate dell’amica e leccare, baciare, succhiare, “mangiare e bere” la Fica.
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