Pronto??
di
elysa
genere
pulp
È estate, mia sorella è al campo scout, mia madre al lavoro e mio padre non è ancora in ferie. Sono a casa da sola, non so cosa fare. Andrea il mio ragazzo è a lavoro e quindi il pomeriggio non possiamo passarlo insieme. Un po’ di tristezza mi avvolge, tutti sono al mare o hanno qualcosa da fare tranne me. All’improvviso squilla il cellulare, un numero sconosciuto…rispondo esitante, non so chi sia. Mi risponde una voce maschile “Pronto sono Dario, come stai piccola, hai voglia di giocare?” calda e arrapante, ecco come mi sembra questa voce “No scusi c’è un errore, non conosco nessun Dario, magari ha sbagliato numero”. Seguono attimi di silenzio imbarazzato. “Si, evidentemente ho sbagliato numero, mi scusi” risponde esitante l’uomo, am la sua voce non cambia, resta sempre ferma, bellissima. “No, si figuri, sono cose che capitano, ma solo per curiosità, di che gioco si trattava?” chiedo ormai troppo incuriosita, mi stendo sul mio letto per ascoltare meglio quell’uomo misterioso.
“Sei porcellina bimba?”la voce dall’altra parte del telefono di fa improvvisamente più seducente e roca.
Sono imbarazzatissima, da una parte vorrei chiudere la chiamata, ma dall’altra vorrei vedere a dove mi porta questa strana e nuova situazione.
Cerco di rispondere in modo più naturale possibile ma dentro di me sono già eccitata, sento un calore che proviene dalla mia passerina, i brividi che mi scendono lungo la schiena. “A che gioco vuoi giocare?” chiedo. Ho fatto la mia scelta, non voglio tirarmi indietro.
“Sei sola in casa?” continua Dario. Rispondo positivamente e metto il cellulare in vivavoce.
“Bene bimba, cercati un posto rilassato e stenditi, abbassa tutte le luci e esegui i miei ordini, non te ne pentirai” continua l’uomo.
“Ora togliti i pantaloncini e gli slip, reggiseno e maglietta, voglio che tu sia nuda e vulnerabile, tutta per me” mi tolgo in fretta tutti i miei vestiti, resto nuda sul mio letto e comincio ad osservare il mio corpo, il seno una terza abbondante, e poi la mia passerina depilata la mattina stessa, lucida e vogliosa, ormai non lo posso più nascondere, sono eccitata, eccitata e bagnata e lui lo sa bene
“Adesso piccola, inizia a sfiorarti i capezzoli con le mani, come se fossero le mie dita, stringili e falli indurire, voglio sentire i tuoi gemiti di piacere attraverso il telefono, io me ne resterò zitto a sentire il tuo piacere”
Le mia mani cominciano timidamente a sfiorare i capezzoli, che iniziano ad indurirsi, raccolgo tutti i seni e comincio a massaggiarli, muovendoli su e giù, mentre con l’unghia del pollice tormento i miei bottoncini rosa cominciando a gemere di piacere, incurante di chi mi sta sentendo, non ho più imbarazzo, sto solo pensando alle mie mani che mi torturano dolcemente, e con tanti sforzi riesco a mettere un seno in bocca, iniziando a succhiare un capezzolo.
“Ora cara, prendi una manina e comincia ad accarezzarti la fighetta”. Obbedisco al mio padrone misterioso, appoggio la mani destra sull’ombelico e la faccio scendere verso il monte di venere liscio e profumato. L’indice viene presto a contatto con il clitoride gonfissimo, inizio a muoverlo scappellandolo delicatamente e premendo il bottoncino rosa, fino in fondo. Un piccolo gemito mi sfugge “Ti piace piccola porcellina?” mi chiede Dario, con la voce rotta dall'eccitazione. Gemo un “Si” ormai in preda al piacere.
“E adesso infila due dita dentro la figa, anzi guardati in giro e dimmi se trovi qualcosa da mettere dentro come se fosse il mio cazzo” Mi alzo e mi guardo intorno, trovo il flauto vecchio, quello che suonavo alle medie, lo lecco e senza pensarci troppo lo infilo dentro alla mia fighetta ormai bagnata. Inizio a muoverlo velocemente , ormai gemo tantissimo e sto per venire “No!! Fermati immediatamente, non ti muovere più” mi ordina l’uomo al telefono. Con grande sforzo tolgo il flauto e comincio a leccarlo, gustandomi tutto il sapore della mia passerina umidissima. Un sapore dolce e salato allo stesso tempo, secrezioni trasparenti che lecco con la lingua, non tralasciando neanche un goccio.
“E adesso piccolina vai alla porta di casa e aprila un pochino” mi sembra una richiesta strana ma lo accontento, ormai non capisco più niente.
Vado all’ingresso e socchiudo la porta.
Una voce mi parla, la riconosco è la stessa della chiamata misteriosa, apro la porta e vedo Dario il mio vicino di casa con il cellulare in mano e uno strano rigonfiamento a livello dell’inguine. Mi sorride, con quel suo sorriso trionfante “Che non mi fai entrare? E si che al telefono sembravi carica carica..” Non riesco a parlare le parole non mi escono dalla bocca, vorrei mollargli uno schiaffo in faccia, ma le forze mi mancano riesco soltanto a dire “accomodati” incurante del fatto che sono nuda, grondante di umori e con un flauto usato in camera. Appena mi giro sento le sue mani che mi afferrano per i fianchi e mi attirano verso di lui.
La sua lingua si insinua sulle mie orecchie, iniziando la lobo, e poi scendendo giù fino al collo, mentre le mani sono alla ricerca del mio seno. Iniziano a stimolarlo, proprio come facevo io qualche minuto prima, tormentando i capezzoli e poi girandomi per baciarli e mordicchiarli. Ti accompagno in camera mia, ormai so bene quello che voglio da te. Ti spoglio velocemente e tiro fuori il tuo uccello, duro ed eccitato. La mia lingua inizia a scorrere veloce sulla cappella gonfia, sui suo bordi rossi e lucidi, baciandoli con cura, non tralasciando neanche un centimetro di pelle, soffermandoti sul tuo buchino e penetrandolo con la lingua. Sei seduto sul letto e io in ginocchio sul pavimento, che te lo sto prendendo tutto in bocca. Mi chiedi di rallentare, io per tutta risposta aumento ancora di più il ritmo. Mi afferri allora per i capelli e mi obblighi a smettere. Mi scaraventi sul letto e inizi a leccarmi la passera.
Inizi a leccare le grandi labbra, pero poi passare alle piccole labbra, le tiri con i denti e le mordicchi mentre io gemo di piacere. Mentre succhi mi schiaffeggi il sedere, incurante delle mie proteste. Anzi aumenti ancora il ritmo, e passi a succhiare il clitoride gonfio e rosso. Inizio a muovermi, cercando di staccare le tue labbra dal mio corpo, invece tu saldi la presa e non mi lasci andare. Sto venendo, sento il mio corpo tutto un tremito, la salivazione si fa più abbondante e mi senti bagnata all’inverosimile. Tu te ne accorgi, perché sto cercando di chiudere le gambe “No questo non te lo permetto”mi dici quasi con un ghigno. Aumenti le succhiate e io vengo, e come una scossa elettrica inizio a muovermi tutta, mentre tu non ti stacchi e mi tieni allargate le gambe. Le lacrime scendono sul mio viso mentre non accenni a smettere. Ormai sono sfinita tu ti stacchi e vieni sopra di me. Cerco di respingerti, sono senza forze. Tu allora mi penetri con una spinta sola, penetrandomi tutta e riaccendendo così la mia voglia di sesso.
Inizia a spingere forte, non ci metto molto a sentire che il secondo orgasmo si avvicina. Ma tu allora ti fermi e prolungando così il mio piacere. Ti imploro di farmi venire, ormai sto scoppiando e voglio arrivare al secondo orgasmo. Ti stacchi e invece di accontentarmi ti siedi sopra di me e me lo metti in bocca, obbligandomi a succhiarlo tutto. Lo senti in bocca duro e grosso, ci sto prendendo gusto, mi piace succhiarlo. Protesto quando tu me lo stacchi per dedicarti ancora alla mia passera. Questa volta sei ben deciso a farmi venire. Mi penetri con foga, tenendomi per le caviglie in modo che non possa chiudere le gambe.
Anche a te manca poco, posso leggertelo negli occhi, ma vuoi che veniamo insieme. Le spinte diventano sempre più brevi e veloci.
Un urlo esce dal,a mia gola, un urlo di liberazione, di gioia mentre tu ansimi e alla fine vieni allagandomi tutta, sento il tuo schizzo caldo che mi invade dentro, le contrazioni del tuo cazzo che stimolano ancora di più la mia passera bagnata e fradicia. Ci stendiamo sul mio letto sfiniti, non so proprio cosa dire. Tu sei soddisfatto, mentre te ne stai a occhi chiusi sul mio letto. Ti bacio teneramente le labbra e tu ricambi il mio bacio.
Mentre sono in bagno tu te ne vai in silenzio proprio come sei venuto
Un altro pomeriggio sola, tutti via e io qui in casa.
Ad un certo punto il cellulare.
Rispondo
“Pronto, sono Dario”…..
Continua…
“Sei porcellina bimba?”la voce dall’altra parte del telefono di fa improvvisamente più seducente e roca.
Sono imbarazzatissima, da una parte vorrei chiudere la chiamata, ma dall’altra vorrei vedere a dove mi porta questa strana e nuova situazione.
Cerco di rispondere in modo più naturale possibile ma dentro di me sono già eccitata, sento un calore che proviene dalla mia passerina, i brividi che mi scendono lungo la schiena. “A che gioco vuoi giocare?” chiedo. Ho fatto la mia scelta, non voglio tirarmi indietro.
“Sei sola in casa?” continua Dario. Rispondo positivamente e metto il cellulare in vivavoce.
“Bene bimba, cercati un posto rilassato e stenditi, abbassa tutte le luci e esegui i miei ordini, non te ne pentirai” continua l’uomo.
“Ora togliti i pantaloncini e gli slip, reggiseno e maglietta, voglio che tu sia nuda e vulnerabile, tutta per me” mi tolgo in fretta tutti i miei vestiti, resto nuda sul mio letto e comincio ad osservare il mio corpo, il seno una terza abbondante, e poi la mia passerina depilata la mattina stessa, lucida e vogliosa, ormai non lo posso più nascondere, sono eccitata, eccitata e bagnata e lui lo sa bene
“Adesso piccola, inizia a sfiorarti i capezzoli con le mani, come se fossero le mie dita, stringili e falli indurire, voglio sentire i tuoi gemiti di piacere attraverso il telefono, io me ne resterò zitto a sentire il tuo piacere”
Le mia mani cominciano timidamente a sfiorare i capezzoli, che iniziano ad indurirsi, raccolgo tutti i seni e comincio a massaggiarli, muovendoli su e giù, mentre con l’unghia del pollice tormento i miei bottoncini rosa cominciando a gemere di piacere, incurante di chi mi sta sentendo, non ho più imbarazzo, sto solo pensando alle mie mani che mi torturano dolcemente, e con tanti sforzi riesco a mettere un seno in bocca, iniziando a succhiare un capezzolo.
“Ora cara, prendi una manina e comincia ad accarezzarti la fighetta”. Obbedisco al mio padrone misterioso, appoggio la mani destra sull’ombelico e la faccio scendere verso il monte di venere liscio e profumato. L’indice viene presto a contatto con il clitoride gonfissimo, inizio a muoverlo scappellandolo delicatamente e premendo il bottoncino rosa, fino in fondo. Un piccolo gemito mi sfugge “Ti piace piccola porcellina?” mi chiede Dario, con la voce rotta dall'eccitazione. Gemo un “Si” ormai in preda al piacere.
“E adesso infila due dita dentro la figa, anzi guardati in giro e dimmi se trovi qualcosa da mettere dentro come se fosse il mio cazzo” Mi alzo e mi guardo intorno, trovo il flauto vecchio, quello che suonavo alle medie, lo lecco e senza pensarci troppo lo infilo dentro alla mia fighetta ormai bagnata. Inizio a muoverlo velocemente , ormai gemo tantissimo e sto per venire “No!! Fermati immediatamente, non ti muovere più” mi ordina l’uomo al telefono. Con grande sforzo tolgo il flauto e comincio a leccarlo, gustandomi tutto il sapore della mia passerina umidissima. Un sapore dolce e salato allo stesso tempo, secrezioni trasparenti che lecco con la lingua, non tralasciando neanche un goccio.
“E adesso piccolina vai alla porta di casa e aprila un pochino” mi sembra una richiesta strana ma lo accontento, ormai non capisco più niente.
Vado all’ingresso e socchiudo la porta.
Una voce mi parla, la riconosco è la stessa della chiamata misteriosa, apro la porta e vedo Dario il mio vicino di casa con il cellulare in mano e uno strano rigonfiamento a livello dell’inguine. Mi sorride, con quel suo sorriso trionfante “Che non mi fai entrare? E si che al telefono sembravi carica carica..” Non riesco a parlare le parole non mi escono dalla bocca, vorrei mollargli uno schiaffo in faccia, ma le forze mi mancano riesco soltanto a dire “accomodati” incurante del fatto che sono nuda, grondante di umori e con un flauto usato in camera. Appena mi giro sento le sue mani che mi afferrano per i fianchi e mi attirano verso di lui.
La sua lingua si insinua sulle mie orecchie, iniziando la lobo, e poi scendendo giù fino al collo, mentre le mani sono alla ricerca del mio seno. Iniziano a stimolarlo, proprio come facevo io qualche minuto prima, tormentando i capezzoli e poi girandomi per baciarli e mordicchiarli. Ti accompagno in camera mia, ormai so bene quello che voglio da te. Ti spoglio velocemente e tiro fuori il tuo uccello, duro ed eccitato. La mia lingua inizia a scorrere veloce sulla cappella gonfia, sui suo bordi rossi e lucidi, baciandoli con cura, non tralasciando neanche un centimetro di pelle, soffermandoti sul tuo buchino e penetrandolo con la lingua. Sei seduto sul letto e io in ginocchio sul pavimento, che te lo sto prendendo tutto in bocca. Mi chiedi di rallentare, io per tutta risposta aumento ancora di più il ritmo. Mi afferri allora per i capelli e mi obblighi a smettere. Mi scaraventi sul letto e inizi a leccarmi la passera.
Inizi a leccare le grandi labbra, pero poi passare alle piccole labbra, le tiri con i denti e le mordicchi mentre io gemo di piacere. Mentre succhi mi schiaffeggi il sedere, incurante delle mie proteste. Anzi aumenti ancora il ritmo, e passi a succhiare il clitoride gonfio e rosso. Inizio a muovermi, cercando di staccare le tue labbra dal mio corpo, invece tu saldi la presa e non mi lasci andare. Sto venendo, sento il mio corpo tutto un tremito, la salivazione si fa più abbondante e mi senti bagnata all’inverosimile. Tu te ne accorgi, perché sto cercando di chiudere le gambe “No questo non te lo permetto”mi dici quasi con un ghigno. Aumenti le succhiate e io vengo, e come una scossa elettrica inizio a muovermi tutta, mentre tu non ti stacchi e mi tieni allargate le gambe. Le lacrime scendono sul mio viso mentre non accenni a smettere. Ormai sono sfinita tu ti stacchi e vieni sopra di me. Cerco di respingerti, sono senza forze. Tu allora mi penetri con una spinta sola, penetrandomi tutta e riaccendendo così la mia voglia di sesso.
Inizia a spingere forte, non ci metto molto a sentire che il secondo orgasmo si avvicina. Ma tu allora ti fermi e prolungando così il mio piacere. Ti imploro di farmi venire, ormai sto scoppiando e voglio arrivare al secondo orgasmo. Ti stacchi e invece di accontentarmi ti siedi sopra di me e me lo metti in bocca, obbligandomi a succhiarlo tutto. Lo senti in bocca duro e grosso, ci sto prendendo gusto, mi piace succhiarlo. Protesto quando tu me lo stacchi per dedicarti ancora alla mia passera. Questa volta sei ben deciso a farmi venire. Mi penetri con foga, tenendomi per le caviglie in modo che non possa chiudere le gambe.
Anche a te manca poco, posso leggertelo negli occhi, ma vuoi che veniamo insieme. Le spinte diventano sempre più brevi e veloci.
Un urlo esce dal,a mia gola, un urlo di liberazione, di gioia mentre tu ansimi e alla fine vieni allagandomi tutta, sento il tuo schizzo caldo che mi invade dentro, le contrazioni del tuo cazzo che stimolano ancora di più la mia passera bagnata e fradicia. Ci stendiamo sul mio letto sfiniti, non so proprio cosa dire. Tu sei soddisfatto, mentre te ne stai a occhi chiusi sul mio letto. Ti bacio teneramente le labbra e tu ricambi il mio bacio.
Mentre sono in bagno tu te ne vai in silenzio proprio come sei venuto
Un altro pomeriggio sola, tutti via e io qui in casa.
Ad un certo punto il cellulare.
Rispondo
“Pronto, sono Dario”…..
Continua…
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