Mia madre, introduzione
di
Abe
genere
tradimenti
Questo è il mio primo racconto, quindi siate
clementi e ovviamente inviatemi consigli e commenti
sia per e-mail che tramite commento.
Il ritmo del racconto piuttosto lento di
proposito, questa doveva essere un introduzione
quindi per ora niente azione, ma prometto che le
cose si movimenteranno in futuro
Presentazione
Sono Paolo, un normale ragazzo che abita nella
periferia di Milano, qui vivo solo con mia madre,
in realtà viviamo con mia padre, ma è sempre via
per lavoro, tanto che non lo consideriamo nemmeno
parte della famiglia nonostante io e lui siamo due
gocce d'acqua, lui pelato, io stempiato a 22 anni
con un futuro piuttosto chiaro, bassi, grassoci con
un fisico da sindrome di kleinerfelter, il che ci
porta ad una grande domanda, come ha fatto a
sposarsi mia madre? Alta 1.75, atletica, mora, con
delle labbra incredibilmente carnose, un fisico
tendente al perfetto anche a 43 anni.
Questa comunque è la storia di come la mia vita
cambio, soprattutto nei confronti di mia madre e la
scoperta della sua vera natura.
Ho sempre saputo che mia madre fosse un po' strana,
ero convinto che semplicemente le piacesse piacere,
non si vestiva in maniera eccessivamente
provocante, ma quanto andava in giro per fare
commissioni era sempre vestita in maniera da
mostrare la sua femminilità senza ecccessi.
Qualcosa un giorno cambiò, una mattina mentre mi
preparavo per andare all'università li sentì
litigare furiosamente, i classici insulti che non
si pensano realmente e vengono sparati senza
pensarci, che in realtà nascondono una verità di
sottofondo
"Sei una zoccola! Pensi che non lo sappia! Pensi
che sia cieco?!" urlò mio padre rimanendo quasi
senza fiato, frase che ebbe un effetto comico a
causa del suo metro e sessanta di altezza.
"Non sei un uomo! Non ne vali la metà! Io ho
bisogno di un uomo! Non sei nessuno!" replicò mia
madre furiosa
Il litigio continuò, ma io non ci feci caso, uscì
pensandoci tutto il giorno, distraendomi
eventualmente durante le lezioni di ingegneria,
finchè non tornai a casa.
Mio padre era andato, sarebbe stato via per qualche
settimana, vendere cose in Russia, si sarebbe
scopato qualche battona per qualche centinaio di
euro e sarebbe tornato a casa giusto in tempo per
mantenerci, mia madre era in cucina, aveva appena
finito di farsi una doccia e girava con un
asciugamano attorno al corpo, quando entrai mi
guardò e con tono autoritario mi disse:
"Preparati, andiamo a fare spese"
Ero contrario, ma avevo timore a contraddirla, così
sbuffando mi cambia e la attesi in salotto.
Quello che vedetti mi mise sotto shock.
Mia madre, la donna che mi mise al mondo era
arrivata, i capelli uniti in una singola treccia,
una canottiera bianca sotto la quale si intravedeva
un reggiseno sportivo nero, una minigonna nera con
spacco sul retro e dei tacchi vertiginosi, mi misi
ad ansimare, il mio pene era totalmente in erezione
dentro i pantaloni della mia tuta e mi misi a
sudare, ero così intorno alle ragazze e quella era
mia madre.
"Sei pronto? Esci così?" mi disse squadrandomi.
"S-Si mamma, s-sono pronto" risposi e uscimmo.
Il resto del mondo non era cieco e notavo gli
sguardi su mia madre, sentivo i fischi e i
commenti, io camminavo a testa bassa, in un misto
di eccitazione e profonda vergogna, finchè non
arrivammo dal macellaio.
Faceva caldo e dentro l'odore era nauseabondo dal
momento che l'aria condizionata non funzionava e
mamma si faceva aria con le mani e continua a
giocare con la canottiera e la scollatura, il gesto
non passò inosservato, era coperta di sguardi di
uomini che la squadravano da capo a piedi e
l'invidia delle donne presenti.
Arrivò il suo turno alla cassa e vedetti fare a mia
madre qualcosa che non vedetti mai fare, flirtava!
Il macellaio era un uomo sulla quarantina, senza
esagerazioni alto 2 metri, enorme, con spalle
larghe e un fisico da power-lifter, mani con dita
spesse e sguardo di ghiaccio.
Mia madre faceva un sorriso da civetta, mentre
tutta sorridente parlava con macellaio
mordicchiandosi le labbra e faceva apprezzamenti
sul fisico del signore.
L'uomo aveva un accento dell'Est e nonostante la
fila si trattenne più del dovuto con mamma,
aumentando gli sguardi degli uomini e la furia
delle donne.
Io stavo morendo, una vergogna e disagio
incredibili avevano preso il sopravvento mentre
tenevo i pugni chiusi e fissavo le mie scarpe, non
sapendo che fare, ma qualcosa mi disturbo, la
stessa sensazioni di stamattina, un'erezione
incredibile ebbe vita nei miei pantaloni, ero
confuso, cadevo nell'oblio, era mia madre! E anche
se non lo fosse stata non sarebbe stato normale
eccitarmi per qualcosa del genere.
Qualcosa mi scosse dal mio stato di riflessione
profonda, una frase, detta da mia madre:
"Tieni e fatti sentire" e pass un bigliettino
all'uomo.
Gli aveva datto il suo numero! Dopo due minuti di
conversazione mia madre aveva dato il numero ad uno
sconosciuto.
Uscì sculettando vistosamente e tornammo a casa,
andai in camera mia e passai il pomeriggio a
giocare al computer per distrarmi, finchè, intorno
a sera non sentì il telefono squillare, mia madre
rispose, la senti parlare tutta allegra, camminava
per casa finchè non cambiò stanza e dovetti
spostarmi per origliare la sua conversazione,
arrivai giusto in tempo per sentirle dire
"Si, si a stasera, casa mia, quando vuoi, sono qua"
Il sangue mi si gelò nelle vene, che stesse
parlando con quell'uomo?
...continua
clementi e ovviamente inviatemi consigli e commenti
sia per e-mail che tramite commento.
Il ritmo del racconto piuttosto lento di
proposito, questa doveva essere un introduzione
quindi per ora niente azione, ma prometto che le
cose si movimenteranno in futuro
Presentazione
Sono Paolo, un normale ragazzo che abita nella
periferia di Milano, qui vivo solo con mia madre,
in realtà viviamo con mia padre, ma è sempre via
per lavoro, tanto che non lo consideriamo nemmeno
parte della famiglia nonostante io e lui siamo due
gocce d'acqua, lui pelato, io stempiato a 22 anni
con un futuro piuttosto chiaro, bassi, grassoci con
un fisico da sindrome di kleinerfelter, il che ci
porta ad una grande domanda, come ha fatto a
sposarsi mia madre? Alta 1.75, atletica, mora, con
delle labbra incredibilmente carnose, un fisico
tendente al perfetto anche a 43 anni.
Questa comunque è la storia di come la mia vita
cambio, soprattutto nei confronti di mia madre e la
scoperta della sua vera natura.
Ho sempre saputo che mia madre fosse un po' strana,
ero convinto che semplicemente le piacesse piacere,
non si vestiva in maniera eccessivamente
provocante, ma quanto andava in giro per fare
commissioni era sempre vestita in maniera da
mostrare la sua femminilità senza ecccessi.
Qualcosa un giorno cambiò, una mattina mentre mi
preparavo per andare all'università li sentì
litigare furiosamente, i classici insulti che non
si pensano realmente e vengono sparati senza
pensarci, che in realtà nascondono una verità di
sottofondo
"Sei una zoccola! Pensi che non lo sappia! Pensi
che sia cieco?!" urlò mio padre rimanendo quasi
senza fiato, frase che ebbe un effetto comico a
causa del suo metro e sessanta di altezza.
"Non sei un uomo! Non ne vali la metà! Io ho
bisogno di un uomo! Non sei nessuno!" replicò mia
madre furiosa
Il litigio continuò, ma io non ci feci caso, uscì
pensandoci tutto il giorno, distraendomi
eventualmente durante le lezioni di ingegneria,
finchè non tornai a casa.
Mio padre era andato, sarebbe stato via per qualche
settimana, vendere cose in Russia, si sarebbe
scopato qualche battona per qualche centinaio di
euro e sarebbe tornato a casa giusto in tempo per
mantenerci, mia madre era in cucina, aveva appena
finito di farsi una doccia e girava con un
asciugamano attorno al corpo, quando entrai mi
guardò e con tono autoritario mi disse:
"Preparati, andiamo a fare spese"
Ero contrario, ma avevo timore a contraddirla, così
sbuffando mi cambia e la attesi in salotto.
Quello che vedetti mi mise sotto shock.
Mia madre, la donna che mi mise al mondo era
arrivata, i capelli uniti in una singola treccia,
una canottiera bianca sotto la quale si intravedeva
un reggiseno sportivo nero, una minigonna nera con
spacco sul retro e dei tacchi vertiginosi, mi misi
ad ansimare, il mio pene era totalmente in erezione
dentro i pantaloni della mia tuta e mi misi a
sudare, ero così intorno alle ragazze e quella era
mia madre.
"Sei pronto? Esci così?" mi disse squadrandomi.
"S-Si mamma, s-sono pronto" risposi e uscimmo.
Il resto del mondo non era cieco e notavo gli
sguardi su mia madre, sentivo i fischi e i
commenti, io camminavo a testa bassa, in un misto
di eccitazione e profonda vergogna, finchè non
arrivammo dal macellaio.
Faceva caldo e dentro l'odore era nauseabondo dal
momento che l'aria condizionata non funzionava e
mamma si faceva aria con le mani e continua a
giocare con la canottiera e la scollatura, il gesto
non passò inosservato, era coperta di sguardi di
uomini che la squadravano da capo a piedi e
l'invidia delle donne presenti.
Arrivò il suo turno alla cassa e vedetti fare a mia
madre qualcosa che non vedetti mai fare, flirtava!
Il macellaio era un uomo sulla quarantina, senza
esagerazioni alto 2 metri, enorme, con spalle
larghe e un fisico da power-lifter, mani con dita
spesse e sguardo di ghiaccio.
Mia madre faceva un sorriso da civetta, mentre
tutta sorridente parlava con macellaio
mordicchiandosi le labbra e faceva apprezzamenti
sul fisico del signore.
L'uomo aveva un accento dell'Est e nonostante la
fila si trattenne più del dovuto con mamma,
aumentando gli sguardi degli uomini e la furia
delle donne.
Io stavo morendo, una vergogna e disagio
incredibili avevano preso il sopravvento mentre
tenevo i pugni chiusi e fissavo le mie scarpe, non
sapendo che fare, ma qualcosa mi disturbo, la
stessa sensazioni di stamattina, un'erezione
incredibile ebbe vita nei miei pantaloni, ero
confuso, cadevo nell'oblio, era mia madre! E anche
se non lo fosse stata non sarebbe stato normale
eccitarmi per qualcosa del genere.
Qualcosa mi scosse dal mio stato di riflessione
profonda, una frase, detta da mia madre:
"Tieni e fatti sentire" e pass un bigliettino
all'uomo.
Gli aveva datto il suo numero! Dopo due minuti di
conversazione mia madre aveva dato il numero ad uno
sconosciuto.
Uscì sculettando vistosamente e tornammo a casa,
andai in camera mia e passai il pomeriggio a
giocare al computer per distrarmi, finchè, intorno
a sera non sentì il telefono squillare, mia madre
rispose, la senti parlare tutta allegra, camminava
per casa finchè non cambiò stanza e dovetti
spostarmi per origliare la sua conversazione,
arrivai giusto in tempo per sentirle dire
"Si, si a stasera, casa mia, quando vuoi, sono qua"
Il sangue mi si gelò nelle vene, che stesse
parlando con quell'uomo?
...continua
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