Ho scoperto che le piaceva essere sottomessa
di
Asdrubalino
genere
dominazione
Stavamo insieme da qualche mese. Ogni tanto, durante la settimana, appena possibile ci prendevamo qualche ora ed andavamo a casa mia e poi il sabato notte, visto che suo figlio quattordicenne passava il week end con il padre, si fermava a dormire da me. Aveva quarantacinque anni, era sposata da quindici (era al secondo matrimonio) e separata da uno: di viso nulla di che, ma aveva un corpo splendido e ben curato, che sprigionava sensualità: diceva di non avere avuto più rapporti con il marito negli ultimi dieci anni e di essere qundi molto affamata di sesso. In effetti, appena ci coricavamo, mi veniva subito duro.....si lasciava andare e scopavamo per ore intere.
Una sera, dopo avere fatto l'amore, aveva acceso una sigaretta (cosa che di solito fanno gli uomini..ma io non fumo ..e lo faceva lei che invece era un'incallita tabagista) ed io per scherzo le avevo preso l'accendino ed ancora caldo lo avevo posato sul suo seno: non aveva gridato, ma anzi... La volta successiva, accendendole la sigaretta, le avevo avvicinato la fiamma al capezzolo...e lei non si era ritratta...mi aveva abbracciato ed aveva ricominciato a strusciarsi. Mi era venuto un sospetto.... Una sera andammo a cinema...era un film di Castellitto con Penelope Cruiz che faceva la prostituta e che veniva presa sempre con forza dal suo amante, che le faceva male nello scoparla e lei godeva... All'uscita mi disse che si era eccitata da morire. Quella sera scopammo come i pazzi ed io la tenevo ferma sotto di me, bloccandole i polsi in alto, paralleli alla sua tesa, non si poteva muovere..e lei godeva ..godeva.... Fu così che mi venne l'idea. Io non amo la violenza, anzi, ma mi piace dominare una donna a letto, vederla subire, anche se dolcemente e senza sadismo. Evidentemente a lei doveva piacere subire ed essere dominata, tutto il contrario del suo carattere che dimostrava invece fuori dal letto, sempre dura con chiunque, perentoria, tutt'altro che remissiva.
Decisi che doveva provare a farla uscire allo scoperto. Un sabato sera andammo a cena, poi tornammo a casa presto e le dissi che quella notte le avrei fatto una sorpresa. Non aveva capito nulla di cosa si trattasse, pensava ad un regalo. Le chiesi di salire e preparare il letto per la notte (abitavo in una mansarda su due livelli), mentre io dovevo sistemare qualcosa nel salottino di giù. In effetti presi tutto ciò che avevo preparato la mattina e che sarebbe servito. La trovai al solito con la sigaretta in bocca seduta sulla sponda del letto a guardare la TV, ancora vestita. Le chiesi di spogliarsi davanti a me, che mi ero disteso ancora vestito sul lettone: non lo aveva fatto mai, di solito si spogliava in bagno, si coricava con indosso una camicia da notte che poi dopo pochi minuti volava via e poi dovevo essere io a toglierle gli slip. Mi guardò in maniera strana, non rispose, ma mi chiese però di spegnere la luce centrale...lo feci ma lasciai la porta del bagno aperta e la luce di quella stanza illuminava abbastanza anche la camera da letto.
Si tolse tutto senza troppi movimenti e quando fu completamente nuda, corse verso il letto, quasi vergognandosi, infilandosi subito sotto le lenzuola. Avevo avuto il tempo tuttavia di gustare ancora una volta, con gli occhi, il suo corpo, sempre bello, sodo, con le giuste forme e ben tornito grazie anche ad un'attività sportiva che aveva praticato per molti anni e che continuava a fare. Le dissi che stavo per farle la sorpresa: presi un suo foulard e la bendai. Non disse nulla e rimase immobile: la scoprii e mi avvicinai al suo orecchio. Ora, cara Mariella, cercherò di farti godere in maniera diversa, le dissi, spero che ti piaccia. Userò il tuo corpo, ti procurerò del dolore, forse soffrirai un po', ma credo che ti piacerà ugualmente. Ma sei tu che devi decidere: se vuoi che inizi, poi non mi fermerò, quindi devi decidere ora, perchè poi non sarai più in tempo per farlo. Sarai in mio potere e non potrai decidere più nulla per le prossime ore: non ascolterò ciò che mi chiederai, ma deciderò io per te. Sarai in mio potere e lo saranno, non solo il tuo corpo ma soprattutto i tuoi sensi. Ci stai ? Che mi vuoi fare ? mi chiese... Se te lo dicessi non sarebbe una sorpresa..e quindi devi solo rispondere se lo vuoi o no. Ok, mi disse con un filo di voce. La toccai nell'inguine: era già bagnata ! Scesi a prendere tutto l'occorrente e risalì in camera. Le legai i polsi alla spalliera del letto, nella parte alta, così che le braccia stessero un po' sollevate, poi le fermai le caviglie legandole al ferro della rete, una per ogni lato: era distesa a gambe completamente divaricate, al centro del lettone. Non diceva nulla, ma si mordicchiava le labbra. Le chiesi se volesse essere imbavagliata ...mi chiese il perché...le dissi che forse avrebbe urlato...mi disse che non lo avrebbe fatto e che non avrebbe sopportato di avere chiusa la bocca. Acconsentì a lasciarle la bocca libera. Le applicai dei morsetti ai capezzoli: urlò al momento in cui chiusi il gancio, ma si scusò subito per averlo fatto. Le detti un bacio per farle capire che l'avevo perdonata..uscì la lingua perché voleva continuare quel bacio, ma le dissi che avevamo appena cominciato. Le misi poi delle mollette per stendere la biancheria, attorno ai seni cercando di intrappolarle quanto meno carne potessi, in maniera che il dolore fosse maggiore. Stavolta non si lamentò, ma ansimava. La stessa cosa feci nelle sue ascelle, quasi del tutto depilate. All' improvviso lei sentì il rumore dell'accendino ed ebbe un sussulto....ma prima ancora che capisse cosa stessi facendo, una colata di cera rossa le cadde sull'ombelico ed urlò di nuovo. A questo punto le misi del nastro adesivo sulla bocca e lei si agitò....scuotendo la testa...Le promisi che se fosse stata buona, l'avrei tolto dopo poco. Continuai a farle colare la cera bollente su tutto il corpo, e lei si agitava, ma ansimava sempre di più, le toccai la fica, era bagnatissima e la massaggiai lì: il suo bacino ebbe uno scatto, si sollevò..forse voleva essere già scopata, ma non era ancora il momento. Presi dal piccolo frigobar del ghiaccio e lo lasci sul suo ventre qualche minuto, per poi sostituirlo con una nuova colata di cera. Altro sussulto, ancora più vigoroso. Era il momento di passare alle parti più intime. Avevo in bagno un tubetto di dentifricio, di quelli con il dispenser a pressione, lo rivestì con un preservativo: era lungo e grosso, cominciai a stuzzicarle la fica..facendomi largo tra i peli del pube, cominciava a godere davvero, lo infilavo e lo uscivo, facendolo ruotare, e con il pollice le massaggiavo il clitoride. Ansimava sempre di più e si bagnava terribilmente: il preservativo ad ogni uscita, era sempre più ricoperto di una liquido biancastro, il suo sedere saliva sempre più in alto ad ogni intrusione e mentre quel fallo di plastica era dentro faceva su e giù come se fosse uno stantuffo. Le tolsi d'improvviso il nastro dalla bocca le infilai quel coso in bocca sporco dei suoi umori e cominciò a leccarlo con avidità, misi un guanto sanitario e cominciai a penetrarla con la mano sempre più in profondità: mi implorava di scoparla, che mi voleva dentro, che dovevo fotterla... Con la mano libera muovevo le mollette che stringevano la sua carne ed i morsetti: si agitava ed ansimava, faceva strani rumori con la bocca, facendo vibrare le labbra, come se stesse cercando di fermare il dolore o il piacere. Con l'accendino mi avvicinai alla sua pianta del piede....uno scatto, una piccola fiammata ed un urlo..e poi l'altro piede....e la mia mano sempre dentro a scavare nella sua fica. Era sudatissima, e sì che era dicembre ed il climatizzatore era spento. Presi una batteria, di quelle piatte e con i due elettrodi iniziai a tastarle i seni e la vulva: l'umidità del suo corpo e la piccola carica di energia della pila, producevano una scossa che la fecero sussultare più volte. Dal frigobar presi una bottiglia di prosecco: l'agitai per un po', la stappai e subito le infilai il collo nella sua fessura, tenendo strette le grandi labbra sul beccuccio: le svuotai dentro il contenuto. Urlò davvero forte: tolsi la bottiglia ormai quasi vuota ed una fontana zampillò immediatamente mente il suo inguine saltellava. Per il grande movimento pure la benda le si era spostata ed ora aveva un occhio libero, allucinato. Cominciai a leccarla, sapeva di spumante e la cosa mi sembrò ancora più piacevole. Continuava a gemere sempre più forte, sinché venne, ma non capì se ciò che succhiavo era spumante o il suo umore: avevo la camicia tutta bagnata e mi colava del liquido dalla bocca. Qualche minuto e si quietò. Mi spogliai. Le tolsi le mollette dalla carne ed i morsetti dai capezzoli, prendendo in bocca quei grumi scuri per attutirle il dolore e succhiandoli. Gemeva e si lamentava. Cominciai a slegarle le caviglie: era remissiva e non si agitava più . Le alzai le gambe e questa volta legai le sue caviglie accanto ai suoi polsi, alla spalliera del letto. Era davvero oscena: le gambe aperte e la sua fica ed il buco completamente esposti. Presi il vasetto della vasellina (l'aveva comprata lei...una volta che le avevo detto che mi sarebbe piaciuto incularla....ma che non c'ero riuscito perché l'aveva troppo stretto...ci riuscì dopo qualche tentativo, grazie alla pomata....): saliì in ginocchio sul letto, le spalmai il buco, le massaggiai il clitoride e cominciai a spingere, dapprima piano, poi sempre più forte e riuscì ad entrare perché si era dilatato abbastanza. Altro urlo, ma mi assecondava muovendo il bacino con forza, quasi con rabbia. Uscì dal culo e la scopai davanti, togliendole definitivamente la benda e baciandola: godeva da morire, ma mi diceva che ero uno stronzo, che facevo schifo, che me l'avrebbe fatta pagare. Ma le tappaia la bocca con la mia ed il suo bacio e la sua lingua dimostravano il contrario: che le era piaciuto e pure tanto. Le venni dentro abbondantemente, la slegai e ricadde con le gambe su letto ormai pieno di cera raggrumata, bagnato dallo spumante e sporco di vasellina. Ci addormentammo e dormimmo sino al pomeriggio della domenica.
Una sera, dopo avere fatto l'amore, aveva acceso una sigaretta (cosa che di solito fanno gli uomini..ma io non fumo ..e lo faceva lei che invece era un'incallita tabagista) ed io per scherzo le avevo preso l'accendino ed ancora caldo lo avevo posato sul suo seno: non aveva gridato, ma anzi... La volta successiva, accendendole la sigaretta, le avevo avvicinato la fiamma al capezzolo...e lei non si era ritratta...mi aveva abbracciato ed aveva ricominciato a strusciarsi. Mi era venuto un sospetto.... Una sera andammo a cinema...era un film di Castellitto con Penelope Cruiz che faceva la prostituta e che veniva presa sempre con forza dal suo amante, che le faceva male nello scoparla e lei godeva... All'uscita mi disse che si era eccitata da morire. Quella sera scopammo come i pazzi ed io la tenevo ferma sotto di me, bloccandole i polsi in alto, paralleli alla sua tesa, non si poteva muovere..e lei godeva ..godeva.... Fu così che mi venne l'idea. Io non amo la violenza, anzi, ma mi piace dominare una donna a letto, vederla subire, anche se dolcemente e senza sadismo. Evidentemente a lei doveva piacere subire ed essere dominata, tutto il contrario del suo carattere che dimostrava invece fuori dal letto, sempre dura con chiunque, perentoria, tutt'altro che remissiva.
Decisi che doveva provare a farla uscire allo scoperto. Un sabato sera andammo a cena, poi tornammo a casa presto e le dissi che quella notte le avrei fatto una sorpresa. Non aveva capito nulla di cosa si trattasse, pensava ad un regalo. Le chiesi di salire e preparare il letto per la notte (abitavo in una mansarda su due livelli), mentre io dovevo sistemare qualcosa nel salottino di giù. In effetti presi tutto ciò che avevo preparato la mattina e che sarebbe servito. La trovai al solito con la sigaretta in bocca seduta sulla sponda del letto a guardare la TV, ancora vestita. Le chiesi di spogliarsi davanti a me, che mi ero disteso ancora vestito sul lettone: non lo aveva fatto mai, di solito si spogliava in bagno, si coricava con indosso una camicia da notte che poi dopo pochi minuti volava via e poi dovevo essere io a toglierle gli slip. Mi guardò in maniera strana, non rispose, ma mi chiese però di spegnere la luce centrale...lo feci ma lasciai la porta del bagno aperta e la luce di quella stanza illuminava abbastanza anche la camera da letto.
Si tolse tutto senza troppi movimenti e quando fu completamente nuda, corse verso il letto, quasi vergognandosi, infilandosi subito sotto le lenzuola. Avevo avuto il tempo tuttavia di gustare ancora una volta, con gli occhi, il suo corpo, sempre bello, sodo, con le giuste forme e ben tornito grazie anche ad un'attività sportiva che aveva praticato per molti anni e che continuava a fare. Le dissi che stavo per farle la sorpresa: presi un suo foulard e la bendai. Non disse nulla e rimase immobile: la scoprii e mi avvicinai al suo orecchio. Ora, cara Mariella, cercherò di farti godere in maniera diversa, le dissi, spero che ti piaccia. Userò il tuo corpo, ti procurerò del dolore, forse soffrirai un po', ma credo che ti piacerà ugualmente. Ma sei tu che devi decidere: se vuoi che inizi, poi non mi fermerò, quindi devi decidere ora, perchè poi non sarai più in tempo per farlo. Sarai in mio potere e non potrai decidere più nulla per le prossime ore: non ascolterò ciò che mi chiederai, ma deciderò io per te. Sarai in mio potere e lo saranno, non solo il tuo corpo ma soprattutto i tuoi sensi. Ci stai ? Che mi vuoi fare ? mi chiese... Se te lo dicessi non sarebbe una sorpresa..e quindi devi solo rispondere se lo vuoi o no. Ok, mi disse con un filo di voce. La toccai nell'inguine: era già bagnata ! Scesi a prendere tutto l'occorrente e risalì in camera. Le legai i polsi alla spalliera del letto, nella parte alta, così che le braccia stessero un po' sollevate, poi le fermai le caviglie legandole al ferro della rete, una per ogni lato: era distesa a gambe completamente divaricate, al centro del lettone. Non diceva nulla, ma si mordicchiava le labbra. Le chiesi se volesse essere imbavagliata ...mi chiese il perché...le dissi che forse avrebbe urlato...mi disse che non lo avrebbe fatto e che non avrebbe sopportato di avere chiusa la bocca. Acconsentì a lasciarle la bocca libera. Le applicai dei morsetti ai capezzoli: urlò al momento in cui chiusi il gancio, ma si scusò subito per averlo fatto. Le detti un bacio per farle capire che l'avevo perdonata..uscì la lingua perché voleva continuare quel bacio, ma le dissi che avevamo appena cominciato. Le misi poi delle mollette per stendere la biancheria, attorno ai seni cercando di intrappolarle quanto meno carne potessi, in maniera che il dolore fosse maggiore. Stavolta non si lamentò, ma ansimava. La stessa cosa feci nelle sue ascelle, quasi del tutto depilate. All' improvviso lei sentì il rumore dell'accendino ed ebbe un sussulto....ma prima ancora che capisse cosa stessi facendo, una colata di cera rossa le cadde sull'ombelico ed urlò di nuovo. A questo punto le misi del nastro adesivo sulla bocca e lei si agitò....scuotendo la testa...Le promisi che se fosse stata buona, l'avrei tolto dopo poco. Continuai a farle colare la cera bollente su tutto il corpo, e lei si agitava, ma ansimava sempre di più, le toccai la fica, era bagnatissima e la massaggiai lì: il suo bacino ebbe uno scatto, si sollevò..forse voleva essere già scopata, ma non era ancora il momento. Presi dal piccolo frigobar del ghiaccio e lo lasci sul suo ventre qualche minuto, per poi sostituirlo con una nuova colata di cera. Altro sussulto, ancora più vigoroso. Era il momento di passare alle parti più intime. Avevo in bagno un tubetto di dentifricio, di quelli con il dispenser a pressione, lo rivestì con un preservativo: era lungo e grosso, cominciai a stuzzicarle la fica..facendomi largo tra i peli del pube, cominciava a godere davvero, lo infilavo e lo uscivo, facendolo ruotare, e con il pollice le massaggiavo il clitoride. Ansimava sempre di più e si bagnava terribilmente: il preservativo ad ogni uscita, era sempre più ricoperto di una liquido biancastro, il suo sedere saliva sempre più in alto ad ogni intrusione e mentre quel fallo di plastica era dentro faceva su e giù come se fosse uno stantuffo. Le tolsi d'improvviso il nastro dalla bocca le infilai quel coso in bocca sporco dei suoi umori e cominciò a leccarlo con avidità, misi un guanto sanitario e cominciai a penetrarla con la mano sempre più in profondità: mi implorava di scoparla, che mi voleva dentro, che dovevo fotterla... Con la mano libera muovevo le mollette che stringevano la sua carne ed i morsetti: si agitava ed ansimava, faceva strani rumori con la bocca, facendo vibrare le labbra, come se stesse cercando di fermare il dolore o il piacere. Con l'accendino mi avvicinai alla sua pianta del piede....uno scatto, una piccola fiammata ed un urlo..e poi l'altro piede....e la mia mano sempre dentro a scavare nella sua fica. Era sudatissima, e sì che era dicembre ed il climatizzatore era spento. Presi una batteria, di quelle piatte e con i due elettrodi iniziai a tastarle i seni e la vulva: l'umidità del suo corpo e la piccola carica di energia della pila, producevano una scossa che la fecero sussultare più volte. Dal frigobar presi una bottiglia di prosecco: l'agitai per un po', la stappai e subito le infilai il collo nella sua fessura, tenendo strette le grandi labbra sul beccuccio: le svuotai dentro il contenuto. Urlò davvero forte: tolsi la bottiglia ormai quasi vuota ed una fontana zampillò immediatamente mente il suo inguine saltellava. Per il grande movimento pure la benda le si era spostata ed ora aveva un occhio libero, allucinato. Cominciai a leccarla, sapeva di spumante e la cosa mi sembrò ancora più piacevole. Continuava a gemere sempre più forte, sinché venne, ma non capì se ciò che succhiavo era spumante o il suo umore: avevo la camicia tutta bagnata e mi colava del liquido dalla bocca. Qualche minuto e si quietò. Mi spogliai. Le tolsi le mollette dalla carne ed i morsetti dai capezzoli, prendendo in bocca quei grumi scuri per attutirle il dolore e succhiandoli. Gemeva e si lamentava. Cominciai a slegarle le caviglie: era remissiva e non si agitava più . Le alzai le gambe e questa volta legai le sue caviglie accanto ai suoi polsi, alla spalliera del letto. Era davvero oscena: le gambe aperte e la sua fica ed il buco completamente esposti. Presi il vasetto della vasellina (l'aveva comprata lei...una volta che le avevo detto che mi sarebbe piaciuto incularla....ma che non c'ero riuscito perché l'aveva troppo stretto...ci riuscì dopo qualche tentativo, grazie alla pomata....): saliì in ginocchio sul letto, le spalmai il buco, le massaggiai il clitoride e cominciai a spingere, dapprima piano, poi sempre più forte e riuscì ad entrare perché si era dilatato abbastanza. Altro urlo, ma mi assecondava muovendo il bacino con forza, quasi con rabbia. Uscì dal culo e la scopai davanti, togliendole definitivamente la benda e baciandola: godeva da morire, ma mi diceva che ero uno stronzo, che facevo schifo, che me l'avrebbe fatta pagare. Ma le tappaia la bocca con la mia ed il suo bacio e la sua lingua dimostravano il contrario: che le era piaciuto e pure tanto. Le venni dentro abbondantemente, la slegai e ricadde con le gambe su letto ormai pieno di cera raggrumata, bagnato dallo spumante e sporco di vasellina. Ci addormentammo e dormimmo sino al pomeriggio della domenica.
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