Michela e Giulia (2^ parte)
di
Asdrubalino
genere
etero
Michela e Giulia (2^ parte)
Giorgio, incavolatissimo per l'interruzione sul più bello, era interdetto: non sapeva che fare. Si coprì alla meglio con il lenzuolo e rimase ad aspettare. Sentiva intano madre e figlia parlare in corridoio: “che è successo Giulia? che ci fai qui a quest'ora ?”. “Quello stronzo di Federico”, rispose la figlia con voce quasi piangente, “mentre stavamo facendo l'amore ho scoperto che c'era un paio di orecchini da donna nel letto e mi ha confessato che ieri sera si era portato una nostra amica a casa e se l'era scopata. Gli ho dato uno schiaffone e sono scappata via. Non lo voglio più vedere quel maiale”. “Piuttosto mamma, ma che ci fai a casa a mezzanotte di sabato e com'è che c'è la tavola ancora apparecchiata ? Le voci si avvicinavano ed evidentemente erano in prossimità della stanza da letto: improvvisamente la porta socchiusa si aprì del tutto e Giulia lo guardò tra lo stupito ed il divertito. “Ma che stavi scopando, mamma? Vi ho disturbato ?” disse quasi ridendo. “Ma io ti conosco, sei un amico di papa'”. “Veramente ero amico di entrambi i tuoi genitori, ma dieci e più anni fa, quando tu eri una bambina e non ti avrei certo riconosciuto, visto che sei fatta davvero grande e bella”. In effetti ricordavo solo una bambina chiassosa e capricciosa: ma ora era davvero un bel guardare. Molto più alta della madre, capelli corti, su un viso provocante e sensuale. Ben fatta e con seno tondeggiante e sedere pronunciato. Poi aveva una minigonna spettacolare ed un paio di cosce veramente ben tornite. “Mi spiace che vi ho interrotto”, disse entrando senza alcuna remora in stanza, seguita dalla madre che invece era imbarazzatissima e che non sapeva che dire e che fare. Per rompere il ghiaccio Giorgio le disse che era dispiaciuto di ciò che le era accaduto, che a volte gli uomini sono dei cretini ed aggiunse, ironicamente, che non sanno nemmeno fare le cose per bene e riescono a farsi beccare come pivelli. Risero entrambi, mentre Michela era invece tesissima. Anche lui non sapeva che fare: era nudo sotto il lenzuolo, con Michela in piedi a braccia conserte e Giulia che si era seduta ai piedi del letto e che si capiva aveva voglia di continuare a parlare e sfogarsi. A questo punto Michela riprese coraggio e rivolta a Giorgio disse “Vabbè...allora Giorgio...scusami ..ma mi sa che devo restare qui a consolare mia figlia...Non è per mandarti via, ma capisci che stasera purtroppo c'è stato questo imprevisto”. “Bene, ma figurati, capisco perfettamente” disse Giorgio, che tuttavia rimaneva immobile perché era completamente nudo e non poteva certo alzarsi dal letto con Giulia che lo fissava intensamente. “Ma che dici mamma?...ma perché se stasera è andata male a me, dovete pagarla voi ? Figuratevi....continuate pure...io me ne vado nella mia stanza...tranquilli “. E lì cominciò il tira e molla tra madre e figlia: “ma no Giulietta, non se ne parla proprio... Giorgio ti prego, lasciaci sole...”, “mamma, ti ho detto che non è giusto....fregatene di me...ora mi passa” e se ne uscì dalla stanza sbattendo la porta. Giorgio disse a Michela: “senti ora me ne vado....non ti preoccupare..sarei già andato via se non avesse avuto il problema di alzarmi nudo davanti a lei”. Scoppiarono a ridere entrambi: Giorgio stampò un bel bacio sulla bocca di Michela e fece per alzarsi. Improvvisamente si riaprì la porta: Giulia apparve nuovamente, solo che stavolta era scalza, con una vestaglietta corta ed aveva in mano la bottiglia di vino che avevano lasciato sul tavolo da pranzo. Era evidente che ne aveva bevuto un bel pò, anche perché aveva gli occhi lucidi. “Ho bisogno di sfogarmi”, disse subito, “vi prego restiamo qui a parlare, fatemi compagnia”. E senza attendere risposta si adagiò sul letto dal lato in cui prima era sdraiata Michela. A quel punto Giorgio si era nuovamente tirato di sopra il lenzuolo e Michela era rimasta ancora una volta senza parole. Ma conoscendo la figlia, capì che era inutile insistere. Giulia cominciò a parlare senza mai fermarsi e si capiva che era un po' brilla: raccontò della sua storia con Federico, di come lui l'avesse tradita già tante volte: entrò anche in particolari spinti, tanto che la madre le chiese di non esagerare, che non era il caso. Ma lei continuava: “il fatto è che scopa da dio, mai nessuno mi aveva fatto sentire tanto donna. Con lui godevo due-tre volte in una notte. E poi mentre facevamo l'amore mi diceva un mare di schifezze ed io mi eccitavo ancora di più”. “Giulia, smettila...ti prego...”, urlò Michela “non mi pare il caso...non voglio sapere i particolari, sei sempre una ragazzina e mia figlia !” A questo punto però Giulia cambiò tono: da scanzonato ed impertinente, com'era stata sino ad allora mentre raccontava anche i particolari più intimi, divenne dura e pungente: “mamma, non fare la santarellina, lo so bene quante corna hai messo a papà, e quanti te ne sei fatti di uomini, giovani e meno giovani. Anzi lui te lo sei portato a casa (disse indicando Giorgio), ma ti pare che non ti ho vista che quando ti venivano a prendere ragazzotti di tutte le età, ogni volta uno diverso. E la palestra non ti serve per rassodare i muscoli...come dici sempre: è che lì trovi sempre qualcuno a cui fare un pompino ! E poi quell'ultimo, quello che è stato qui qualche mese: vi sentivo scopare la notte e lui ti chiamava troia e tu gemevi sempre di più. Ma lo sai che lui mi guardava quando andavo in bagno la mattina a fare la doccia, ed in cucina, per la colazione, se tu non c'eri, allungava le mani e mi toccava il culo. Ed ora ti scandalizzi se ti racconto come scopo io? Non farmi ridere”. Michela stava per darle un ceffone, ma Giorgio che l'aveva intuito, la fermò subito: “ora smettetela” disse alzando il tono di voce, “altrimenti me ne vado e ve la vedete tra di voi, e tu Giulia, mi sa che hai bevuto un po' troppo ...cerca di smetterla di offendere tua madre e datti una calmata. Piuttosto vado a preparare il caffè...mi sa che ne abbiamo tutti bisogno e tu dovresti bere un po' di latte, così ti passa la sbornia. Ora ci penso io.” Così dicendo si alzò avvolgendosi nel lenzuolo che almeno gli copriva le parti basse. Michela rimase seduta ai piedi del letto e si vedevano lacrimoni scendere sulle guance: Giulia si era raggomitolata appoggiata alla spalliera, con le ginocchia tra le braccia. Avevano uno sguardo terribile entrambe: si guardavano in cagnesco e sembrava che da un momento all'altro dovessero venire alle mani. Ed infatti, mentre Giorgio stava per uscire dalla stanza, Michela si lanciò verso la figlia, colpendola in viso: Giulia reagì e le due si avvinghiarono sul letto scambiandosi colpi ovunque. Giorgio a qual punto non perse tempo e cercò di dividerle, urlando di smetterla: nella colluttazione però gli era caduto il lenzuolo che aveva annodato alla vita, mentre le due donne avevano ormai le vestaglie stracciate. Entrambe quasi nude, continuavano ad insultarsi ed a non dar retta a Giorgio, che nonostante il suo fisico fosse ben più robusto di quello di madre e figlia, aveva grosse difficoltà a fermarle. Riuscì ad afferrare Giulia bloccandola da dietro e stringendola alla vita, mentre Michela continuava a cercare di colpirla con sonori ceffoni. Per sottrarla alla furia della madre, Giorgio indietreggiò, e tenendo sempre avvinghiata la ragazza, uscì dalla stanza e di fronte alla stessa trovò il varco per andare nel salottino, dove c'era il divano. Sempre camminando all'indietro, con Giulia che scalciava, si lascio cadere sui cuscini, con Giulia di sopra. Solo in quel momento la ragazza si calmò un po'. La stanza era al buio, illuminata solo dalla luce del corridoio: dall'uscio poteva vedere la stanza da letto, dove era rimasta Michela, mezza nuda, sdraiata di traverso sul letto, e la sentiva singhiozzare.
Giulia si era ora calmata del tutto: era seduta sopra l'inguine di Giorgio: il suo sederino nudo poggiava proprio sui peli che circondavano il suo coso: lei cominciò a strusciarsi ed a Giorgio, senza volerlo, gli si indurì subito. “Smettila”, le disse a bassa voce, “non fare la scema. Ora lascio la stretta, ma tu vattene buona buona nella tua stanza, ed io vado a calmare la mamma”. Giulia rimase in silenzio ma non si mosse: anzi per la verità, con la mano destra aveva afferrato il cazzo di Giorgio e lo stava accarezzando. “La vuoi smettere ? “ Disse Giorgio, cercando di allontanarla e farla alzare: la ragazza si alzò, si girò verso Giorgio e si inginocchiò di colpo ed abbassò la testa verso l'inguine, prendendo in bocca quello che era diventato durissimo e cominciando a leccarlo. Stavolta Giorgio trovò, a malincuore, la forza di sollevarla prenderla sotto le ascelle ed accompagnarla nella stanza da letto di Michela. “Insomma ragazze”, disse facendo finta di essere arrabbiatissimo “stanotte mi state davvero facendo incavolare”. Anche lui decise di perdere ogni inibizione. “avevo sperato in una bella scopata con te Michela, e ci stavamo riuscendo e forse avevo sperato anche che fosse la prima di tante altre ed anche di un bel rapporto. Siamo stati interrotti sul più bello da questa qui” disse indicando Giulia che nel frattempo si era lasciata cadere sul letto accanto la madre, “che prima si è ubriacata ed ha deciso di raccontarci come fa la troietta, e poi ha scaricato su sua madre tutte le porcherie possibili ed immaginabili. E tu Michela, invece di capire che non era in grado di intendere e di volere, l'hai aggredita fisicamente e se non ci fossi stato io l'avresti ridotta come un pugile suonato. Ma siete impazzite o che ? La volete finire? Altrimenti me ne vado da dove sono entrato e non mi vedrete più. E poi questa qui (indicando ancora Giulia) mi voleva fare pure un pompino poco fa. Ma si può sapere che razza di famiglia siete ?” La voce era veramente alterata: il fatto che avesse interrotto una bella scopata, che aveva dovuto rinunciare ad un pompino da parte di una ventenne ( e quando gli ricapitava ?) e si trovava lì con due donne attraenti e disponibili, ma era costretto a tornarsene a casa con la voglia di scopare ancora intatta, lo aveva fatto arrabbiare non poco.
Le due donne, quasi nude, se non per le due vestaglie ormai quasi a brandelli ed aperte completamente sul davanti, erano entrambe sdraiate sul letto in parallelo e stavano zitte, con gli occhi bassi: quella reazione di Giorgio le aveva calmate o erano davvero dispiaciute dell'accaduto. “Ti chiedo scusa” disse per prima Michela “lo so che è colpa mia, che non dovevo coinvolgerti...ti dovevo costringere ad andare via appena è arrivata mia figlia. Ma ti giuro che ero anch'io incavolata che ci avesse interrotto sul più bello: e poi sentirmi dire tutte quelle schifezze...Non ci ho visto più dagli occhi..lo so..non dovevo reagire in quel modo Ma mi ha offeso come madre e come donna. Io non sono una troia, e non lo è neanche mia figlia credo: sono solo una donna che sta invecchiando, a cui piacciono gli uomini, e le sono sempre piaciuti, che dopo che è andato a monte il matrimonio ha dovuto fare da padre e da madre a due figli difficili... Non ho fatto nulla di male in questi anni: ho cercato solo di dimenticare un fallimento.... ed ho sbagliato un sacco di altre volte. Ecco tutto”. Improvvisamente ed inaspettatamente Giulia le sì gettò di sopra e l'abbraccio': “mamma...ti prego..perdonami..lo so che ho esagerato a dirti tutte quelle cose....forse è stata la rabbia per quello stronzo di Federico, forse la gelosia di vederti con un altro uomo....ti chiedo scusa. Non pensavo veramente quello che ti ho detto “. A quel punto anche Giorgio si era calmato: ancora completamente nudo (il lenzuolo era rimasto a terra già dal primo round tra le due donne), si sdraiò anch'egli in mezzo a loro due. Si sistemarono meglio sul lettone: Giulia ala sinistra di Giorgio. Gli voltò le spalle e si raggomitolò. Dopo qualche minuto di silenzio, capirono che si era addormentata: il vino evidentemente continuava a fare il suo effetto. Anche Michela si era girata di spalle, ma lei continuava a piangere. Giorgio l'abbracciò da dietro, le prese i seni nelle mani e cominciò a baciarla sul collo, sussurrandole nell'orecchio di stare tranquilla, che tutto si sarebbe aggiustato, che il peggio era passato. Le disse che le voleva bene, che ormai erano diventati talmente intimi, che ciò che era successo quasi li avrebbe ancor più avvicinati. Michela si sentì tranquillizzata e gradì molto quella tenerezza che tanto aveva desiderato in quegli anni. Si strinse ancor più a Giorgio, aderendo del tutto al suo corpo, tanto che a Giorgio iniziò un'erezione, forse per il fatto che già troppe volte quella sera si era interrotta. Michela se ne accorse subito ed anche lei aveva voglia di continuare ciò che avevano interrotto, ma la presenza a pochi centimetri della figlia, la inibiva e la frenava. Giorgio le tolse delicatamente ciò che era rimasto della vestaglia e sempre abbracciandola da dietro, le infilò il suo affare ormai durissimo, tra le cosce, cercando di farsi strada per giungere alla sua fessura. Michela protestò a bassa voce: “ma che fai..c'è Giulia..non possiamo farlo qui ora...ti prego...smettila...non voglio”, ma la strada si era aperta e Giorgio capì che era bagnata e la penetrò senza difficoltà. Michela soffocò un grido, mentre Giorgio stantuffava colpendo il sedere della donna con forza. Le infilò due dita in bocca per non farla gemere ad alta voce, e Michela iniziò a succhiarle. Con l'altra mano le torturava il capezzolo di nuovo durissimo. “non ti preoccupare”, le disse piano “tua figlia dorme come un ghiro con tutto quel vino che si è scolata, ed è girata dall'altro lato”. Michela si sentì un pò rassicurata ed assecondava sempre più il movimento dell'uomo, sempre più violento, ed il letto cominciò a cigolare. Michela stava godendo come da tempo non le capitava: sarà stato per la presenza di sua figlia accanto, sarà stato perché ormai si era rilassata del tutto dopo la furiosa lite di prima, ma si era eccitata talmente che perdendo ogni prudenza, si era voltata verso Giorgio, gli si era seduta sopra e si era fatta penetrare nuovamente a “spegnicandela”, e senza più alcun ritegno: ormai si può dire che fosse lei a scopare Giorgio, che se ne stava supino a godersi i seni della donna che sobbalzavano ad ogni stantuffo. Lei era bagnatissima ed un liquido mucoso usciva dalla sua fessura in quegli attimi in cui le braccia di Giorgio l'alzavano e l'abbassavano sul suo cazzo in piena erezione. Anche i gemiti non erano più soffocati: andava avanti ed indietro, ed alternava movimenti circolari, cercando di strusciare quel muscolo durissimo su tutte le pareti della sua vagina. Vennero all'unisono e Michela, per soffocare il grido di piacere, si gettò sul corpo di Giorgio, leccandogli con la lingua tutto il viso e pii scendendo verso il torace. Si baciarono a lungo, appassionatamente, sinché si videro gli occhi di Giulia puntati addosso: la ragazza si era svegliata, evidentemente sentendo le grida della madre o per il movimento del letto: trasportati dalla eccitazione, non se ne erano accorti e non si erano accorti che si era girata verso di loro. La vestaglia sbrindellata era completamente aperta, con una mano si stava toccando la sua fessura e con l'altra si accarezzava un seno, che tentava di leccarsi con la lingua. Michela non appena se ne accorse, rovesciò il corpo sul lato opposto, a destra di Giorgio, mettendosi le mani sul viso, come per non vedere o far vedere alla figlia il suo volto ancora eccitato dal recente rapporto. Giorgio stavolta non si trasse indietro: afferrò il viso di Giulia e la baciò sulle labbra. Poi si girò verso Michela, le scostò le mani dal viso ed abbracciandola le sussurrò, ma in maniera tale che la figlia potesse sentire: “Michela, sta succedendo di tutto, credo che non accadrà più qualcosa del genere, ma stanotte hai finalmente chiarito cos'è che c'era tra te e tua figlia, lei è gelosa di te, ed ora avrete la possibilità di condividere per una sola volta qualcosa di intimo. Lei non potrà più accusarti di nulla ed avrete un grande segreto tra di voi, che conserverete con complicità. Da domani noi tre ci dimenticheremo tutto ciò che è accaduto stanotte e che accadrà ora: noi due continueremo, se lo vorrai, a scriverci via chat o a vederci e frequentarci e, se ne avremo voglia, anche a fare l'amore. Ora lascia che anche lei scarichi la tensione di queste ore e poi mi merito anch'io un premio, per avervi fatto riappacificare. Non è vero?”. Giorgio non aspettò nessuna risposta, lasciò l'abbraccio di Michela, che si girò di spalle, con il viso verso la parete. Giulia stava immobile, supina, oscenamente nuda a gambe divaricate. Era davvero invitante quella carne fresca: Giorgio le tolse quel che restava della vestaglia, le accarezzò il seno, scese con il viso verso le gambe della ragazza, le leccò le cosce. Voleva prendere un po' di tempo, in fondo aveva fatto l'amore meno di mezz'ora prima...ormai aveva la sua età e doveva riprendere vigore, prima di un'altra scopata. Giulia gli mise le mani sulla nuca, spingendogli la testa sulla sue parti intime, facendogli capire che voleva che insistesse con quel gioco. Le leccava il clitoride e le infilava un dito dentro la vulva: capiva che era già bagnata per il ditalino che si era fatto guardando sua madre scopava, ed il sapore di quel liquido eccitò Giorgio, che capì che l'erezione stava arrivando. Continuò a carezzarla ovunque e sentì il respiro della ragazza sempre più pesante: ora lei si muoveva nel letto come se non trovasse la posizione, guardandosi bene però da girare lo sguardo verso la madre, che comunque dava ad entrambi le spalle. Giorgio la girò e le leccò le due chiappe di un culetto davvero invitante: le passò la lingua sul buchetto e la ragazza ebbe un sussulto. Le infilò un dito dentro e stavolta sentì un gemito misto di dolore e piacere. Le leccò le cosce nella parte posteriore e all'interno delle ginocchia....ormai aveva assaporato ogni parte di quel giovane corpo. La girò nuovamente e la baciò in bocca e la lingua di lei si fece veloce ed aggressiva. Si era eccitata moltissimo e respirava affannosamente. Spostò Giorgio verso il centro del letto e si chinò per prendere in bocca quello che ormai faceva bella mostra di sé: non fu di meno di sua madre in quell'operazione e Giorgio capì che se avesse continuato così, lui non avrebbe resistito a lungo. La afferrò per le ascelle e se la mise sopra, a spegnicandela: aveva voglia ora di scoparla. La ragazza però si fermò un attimo. Da quella posizione si spinse con il braccio sullo scendiletto dove era caduta ciò che restava della vestaglia e dalla tasca prese quello che Giorgio capì essere un preservativo. Evidentemente ne teneva sempre uno a portata di mano: allora non era così sprovveduta ed incosciente la ragazza. Lei lo aprì con molta maestria tenendolo tra i denti e lo fece scivolare con evidente esperienza sull'asta di Giorgio e subito dopo si fece penetrare ed iniziò a cavalcare. Giorgio stava godendo come mai aveva fatto negli ultimi anni: quei seni non grandi ma perfetti che gli saltellavano davanti gli occhi lo facevano impazzire. Decise che doveva rischiare: con il braccio destro tirò a sé Michela, la fece girare e la bacio sulla bocca, stando attento a non perdersi la fessura, ormai bagnatissima, della ragazza. E Michela rispose, senza guardare la figlia, ed inizio' anche lei ad agitare la lingua dentro la bocca dell'uomo. Stavolta Giorgio venne un attimo prima della ragazza, che però non se ne accorse e continuò per qualche attimo a strusciare la sua cavità, sino a quando anche lei emise un grido e si lasciò andare sul corpo di Giorgio. A quel punto lui avvinghiò madre e figlia e le strinse a sé e tutti e tre si abbracciarono, restando immobili per un po'. Poi si addormentarono.
Giorgio si svegliò intorno alle otto dell'indomani: in fondo erano le tre o le quattro quando aveva preso sonno. Ma sul letto, accanto a lui, non trovò nessuno. Si alzò, andò in bagno, si mise un asciugamani attorno alla vita ed andò in cucina. Lì c'era Michela che stava preparando la colazione ed il caffè per tre persone. Era in reggiseno e slip. Lo invitò a sedersi dopo avergli dato un bacio sulla guancia: gli disse di fare piano perché Giulia stava ancora dormendo. Quando il caffè fu pronto Giorgio disse a Michela che sarebbe stato carino portare il caffè a letto alla figlia: Michela non se lo fece ripetere, preparò un vassoio, vi posò caffettiera, tazze e croissant e gli disse di seguirlo. Svegliarono Giulia aprendo in un sol colpo le imposte della stanza. Dormiva nuda sul suo letto da ragazza, con tanti pupazzi di peluche attorno, retaggio di anni prima evidentemente. Lei, stiracchiandosi e stropicciandosi gli occhi, sorrise ad entrambi: la mamma la baciò sulla testa. Fecero colazione seduti tutti e tre sul lettino: poi Giorgio andò i bagno, si lavò alla meno peggio e si rivestì. Disse che era ora di andare: stampò un bacio sulla fronte di Giulia ed uno sulla bocca di Michela, non appena questa l'accompagnò all'uscita. Si ripromisero di sentirsi presto al cell.
Di quella notte, in seguito, non parlarono mai più: Giorgio e Michela continuarono a frequentarsi per un anno circa, a volte trascorrevano dei week end fuori città ed allora dormivano insieme e scopavano alla grande. Giorgio non mise più piede a casa di lei. Michela e Giulia si erano riappacificate, non litigavano più come un tempo: Giulia, che Giorgio non rivide più, si era rimessa con Federico, dopo che lui l'aveva supplicata in ginocchio e le aveva promesso che non avrebbe più guardato un'altra ragazza, tanto che andarono a convivere.
Poi Giorgio un giorno confessò a Michela che aveva incontrato una signora che gli piaceva e che si era forse innamorato. Michela la prese bene: gli chiese solo di essere disponibile a parlarle se lei avesse avuto voglia di sentirlo o di confidarsi con lui. E così fu. Poi anche Michela trovò un uomo con cui iniziare una relazione ed i loro incontri, solo telefonici, si diradarono quasi del tutto. Per le feste si scambiavano gli auguri e così Giorgio seppe che Michela aveva iniziato a convivere con il nuovo compagno, che Giulia si era trasferita da Federico e che tutto filava liscio.
Giorgio, incavolatissimo per l'interruzione sul più bello, era interdetto: non sapeva che fare. Si coprì alla meglio con il lenzuolo e rimase ad aspettare. Sentiva intano madre e figlia parlare in corridoio: “che è successo Giulia? che ci fai qui a quest'ora ?”. “Quello stronzo di Federico”, rispose la figlia con voce quasi piangente, “mentre stavamo facendo l'amore ho scoperto che c'era un paio di orecchini da donna nel letto e mi ha confessato che ieri sera si era portato una nostra amica a casa e se l'era scopata. Gli ho dato uno schiaffone e sono scappata via. Non lo voglio più vedere quel maiale”. “Piuttosto mamma, ma che ci fai a casa a mezzanotte di sabato e com'è che c'è la tavola ancora apparecchiata ? Le voci si avvicinavano ed evidentemente erano in prossimità della stanza da letto: improvvisamente la porta socchiusa si aprì del tutto e Giulia lo guardò tra lo stupito ed il divertito. “Ma che stavi scopando, mamma? Vi ho disturbato ?” disse quasi ridendo. “Ma io ti conosco, sei un amico di papa'”. “Veramente ero amico di entrambi i tuoi genitori, ma dieci e più anni fa, quando tu eri una bambina e non ti avrei certo riconosciuto, visto che sei fatta davvero grande e bella”. In effetti ricordavo solo una bambina chiassosa e capricciosa: ma ora era davvero un bel guardare. Molto più alta della madre, capelli corti, su un viso provocante e sensuale. Ben fatta e con seno tondeggiante e sedere pronunciato. Poi aveva una minigonna spettacolare ed un paio di cosce veramente ben tornite. “Mi spiace che vi ho interrotto”, disse entrando senza alcuna remora in stanza, seguita dalla madre che invece era imbarazzatissima e che non sapeva che dire e che fare. Per rompere il ghiaccio Giorgio le disse che era dispiaciuto di ciò che le era accaduto, che a volte gli uomini sono dei cretini ed aggiunse, ironicamente, che non sanno nemmeno fare le cose per bene e riescono a farsi beccare come pivelli. Risero entrambi, mentre Michela era invece tesissima. Anche lui non sapeva che fare: era nudo sotto il lenzuolo, con Michela in piedi a braccia conserte e Giulia che si era seduta ai piedi del letto e che si capiva aveva voglia di continuare a parlare e sfogarsi. A questo punto Michela riprese coraggio e rivolta a Giorgio disse “Vabbè...allora Giorgio...scusami ..ma mi sa che devo restare qui a consolare mia figlia...Non è per mandarti via, ma capisci che stasera purtroppo c'è stato questo imprevisto”. “Bene, ma figurati, capisco perfettamente” disse Giorgio, che tuttavia rimaneva immobile perché era completamente nudo e non poteva certo alzarsi dal letto con Giulia che lo fissava intensamente. “Ma che dici mamma?...ma perché se stasera è andata male a me, dovete pagarla voi ? Figuratevi....continuate pure...io me ne vado nella mia stanza...tranquilli “. E lì cominciò il tira e molla tra madre e figlia: “ma no Giulietta, non se ne parla proprio... Giorgio ti prego, lasciaci sole...”, “mamma, ti ho detto che non è giusto....fregatene di me...ora mi passa” e se ne uscì dalla stanza sbattendo la porta. Giorgio disse a Michela: “senti ora me ne vado....non ti preoccupare..sarei già andato via se non avesse avuto il problema di alzarmi nudo davanti a lei”. Scoppiarono a ridere entrambi: Giorgio stampò un bel bacio sulla bocca di Michela e fece per alzarsi. Improvvisamente si riaprì la porta: Giulia apparve nuovamente, solo che stavolta era scalza, con una vestaglietta corta ed aveva in mano la bottiglia di vino che avevano lasciato sul tavolo da pranzo. Era evidente che ne aveva bevuto un bel pò, anche perché aveva gli occhi lucidi. “Ho bisogno di sfogarmi”, disse subito, “vi prego restiamo qui a parlare, fatemi compagnia”. E senza attendere risposta si adagiò sul letto dal lato in cui prima era sdraiata Michela. A quel punto Giorgio si era nuovamente tirato di sopra il lenzuolo e Michela era rimasta ancora una volta senza parole. Ma conoscendo la figlia, capì che era inutile insistere. Giulia cominciò a parlare senza mai fermarsi e si capiva che era un po' brilla: raccontò della sua storia con Federico, di come lui l'avesse tradita già tante volte: entrò anche in particolari spinti, tanto che la madre le chiese di non esagerare, che non era il caso. Ma lei continuava: “il fatto è che scopa da dio, mai nessuno mi aveva fatto sentire tanto donna. Con lui godevo due-tre volte in una notte. E poi mentre facevamo l'amore mi diceva un mare di schifezze ed io mi eccitavo ancora di più”. “Giulia, smettila...ti prego...”, urlò Michela “non mi pare il caso...non voglio sapere i particolari, sei sempre una ragazzina e mia figlia !” A questo punto però Giulia cambiò tono: da scanzonato ed impertinente, com'era stata sino ad allora mentre raccontava anche i particolari più intimi, divenne dura e pungente: “mamma, non fare la santarellina, lo so bene quante corna hai messo a papà, e quanti te ne sei fatti di uomini, giovani e meno giovani. Anzi lui te lo sei portato a casa (disse indicando Giorgio), ma ti pare che non ti ho vista che quando ti venivano a prendere ragazzotti di tutte le età, ogni volta uno diverso. E la palestra non ti serve per rassodare i muscoli...come dici sempre: è che lì trovi sempre qualcuno a cui fare un pompino ! E poi quell'ultimo, quello che è stato qui qualche mese: vi sentivo scopare la notte e lui ti chiamava troia e tu gemevi sempre di più. Ma lo sai che lui mi guardava quando andavo in bagno la mattina a fare la doccia, ed in cucina, per la colazione, se tu non c'eri, allungava le mani e mi toccava il culo. Ed ora ti scandalizzi se ti racconto come scopo io? Non farmi ridere”. Michela stava per darle un ceffone, ma Giorgio che l'aveva intuito, la fermò subito: “ora smettetela” disse alzando il tono di voce, “altrimenti me ne vado e ve la vedete tra di voi, e tu Giulia, mi sa che hai bevuto un po' troppo ...cerca di smetterla di offendere tua madre e datti una calmata. Piuttosto vado a preparare il caffè...mi sa che ne abbiamo tutti bisogno e tu dovresti bere un po' di latte, così ti passa la sbornia. Ora ci penso io.” Così dicendo si alzò avvolgendosi nel lenzuolo che almeno gli copriva le parti basse. Michela rimase seduta ai piedi del letto e si vedevano lacrimoni scendere sulle guance: Giulia si era raggomitolata appoggiata alla spalliera, con le ginocchia tra le braccia. Avevano uno sguardo terribile entrambe: si guardavano in cagnesco e sembrava che da un momento all'altro dovessero venire alle mani. Ed infatti, mentre Giorgio stava per uscire dalla stanza, Michela si lanciò verso la figlia, colpendola in viso: Giulia reagì e le due si avvinghiarono sul letto scambiandosi colpi ovunque. Giorgio a qual punto non perse tempo e cercò di dividerle, urlando di smetterla: nella colluttazione però gli era caduto il lenzuolo che aveva annodato alla vita, mentre le due donne avevano ormai le vestaglie stracciate. Entrambe quasi nude, continuavano ad insultarsi ed a non dar retta a Giorgio, che nonostante il suo fisico fosse ben più robusto di quello di madre e figlia, aveva grosse difficoltà a fermarle. Riuscì ad afferrare Giulia bloccandola da dietro e stringendola alla vita, mentre Michela continuava a cercare di colpirla con sonori ceffoni. Per sottrarla alla furia della madre, Giorgio indietreggiò, e tenendo sempre avvinghiata la ragazza, uscì dalla stanza e di fronte alla stessa trovò il varco per andare nel salottino, dove c'era il divano. Sempre camminando all'indietro, con Giulia che scalciava, si lascio cadere sui cuscini, con Giulia di sopra. Solo in quel momento la ragazza si calmò un po'. La stanza era al buio, illuminata solo dalla luce del corridoio: dall'uscio poteva vedere la stanza da letto, dove era rimasta Michela, mezza nuda, sdraiata di traverso sul letto, e la sentiva singhiozzare.
Giulia si era ora calmata del tutto: era seduta sopra l'inguine di Giorgio: il suo sederino nudo poggiava proprio sui peli che circondavano il suo coso: lei cominciò a strusciarsi ed a Giorgio, senza volerlo, gli si indurì subito. “Smettila”, le disse a bassa voce, “non fare la scema. Ora lascio la stretta, ma tu vattene buona buona nella tua stanza, ed io vado a calmare la mamma”. Giulia rimase in silenzio ma non si mosse: anzi per la verità, con la mano destra aveva afferrato il cazzo di Giorgio e lo stava accarezzando. “La vuoi smettere ? “ Disse Giorgio, cercando di allontanarla e farla alzare: la ragazza si alzò, si girò verso Giorgio e si inginocchiò di colpo ed abbassò la testa verso l'inguine, prendendo in bocca quello che era diventato durissimo e cominciando a leccarlo. Stavolta Giorgio trovò, a malincuore, la forza di sollevarla prenderla sotto le ascelle ed accompagnarla nella stanza da letto di Michela. “Insomma ragazze”, disse facendo finta di essere arrabbiatissimo “stanotte mi state davvero facendo incavolare”. Anche lui decise di perdere ogni inibizione. “avevo sperato in una bella scopata con te Michela, e ci stavamo riuscendo e forse avevo sperato anche che fosse la prima di tante altre ed anche di un bel rapporto. Siamo stati interrotti sul più bello da questa qui” disse indicando Giulia che nel frattempo si era lasciata cadere sul letto accanto la madre, “che prima si è ubriacata ed ha deciso di raccontarci come fa la troietta, e poi ha scaricato su sua madre tutte le porcherie possibili ed immaginabili. E tu Michela, invece di capire che non era in grado di intendere e di volere, l'hai aggredita fisicamente e se non ci fossi stato io l'avresti ridotta come un pugile suonato. Ma siete impazzite o che ? La volete finire? Altrimenti me ne vado da dove sono entrato e non mi vedrete più. E poi questa qui (indicando ancora Giulia) mi voleva fare pure un pompino poco fa. Ma si può sapere che razza di famiglia siete ?” La voce era veramente alterata: il fatto che avesse interrotto una bella scopata, che aveva dovuto rinunciare ad un pompino da parte di una ventenne ( e quando gli ricapitava ?) e si trovava lì con due donne attraenti e disponibili, ma era costretto a tornarsene a casa con la voglia di scopare ancora intatta, lo aveva fatto arrabbiare non poco.
Le due donne, quasi nude, se non per le due vestaglie ormai quasi a brandelli ed aperte completamente sul davanti, erano entrambe sdraiate sul letto in parallelo e stavano zitte, con gli occhi bassi: quella reazione di Giorgio le aveva calmate o erano davvero dispiaciute dell'accaduto. “Ti chiedo scusa” disse per prima Michela “lo so che è colpa mia, che non dovevo coinvolgerti...ti dovevo costringere ad andare via appena è arrivata mia figlia. Ma ti giuro che ero anch'io incavolata che ci avesse interrotto sul più bello: e poi sentirmi dire tutte quelle schifezze...Non ci ho visto più dagli occhi..lo so..non dovevo reagire in quel modo Ma mi ha offeso come madre e come donna. Io non sono una troia, e non lo è neanche mia figlia credo: sono solo una donna che sta invecchiando, a cui piacciono gli uomini, e le sono sempre piaciuti, che dopo che è andato a monte il matrimonio ha dovuto fare da padre e da madre a due figli difficili... Non ho fatto nulla di male in questi anni: ho cercato solo di dimenticare un fallimento.... ed ho sbagliato un sacco di altre volte. Ecco tutto”. Improvvisamente ed inaspettatamente Giulia le sì gettò di sopra e l'abbraccio': “mamma...ti prego..perdonami..lo so che ho esagerato a dirti tutte quelle cose....forse è stata la rabbia per quello stronzo di Federico, forse la gelosia di vederti con un altro uomo....ti chiedo scusa. Non pensavo veramente quello che ti ho detto “. A quel punto anche Giorgio si era calmato: ancora completamente nudo (il lenzuolo era rimasto a terra già dal primo round tra le due donne), si sdraiò anch'egli in mezzo a loro due. Si sistemarono meglio sul lettone: Giulia ala sinistra di Giorgio. Gli voltò le spalle e si raggomitolò. Dopo qualche minuto di silenzio, capirono che si era addormentata: il vino evidentemente continuava a fare il suo effetto. Anche Michela si era girata di spalle, ma lei continuava a piangere. Giorgio l'abbracciò da dietro, le prese i seni nelle mani e cominciò a baciarla sul collo, sussurrandole nell'orecchio di stare tranquilla, che tutto si sarebbe aggiustato, che il peggio era passato. Le disse che le voleva bene, che ormai erano diventati talmente intimi, che ciò che era successo quasi li avrebbe ancor più avvicinati. Michela si sentì tranquillizzata e gradì molto quella tenerezza che tanto aveva desiderato in quegli anni. Si strinse ancor più a Giorgio, aderendo del tutto al suo corpo, tanto che a Giorgio iniziò un'erezione, forse per il fatto che già troppe volte quella sera si era interrotta. Michela se ne accorse subito ed anche lei aveva voglia di continuare ciò che avevano interrotto, ma la presenza a pochi centimetri della figlia, la inibiva e la frenava. Giorgio le tolse delicatamente ciò che era rimasto della vestaglia e sempre abbracciandola da dietro, le infilò il suo affare ormai durissimo, tra le cosce, cercando di farsi strada per giungere alla sua fessura. Michela protestò a bassa voce: “ma che fai..c'è Giulia..non possiamo farlo qui ora...ti prego...smettila...non voglio”, ma la strada si era aperta e Giorgio capì che era bagnata e la penetrò senza difficoltà. Michela soffocò un grido, mentre Giorgio stantuffava colpendo il sedere della donna con forza. Le infilò due dita in bocca per non farla gemere ad alta voce, e Michela iniziò a succhiarle. Con l'altra mano le torturava il capezzolo di nuovo durissimo. “non ti preoccupare”, le disse piano “tua figlia dorme come un ghiro con tutto quel vino che si è scolata, ed è girata dall'altro lato”. Michela si sentì un pò rassicurata ed assecondava sempre più il movimento dell'uomo, sempre più violento, ed il letto cominciò a cigolare. Michela stava godendo come da tempo non le capitava: sarà stato per la presenza di sua figlia accanto, sarà stato perché ormai si era rilassata del tutto dopo la furiosa lite di prima, ma si era eccitata talmente che perdendo ogni prudenza, si era voltata verso Giorgio, gli si era seduta sopra e si era fatta penetrare nuovamente a “spegnicandela”, e senza più alcun ritegno: ormai si può dire che fosse lei a scopare Giorgio, che se ne stava supino a godersi i seni della donna che sobbalzavano ad ogni stantuffo. Lei era bagnatissima ed un liquido mucoso usciva dalla sua fessura in quegli attimi in cui le braccia di Giorgio l'alzavano e l'abbassavano sul suo cazzo in piena erezione. Anche i gemiti non erano più soffocati: andava avanti ed indietro, ed alternava movimenti circolari, cercando di strusciare quel muscolo durissimo su tutte le pareti della sua vagina. Vennero all'unisono e Michela, per soffocare il grido di piacere, si gettò sul corpo di Giorgio, leccandogli con la lingua tutto il viso e pii scendendo verso il torace. Si baciarono a lungo, appassionatamente, sinché si videro gli occhi di Giulia puntati addosso: la ragazza si era svegliata, evidentemente sentendo le grida della madre o per il movimento del letto: trasportati dalla eccitazione, non se ne erano accorti e non si erano accorti che si era girata verso di loro. La vestaglia sbrindellata era completamente aperta, con una mano si stava toccando la sua fessura e con l'altra si accarezzava un seno, che tentava di leccarsi con la lingua. Michela non appena se ne accorse, rovesciò il corpo sul lato opposto, a destra di Giorgio, mettendosi le mani sul viso, come per non vedere o far vedere alla figlia il suo volto ancora eccitato dal recente rapporto. Giorgio stavolta non si trasse indietro: afferrò il viso di Giulia e la baciò sulle labbra. Poi si girò verso Michela, le scostò le mani dal viso ed abbracciandola le sussurrò, ma in maniera tale che la figlia potesse sentire: “Michela, sta succedendo di tutto, credo che non accadrà più qualcosa del genere, ma stanotte hai finalmente chiarito cos'è che c'era tra te e tua figlia, lei è gelosa di te, ed ora avrete la possibilità di condividere per una sola volta qualcosa di intimo. Lei non potrà più accusarti di nulla ed avrete un grande segreto tra di voi, che conserverete con complicità. Da domani noi tre ci dimenticheremo tutto ciò che è accaduto stanotte e che accadrà ora: noi due continueremo, se lo vorrai, a scriverci via chat o a vederci e frequentarci e, se ne avremo voglia, anche a fare l'amore. Ora lascia che anche lei scarichi la tensione di queste ore e poi mi merito anch'io un premio, per avervi fatto riappacificare. Non è vero?”. Giorgio non aspettò nessuna risposta, lasciò l'abbraccio di Michela, che si girò di spalle, con il viso verso la parete. Giulia stava immobile, supina, oscenamente nuda a gambe divaricate. Era davvero invitante quella carne fresca: Giorgio le tolse quel che restava della vestaglia, le accarezzò il seno, scese con il viso verso le gambe della ragazza, le leccò le cosce. Voleva prendere un po' di tempo, in fondo aveva fatto l'amore meno di mezz'ora prima...ormai aveva la sua età e doveva riprendere vigore, prima di un'altra scopata. Giulia gli mise le mani sulla nuca, spingendogli la testa sulla sue parti intime, facendogli capire che voleva che insistesse con quel gioco. Le leccava il clitoride e le infilava un dito dentro la vulva: capiva che era già bagnata per il ditalino che si era fatto guardando sua madre scopava, ed il sapore di quel liquido eccitò Giorgio, che capì che l'erezione stava arrivando. Continuò a carezzarla ovunque e sentì il respiro della ragazza sempre più pesante: ora lei si muoveva nel letto come se non trovasse la posizione, guardandosi bene però da girare lo sguardo verso la madre, che comunque dava ad entrambi le spalle. Giorgio la girò e le leccò le due chiappe di un culetto davvero invitante: le passò la lingua sul buchetto e la ragazza ebbe un sussulto. Le infilò un dito dentro e stavolta sentì un gemito misto di dolore e piacere. Le leccò le cosce nella parte posteriore e all'interno delle ginocchia....ormai aveva assaporato ogni parte di quel giovane corpo. La girò nuovamente e la baciò in bocca e la lingua di lei si fece veloce ed aggressiva. Si era eccitata moltissimo e respirava affannosamente. Spostò Giorgio verso il centro del letto e si chinò per prendere in bocca quello che ormai faceva bella mostra di sé: non fu di meno di sua madre in quell'operazione e Giorgio capì che se avesse continuato così, lui non avrebbe resistito a lungo. La afferrò per le ascelle e se la mise sopra, a spegnicandela: aveva voglia ora di scoparla. La ragazza però si fermò un attimo. Da quella posizione si spinse con il braccio sullo scendiletto dove era caduta ciò che restava della vestaglia e dalla tasca prese quello che Giorgio capì essere un preservativo. Evidentemente ne teneva sempre uno a portata di mano: allora non era così sprovveduta ed incosciente la ragazza. Lei lo aprì con molta maestria tenendolo tra i denti e lo fece scivolare con evidente esperienza sull'asta di Giorgio e subito dopo si fece penetrare ed iniziò a cavalcare. Giorgio stava godendo come mai aveva fatto negli ultimi anni: quei seni non grandi ma perfetti che gli saltellavano davanti gli occhi lo facevano impazzire. Decise che doveva rischiare: con il braccio destro tirò a sé Michela, la fece girare e la bacio sulla bocca, stando attento a non perdersi la fessura, ormai bagnatissima, della ragazza. E Michela rispose, senza guardare la figlia, ed inizio' anche lei ad agitare la lingua dentro la bocca dell'uomo. Stavolta Giorgio venne un attimo prima della ragazza, che però non se ne accorse e continuò per qualche attimo a strusciare la sua cavità, sino a quando anche lei emise un grido e si lasciò andare sul corpo di Giorgio. A quel punto lui avvinghiò madre e figlia e le strinse a sé e tutti e tre si abbracciarono, restando immobili per un po'. Poi si addormentarono.
Giorgio si svegliò intorno alle otto dell'indomani: in fondo erano le tre o le quattro quando aveva preso sonno. Ma sul letto, accanto a lui, non trovò nessuno. Si alzò, andò in bagno, si mise un asciugamani attorno alla vita ed andò in cucina. Lì c'era Michela che stava preparando la colazione ed il caffè per tre persone. Era in reggiseno e slip. Lo invitò a sedersi dopo avergli dato un bacio sulla guancia: gli disse di fare piano perché Giulia stava ancora dormendo. Quando il caffè fu pronto Giorgio disse a Michela che sarebbe stato carino portare il caffè a letto alla figlia: Michela non se lo fece ripetere, preparò un vassoio, vi posò caffettiera, tazze e croissant e gli disse di seguirlo. Svegliarono Giulia aprendo in un sol colpo le imposte della stanza. Dormiva nuda sul suo letto da ragazza, con tanti pupazzi di peluche attorno, retaggio di anni prima evidentemente. Lei, stiracchiandosi e stropicciandosi gli occhi, sorrise ad entrambi: la mamma la baciò sulla testa. Fecero colazione seduti tutti e tre sul lettino: poi Giorgio andò i bagno, si lavò alla meno peggio e si rivestì. Disse che era ora di andare: stampò un bacio sulla fronte di Giulia ed uno sulla bocca di Michela, non appena questa l'accompagnò all'uscita. Si ripromisero di sentirsi presto al cell.
Di quella notte, in seguito, non parlarono mai più: Giorgio e Michela continuarono a frequentarsi per un anno circa, a volte trascorrevano dei week end fuori città ed allora dormivano insieme e scopavano alla grande. Giorgio non mise più piede a casa di lei. Michela e Giulia si erano riappacificate, non litigavano più come un tempo: Giulia, che Giorgio non rivide più, si era rimessa con Federico, dopo che lui l'aveva supplicata in ginocchio e le aveva promesso che non avrebbe più guardato un'altra ragazza, tanto che andarono a convivere.
Poi Giorgio un giorno confessò a Michela che aveva incontrato una signora che gli piaceva e che si era forse innamorato. Michela la prese bene: gli chiese solo di essere disponibile a parlarle se lei avesse avuto voglia di sentirlo o di confidarsi con lui. E così fu. Poi anche Michela trovò un uomo con cui iniziare una relazione ed i loro incontri, solo telefonici, si diradarono quasi del tutto. Per le feste si scambiavano gli auguri e così Giorgio seppe che Michela aveva iniziato a convivere con il nuovo compagno, che Giulia si era trasferita da Federico e che tutto filava liscio.
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