Matrimonio

di
genere
etero


Sergio mi telefona per dirmi che si sposa. Cerimonia a Parigi in comune, poi festa in un casale di una sua amica nella campagna francese. Il cuore della festa saranno l’agnello intero allo spiedo, e il punch al rum. Ovviamente, la storia che segue, non l’ha scritta l’agnello.

Sergio e Benedicte hanno gia’ figli e si amano come la prima volta. Follemente. Il loro e’ un rapporto aperto: fottersi altri non e’ tradimento, semmai complicita'. La cerimonia dura pochissimo, ed in attimo siamo in macchina verso il casale. Benedite e’ mulatta di origini caraibiche. Il padre e’ un pezzo di fico senza capelli con la virilità’ di un ventenne. Lei risplende in questo ammasso bucolico di parenti libertini e amici bohemienne.

Non esiste unione tra veri amanti che non inneschi negli invitati un folle desiderio di fottere l’un l'altro. Presto mi assalgono da due donne nere con il doppio dei miei anni, in abito lungo e cappellino di paglia. Simpatiche, folli, non il mio tipo pero’. Dopo poco mi ritrovo a parlare con una tipa. Trucco scarso, aria di chi non sa bene perché’ si trovi li’, qualche anno più di me. Sicuro una vecchia fiamma di Sergio. Mi ascolta parlare a vanvera guardandomi con occhi grandi e curiosi. Provo tenerezza per lei, ma questo non mi impedisce di distrarmi. Una giovane nera dalle forme morbide e piene lavora perché’ il mio bicchiere sia sempre colmo di punch. La notte scende presto in mezzo ai fumi del fuoco, lo sfrigolio dell'agnello bruciato, l’odore di rum della Martinica. Molti degli ospiti rimangono a dormire; abbiamo portato sacchi a pelo per stenderci nella soffitta del casale, quando le energie saranno finalmente finite. La nera del punch mi invita a giacere nel suo sacco a pelo. Avevo già’ deciso che non mi avrebbe avuto. Mi volto dall’altra parte. Di fronte a me, la mia amica con gli occhi da vergine. Siamo sdraiati l’uno affianco all’altra. Lei mi fissa negli occhi.

Io le chiedo di voltarsi. Lei si gira. La mia mano e’ sempre stata più’ rapida del pensiero. E infatti e’ già dentro il suo sacco a pelo, stringendo il suo grosso seno, per scivolare subito più’ giu’. In un attimo, si infila nelle sue mutande. Lei e’ già’ tutta bagnata. Gioco un po’ col suo clitoride, poi mi infilo nella sua vagina. Non se l’aspettava, l’ingenua. Lei geme, piano: dietro di noi c’e’ la nera pienotta gia' in nuova compagnia, ed altri amici di entrambi o di nessuno. La mente era leggera, la notte ancora lunga e piena di possibilita’. Ma il suo animo, il suo animo non ha mai conosciuto la spontaneita’. D’un tratto, si gira, e con aria colpevole cerca di baciarmi. Solo ora mi ricordo le sue labbra sottili, la pelle spenta, e quegli occhi da verginella in cerca di principe azzurro. Mi scosto. Le chiedo di voltarsi ancora. Lei si rifiuta. Puoi morire senza sesso, penso tra me me. Ritiro le mie membra umide dentro il mio sacco a pelo, chiudendo gli occhi annebbiati, scocciato ma tutto sommato soddisfatto.

Le prime luci del giorno fanno scintillare la brina mattutina. Dopo poco, rimangono solo gli sposi, e Daniel a braccetto con Yuko che e’ venuta per cercare di riconquistare Silvestro ma si’ e’ subito stufata della sua ostentata indifferenza. Daniel, non ti ci facevo. Yuko si’ invece, gran troia sotto quell’eleganza orientale. Benedicte e’ più’ bella e sensuale che mai, gioca seduta nell’erba con sua figlia Adele, il vestito rivela le sue gambe lunghe e sode, il suo sesso così’ vitale. Senza pensarci due volte, imbraccio la reflex e comincio a fotografarla. Credo siano le foto più’ belle che abbia mai fatto.
di
scritto il
2016-08-18
3 . 9 K
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.