Castrazione
di
paolina
genere
pulp
Essere nata maschio è solo stato un grandissimo errore della natura, già il fatto di essere nata e cresciuta in una famiglia di sole donne, madre sorella, zie ,non ha di certo aiutato.
Se poi consideriamo che mio padre era omosessuale la cosa dice molto di come sia potuta crescere normale, sin da piccolina, giocavo con le bambole delle mie cuginette, ero l'unico maschio di tutta, ma tutta la famiglia, e sono cresciuta tra calze reggicalze, culotte di pizzo, reggiseni sparsi per casa, e donne con il ciclo, si respirava al femminile, e si viveva al femminile, io poi subito fin dall'adolescenza, feci capire la mia inclinazione sessuale, tanta da indurre mia madre ad assecondarmi, e subito dai tredici anni circa, a cominciare ad acquistarmi intimo da bambina, e vestitini da ragazzina.
Io di mio avevo il fisico da bambina, e lasciando crescere i capelli, ero proprio una femminuccia, si aggiunga una voce flebile, il gioco era fatto, crescendo mi convincevo, e convincevo tutti della mia sessualità femminile, come tutte le donne della mia famiglia frequentavo un collegio femminile, dove non fecero mai domande, anzi visto la generosità della mia famiglia, chiudevano un occhio, io dal mio canto non ero interessata alle ragazze, e quindi tutto procedeva benissimo.
Sin da giovanissima, persi la verginità, manco a dirlo ci pensò un intraprendente, nonché porco zio, che un'estate, in vacanza, io avevo 16 anni, cominciò a gironzolarmi attorno, e un pomeriggio, mentre tutti erano al mare, il dolce zietto, irruppe in camera mia, dove mi trovavo intenta a studiare, per un'esame preso e da riparare a settembre, mi trovò nuda, e la cosa che lo fece arrapare, fù che essendo nuda, potè vedere i segni netti del costume, bikini chiaramente, e la vista della mia abbronzatura, staccata dal bianco delle mie parti intime, lo fece impazzire.
Io dal canto mio, non mi spaventai, certo rimasi in vergogna, perché ero nuda, credevo di essere sola, e quando lo ero, amavo mettermi in libertà, e alla vista dello zio, anch'esso nudo, con il suo cazzo duro, svettante, mi bloccò.
Si avvicinò, e visto che io mi ero coperta la parte intima, lui, mi scostò le mani e ammirò il mio piccolo pisellino, mi prese in braccio e mi portò in camera di mia madre, dove una volta appoggiata sul letto, cominciò a toccarmi, e piano piano a baciarmi.
Ero frastornata, per la prima volta un uomo vero mi toccava, non che non conoscessi i maschietti, anzi, i miei compagni spesso assaporavano la mia bocca, a molti avevo fatto seghe, qualcuno aveva introdotto il suo cazzetto nel mio culetto, ma nulla di che.
ora ero tra le braccia di un vero uomo, e che il cazzo non era di certo mini, e che aveva esperienza, eccome, come scoprirò poi si scopava mamma e sorella, e anzi erano al corrente di quanto sarebbe successo quel giorno, comunque, io cominciai a gemere, le sue carezze insistenti, e i suoi baci, mi facevano sciogliere.
Dopo parecchie coccole, mi prese la mano, e mi fece stringere il suo cazzo, era fantastico averlo li davanti a mè, e come sapevo già fare ai miei compagni, lo misi in bocca e cominciai a succhiare il gelatone, lo leccavo da brava bambina, e lo succhiavo, fino a gustare il getto potente della sua panna, uno due tre, e io inghiottivo, fino ad esaurire il nettare.
Il tempo di alcuni baci, e lo zio, mi mise a pecorella, e cominciò a leccare ed infilare piano piano la sua lingua nel mio forellino, fino a bagnarlo per bene, poi prese una pomata dal cassetto di mamma, si cosparse per bene, e mi afferrò per i fianchi, e mi disse:
ora come tutte le donne della casa proverai il mio cazzo nel culetto, e sarai mia, e cominciò a entrare.
All'inizio devo dire che fù doloroso, cercai di divincolarmi, ma lui mi aveva afferrata per bene, e poi io ero leggerissima, mi sollevò leggermente e fece in modo che fossi io a penetrarmi, sentii come uno strappo e un dolore deciso, sentii bagnarmi, mi accorsi dopo che era sangue, e poi un bruciore e dopo alcuni minuti tutto passò, lasciandomi un senso ti appagatezza, di piacere, che crebbe col tempo, non godetti di certo la prima volta, lo devo ammettere, anzi, ma col tempo, dopo alcune settimane cominciai a godere di queste scopate, comunque lo zio dopo una lunga cavalcata mi sborrò dentro, sancendo la mia sverginatura.
le vacanze chiaramente le passai tutte con lo zio, in camera sua, e divenni la sua donna, cosa che continuò anche a casa per circa un anno, alternava mia madre, mia sorella, quando non erano impegnate con altri uomini, devo dire che spesso sia una che l'altra si prostituivano, più per gioco che per bisogno, ma spessissimo avevamo per casa clienti che passavano anche la notte con loro, e devo dire che proprio in quelle sere mio zio mi faceva stare da lui.
Anche se per un certo periodo, circa un mese, il mio posto fù preso da mio padre, che stranamente non era via per lavoro, si assentava per mesi interi, ma quella volta rimase a casa, e per tutto il tempo fù la donna di mio zio, ma donna vera, vestita e truccata come tale, uscivano a cena o a ballare come marito e moglie, e spesso mi capitava di vedere lo zio scopare papà, e una volta notai una cosa strana, papà aveva un bel cazzo duro e lungo, ma non vidi i testicoli, pensai fossero interni e non i preoccupai, fino a dopo la sua partenza, e ripreso la mia posizione di amante, una sera mentre spompinavo lo zio, chiesi come mai di quanto avevo visto.
In quel contesto non mi disse nulla, sorvolò, adducendo forse alla natura di mio padre o altre cose che non capii, ma la cosa mi rimase nella testa.
Passarono alcuni anni, io intanto sono cresciuta, ho avuto altri uomini, lo zio al mio posto prese un'altra mia cuginetta come amante, vera femmina, poco più giovane di mè allora, e intanto facevamo la nostra vita.
verso i 23 anni, per un lungo periodo papà ritornò in famiglia, in uno dei suoi viaggi si era preso un'infezione pericolosa che lo costrinse a rimanere a casa per circa un anno, che passammo interamente insieme, sempre come donne, e una sera mentre bevavamo una bibita n terrazza, gli disse che avevo assistito ai suoi rapporti con lo zio e che mi sembrava di aver notato l'assenza dei testicoli.
Allora papà, si alzò, mi fece andare in camera sua, dove si sfilò il vestito a fiori che indossava, si sfilò le mutandine di pizzo bianche, e stesasi sul letto, divaricò le gambe, e mi mostrò il suo pene, che nel frattempo divenne duro, e vidi con chiarezza che non aveva le sacche dei testicoli, era tutto liscio, e si vedeva emergere solo il pene dal mezzo delle gambe.
poi si sedette, si tolse il reggiseno e vidi il suo seno, aveva un seno piccolo ma bellissimo, da adolescente,seno che nascondeva con una fascia al lavoro, e mi cominciò a raccontare:
vedi amore, io sono sempre stata un uomo, un po' speciale, le donne non mi sono mai interessate, non molto a dire il vero, ma un giorno conobbi tua madre, era una giovane prostituta, batteva per strada, e una sera con amici siamo andati a troie, lì l'ho conosciuta e frequentata più volte, poi scoprii che era incinta di tua sorella, io non ero il padre, assolutamente, e mi venne l'idea di proporle il matrimonio, io non potevo continuare a nascondere cosa ero, e lei accettò, riconobbi tua sorella come mia figlia, e alcuni anni dopo le chiesi se mi dava un figlio, io diventavo sempre più frocio, le donne non mi piacevano, ma l'idea di avere un figlio mio mi dava un senso, e allora lei accettò, e dopo vari tentativi rimase incinta, ma allora lei mi disse che avrebbe portato avanti la gravidanza, ma che non voleva più figli da mè, e mi disse che dovevo castrarmi, si dovevo tagliarmi le palle, non avrei mai più dato il mio sperma a nessuna donna e a nessun uomo, accettai, e un mese dopo un medico nostro amico mi tagliò i testicoli e iniziai la cura ormonale, a dire il vero volevo farmi togliere tutto, ma allora era ancora troppo pericoloso.
Rimasi sconcertata dal racconto di papà, ma col passare del tempo l'idea della castrazione mi intrigava, devo dire anche che io col tempo di erezioni ne avevo sempre meno, e eiaculavo veramente poco, ero tutta mini, piccole palline, piccolo cazzetto, che le poche volte che mi diventava duro era ridicolo.
Comunque il tempo passava e verso i 25 anni, conobbi un giovane medico chirurgo, bello, all'inizio della sua carriera, divenni la sua amante e dopo alcuni mesi gli chiesi se fosse disposto a togliermi i testicoli, e poi in un secondo tempo il pene.
ci ragionammo parecchio, e passarono altri mesi, poi una sera mi disse: domani vieni in ospedale, ti ricoveri una settimana faremo degli esami, parlerai con gli psicologi ecc e poi vedremo il dafarsi.
Una settimana dopo il mio amore si apprestava a tagliarmi i testicoli, al mio risveglio sul comodino, avevo un contenitore con in mostra i miei testicoli recisi, piccoli e striminziti, il giorno dopo mi chiese di sposarlo, e mi mise l'anello di fidanzamento al dito, rimasi senza parole, pero gli chiesi una cosa: si io ti sposo amore, ma solo dopo che mi avrai evirata, mi ricostruirai la vagina e sarò tua moglie.
accettò, dovettero passare circa 10 mesi, nel frattempo ammiravo il mio pene senza palle, e quando mi capitava di scopare con altri, rimanevano incantati, mio padre alla vista di quanto avevo fatto mi rimproverò, dicendomi che così non avrei potuto avere figli, non gli dissi cosa avrei fatto da li a poco.
E arrivò il giorno più bello della mia vita, ritornai sotto i ferri, e il mio futuro marito assistito da altri luminari, procedette ad evirarmi, da come poi mi raccontò, aprì, scavò tagliò e mi costruì una vera figa.
passarono molti mesi, e piano piano si sgonfiò e apparì la mia figa, era bellissima come una di una donna vera, e quella notte mio marito mi sverginò, presi il mio primo cazzo in figa, fù stupendo, mi venne dentro più volte.
Il giorno dopo felice andai a casa dei miei, e al cospetto della famiglia intera. mamma sorella papà zie ecc, mi sfilai il vestito, rimasi con i soli tacchi, allargai le gambe e feci ammirare la mia figa, rimasero di stucco, e poco dopo, mi abbracciarono e si complimentarono, poi feci una cosa che non si aspettavano, presi per mano papà, e mi stesi sul letto e gli dissi: papà scopami, tu sei il primo dopo mio marito, scopami, anche se non mi sborrerai, a quello ci penseranno i maschi presenti, ma tu devi essere il primo, voi poi lo seguirete, perché da domani diventerò una prostituta, sono d'accordo con mio marito i giorni e le sere che lui lavorerà in ospedale io batterò, e poco dopo mi padre mi montò, fece scivolare il suo cazzo nella mia nuova figa e mi pompò per parecchio tempo, poi mi voltai e gli donai il mio culo, poi fù il turno degli altri, che mi farcirono figa e culo, fù indimenticabile.
Ancora adesso che non sono più giovane, e che mio marito se n'è andato, ancora oggi che batto per strada, e che i miei clienti sono extracomunitari, o ragazzini, e che il mio protettore rumeno, spesso mi cede per orge sadomaso, ancora adesso mi ricordo dei bei giorni della mia castrazione, di come ero stretta, di che bella fighina avevo, non ora che che per sentire un po' di godimento mi devono infilare una mano in figa e una nel culo.
Se poi consideriamo che mio padre era omosessuale la cosa dice molto di come sia potuta crescere normale, sin da piccolina, giocavo con le bambole delle mie cuginette, ero l'unico maschio di tutta, ma tutta la famiglia, e sono cresciuta tra calze reggicalze, culotte di pizzo, reggiseni sparsi per casa, e donne con il ciclo, si respirava al femminile, e si viveva al femminile, io poi subito fin dall'adolescenza, feci capire la mia inclinazione sessuale, tanta da indurre mia madre ad assecondarmi, e subito dai tredici anni circa, a cominciare ad acquistarmi intimo da bambina, e vestitini da ragazzina.
Io di mio avevo il fisico da bambina, e lasciando crescere i capelli, ero proprio una femminuccia, si aggiunga una voce flebile, il gioco era fatto, crescendo mi convincevo, e convincevo tutti della mia sessualità femminile, come tutte le donne della mia famiglia frequentavo un collegio femminile, dove non fecero mai domande, anzi visto la generosità della mia famiglia, chiudevano un occhio, io dal mio canto non ero interessata alle ragazze, e quindi tutto procedeva benissimo.
Sin da giovanissima, persi la verginità, manco a dirlo ci pensò un intraprendente, nonché porco zio, che un'estate, in vacanza, io avevo 16 anni, cominciò a gironzolarmi attorno, e un pomeriggio, mentre tutti erano al mare, il dolce zietto, irruppe in camera mia, dove mi trovavo intenta a studiare, per un'esame preso e da riparare a settembre, mi trovò nuda, e la cosa che lo fece arrapare, fù che essendo nuda, potè vedere i segni netti del costume, bikini chiaramente, e la vista della mia abbronzatura, staccata dal bianco delle mie parti intime, lo fece impazzire.
Io dal canto mio, non mi spaventai, certo rimasi in vergogna, perché ero nuda, credevo di essere sola, e quando lo ero, amavo mettermi in libertà, e alla vista dello zio, anch'esso nudo, con il suo cazzo duro, svettante, mi bloccò.
Si avvicinò, e visto che io mi ero coperta la parte intima, lui, mi scostò le mani e ammirò il mio piccolo pisellino, mi prese in braccio e mi portò in camera di mia madre, dove una volta appoggiata sul letto, cominciò a toccarmi, e piano piano a baciarmi.
Ero frastornata, per la prima volta un uomo vero mi toccava, non che non conoscessi i maschietti, anzi, i miei compagni spesso assaporavano la mia bocca, a molti avevo fatto seghe, qualcuno aveva introdotto il suo cazzetto nel mio culetto, ma nulla di che.
ora ero tra le braccia di un vero uomo, e che il cazzo non era di certo mini, e che aveva esperienza, eccome, come scoprirò poi si scopava mamma e sorella, e anzi erano al corrente di quanto sarebbe successo quel giorno, comunque, io cominciai a gemere, le sue carezze insistenti, e i suoi baci, mi facevano sciogliere.
Dopo parecchie coccole, mi prese la mano, e mi fece stringere il suo cazzo, era fantastico averlo li davanti a mè, e come sapevo già fare ai miei compagni, lo misi in bocca e cominciai a succhiare il gelatone, lo leccavo da brava bambina, e lo succhiavo, fino a gustare il getto potente della sua panna, uno due tre, e io inghiottivo, fino ad esaurire il nettare.
Il tempo di alcuni baci, e lo zio, mi mise a pecorella, e cominciò a leccare ed infilare piano piano la sua lingua nel mio forellino, fino a bagnarlo per bene, poi prese una pomata dal cassetto di mamma, si cosparse per bene, e mi afferrò per i fianchi, e mi disse:
ora come tutte le donne della casa proverai il mio cazzo nel culetto, e sarai mia, e cominciò a entrare.
All'inizio devo dire che fù doloroso, cercai di divincolarmi, ma lui mi aveva afferrata per bene, e poi io ero leggerissima, mi sollevò leggermente e fece in modo che fossi io a penetrarmi, sentii come uno strappo e un dolore deciso, sentii bagnarmi, mi accorsi dopo che era sangue, e poi un bruciore e dopo alcuni minuti tutto passò, lasciandomi un senso ti appagatezza, di piacere, che crebbe col tempo, non godetti di certo la prima volta, lo devo ammettere, anzi, ma col tempo, dopo alcune settimane cominciai a godere di queste scopate, comunque lo zio dopo una lunga cavalcata mi sborrò dentro, sancendo la mia sverginatura.
le vacanze chiaramente le passai tutte con lo zio, in camera sua, e divenni la sua donna, cosa che continuò anche a casa per circa un anno, alternava mia madre, mia sorella, quando non erano impegnate con altri uomini, devo dire che spesso sia una che l'altra si prostituivano, più per gioco che per bisogno, ma spessissimo avevamo per casa clienti che passavano anche la notte con loro, e devo dire che proprio in quelle sere mio zio mi faceva stare da lui.
Anche se per un certo periodo, circa un mese, il mio posto fù preso da mio padre, che stranamente non era via per lavoro, si assentava per mesi interi, ma quella volta rimase a casa, e per tutto il tempo fù la donna di mio zio, ma donna vera, vestita e truccata come tale, uscivano a cena o a ballare come marito e moglie, e spesso mi capitava di vedere lo zio scopare papà, e una volta notai una cosa strana, papà aveva un bel cazzo duro e lungo, ma non vidi i testicoli, pensai fossero interni e non i preoccupai, fino a dopo la sua partenza, e ripreso la mia posizione di amante, una sera mentre spompinavo lo zio, chiesi come mai di quanto avevo visto.
In quel contesto non mi disse nulla, sorvolò, adducendo forse alla natura di mio padre o altre cose che non capii, ma la cosa mi rimase nella testa.
Passarono alcuni anni, io intanto sono cresciuta, ho avuto altri uomini, lo zio al mio posto prese un'altra mia cuginetta come amante, vera femmina, poco più giovane di mè allora, e intanto facevamo la nostra vita.
verso i 23 anni, per un lungo periodo papà ritornò in famiglia, in uno dei suoi viaggi si era preso un'infezione pericolosa che lo costrinse a rimanere a casa per circa un anno, che passammo interamente insieme, sempre come donne, e una sera mentre bevavamo una bibita n terrazza, gli disse che avevo assistito ai suoi rapporti con lo zio e che mi sembrava di aver notato l'assenza dei testicoli.
Allora papà, si alzò, mi fece andare in camera sua, dove si sfilò il vestito a fiori che indossava, si sfilò le mutandine di pizzo bianche, e stesasi sul letto, divaricò le gambe, e mi mostrò il suo pene, che nel frattempo divenne duro, e vidi con chiarezza che non aveva le sacche dei testicoli, era tutto liscio, e si vedeva emergere solo il pene dal mezzo delle gambe.
poi si sedette, si tolse il reggiseno e vidi il suo seno, aveva un seno piccolo ma bellissimo, da adolescente,seno che nascondeva con una fascia al lavoro, e mi cominciò a raccontare:
vedi amore, io sono sempre stata un uomo, un po' speciale, le donne non mi sono mai interessate, non molto a dire il vero, ma un giorno conobbi tua madre, era una giovane prostituta, batteva per strada, e una sera con amici siamo andati a troie, lì l'ho conosciuta e frequentata più volte, poi scoprii che era incinta di tua sorella, io non ero il padre, assolutamente, e mi venne l'idea di proporle il matrimonio, io non potevo continuare a nascondere cosa ero, e lei accettò, riconobbi tua sorella come mia figlia, e alcuni anni dopo le chiesi se mi dava un figlio, io diventavo sempre più frocio, le donne non mi piacevano, ma l'idea di avere un figlio mio mi dava un senso, e allora lei accettò, e dopo vari tentativi rimase incinta, ma allora lei mi disse che avrebbe portato avanti la gravidanza, ma che non voleva più figli da mè, e mi disse che dovevo castrarmi, si dovevo tagliarmi le palle, non avrei mai più dato il mio sperma a nessuna donna e a nessun uomo, accettai, e un mese dopo un medico nostro amico mi tagliò i testicoli e iniziai la cura ormonale, a dire il vero volevo farmi togliere tutto, ma allora era ancora troppo pericoloso.
Rimasi sconcertata dal racconto di papà, ma col passare del tempo l'idea della castrazione mi intrigava, devo dire anche che io col tempo di erezioni ne avevo sempre meno, e eiaculavo veramente poco, ero tutta mini, piccole palline, piccolo cazzetto, che le poche volte che mi diventava duro era ridicolo.
Comunque il tempo passava e verso i 25 anni, conobbi un giovane medico chirurgo, bello, all'inizio della sua carriera, divenni la sua amante e dopo alcuni mesi gli chiesi se fosse disposto a togliermi i testicoli, e poi in un secondo tempo il pene.
ci ragionammo parecchio, e passarono altri mesi, poi una sera mi disse: domani vieni in ospedale, ti ricoveri una settimana faremo degli esami, parlerai con gli psicologi ecc e poi vedremo il dafarsi.
Una settimana dopo il mio amore si apprestava a tagliarmi i testicoli, al mio risveglio sul comodino, avevo un contenitore con in mostra i miei testicoli recisi, piccoli e striminziti, il giorno dopo mi chiese di sposarlo, e mi mise l'anello di fidanzamento al dito, rimasi senza parole, pero gli chiesi una cosa: si io ti sposo amore, ma solo dopo che mi avrai evirata, mi ricostruirai la vagina e sarò tua moglie.
accettò, dovettero passare circa 10 mesi, nel frattempo ammiravo il mio pene senza palle, e quando mi capitava di scopare con altri, rimanevano incantati, mio padre alla vista di quanto avevo fatto mi rimproverò, dicendomi che così non avrei potuto avere figli, non gli dissi cosa avrei fatto da li a poco.
E arrivò il giorno più bello della mia vita, ritornai sotto i ferri, e il mio futuro marito assistito da altri luminari, procedette ad evirarmi, da come poi mi raccontò, aprì, scavò tagliò e mi costruì una vera figa.
passarono molti mesi, e piano piano si sgonfiò e apparì la mia figa, era bellissima come una di una donna vera, e quella notte mio marito mi sverginò, presi il mio primo cazzo in figa, fù stupendo, mi venne dentro più volte.
Il giorno dopo felice andai a casa dei miei, e al cospetto della famiglia intera. mamma sorella papà zie ecc, mi sfilai il vestito, rimasi con i soli tacchi, allargai le gambe e feci ammirare la mia figa, rimasero di stucco, e poco dopo, mi abbracciarono e si complimentarono, poi feci una cosa che non si aspettavano, presi per mano papà, e mi stesi sul letto e gli dissi: papà scopami, tu sei il primo dopo mio marito, scopami, anche se non mi sborrerai, a quello ci penseranno i maschi presenti, ma tu devi essere il primo, voi poi lo seguirete, perché da domani diventerò una prostituta, sono d'accordo con mio marito i giorni e le sere che lui lavorerà in ospedale io batterò, e poco dopo mi padre mi montò, fece scivolare il suo cazzo nella mia nuova figa e mi pompò per parecchio tempo, poi mi voltai e gli donai il mio culo, poi fù il turno degli altri, che mi farcirono figa e culo, fù indimenticabile.
Ancora adesso che non sono più giovane, e che mio marito se n'è andato, ancora oggi che batto per strada, e che i miei clienti sono extracomunitari, o ragazzini, e che il mio protettore rumeno, spesso mi cede per orge sadomaso, ancora adesso mi ricordo dei bei giorni della mia castrazione, di come ero stretta, di che bella fighina avevo, non ora che che per sentire un po' di godimento mi devono infilare una mano in figa e una nel culo.
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