Piedi laccati sotto la cattedra

di
genere
feticismo

Altro racconto inventato su una delle professoresse per cui sbavo, quasi letteralmente. Mi presento, sono A. 18 anni e

feticista.

"Il solito casino" pensai, ovviamente con la prof A. Francesca la classe non riusciva a stare composta. C'era chi giocava col

telefono, chi parlava del più e del meno, chi era fuori "in bagno" e chi come me cercava di seguire distrattamente la

spiegazione tra una rista e l'altra con i miei compagni.

Ogni tanto buttavo lo sguardo oltre al banco per poter osservare i piedi della prof. Avrà avuto circa il 39, molto curati,

sempre avvolti in alti tacchi che la alzavano data la bassa statura. Ormai non era più giovanissima, tuttavia era ancora

piacente. Un seno molto abbondante e delle curve mozzafiato sul lato B. Lo ammetto a volte ho pensato a lei in certe serate

solitarie. Quel giorno portava delle decoltè beige che le coprivano appena le dita, e mi distrassi fissandole rapito, mentre

metteva in mostra i tendini muovendosi quà e la per scrivere le formule chimiche.

Il suono della campanella mi riportò alla realtà, era intervallo e tutti si precipitarono fuori, io stavo per uscire quando mi

chiamò in disparte
-Allora A., ti è piaciuta questa lezione?-
-Molto interessante prof- rispondo confuso
-Bene, però ti ho visto molto distratto, se hai qualche problema puoi parlarmene liberamente-
Io arrossisco -No, è solo che...ha davvero dei bei tacchi oggi- ormai l'ho detto e mi preparo per la risposta
Fortunatamente ride -Grazie mille, ed solo questo che ti distrae?-
Mi faccio forza, è una persona gentile, non credo andrebbe a dirlo in giro sputtanandomi -Bhe mi piacciono molto le

calzature femminili, e...anche i piedi-
Mi guarda un attimo stizzita, ma poi sorride e addolcisce l'espressione in viso -Tranquillo, è una cosa normale, sono gusti,

solo ti chiedo di fare più attenzione ok?-
-Grazie mille prof- sto per andarmene quando mi ferma
-Solo per curiosità, ti piacciono i miei?-
-Credo siano assolutamente favolosi, e i tacchi che mette li fanno risaltare ancora di più, senta, potrei vederli meglio?-

Un'ombra complice appare sul suo volto, si porta dietro alla larga cattedra e si siede. -Forza vieni, che aspetti? Te li

mostrerò se prometti di fare più attenzione alle mie lezioni-
"Prenderò molti 10 allora" pensai. Mi avviai alla cattedra e mi fece segno di accovacciarmi sotto di essa, per non essere visto

da eventuali compagni. Fortunatamente era molto spaziosa, ci stavo abbastanza comodo, ed essendo fissa al pavimento,

nessuno mi avrebbe visto.

Dopo essermi seduto sul pavimento lei si gira verso di me, sfortunatamente ha dei jeans, che evidenziano si le curve, ma

purtroppo non mi fanno dare nessuna occhiata là sotto. Si sfila i tacchi e vedo che l'interno è consumato nei punti in cui il

piede poggia. Li allunga verso di me, ma appena prima di essermi abituato al buio li sotto la campanella suonò, andai in

panico, provai a usicre, ma mi fece segno di rimanere li, evidentemente alcuni compagni erano rientrati in classe, sentivo le

loro voci. Ora sareri dovuto rimanere li sotto per tutta l'ora, non che la cosa mi spaicesse, per evitare di dover dare

parecchie spiegazioni.

Ormai mi ero abituato alla poca luce, e lei ancora non si era rimessa le scarpe. Aveva detto ai miei compagni che ero

impegnato in segreteria e che quell'ora avrebbero fatto esercizi al posto, così che lei potesse rimanere li seduta.
Mentre parlava muoveva i piedi che finalmente potevo vedere.

Aveva ancora un segno, poco visibile dei tacchi, la pelle abbronzata sul dorso sbiadiva e diventava molto chiara sulle piante

all'apparenza dure e lisce. Le dita affusolate terminvavano cone delle unghie laccate di rosso fuoco. Ho sempre adorato quel

colore, ed era davvero fantastico poter essere li ad ammirarlo. Ogni tanto muoveva le dita, le apriva, mettendo in mostra i

tendini che spiccavano sotto la pelle. Le vene appena visibili accarezzavano le curve dell'estremità fatata e mi persi per

almeno 20 minuti a fissarli. Ad un tratto ne allungò uno verso di me, magari non facendolo apposta, io non resistetti e lo

presi fra le mani. Notai il suo sussulto, ma non cercò di ritrarlo, anci lo spinse leggermente verso di me.

Ormai ero felicissimo. Accareza i piedi di Francesca in ogni loro parte. Erano soffici e lisci, anche se sul tallone la pelle si

inspessiva appena. Mi feci coraggio e ne portai uno alla bocca, il rosso itnenso dello smalto mi invitava, presi l'alluce e iniziai a

succhiarlo. Lei rimase sempre impassibile, io continuai, succhiando e leccando le altre dita per poi passare alla pianta.
si fece appena più sotto la cattedra per potermi dar modo di avvicinare meglio i piedi al viso, ormai erano completamente

bagnati dalla mia saliva. Continuavo, sorpreso dal fatto che nonsotante fosse stata in peidi tutto il giorno erano ancora

freschi e profumati.

La campanella suonò, e lei, tra una leccata e l'altra, salutò i miei compagni. "Non voglio finire qui" pensai. dopo ancora poco

tempo lei ritirò i piedi, si chinò e mi disse -Sei molto bravo a leccarli, devono paicerti molto vero?-
-Si prof, sono favolosi, la prego me li conceda ancora-
-Oggi ti farò un regalo, ma d'ora in poi solo se prenderai più di 9 potrai giocarci ancora-
-Va bene, ora mi dia il regalo la prego-
Lei sorrise, e disse -Bhe vedo che hai un'erezione, tira fuori e ti darò il mio regalo-
Io senza parole eseguii, il mio pene ormai completamente eretto fremeva per lei.
-Vediamo se ti paice così- in quello allungò il piede destro e lo poggiò per tutta la lunghezza del mio pene, iniziano un lento

movimento, su e giù, mentre con l'altro massaggiava delicatamente le palle.
Stavo godendo tantissimo, quando decise di prenderlo tra i suoi dolci archi, lisci e chiarissimi.
-Si...continui la prego, più veloce...- mugulavo
Lei si diede da fare e arrivai al culmine -ora ci sono...-
Accelerò il ritmo, e quando vide che ero li epr farlo disse -Forza, inondali!- quel tono mi fece eccitare oltre il limite e venni

copiosamente sui suoi piedi imbiancandoli. Non si puli, fece scivlare il tutto nei tacchi che tanto adoravo e se li rimise.
Io appagato uscii da sotto la cattedra e la rignrazia -è bravissima prof-
-Bhe questo potrò ricapitare solo se ti applicherai davvero, me lo prometti?-
-Tutto per i suoi piedi-
Ci salutammo con un abbraccio e da allora avemmo molti altri incontri. Inutile dire che la mia media miglioro davverò molto
di
scritto il
2016-10-26
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