Un bacio sulle mutandine di pizzo - il servizio
di
seta nera
genere
etero
L'appuntamento era per le 19, la scelta del vestito fu come sempre accurata, non potevo andare elegantissima, ma volevo qualcosa di speciale, compreso vestito e intimo.
Scelsi un tubino nero abbastanza semplice e abbastanza corto con le maniche trasparenti , fui anche abbastanza audace da indossare un completo intimo molto particolare,un perizoma in pizzo con piccoli strass sul retro.
Era l'imbrunire quando arrivai al suo studio e fui ricevuta dalla sua segretaria, aspettai seduta per qualche minuto e in quel breve lasso di tempo pensai a tutto, anche di alzarmi e andarmene senza dire niente. Sarebbe stato poco educato e poco professionale, ma i pensieri mi portavano in tutte le direzioni e alcune di queste erano pericolose.
-"Eccola, la aspettavo", disse lui affacciandosi alla porta.
-"Si accomodi, le mostro il mio studio".
Sembrava più freddo del giorno prima, almeno di quando lo ritrovai dietro di me al buio in quella stanza.
Mi mostrava il set, mi mostrava le luci, lo ascoltavo ma non ero attenta. Ci accomodammo nel suo ufficio cominciò a illustrarmi la sua idea.
-"Naturalmente ci saranno dei compensi per lei, derivanti dalla vendita del servizio ad alcune riviste, ma queste sono cose noiose, ne riparleremo in un altro momento. Le avevo chiesto come condizione che lei stessa posasse per le foto, ci ha pensato?"-
-"Sì, ci ho pensato, anche se non sono una professionista, è un'esperienza che mi piacerebbe provare".
-"Perfetto, mi fa piacere, se ha portato alcuni dei suoi vestiti, non ha voglia di provare qualche foto ora?".
-"Ora? No, veramente non saprei, ho i vestiti ma non so se posso ora."
-"Non si preoccupi, è solo una prova, il set è pronto, non è difficile".
-"Va bene, proviamo, ma sono in imbarazzo".
-"Facciamo delle prove col vestito che indossa ora, è bellissimo".
Avevo messo quel vestito per essere guardata, non lo potevo negare, così come non potevo negare che quella richiesta mi piaceva.
Cominciò a suggerirmi come posare, mi lasciai andare, facevo tutto quello che mi diceva.
Mi fece sdraiare sul divano, il vestito corto in quella posizione lasciava intravedere le mutandine, mi chiese di mostrarmi, sempre di più.
Mi chiese di fingere di sfilarmi le mutandine e guardarlo. Poi mi chiese di abbassarle davvero e di coprirmi con la mano. Poi di girarmi e guardare l'obiettivo con le mutandine di pizzo abbassate.
Feci tutto, mi lasciai andare, volevo che mi guardasse in mezzo alle gambe.
Fu in quel momento che squillò il cellulare e mi fece tornare di colpo alla realtà. Mi spaventai, corsi a rispondere, era il mio fidanzato.
Mi chiese quando tornavo, mi disse che gli mancavo. Non sapevo cosa rispondere, mi sentivo in colpa, qualche secondo prima mi stavo mostrando seminuda a un uomo e mi piaceva, ora la sua voce mi faceva male, mi sentivo eccitata e piena di colpe.
Decisi che era ora di smettere, chiesi di andare in bagno a rinfrescarmi, avevo persino voglia di piangere.
Poi però Andrea mi raggiunse, mi chiese che succedeva, lo vidi allo specchio che cercava di avvicinarsi a me. Appena sentii il contatto col suo corpo capii che non ero in grado di resistere. Cominciò ad accarezzarmi e a baciarmi.
I suoi baci sul collo erano leggeri con le mani scese e, alzandomi il vestito, mi abbassò le mutandine, mise il suo piede tra i miei e aprì le mie gambe.
Portò le mie mani sui bordi del lavandino facendomi piegare in avanti, si abbassò e mentre le sue mani scorrevano tra le mie gambe aperte, sentivo la sua lingua tra i miei glutei, le sue dita stuzzicavano il mio clitoride, mise due dita in bocca per bagnarle, le sentii dentro fino a farmi bagnare, risalì, tirò fuori il suo pene spinse i miei glutei verso di sé e mi spinse giù con la schiena. Ed eccolo dentro di me le sue mani sui miei fianchi accompagnavano le spinte, sciolse i miei capelli e tenendoli in mano raccolti, li tirò facendomi alzare lo sguardo. Vidi il mio viso avvolto dalla passione, ero eccitatissima e il respiro era affannato
-guarda, guardati, voglio che ti vedi mentre stai godendo, guardati e dimmi cosa vedi.
Continuava a spingere, era dentro di me, lo sentivo, lo sentivo muoversi ma non riuscivo a parlare.
Mi tirò a sé portando la mia schiena contro la sua pancia.
-ti piace ciò che vedi?
Feci sì con la testa, le parole non riuscivo a farle venir fuori.
Le sue dita sulla mia fica si muovevano velocissime, inarcai la schiena dal piacere, stavo per cedere.
Non sentivo più le gambe.
- guarda, guardati e fissa bene questa immagine in mente così che domani quando ti sentirai indolenzita saprai chi è stato.
Disse appoggiando la sua bocca sulla mia guancia.
Portai le mie braccia dietro il suo collo e in preda agli spasmi cercavo di muovermi ancora di più, tanto di più che misi le mani sulle sue per muoverle più veloci e poter esplodere di piacere.
Mi contorcevo dal piacere e Andrea non faticò poco nel riuscire a tenermi ferma, mi girò verso di lui, alzò la mia gamba e mi penetrò nuovamente. Strinse il mio seno forte tra le mani.
- dimmi quello vuoi e lo avrai.
- No.
Mi sollevò, mise le mie gambe attorno ai suoi fianchi e mi appoggiò contro il muro. L'impatto con la parete mi provocò dei forti brividi. Continuò a spingere forte.
- tu dimmelo
Disse a denti stretti contro la mia guancia.
- non posso.
Dissi a fatica
-Vuoi che smetta? Non ti piace? Magari il tuo fidanzato riesce a fare di meglio.
Disse continuando a muoversi e portando la sua bocca sul mio collo, spingendo più forte.
Con la mente volevo ribellarmi, non mi riconoscevo, ma non ero in grado di parlare o di muovermi, se non assecondando i suoi movimenti.
Volevo essere scopata, volevo lasciarmi andare, mi guardavo allo specchio e sentivo come mi possedeva, come aumentava il ritmo, volevo anche prolungare il piacere, ma non ce la facevo più.
Forse non volevo neppure ammettere che mi piacesse così tanto, non volevo dirglielo, ma alla fine il piacere esplose, fu un orgasmo intenso, quello non potei nasconderlo.
Lui se ne accorse, cominciò ad accarezzarmi tutta, rimasi in quella posizione per qualche secondo, cercando di riprendermi.
Avevo paura che se ne andasse senza dire niente o, ancora peggio, che mi baciasse e mi dicesse parole dolci. Fece entrambe le cose.
Uscii dal bagno completamente nuda, andai a rivestirmi, mi raggiunse e mentre rimettevo il vestito mi diede un bacio sulle mutandine di pizzo.
Scelsi un tubino nero abbastanza semplice e abbastanza corto con le maniche trasparenti , fui anche abbastanza audace da indossare un completo intimo molto particolare,un perizoma in pizzo con piccoli strass sul retro.
Era l'imbrunire quando arrivai al suo studio e fui ricevuta dalla sua segretaria, aspettai seduta per qualche minuto e in quel breve lasso di tempo pensai a tutto, anche di alzarmi e andarmene senza dire niente. Sarebbe stato poco educato e poco professionale, ma i pensieri mi portavano in tutte le direzioni e alcune di queste erano pericolose.
-"Eccola, la aspettavo", disse lui affacciandosi alla porta.
-"Si accomodi, le mostro il mio studio".
Sembrava più freddo del giorno prima, almeno di quando lo ritrovai dietro di me al buio in quella stanza.
Mi mostrava il set, mi mostrava le luci, lo ascoltavo ma non ero attenta. Ci accomodammo nel suo ufficio cominciò a illustrarmi la sua idea.
-"Naturalmente ci saranno dei compensi per lei, derivanti dalla vendita del servizio ad alcune riviste, ma queste sono cose noiose, ne riparleremo in un altro momento. Le avevo chiesto come condizione che lei stessa posasse per le foto, ci ha pensato?"-
-"Sì, ci ho pensato, anche se non sono una professionista, è un'esperienza che mi piacerebbe provare".
-"Perfetto, mi fa piacere, se ha portato alcuni dei suoi vestiti, non ha voglia di provare qualche foto ora?".
-"Ora? No, veramente non saprei, ho i vestiti ma non so se posso ora."
-"Non si preoccupi, è solo una prova, il set è pronto, non è difficile".
-"Va bene, proviamo, ma sono in imbarazzo".
-"Facciamo delle prove col vestito che indossa ora, è bellissimo".
Avevo messo quel vestito per essere guardata, non lo potevo negare, così come non potevo negare che quella richiesta mi piaceva.
Cominciò a suggerirmi come posare, mi lasciai andare, facevo tutto quello che mi diceva.
Mi fece sdraiare sul divano, il vestito corto in quella posizione lasciava intravedere le mutandine, mi chiese di mostrarmi, sempre di più.
Mi chiese di fingere di sfilarmi le mutandine e guardarlo. Poi mi chiese di abbassarle davvero e di coprirmi con la mano. Poi di girarmi e guardare l'obiettivo con le mutandine di pizzo abbassate.
Feci tutto, mi lasciai andare, volevo che mi guardasse in mezzo alle gambe.
Fu in quel momento che squillò il cellulare e mi fece tornare di colpo alla realtà. Mi spaventai, corsi a rispondere, era il mio fidanzato.
Mi chiese quando tornavo, mi disse che gli mancavo. Non sapevo cosa rispondere, mi sentivo in colpa, qualche secondo prima mi stavo mostrando seminuda a un uomo e mi piaceva, ora la sua voce mi faceva male, mi sentivo eccitata e piena di colpe.
Decisi che era ora di smettere, chiesi di andare in bagno a rinfrescarmi, avevo persino voglia di piangere.
Poi però Andrea mi raggiunse, mi chiese che succedeva, lo vidi allo specchio che cercava di avvicinarsi a me. Appena sentii il contatto col suo corpo capii che non ero in grado di resistere. Cominciò ad accarezzarmi e a baciarmi.
I suoi baci sul collo erano leggeri con le mani scese e, alzandomi il vestito, mi abbassò le mutandine, mise il suo piede tra i miei e aprì le mie gambe.
Portò le mie mani sui bordi del lavandino facendomi piegare in avanti, si abbassò e mentre le sue mani scorrevano tra le mie gambe aperte, sentivo la sua lingua tra i miei glutei, le sue dita stuzzicavano il mio clitoride, mise due dita in bocca per bagnarle, le sentii dentro fino a farmi bagnare, risalì, tirò fuori il suo pene spinse i miei glutei verso di sé e mi spinse giù con la schiena. Ed eccolo dentro di me le sue mani sui miei fianchi accompagnavano le spinte, sciolse i miei capelli e tenendoli in mano raccolti, li tirò facendomi alzare lo sguardo. Vidi il mio viso avvolto dalla passione, ero eccitatissima e il respiro era affannato
-guarda, guardati, voglio che ti vedi mentre stai godendo, guardati e dimmi cosa vedi.
Continuava a spingere, era dentro di me, lo sentivo, lo sentivo muoversi ma non riuscivo a parlare.
Mi tirò a sé portando la mia schiena contro la sua pancia.
-ti piace ciò che vedi?
Feci sì con la testa, le parole non riuscivo a farle venir fuori.
Le sue dita sulla mia fica si muovevano velocissime, inarcai la schiena dal piacere, stavo per cedere.
Non sentivo più le gambe.
- guarda, guardati e fissa bene questa immagine in mente così che domani quando ti sentirai indolenzita saprai chi è stato.
Disse appoggiando la sua bocca sulla mia guancia.
Portai le mie braccia dietro il suo collo e in preda agli spasmi cercavo di muovermi ancora di più, tanto di più che misi le mani sulle sue per muoverle più veloci e poter esplodere di piacere.
Mi contorcevo dal piacere e Andrea non faticò poco nel riuscire a tenermi ferma, mi girò verso di lui, alzò la mia gamba e mi penetrò nuovamente. Strinse il mio seno forte tra le mani.
- dimmi quello vuoi e lo avrai.
- No.
Mi sollevò, mise le mie gambe attorno ai suoi fianchi e mi appoggiò contro il muro. L'impatto con la parete mi provocò dei forti brividi. Continuò a spingere forte.
- tu dimmelo
Disse a denti stretti contro la mia guancia.
- non posso.
Dissi a fatica
-Vuoi che smetta? Non ti piace? Magari il tuo fidanzato riesce a fare di meglio.
Disse continuando a muoversi e portando la sua bocca sul mio collo, spingendo più forte.
Con la mente volevo ribellarmi, non mi riconoscevo, ma non ero in grado di parlare o di muovermi, se non assecondando i suoi movimenti.
Volevo essere scopata, volevo lasciarmi andare, mi guardavo allo specchio e sentivo come mi possedeva, come aumentava il ritmo, volevo anche prolungare il piacere, ma non ce la facevo più.
Forse non volevo neppure ammettere che mi piacesse così tanto, non volevo dirglielo, ma alla fine il piacere esplose, fu un orgasmo intenso, quello non potei nasconderlo.
Lui se ne accorse, cominciò ad accarezzarmi tutta, rimasi in quella posizione per qualche secondo, cercando di riprendermi.
Avevo paura che se ne andasse senza dire niente o, ancora peggio, che mi baciasse e mi dicesse parole dolci. Fece entrambe le cose.
Uscii dal bagno completamente nuda, andai a rivestirmi, mi raggiunse e mentre rimettevo il vestito mi diede un bacio sulle mutandine di pizzo.
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