Bruna la seduttrice
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BRUNA LA SEDUCENTE
Avevo il desiderio di trascorrere una breve vacanza al mare in Sardegna, decisi di fittare un appartamentino presso dei privati, ne trovai uno che mi piacque, tramite un annuncio pubblicato su internet, era vicino al mare, aveva un bel giardino e degli alberi alti che gli facevano ombra. Lo prenotai per gli ultimi 10 giorni di luglio. Ero contento di quella scelta.
Il mare distava solo a cinquanta metri dall'abitazione.
Sbarcai di mattino a Olbia, avevo viaggiato tutta la notte. Quando giunsi con l'auto nel paese, mi aspettava Tony, il figlio della proprietaria della villetta, aveva gli occhi marroni come me, ci distingueva il colore dei capelli, i miei castani ed i suoi neri e l'altezza lui era alto m 1,75 ed io m 1,80.
C'incontrammo nella piazza principale, ci presentammo, mi accompagnò alla villetta e mi mostrò l'appartamentino dove dovevo alloggiare. Era un giovane sulla ventina di bell'aspetto con un fisico asciutto, simpatico ed affabile. Mi disse:
“se hai bisogno di qualsiasi cosa, io e mia mamma abitiamo sopra e saremo sempre a tua completa disposizione”.
La villetta a due piani era abbastanza grande, la mia abitazione era ubicata a piano terra e composta da un grande soggiorno ammobiliato, angolo cottura con il frigo e stanza da bagno. Una ampia porta dava direttamente su una veranda esterna.
Incominciai ad aprire i bagagli e sistemai gli abiti alla meglio.
Era quasi l'ora di pranzo e dimenticai che non avevo ancora fatto la spesa. Uscii per comprare qualcosa e mi ritirai poco dopo.
Verso le 14:30 sentii una macchina avvicinarsi, era quella della padrona di casa che rientrava.
Mi vide si presentò disse:
“Buongiorno sono la signora Bruna”.
Aveva pressappoco quarantanni non molto alta con un fisico ben proporzionato, capelli neri molto ondulati, carnagione olivastra, occhi color ambra e un bel viso dai tratti quasi arabi, un po' trascurata nel suo look, aveva ancora indosso una divisa da lavoro.
Le risposi:
“Piacere, mi chiamo Luca”
Mi disse che poi ci saremmo visti più tardi e se avessi avuto bisogno mi avrebbe dato delle spiegazioni che desideravo.
Si avviò su per le scale ed entrò nel suo appartamento dove l'attendeva il figlio per pranzare assieme.
Sentii dire:
“ti ho detto di non aspettarmi per mangiare, non ti preoccupare per me!”
Tony le rispose che a lui faceva piacere aspettarla e consumare il pasto insieme a lei. Così lei si acquietò.
Andai a dormire e mi svegliai dopo le 17:00.
Uscii fuori sulla veranda e vidi la proprietaria su in terrazza che stendeva il bucato e chiesi di parlarle, lei mi disse che sarebbe scesa poco dopo.
Dopo circa trenta minuti scese, mi disse che doveva fare delle commissioni in paese e che sarebbe tornata verso le 19:30. Le chiesi solo dove poter mangiare quella sera, lei mi rispose:
“se le fa piacere, questa sera può essere mio ospite, possiamo cenare assieme sul terrazzo, la sera qui si sta bene, è fresco, così le spiego meglio, dove andare e i più bei posti da visitare”. Accettai l'invito dicendole che avrei portato io qualcosa da bere.
Pensai che Bruna ma anche il figlio fossero molto ospitali, persone molto alla mano e gentili.
Ero capitato proprio nel posto giusto.
Alle 19:30 Bruna rientrò, mi disse che andava su a preparare e di raggiungerla verso le 20:00 .
Era quasi orario e vidi Bruna sul terrazzo che preparava il tavolo. Le chiesi da giù se potevo aiutarla, lei mi disse di salire su.
Presi due bottiglie di vino bianco dal frigo ed andai su.
La porta era aperta e Bruna mi fece accomodare all'interno.
Sembrava tutta un'altra persona, era truccata ed i suoi bei lineamenti erano evidenziati da un trucco leggero. Quella sera portava un bell'abito con scollo a V che aveva diversi disegni a fantasia rosa. Entrai e vidi l'appartamento, era arredato con mobili moderni, e con molto stile. Dall'ampio terrazzo si poteva vedere il mare, era molto suggestivo stare in quel luogo al tramonto. Il vento che veniva dal nord rinfrescava l'aria, non sembrava quasi estate, la natura era lussureggiante. Il mare assumeva diverse tonalità di verde a seconda l'ora del giorno e di come spirava il vento. Le dissi che mi piaceva la camera ampia dove abitavo, e che dal suo terrazzo si godeva una magnifica vista. Lei mi fece accomodare; io aprii una bottiglia di vino e l'altra lei la mise in frigo.
Sentivo venire dalla cucina un buon odore. Non sapevo cosa avrei cenato. Bruna dopo un po' si presentò a tavola con un bel pesce cotto al forno con un contorno di insalata mista.
Le feci i complimenti perché il pesce aveva un bell'aspetto ed anche un bel profumo di mare. Lei mi disse che suo fratello aveva una pescheria in paese, di tanto in tanto le portava qualche pesce fresco di giornata.
Incominciammo a mangiare, il pesce era freschissimo cotto bene e squisito. Le versai da bere e le dissi:
“brindiamo alla nostra conoscenza, se vuoi possiamo darci del tu, poiché penso che siamo coetanei”.
Bruna mi guardò, e disse:
“va bene Luca alla nostra conoscenza”.
Dopo cena ci mettemmo comodi sul terrazzo dove lei aveva un divanetto per due persone, che era rivolto verso il mare. La brezza del mare le scompigliava un po' i capelli, e lei se li rimetteva a posto con una gestualità elegante.
Incominciammo a parlare e mi feci spiegare dove andare a mare e quali fossero i posti più belli da vedere nei dintorni e quali dove poter fare un po' di pesca subacquea. Poi discorrendo disse che viveva con suo figlio e che era rimasta vedova da due anni e fittava la casa per arrotondare le entrate. In quel periodo ero l'unico inquilino. A causa della crisi economica era difficile fittare a luglio anche l'appartamento adiacente alla mia camera.
Il figlio andava a lavorare a qualche chilometro di distanza. Faceva il cameriere in un ristorante sul mare e lavorava dal tardo pomeriggio fino a notte inoltrata ogni giorno, mentre lei faceva il lavoro di cameriera in un complesso alberghiero dove prestava il lavoro part time fino alle 14:00 e solo per il periodo estivo.
Poi inaspettatamente lei cambiò espressione e con un sorriso triste, mi incominciò a parlare di sé. Mi disse che aveva perso i genitori quando era molto giovane e che le mancava la figura paterna. Probabilmente per questo motivo aveva sposato un uomo molto più anziano di lei. Lo aveva amato molto ed ora con la sua morte era venuto meno anche il suo affetto. Sentiva molto la mancanza di un uomo accanto a lei. Io le parlai di me le dissi che ero insegnante e della mia separazione da mia moglie, fu un colloquio molto lungo ed intenso pieno di frasi che evidenziavano il suo animo sensibile. Alla fine le scese una lacrima ed io l'abbracciai quasi fraternamente dicendole:
“Ciò che stai vivendo, la tristezza e la sofferenza, è più che normale purtroppo, ma credimi col tempo il tuo dolore si attenuerà. Tuo marito non c'è più e te ne devi fare una ragione”. Le diedi un bacio sulla guancia, ed assaporai il dolce e caldo sale della sua lacrima, prima che arrivasse sulle sue labbra.
Lei mi rispose:
“Luca mi ha fatto molto bene parlare con te, volevo sfogarmi, l'ho fatto, ora mi sento meglio, anzi ora vado a mettere un po' di musica voglio terminare questa serata in allegria”.
Si allontanò un attimo e dalla sua stanza sentii provenire una dolce musica solo per pianoforte. Arrivò sul terrazzo e mi chiese se mi piaceva questo genere di musica, il pianista era Burt Bacharach, convenni che era molto distensiva e melodiosa. Lei si sedette vicino a me sul divano e mi chiese scusa del suo sfogo. Io le risposi che mi sentivo già come un suo vecchio amico e che lei mi stava molto a cuore anche se la conoscevo solo da poche ore.
C'era qualcosa che ci attraeva entrambi.
Bruna le dissi:
“sei una bella donna devi uscire da questo tunnel, se lo desideri ti posso aiutare a tirare fuori tutto ciò che hai dentro, penso che tu non l'abbia mai fatto con nessuno, vedrai che poi starai meglio e la tua vita incomincerà a cambiare piano piano. Devi incominciare a sorridere alla vita!”.
Lei mi guardò con i suoi begli occhi dolci e con quella voce un po' roca mi confidò:
“sei una persona particolare con te mi sono subito aperta, non ho avuto remore, ti ho aperto il mio animo corroso dalla tristezza infinita. Ti ritengo una persona molto cara”.
Io le presi la mano, gliela strinsi e l'accarezzai. Stemmo così per un breve periodo ascoltando la musica, lei incontrando il mio sguardo mi comunicò che era contenta che io stessi ora vicino a lei. Ma io sentivo dentro di me qualcosa di forte che lei mi trasmetteva. Quello che mi attraeva di Bruna erano le labbra carnose, il suo bel sorriso, il suo sguardo penetrante, e quella sua voce calda e sensuale un po' roca. Ogni volta che parlava, lei penetrava il mio io e si metteva in sintonia con la mia anima.
Le diedi un bacio sulla guancia e le versai da bere, brindammo di nuovo, stavamo seduti vicino, provavo un po' di imbarazzo perché sentivo dentro di me delle forte emozioni.
Fui esplicito e glielo dissi.
“Bruna anche se ci conosciamo da poco tempo, quando parlo con te, il calmo e dolce suono della tua voce mi trasmette un piacevole turbamento, potrei stare ore ad ascoltarti, sei deliziosamente coinvolgente, mi susciti delle forti emozioni”.
Lei mi rispose:
“anch'io sento qualcosa che pervade il mio animo, una sensazione strana. Tu mi piaci molto Luca, io non sono molto razionale anzi sono istintiva e delle volte ho quasi paura delle decisioni che prendo. Razionalmente dovrei andare con i piedi di piombo, non desiderare di avere altri dolori dalla vita, ne tanto meno volermeli procurare. Non ho più la forza di soffrire, sto vivendo un momento in cui sono fragile, e non riuscirei a superare una delusione. Ma rifacendomi ad un pensiero di Jim Morrison: Rifiutarsi di amare per paura di soffrire è come rifiutarsi di vivere per paura di morire.
Allora mi lascio travolgere dalle circostanze, perché sono fatta così, non conosco mezze misure”.
“Non ti preoccupare”
la rassicurai,
“ci siamo soltanto detto quanto stavamo provando l'uno per l'altro, è stato un momento magico. Ed io ti ho sentita molto vicina a me. Condivido il tuo modo di pensare.”
La musica terminò, io l'abbracciai e ringraziai per la bella serata trascorsa insieme, le diedi un altro bacio sulla guancia e le augurai la buona notte.
Andai in camera, ma ebbi difficoltà ad addormentarmi, Bruna come un fulmine era entrata nella mia vita, già provavo un sentimento forte per lei.
Mi addormentai molto tardi, quei discorsi e specialmente Bruna mi avevano turbato. Avendo dormito poco, quando mi svegliai il mattino seguente, mi sentivo come uno straccio.
Verso le 9:00 m'incamminai verso il mare vicino casa, stetti circa tre ore e tornai a casa, feci un po' di spesa nel paese, poi verso l'ora di pranzo mangiai un panino con una birra, per non cucinare e sporcare la cucina.
Mi sentivo ansioso ogni tanto guardavo l'orologio, ero consapevole che aspettavo Bruna che tornasse dal lavoro, mi mancava già la sua presenza. Salutai Tony che intanto si era affacciato sul terrazzo per sbirciare se la madre arrivasse, poi sentimmo un rombo d'auto ed apparve Bruna. Il cuore mi palpitava forte, non riuscivo a controllarmi, la salutai e le dissi: “bentornata”.
Lei mi salutò guardandomi intensamente negli occhi, e si allontanò andando su per le scale.
Andai a riposarmi per recuperare un po' di sonno, mi svegliai verso le 17:30, mi alzai quasi in fretta, mi feci una doccia per rinfrescarmi ed uscii fuori la veranda a leggere un po', dopo circa un'ora sentii che dal terrazzo veniva la musica della sera precedente, era lo stesso C.D. che Bruna aveva rimesso.
La chiamai dal basso, lei subito si affacciò e mi fece cenno di salire, rapidamente mi ritrovai nel suo appartamento, le chiesi come stava e come fosse andato il lavoro.
Bruna mi guardò intensamente, mi rispose con garbo che il lavoro l'aveva un po' stancata e aggiunse:
“ho pensato molto a te mentre lavoravo, desideravo non farlo ma tu eri presente nella mia mente...”
non finì di parlare che le dissi:
“anch'io ho pensato molto a te, prima di andare a dormire la notte scorsa. Oggi ho aspettato con ansia che tu tornassi dal lavoro, desideravo rivederti, mi sei mancata molto”.
Ci stringemmo fortemente le mani, e guardandola nei suoi begli occhi le chiesi se non avesse impegni per la sera, poiché era mia intenzione di invitarla fuori per cena.
Lei accettò ma ad una condizione, disse che preferiva rimanere a casa e che anche una pizza sarebbe andata bene, era molto tempo che non la mangiava. Rimanemmo d'accordo così, la salutai e le dissi:
“vado in paese a fare un po' di spesa e poi torno per l'ora di cena”. Mi avviai verso la mia camera per cambiarmi. Andai a comprare dell'altro vino e poi tornai a casa per metterlo in frigo.
Lei mi vide dal terrazzo e mi salutò, le chiesi che tipo di pizza le avrei dovuto portare, mi rispose che preferiva quella con i frutti di mare.
Quando tornai con delle belle pizze fumanti e con un gradevole profumo, lei aveva già imbandito la tavola, ci sedemmo ed incominciammo a mangiarle.
Il vino era lo stesso della sera precedente. Un vermentino bianco.
Versai il vino, ci guardammo con gli occhi pieni di desiderio l'uno per l'altra, e ne bevemmo un po'.
Terminate di mangiare le pizze, Bruna portò a tavola una fetta d'anguria. Era appetitosa e gustosa poiché era fredda e dolce.
Scesi giù nella mia camera mentre lei metteva a posto un po' la cucina. Salii dopo pochi minuti e lei mi accolse dicendomi: “stammi vicino mentre lavo i piatti”.
L'abbracciai, lei girò la testa e mi diede un bacio. Mi disse:
“ora fermati altrimenti non capisco più nulla.”
Andai sul terrazzo versai un po' di vino nei bicchieri e glielo portai, lo bevemmo, era bello fresco, poi lei mi disse:
“accomodati vengo subito”.
Mi raggiunse poco dopo, la vedevo più bella quella sera. Poi si allontanò di nuovo e mise un C.D. di canzoni melodiche, quando tornò, ci guardammo intensamente, ci sedemmo vicino ed io le strinsi la mano, lei mi sussurrò:
“andiamo dentro voglio ballare un po', mi da fastidio che qualcuno possa vederci sul terrazzo mentre balliamo”.
Incominciammo a ballare, la luce nella casa era quella che proveniva dal terrazzo, era quasi soffusa. Le tenevo la mano stretta e l'abbracciai forte a me, lei mi accarezzava la testa, con le sue mani affusolate, mi avvicinai al suo viso e le misi la mano nei capelli, chiuse gli occhi e io le baciai le labbra, le guance, il collo e poi di nuovo la bocca, mi fermai con le mie labbra sulle sue, per la prima volta le nostre lingue si incontrarono, la sua bocca era bella calda e desiderosa di baci. Era così dolce quella sensazione, la staccai un attimo da me e la guardai negli occhi, avevamo assunto l'aspetto delle persone innamorate, anch'io avevo perso la testa e mi facevo trascinare da quelle emozioni bellissime.
Bruna mi disse:
“non so cosa mi stia succedendo, ma io non riesco più a controllarmi, mi sento attratta da te e ti desidero”.
“Ti desidero anch'io Bruna”.
Mentre ballavamo io la strinsi forte a me e lei sentì la mia forte presenza contro di lei e si strinse di più a me. Le piaceva quella sensazione.
Poi all'improvviso, mi prese per mano, e mi disse:
“vieni con me”.
Chiuse la porta d'ingresso e andammo nella sua camera da letto. Mi diede un bacio caldissimo e con gli occhi da innamorata mi sussurrò:
“Ti desidero moltissimo, ho voglia di te”.
Mentre si accingeva a spogliarsi mi chiese di girarmi, lo feci ed aspettai che lei si denudasse, poi si mise subito sotto le lenzuola, mi spogliai anch'io e la raggiunsi nel letto.
Mi attendeva, sentivo che era ansiosa, il desiderio era forte. Le chiesi se dovevo prendere qualche precauzione, lei mi guardò con gli occhi dell'amore e mi disse di poter stare tranquillo. Mi strinse la mano e sentivo che la voglia di fare l'amore in lei era altissima.
Il profumo del suo corpo inebriava la mia mente. Lei giaceva supina mentre le baciavo le labbra, incominciai a carezzarle il seno ed a tormentarglielo deliziosamente, era bello sodo, mi avvicinai e glielo baciai e glielo leccai, lei incominciava a mugolare con gli occhi chiusi, scesi con la mia mano vicino al suo pube, lei chiuse subito le gambe, aveva un po' vergogna pensai, allora le accarezzai di nuovo il seno, le leccai ed accarezzai i suoi capezzoli eccitati e turgidi come nocciole di colore scuro, erano sensuali, somigliavano a quelli di un piccolo biberon.
Sentivo che lei fremeva, le sue grandi labbra erano custodi del massimo piacere, io conoscevo la password per entrarvi, la parola era amore, gliela comunicai con gli occhi, ed ebbi accesso al suo paradiso, scesi di nuovo con la mano sul pube e questa volta mi incuneai con le dita. Era già umida. Dal seno scesi a baciarle il suo monte di Venere. Uno spettacolo indimenticabile, un triangolo nero e cespuglioso, impressi quella immagine nella mia mente, rimasi quasi ipnotizzato, mi feci largo con le dita per stimolarle il clitoride e lei subito ebbe uno spasmo, incominciai a leccarglielo era così bello duro e molto pronunciato, mentre la mia lingua lo assaporava, la penetrai con il dito medio, lei ebbe un sussulto, vidi che era molto timida e che si doveva sbloccare, allora mi fermai e risalii per baciarle la bocca, le sue labbra erano morbide e sensuali, la stringevo forte a me, le baciai di nuovo il seno e poi glielo palpai, a lei piaceva moltissimo, mi disse:
“continua così mi piace, ti desidero molto”.
Le incominciai ad accarezzare il suo clitoride, che attendeva con ansia di essere baciato, lo sfioravo delicatamente, la facevo gemere dal desiderio, lei ora era tutta bagnata dei suoi umori, le misi due dita dentro la vagina per stimolarla e lei allargò le gambe, ora affondavo tutta la mia testa nella sua vagina, e la stavo leccando quasi selvaggiamente, era così che le piaceva, i suoi umori avevano un sapore agrodolce, le succhiavo il clitoride e lei mugolava fortissimo, era pronta per l'amplesso, ora muoveva il bacino in modo forsennato, avevo voglia anch'io e la penetrai, favorì la penetrazione flettendo il bacino verso il mio pube, ebbe un fremito, incominciai a muovermi dentro di lei, lei mi stringeva fortissimo, ora le sue gambe erano avvinghiate alla mia schiena, ero tutto dentro di lei, era ubriaca di piacere, il suo corpo era un vulcano in eruzione, si muoveva con il suo bacino velocemente stava per venire la sentii gemere “si, ora si”, in quel momento venni pure io e rimanemmo così abbracciati e ci baciammo.
Un dolce e frenetico piacere si era impossessato dei nostri corpi. Ci guardammo negli occhi e poi ci baciammo di nuovo, feci per scostarmi ma lei chiuse le gambe e lo tenne stretto dentro di sé. La riempii di baci e poi dopo poco lei mi lasciò uscire, stemmo cosi supini sul letto con le mani nelle mani a contemplarci. Io pensavo ho desiderato questo momento perché provo amore per Bruna.
Lei quasi intuì quali fossero i miei pensieri e mi disse:
“Luca ho fatto sesso con te ma solo per amore, forse sono innamorata di te e sentivo in me questo desiderio forte. Altrimenti non sarei stata capace di farlo”.
Le risposi:
“è stato qualcosa di bello che abbiamo desiderato entrambi perché c'è qualcosa di forte che sentiamo l'uno per l'altra. Con te ho provato delle emozioni molto belle, questo perché ti sento intensamente nel mio cuore”. nel dirle ciò la baciai.
Avevamo ancora voglia di stare insieme. Stemmo abbracciati per un po' di tempo e ci scambiavamo dolci effusioni.
Bruna era lì che mi accarezzava. Era stupenda, la inondai di baci, il mio cuore palpitava solo per lei.
Ci trasmettevamo con gli sguardi il nostro desiderio di fare ancora l'amore. Lei mi disse:
“fai quello che più desideri fare, io non ho tabù, lo faccio solo per amore e perché lo desidero, ho voglia di te”.
Mi diede un bacio caldissimo e voluttuoso che mi fece accentuare la voglia matta che avevo.
Passò nella mia mente la frase che mi aveva appena detto. “io non ho tabù”. Pensai che forse le sarebbe piaciuto avere rapporti anali, la feci girare le allargai le gambe. Lei mi disse:
“aspetta torno fra poco”.
Si allontanò e tornò dopo 5 minuti. Quando tornò aveva in mano un vasetto con una crema, mi guardò e mi disse:
“non so se ci può essere utile”.
La baciai e ribaciai non ero capace di staccarmi dalla sua bocca mi piaceva moltissimo.
Si rimise a pancia in giù, la incominciai a stimolare mettendole prima un dito nella sua vagina e poi glielo passai delicatamente vicino al suo ano, vidi che le piaceva, glielo baciai, si era lavata da poco, profumava di fresco, le misi un dito dentro e subito me lo strinse, la stimolai un po' con due dita , non aveva provato nessun male, glielo leccai e la sentii mugolare, le piaceva tantissimo, si mise in ginocchio con la schiena abbassata, così potevo leccarglielo meglio, mentre glielo leccavo, le stimolavo con le dita il suo clitoride, la sentivo godere di piacere, diceva:
“mi piace hmmm hmmm non ti fermare”.
Era rapita nel sentire il mio tocco morbido ma deciso. Presi un po' di crema dal vasetto e gliela spalmai sull'ano e un po' dentro, lei incominciava a contorcersi, era molto sensibile, misi anche un po' di crema sul mio pene, ero in piedi mentre lei era sul bordo letto con le ginocchia sul materasso e la schiena curva mantenendo con le mani i suoi glutei aperti. Le dissi:
“rilassati, non stare tesa”
Le stavo dietro le massaggiai un po' i glutei e lei si rilassò, ma era ancora un po' tesa, pian piano glielo misi dentro e lo accolse con dei gridolini di gioia, poi quando le fui completamente all'interno, lei tolse le mani dai suoi glutei e strinse i muscoli dello sfintere. Ora lo sentiva fortissimo dentro, anche io provavo delle sensazioni bellissime, si muoveva ritmicamente con le sue rotondità posteriori verso di me, prendemmo lo stesso ritmo, mi piaceva moltissimo fare l'amore così ed anche lei godeva come una matta, sentii gridarla ma soffocatamente, si sfregava il clitoride, aveva degli spasmi ed ebbe subito un orgasmo, io mi fermai un attimo per far durare l'amplesso più a lungo, poi incominciai di nuovo piano piano ma sentivo anch'io il bisogno di venire. Incominciai allora a prenderle i fianchi con le mani e farlo entrare tutto dentro ma in maniera molto forte, questa volta la tirai in maniera da cingerla e stringerla vigorosamente verso di me, ora la penetravo forsennatamente, lei mentre si masturbava, diceva:
“godo moltissimo”.
Stavo per avere l'orgasmo la strinsi così forte a me da farle quasi male, le spruzzai tutto il mio seme caldo dentro, nello stesso istante lei gemendo spinse il suo ano verso di me in maniera compulsiva e venne. Mi strinse cosi forte il pene che stava quasi per strizzarmelo. Le rimasi dentro un po', le baciai le spalle era piacevole starle dentro, poi lo tirai fuori lentamente. Lei si girò e mi diede un bacio dicendomi:
“ho goduto moltissimo, lo voglio fare ancora così, mi piace. Sono delle sensazioni indescrivibili. Sono ancora tutta eccitata”.
Ci stendemmo vicino e ci baciammo sulle labbra, poi vidi il suo cuscino che aveva ancora i segni dei morsi che lei nella foga dell'orgasmo gli aveva inferto.
La camera era rischiarata solo dal chiarore della luna, dalla finestra si vedeva solo uno spicchio di cielo. Vedevo il suo corpo nudo, ma la mia attenzione era focalizzata su i suoi occhi che mi avevano stregato.
Avevamo ancora voglia, ma dovevo riprendere fiato ed energia, andai in bagno a sciacquarmi un po', dopodiché riposai vicino a lei per una mezz'ora circa. Poi le dissi:
“sei splendida Bruna ti desidero”.
Bruna mi disse voglio leccarti anch'io un po'.
Incominciò a baciarmi le labbra e poi tutto il corpo, arrivò al pene e lo prese in bocca delicatamente lo leccò e con movimenti delicati se lo metteva in bocca e poi lo leccava. La fermai a tempo, ero su di giri e stavo per venire. Le dissi:
“fermati un attimo voglio venire assieme a te, questa sera ti voglio fare impazzire di godimento”.
“mantieni sempre le promesse?”
sorridendo, le risposi:
“spero di si, aspettami torno subito”.
Scesi un attimo giù a prendere dei preservativi. Risalii su e mi misi vicino a lei, la incominciai a baciare sulle labbra, sentivo la sua lingua muoversi vorticosamente nella mia bocca, la stringevo forte a me mentre, avevo la mia mano sulla sua vagina e le mie dita le stimolavano il clitoride, era tutta calda e bagnata, i suoi umori la lubrificavano moltissimo. Le dissi:
“mettiti come prima”.
Quando lei si mise in posizione indossai un preservativo molto sottile, desideravo che l'amplesso durasse il più a lungo possibile. Le incominciai a stimolare l'ano e poi le passai un po' di crema, la passai anche sul mio preservativo. Questa volta subito la penetrai, lei rimase quasi incredula e stupita, non c'era stato attrito ero entrato molto facilmente. Non si era accorta che mi ero messo il preservativo, incominciai a penetrarla con forza. Sentivo piacere ma era attenuato dal preservativo. Lei diceva:
“è bellissimo fammi godere molto”.
La sentivo ansimare, incominciai allora ad aumentare il ritmo, i battiti del mio cuore erano molto accelerati, non mi fermai sentivo che lei smorzava volutamente le grida di gioia, era gemente.
Lei girò il viso e mi guardò quasi incredula, disse:
“amore mio mi stai facendo impazzire”.
Dovevo farla godere al massimo. Con voce quasi sommessa e ansimando bisbigliò:
“si sto venendo”.
Io non mi fermai, lei si stringeva le tette si metteva le dita in bocca poi se le passava sul clitoride eccitandosi al massimo, mentre spingeva il suo sedere più forte verso di me, non riusciva più a non gemere forte, diceva “ ah si, ah si, ah ahaha si, si, che piacere” ebbe un orgasmo indescrivibile ora girando un po' la testa mi guardava quasi supplicandomi di continuare, sapeva che non ero ancora venuto.
Lei non ce la faceva più era quasi senza forze ma mi disse con voce quasi lacerante:
“fammi venire come prima”. Le tolsi il pene da dentro e lei mi guardò stupefatta, mi tolsi il preservativo, mi misi della crema e la penetrai di nuovo tenendole forti i fianchi, stavo tutto dentro di lei e spingevo fortemente, i miei movimenti aumentarono, la mia energia sessuale si era amplificata, la stavo facendo quasi male ogni colpo che le davo penetrandola lei gridava di gioia, quando lei disse quasi stravolta “si cosi, così, sto per venire”, stava quasi sbavando aveva la bocca aperta e gli occhi quasi fuori dalle orbite, le dita sul suo clitoride avevano assunto un ritmo infernale, le fiamme del piacere ci avevano avvolto, in quel momento la tirai fortemente vicino a me, i suoi erano gemiti di passione che finalmente esternava ad alta voce, gridammo di gioia quasi all'unisono e le venni finalmente dentro. Era stato bellissimo, però ero esausto avevo dato tutto me stesso in questo amplesso. Le tolsi il mio pene da dentro e lei si accasciò sul letto. Mi guardava con gli occhi spalancati ed estasiati. Dopo un po' mi disse baciandomi: “ti voglio bene Luca ho goduto come non mai.”
Io le risposi:
“L'amore che abbiamo fatto questa sera spero che ti darà la linfa vitale a superare la tristezza che porti dentro, con te ho provato, attraverso un'apoteosi di emozioni, il vero amore, il mio cuore ora non è più randagio.”. Lei guardandomi con gli occhi pieni di lacrime e di gioia baciandomi mi sussurrò:
“Sei come un raggio di sole entrato nella mia vita, il mio cuore ha incominciato di nuovo a palpitare d'amore. Ti adoro Luca ”.
La nostra storia continua ancora, io ho chiesto il trasferimento in Sardegna per poi vivere con il mio amore Bruna.
Avevo il desiderio di trascorrere una breve vacanza al mare in Sardegna, decisi di fittare un appartamentino presso dei privati, ne trovai uno che mi piacque, tramite un annuncio pubblicato su internet, era vicino al mare, aveva un bel giardino e degli alberi alti che gli facevano ombra. Lo prenotai per gli ultimi 10 giorni di luglio. Ero contento di quella scelta.
Il mare distava solo a cinquanta metri dall'abitazione.
Sbarcai di mattino a Olbia, avevo viaggiato tutta la notte. Quando giunsi con l'auto nel paese, mi aspettava Tony, il figlio della proprietaria della villetta, aveva gli occhi marroni come me, ci distingueva il colore dei capelli, i miei castani ed i suoi neri e l'altezza lui era alto m 1,75 ed io m 1,80.
C'incontrammo nella piazza principale, ci presentammo, mi accompagnò alla villetta e mi mostrò l'appartamentino dove dovevo alloggiare. Era un giovane sulla ventina di bell'aspetto con un fisico asciutto, simpatico ed affabile. Mi disse:
“se hai bisogno di qualsiasi cosa, io e mia mamma abitiamo sopra e saremo sempre a tua completa disposizione”.
La villetta a due piani era abbastanza grande, la mia abitazione era ubicata a piano terra e composta da un grande soggiorno ammobiliato, angolo cottura con il frigo e stanza da bagno. Una ampia porta dava direttamente su una veranda esterna.
Incominciai ad aprire i bagagli e sistemai gli abiti alla meglio.
Era quasi l'ora di pranzo e dimenticai che non avevo ancora fatto la spesa. Uscii per comprare qualcosa e mi ritirai poco dopo.
Verso le 14:30 sentii una macchina avvicinarsi, era quella della padrona di casa che rientrava.
Mi vide si presentò disse:
“Buongiorno sono la signora Bruna”.
Aveva pressappoco quarantanni non molto alta con un fisico ben proporzionato, capelli neri molto ondulati, carnagione olivastra, occhi color ambra e un bel viso dai tratti quasi arabi, un po' trascurata nel suo look, aveva ancora indosso una divisa da lavoro.
Le risposi:
“Piacere, mi chiamo Luca”
Mi disse che poi ci saremmo visti più tardi e se avessi avuto bisogno mi avrebbe dato delle spiegazioni che desideravo.
Si avviò su per le scale ed entrò nel suo appartamento dove l'attendeva il figlio per pranzare assieme.
Sentii dire:
“ti ho detto di non aspettarmi per mangiare, non ti preoccupare per me!”
Tony le rispose che a lui faceva piacere aspettarla e consumare il pasto insieme a lei. Così lei si acquietò.
Andai a dormire e mi svegliai dopo le 17:00.
Uscii fuori sulla veranda e vidi la proprietaria su in terrazza che stendeva il bucato e chiesi di parlarle, lei mi disse che sarebbe scesa poco dopo.
Dopo circa trenta minuti scese, mi disse che doveva fare delle commissioni in paese e che sarebbe tornata verso le 19:30. Le chiesi solo dove poter mangiare quella sera, lei mi rispose:
“se le fa piacere, questa sera può essere mio ospite, possiamo cenare assieme sul terrazzo, la sera qui si sta bene, è fresco, così le spiego meglio, dove andare e i più bei posti da visitare”. Accettai l'invito dicendole che avrei portato io qualcosa da bere.
Pensai che Bruna ma anche il figlio fossero molto ospitali, persone molto alla mano e gentili.
Ero capitato proprio nel posto giusto.
Alle 19:30 Bruna rientrò, mi disse che andava su a preparare e di raggiungerla verso le 20:00 .
Era quasi orario e vidi Bruna sul terrazzo che preparava il tavolo. Le chiesi da giù se potevo aiutarla, lei mi disse di salire su.
Presi due bottiglie di vino bianco dal frigo ed andai su.
La porta era aperta e Bruna mi fece accomodare all'interno.
Sembrava tutta un'altra persona, era truccata ed i suoi bei lineamenti erano evidenziati da un trucco leggero. Quella sera portava un bell'abito con scollo a V che aveva diversi disegni a fantasia rosa. Entrai e vidi l'appartamento, era arredato con mobili moderni, e con molto stile. Dall'ampio terrazzo si poteva vedere il mare, era molto suggestivo stare in quel luogo al tramonto. Il vento che veniva dal nord rinfrescava l'aria, non sembrava quasi estate, la natura era lussureggiante. Il mare assumeva diverse tonalità di verde a seconda l'ora del giorno e di come spirava il vento. Le dissi che mi piaceva la camera ampia dove abitavo, e che dal suo terrazzo si godeva una magnifica vista. Lei mi fece accomodare; io aprii una bottiglia di vino e l'altra lei la mise in frigo.
Sentivo venire dalla cucina un buon odore. Non sapevo cosa avrei cenato. Bruna dopo un po' si presentò a tavola con un bel pesce cotto al forno con un contorno di insalata mista.
Le feci i complimenti perché il pesce aveva un bell'aspetto ed anche un bel profumo di mare. Lei mi disse che suo fratello aveva una pescheria in paese, di tanto in tanto le portava qualche pesce fresco di giornata.
Incominciammo a mangiare, il pesce era freschissimo cotto bene e squisito. Le versai da bere e le dissi:
“brindiamo alla nostra conoscenza, se vuoi possiamo darci del tu, poiché penso che siamo coetanei”.
Bruna mi guardò, e disse:
“va bene Luca alla nostra conoscenza”.
Dopo cena ci mettemmo comodi sul terrazzo dove lei aveva un divanetto per due persone, che era rivolto verso il mare. La brezza del mare le scompigliava un po' i capelli, e lei se li rimetteva a posto con una gestualità elegante.
Incominciammo a parlare e mi feci spiegare dove andare a mare e quali fossero i posti più belli da vedere nei dintorni e quali dove poter fare un po' di pesca subacquea. Poi discorrendo disse che viveva con suo figlio e che era rimasta vedova da due anni e fittava la casa per arrotondare le entrate. In quel periodo ero l'unico inquilino. A causa della crisi economica era difficile fittare a luglio anche l'appartamento adiacente alla mia camera.
Il figlio andava a lavorare a qualche chilometro di distanza. Faceva il cameriere in un ristorante sul mare e lavorava dal tardo pomeriggio fino a notte inoltrata ogni giorno, mentre lei faceva il lavoro di cameriera in un complesso alberghiero dove prestava il lavoro part time fino alle 14:00 e solo per il periodo estivo.
Poi inaspettatamente lei cambiò espressione e con un sorriso triste, mi incominciò a parlare di sé. Mi disse che aveva perso i genitori quando era molto giovane e che le mancava la figura paterna. Probabilmente per questo motivo aveva sposato un uomo molto più anziano di lei. Lo aveva amato molto ed ora con la sua morte era venuto meno anche il suo affetto. Sentiva molto la mancanza di un uomo accanto a lei. Io le parlai di me le dissi che ero insegnante e della mia separazione da mia moglie, fu un colloquio molto lungo ed intenso pieno di frasi che evidenziavano il suo animo sensibile. Alla fine le scese una lacrima ed io l'abbracciai quasi fraternamente dicendole:
“Ciò che stai vivendo, la tristezza e la sofferenza, è più che normale purtroppo, ma credimi col tempo il tuo dolore si attenuerà. Tuo marito non c'è più e te ne devi fare una ragione”. Le diedi un bacio sulla guancia, ed assaporai il dolce e caldo sale della sua lacrima, prima che arrivasse sulle sue labbra.
Lei mi rispose:
“Luca mi ha fatto molto bene parlare con te, volevo sfogarmi, l'ho fatto, ora mi sento meglio, anzi ora vado a mettere un po' di musica voglio terminare questa serata in allegria”.
Si allontanò un attimo e dalla sua stanza sentii provenire una dolce musica solo per pianoforte. Arrivò sul terrazzo e mi chiese se mi piaceva questo genere di musica, il pianista era Burt Bacharach, convenni che era molto distensiva e melodiosa. Lei si sedette vicino a me sul divano e mi chiese scusa del suo sfogo. Io le risposi che mi sentivo già come un suo vecchio amico e che lei mi stava molto a cuore anche se la conoscevo solo da poche ore.
C'era qualcosa che ci attraeva entrambi.
Bruna le dissi:
“sei una bella donna devi uscire da questo tunnel, se lo desideri ti posso aiutare a tirare fuori tutto ciò che hai dentro, penso che tu non l'abbia mai fatto con nessuno, vedrai che poi starai meglio e la tua vita incomincerà a cambiare piano piano. Devi incominciare a sorridere alla vita!”.
Lei mi guardò con i suoi begli occhi dolci e con quella voce un po' roca mi confidò:
“sei una persona particolare con te mi sono subito aperta, non ho avuto remore, ti ho aperto il mio animo corroso dalla tristezza infinita. Ti ritengo una persona molto cara”.
Io le presi la mano, gliela strinsi e l'accarezzai. Stemmo così per un breve periodo ascoltando la musica, lei incontrando il mio sguardo mi comunicò che era contenta che io stessi ora vicino a lei. Ma io sentivo dentro di me qualcosa di forte che lei mi trasmetteva. Quello che mi attraeva di Bruna erano le labbra carnose, il suo bel sorriso, il suo sguardo penetrante, e quella sua voce calda e sensuale un po' roca. Ogni volta che parlava, lei penetrava il mio io e si metteva in sintonia con la mia anima.
Le diedi un bacio sulla guancia e le versai da bere, brindammo di nuovo, stavamo seduti vicino, provavo un po' di imbarazzo perché sentivo dentro di me delle forte emozioni.
Fui esplicito e glielo dissi.
“Bruna anche se ci conosciamo da poco tempo, quando parlo con te, il calmo e dolce suono della tua voce mi trasmette un piacevole turbamento, potrei stare ore ad ascoltarti, sei deliziosamente coinvolgente, mi susciti delle forti emozioni”.
Lei mi rispose:
“anch'io sento qualcosa che pervade il mio animo, una sensazione strana. Tu mi piaci molto Luca, io non sono molto razionale anzi sono istintiva e delle volte ho quasi paura delle decisioni che prendo. Razionalmente dovrei andare con i piedi di piombo, non desiderare di avere altri dolori dalla vita, ne tanto meno volermeli procurare. Non ho più la forza di soffrire, sto vivendo un momento in cui sono fragile, e non riuscirei a superare una delusione. Ma rifacendomi ad un pensiero di Jim Morrison: Rifiutarsi di amare per paura di soffrire è come rifiutarsi di vivere per paura di morire.
Allora mi lascio travolgere dalle circostanze, perché sono fatta così, non conosco mezze misure”.
“Non ti preoccupare”
la rassicurai,
“ci siamo soltanto detto quanto stavamo provando l'uno per l'altro, è stato un momento magico. Ed io ti ho sentita molto vicina a me. Condivido il tuo modo di pensare.”
La musica terminò, io l'abbracciai e ringraziai per la bella serata trascorsa insieme, le diedi un altro bacio sulla guancia e le augurai la buona notte.
Andai in camera, ma ebbi difficoltà ad addormentarmi, Bruna come un fulmine era entrata nella mia vita, già provavo un sentimento forte per lei.
Mi addormentai molto tardi, quei discorsi e specialmente Bruna mi avevano turbato. Avendo dormito poco, quando mi svegliai il mattino seguente, mi sentivo come uno straccio.
Verso le 9:00 m'incamminai verso il mare vicino casa, stetti circa tre ore e tornai a casa, feci un po' di spesa nel paese, poi verso l'ora di pranzo mangiai un panino con una birra, per non cucinare e sporcare la cucina.
Mi sentivo ansioso ogni tanto guardavo l'orologio, ero consapevole che aspettavo Bruna che tornasse dal lavoro, mi mancava già la sua presenza. Salutai Tony che intanto si era affacciato sul terrazzo per sbirciare se la madre arrivasse, poi sentimmo un rombo d'auto ed apparve Bruna. Il cuore mi palpitava forte, non riuscivo a controllarmi, la salutai e le dissi: “bentornata”.
Lei mi salutò guardandomi intensamente negli occhi, e si allontanò andando su per le scale.
Andai a riposarmi per recuperare un po' di sonno, mi svegliai verso le 17:30, mi alzai quasi in fretta, mi feci una doccia per rinfrescarmi ed uscii fuori la veranda a leggere un po', dopo circa un'ora sentii che dal terrazzo veniva la musica della sera precedente, era lo stesso C.D. che Bruna aveva rimesso.
La chiamai dal basso, lei subito si affacciò e mi fece cenno di salire, rapidamente mi ritrovai nel suo appartamento, le chiesi come stava e come fosse andato il lavoro.
Bruna mi guardò intensamente, mi rispose con garbo che il lavoro l'aveva un po' stancata e aggiunse:
“ho pensato molto a te mentre lavoravo, desideravo non farlo ma tu eri presente nella mia mente...”
non finì di parlare che le dissi:
“anch'io ho pensato molto a te, prima di andare a dormire la notte scorsa. Oggi ho aspettato con ansia che tu tornassi dal lavoro, desideravo rivederti, mi sei mancata molto”.
Ci stringemmo fortemente le mani, e guardandola nei suoi begli occhi le chiesi se non avesse impegni per la sera, poiché era mia intenzione di invitarla fuori per cena.
Lei accettò ma ad una condizione, disse che preferiva rimanere a casa e che anche una pizza sarebbe andata bene, era molto tempo che non la mangiava. Rimanemmo d'accordo così, la salutai e le dissi:
“vado in paese a fare un po' di spesa e poi torno per l'ora di cena”. Mi avviai verso la mia camera per cambiarmi. Andai a comprare dell'altro vino e poi tornai a casa per metterlo in frigo.
Lei mi vide dal terrazzo e mi salutò, le chiesi che tipo di pizza le avrei dovuto portare, mi rispose che preferiva quella con i frutti di mare.
Quando tornai con delle belle pizze fumanti e con un gradevole profumo, lei aveva già imbandito la tavola, ci sedemmo ed incominciammo a mangiarle.
Il vino era lo stesso della sera precedente. Un vermentino bianco.
Versai il vino, ci guardammo con gli occhi pieni di desiderio l'uno per l'altra, e ne bevemmo un po'.
Terminate di mangiare le pizze, Bruna portò a tavola una fetta d'anguria. Era appetitosa e gustosa poiché era fredda e dolce.
Scesi giù nella mia camera mentre lei metteva a posto un po' la cucina. Salii dopo pochi minuti e lei mi accolse dicendomi: “stammi vicino mentre lavo i piatti”.
L'abbracciai, lei girò la testa e mi diede un bacio. Mi disse:
“ora fermati altrimenti non capisco più nulla.”
Andai sul terrazzo versai un po' di vino nei bicchieri e glielo portai, lo bevemmo, era bello fresco, poi lei mi disse:
“accomodati vengo subito”.
Mi raggiunse poco dopo, la vedevo più bella quella sera. Poi si allontanò di nuovo e mise un C.D. di canzoni melodiche, quando tornò, ci guardammo intensamente, ci sedemmo vicino ed io le strinsi la mano, lei mi sussurrò:
“andiamo dentro voglio ballare un po', mi da fastidio che qualcuno possa vederci sul terrazzo mentre balliamo”.
Incominciammo a ballare, la luce nella casa era quella che proveniva dal terrazzo, era quasi soffusa. Le tenevo la mano stretta e l'abbracciai forte a me, lei mi accarezzava la testa, con le sue mani affusolate, mi avvicinai al suo viso e le misi la mano nei capelli, chiuse gli occhi e io le baciai le labbra, le guance, il collo e poi di nuovo la bocca, mi fermai con le mie labbra sulle sue, per la prima volta le nostre lingue si incontrarono, la sua bocca era bella calda e desiderosa di baci. Era così dolce quella sensazione, la staccai un attimo da me e la guardai negli occhi, avevamo assunto l'aspetto delle persone innamorate, anch'io avevo perso la testa e mi facevo trascinare da quelle emozioni bellissime.
Bruna mi disse:
“non so cosa mi stia succedendo, ma io non riesco più a controllarmi, mi sento attratta da te e ti desidero”.
“Ti desidero anch'io Bruna”.
Mentre ballavamo io la strinsi forte a me e lei sentì la mia forte presenza contro di lei e si strinse di più a me. Le piaceva quella sensazione.
Poi all'improvviso, mi prese per mano, e mi disse:
“vieni con me”.
Chiuse la porta d'ingresso e andammo nella sua camera da letto. Mi diede un bacio caldissimo e con gli occhi da innamorata mi sussurrò:
“Ti desidero moltissimo, ho voglia di te”.
Mentre si accingeva a spogliarsi mi chiese di girarmi, lo feci ed aspettai che lei si denudasse, poi si mise subito sotto le lenzuola, mi spogliai anch'io e la raggiunsi nel letto.
Mi attendeva, sentivo che era ansiosa, il desiderio era forte. Le chiesi se dovevo prendere qualche precauzione, lei mi guardò con gli occhi dell'amore e mi disse di poter stare tranquillo. Mi strinse la mano e sentivo che la voglia di fare l'amore in lei era altissima.
Il profumo del suo corpo inebriava la mia mente. Lei giaceva supina mentre le baciavo le labbra, incominciai a carezzarle il seno ed a tormentarglielo deliziosamente, era bello sodo, mi avvicinai e glielo baciai e glielo leccai, lei incominciava a mugolare con gli occhi chiusi, scesi con la mia mano vicino al suo pube, lei chiuse subito le gambe, aveva un po' vergogna pensai, allora le accarezzai di nuovo il seno, le leccai ed accarezzai i suoi capezzoli eccitati e turgidi come nocciole di colore scuro, erano sensuali, somigliavano a quelli di un piccolo biberon.
Sentivo che lei fremeva, le sue grandi labbra erano custodi del massimo piacere, io conoscevo la password per entrarvi, la parola era amore, gliela comunicai con gli occhi, ed ebbi accesso al suo paradiso, scesi di nuovo con la mano sul pube e questa volta mi incuneai con le dita. Era già umida. Dal seno scesi a baciarle il suo monte di Venere. Uno spettacolo indimenticabile, un triangolo nero e cespuglioso, impressi quella immagine nella mia mente, rimasi quasi ipnotizzato, mi feci largo con le dita per stimolarle il clitoride e lei subito ebbe uno spasmo, incominciai a leccarglielo era così bello duro e molto pronunciato, mentre la mia lingua lo assaporava, la penetrai con il dito medio, lei ebbe un sussulto, vidi che era molto timida e che si doveva sbloccare, allora mi fermai e risalii per baciarle la bocca, le sue labbra erano morbide e sensuali, la stringevo forte a me, le baciai di nuovo il seno e poi glielo palpai, a lei piaceva moltissimo, mi disse:
“continua così mi piace, ti desidero molto”.
Le incominciai ad accarezzare il suo clitoride, che attendeva con ansia di essere baciato, lo sfioravo delicatamente, la facevo gemere dal desiderio, lei ora era tutta bagnata dei suoi umori, le misi due dita dentro la vagina per stimolarla e lei allargò le gambe, ora affondavo tutta la mia testa nella sua vagina, e la stavo leccando quasi selvaggiamente, era così che le piaceva, i suoi umori avevano un sapore agrodolce, le succhiavo il clitoride e lei mugolava fortissimo, era pronta per l'amplesso, ora muoveva il bacino in modo forsennato, avevo voglia anch'io e la penetrai, favorì la penetrazione flettendo il bacino verso il mio pube, ebbe un fremito, incominciai a muovermi dentro di lei, lei mi stringeva fortissimo, ora le sue gambe erano avvinghiate alla mia schiena, ero tutto dentro di lei, era ubriaca di piacere, il suo corpo era un vulcano in eruzione, si muoveva con il suo bacino velocemente stava per venire la sentii gemere “si, ora si”, in quel momento venni pure io e rimanemmo così abbracciati e ci baciammo.
Un dolce e frenetico piacere si era impossessato dei nostri corpi. Ci guardammo negli occhi e poi ci baciammo di nuovo, feci per scostarmi ma lei chiuse le gambe e lo tenne stretto dentro di sé. La riempii di baci e poi dopo poco lei mi lasciò uscire, stemmo cosi supini sul letto con le mani nelle mani a contemplarci. Io pensavo ho desiderato questo momento perché provo amore per Bruna.
Lei quasi intuì quali fossero i miei pensieri e mi disse:
“Luca ho fatto sesso con te ma solo per amore, forse sono innamorata di te e sentivo in me questo desiderio forte. Altrimenti non sarei stata capace di farlo”.
Le risposi:
“è stato qualcosa di bello che abbiamo desiderato entrambi perché c'è qualcosa di forte che sentiamo l'uno per l'altra. Con te ho provato delle emozioni molto belle, questo perché ti sento intensamente nel mio cuore”. nel dirle ciò la baciai.
Avevamo ancora voglia di stare insieme. Stemmo abbracciati per un po' di tempo e ci scambiavamo dolci effusioni.
Bruna era lì che mi accarezzava. Era stupenda, la inondai di baci, il mio cuore palpitava solo per lei.
Ci trasmettevamo con gli sguardi il nostro desiderio di fare ancora l'amore. Lei mi disse:
“fai quello che più desideri fare, io non ho tabù, lo faccio solo per amore e perché lo desidero, ho voglia di te”.
Mi diede un bacio caldissimo e voluttuoso che mi fece accentuare la voglia matta che avevo.
Passò nella mia mente la frase che mi aveva appena detto. “io non ho tabù”. Pensai che forse le sarebbe piaciuto avere rapporti anali, la feci girare le allargai le gambe. Lei mi disse:
“aspetta torno fra poco”.
Si allontanò e tornò dopo 5 minuti. Quando tornò aveva in mano un vasetto con una crema, mi guardò e mi disse:
“non so se ci può essere utile”.
La baciai e ribaciai non ero capace di staccarmi dalla sua bocca mi piaceva moltissimo.
Si rimise a pancia in giù, la incominciai a stimolare mettendole prima un dito nella sua vagina e poi glielo passai delicatamente vicino al suo ano, vidi che le piaceva, glielo baciai, si era lavata da poco, profumava di fresco, le misi un dito dentro e subito me lo strinse, la stimolai un po' con due dita , non aveva provato nessun male, glielo leccai e la sentii mugolare, le piaceva tantissimo, si mise in ginocchio con la schiena abbassata, così potevo leccarglielo meglio, mentre glielo leccavo, le stimolavo con le dita il suo clitoride, la sentivo godere di piacere, diceva:
“mi piace hmmm hmmm non ti fermare”.
Era rapita nel sentire il mio tocco morbido ma deciso. Presi un po' di crema dal vasetto e gliela spalmai sull'ano e un po' dentro, lei incominciava a contorcersi, era molto sensibile, misi anche un po' di crema sul mio pene, ero in piedi mentre lei era sul bordo letto con le ginocchia sul materasso e la schiena curva mantenendo con le mani i suoi glutei aperti. Le dissi:
“rilassati, non stare tesa”
Le stavo dietro le massaggiai un po' i glutei e lei si rilassò, ma era ancora un po' tesa, pian piano glielo misi dentro e lo accolse con dei gridolini di gioia, poi quando le fui completamente all'interno, lei tolse le mani dai suoi glutei e strinse i muscoli dello sfintere. Ora lo sentiva fortissimo dentro, anche io provavo delle sensazioni bellissime, si muoveva ritmicamente con le sue rotondità posteriori verso di me, prendemmo lo stesso ritmo, mi piaceva moltissimo fare l'amore così ed anche lei godeva come una matta, sentii gridarla ma soffocatamente, si sfregava il clitoride, aveva degli spasmi ed ebbe subito un orgasmo, io mi fermai un attimo per far durare l'amplesso più a lungo, poi incominciai di nuovo piano piano ma sentivo anch'io il bisogno di venire. Incominciai allora a prenderle i fianchi con le mani e farlo entrare tutto dentro ma in maniera molto forte, questa volta la tirai in maniera da cingerla e stringerla vigorosamente verso di me, ora la penetravo forsennatamente, lei mentre si masturbava, diceva:
“godo moltissimo”.
Stavo per avere l'orgasmo la strinsi così forte a me da farle quasi male, le spruzzai tutto il mio seme caldo dentro, nello stesso istante lei gemendo spinse il suo ano verso di me in maniera compulsiva e venne. Mi strinse cosi forte il pene che stava quasi per strizzarmelo. Le rimasi dentro un po', le baciai le spalle era piacevole starle dentro, poi lo tirai fuori lentamente. Lei si girò e mi diede un bacio dicendomi:
“ho goduto moltissimo, lo voglio fare ancora così, mi piace. Sono delle sensazioni indescrivibili. Sono ancora tutta eccitata”.
Ci stendemmo vicino e ci baciammo sulle labbra, poi vidi il suo cuscino che aveva ancora i segni dei morsi che lei nella foga dell'orgasmo gli aveva inferto.
La camera era rischiarata solo dal chiarore della luna, dalla finestra si vedeva solo uno spicchio di cielo. Vedevo il suo corpo nudo, ma la mia attenzione era focalizzata su i suoi occhi che mi avevano stregato.
Avevamo ancora voglia, ma dovevo riprendere fiato ed energia, andai in bagno a sciacquarmi un po', dopodiché riposai vicino a lei per una mezz'ora circa. Poi le dissi:
“sei splendida Bruna ti desidero”.
Bruna mi disse voglio leccarti anch'io un po'.
Incominciò a baciarmi le labbra e poi tutto il corpo, arrivò al pene e lo prese in bocca delicatamente lo leccò e con movimenti delicati se lo metteva in bocca e poi lo leccava. La fermai a tempo, ero su di giri e stavo per venire. Le dissi:
“fermati un attimo voglio venire assieme a te, questa sera ti voglio fare impazzire di godimento”.
“mantieni sempre le promesse?”
sorridendo, le risposi:
“spero di si, aspettami torno subito”.
Scesi un attimo giù a prendere dei preservativi. Risalii su e mi misi vicino a lei, la incominciai a baciare sulle labbra, sentivo la sua lingua muoversi vorticosamente nella mia bocca, la stringevo forte a me mentre, avevo la mia mano sulla sua vagina e le mie dita le stimolavano il clitoride, era tutta calda e bagnata, i suoi umori la lubrificavano moltissimo. Le dissi:
“mettiti come prima”.
Quando lei si mise in posizione indossai un preservativo molto sottile, desideravo che l'amplesso durasse il più a lungo possibile. Le incominciai a stimolare l'ano e poi le passai un po' di crema, la passai anche sul mio preservativo. Questa volta subito la penetrai, lei rimase quasi incredula e stupita, non c'era stato attrito ero entrato molto facilmente. Non si era accorta che mi ero messo il preservativo, incominciai a penetrarla con forza. Sentivo piacere ma era attenuato dal preservativo. Lei diceva:
“è bellissimo fammi godere molto”.
La sentivo ansimare, incominciai allora ad aumentare il ritmo, i battiti del mio cuore erano molto accelerati, non mi fermai sentivo che lei smorzava volutamente le grida di gioia, era gemente.
Lei girò il viso e mi guardò quasi incredula, disse:
“amore mio mi stai facendo impazzire”.
Dovevo farla godere al massimo. Con voce quasi sommessa e ansimando bisbigliò:
“si sto venendo”.
Io non mi fermai, lei si stringeva le tette si metteva le dita in bocca poi se le passava sul clitoride eccitandosi al massimo, mentre spingeva il suo sedere più forte verso di me, non riusciva più a non gemere forte, diceva “ ah si, ah si, ah ahaha si, si, che piacere” ebbe un orgasmo indescrivibile ora girando un po' la testa mi guardava quasi supplicandomi di continuare, sapeva che non ero ancora venuto.
Lei non ce la faceva più era quasi senza forze ma mi disse con voce quasi lacerante:
“fammi venire come prima”. Le tolsi il pene da dentro e lei mi guardò stupefatta, mi tolsi il preservativo, mi misi della crema e la penetrai di nuovo tenendole forti i fianchi, stavo tutto dentro di lei e spingevo fortemente, i miei movimenti aumentarono, la mia energia sessuale si era amplificata, la stavo facendo quasi male ogni colpo che le davo penetrandola lei gridava di gioia, quando lei disse quasi stravolta “si cosi, così, sto per venire”, stava quasi sbavando aveva la bocca aperta e gli occhi quasi fuori dalle orbite, le dita sul suo clitoride avevano assunto un ritmo infernale, le fiamme del piacere ci avevano avvolto, in quel momento la tirai fortemente vicino a me, i suoi erano gemiti di passione che finalmente esternava ad alta voce, gridammo di gioia quasi all'unisono e le venni finalmente dentro. Era stato bellissimo, però ero esausto avevo dato tutto me stesso in questo amplesso. Le tolsi il mio pene da dentro e lei si accasciò sul letto. Mi guardava con gli occhi spalancati ed estasiati. Dopo un po' mi disse baciandomi: “ti voglio bene Luca ho goduto come non mai.”
Io le risposi:
“L'amore che abbiamo fatto questa sera spero che ti darà la linfa vitale a superare la tristezza che porti dentro, con te ho provato, attraverso un'apoteosi di emozioni, il vero amore, il mio cuore ora non è più randagio.”. Lei guardandomi con gli occhi pieni di lacrime e di gioia baciandomi mi sussurrò:
“Sei come un raggio di sole entrato nella mia vita, il mio cuore ha incominciato di nuovo a palpitare d'amore. Ti adoro Luca ”.
La nostra storia continua ancora, io ho chiesto il trasferimento in Sardegna per poi vivere con il mio amore Bruna.
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