L'impiegata

di
genere
etero

Erano ormai alcuni anni che lavorava in quella ditta, la vita scorreva monotona per lei che amava le novità e senza alcuna emozione, mal sopportava la situazione. Ogni mattina la vestizione era un rito, davanti allo specchio indossava i vestiti rimirandosi in continuazione e associando ad ogni capo una fantasia. Amava essere guardata e amava eccitare gli uomini. Fresca di doccia, arrotolo' la prima autoreggente posizionandola sulla punta del piede la indosso' con fare malizioso. Fecero seguito un mini perizoma,un reggiseno a balconcino, jeans diesel a vita bassa ed una camicetta che le modellata splendidamente il corpo. Il seno spiccava, tirato dalla stoffa ed il sedere, assomigliava alla ciliegina sulla migliore torta, nella vetrina della pasticceria vicino a casa sua. Cioè guardare ma non toccare. Prima di uscire, indossò le scarpe decolleté tacco 12, si rimiro' nello specchio vicino all' entrata e decise che tutto era perfetto. Prese la borsetta e si incammino' verso l'autovettura, felice e curiosa di quello che la giornata le avrebbe riservato. Aveva carpito durante il lavoro,un interesse particolare da parte di alcuni camionisti che frequentavano la ditta. Sorrisi, sguardi e soprattutto gli occhi che la spogliavano ogni qualvolta incontrava uno di loro e la cosa che più la sconcertava, era che la cosa le piaceva. Si era accorta, che il lavoro era meno pesante ed ogni sera quando arrivava a casa, il perizoma era intriso degli umori della giornata, notevolmente aumentati in quantità. Decise di bearsi della cosa e di conviverci felicemente, senza crearsi problemi di sorta. Volevano accarezzare il suo corpo con lo sguardo? Lei li avrebbe agevolati, li avrebbe accompagnati in questo viaggio proibito che piaceva a tutti. Passarono alcune settimane, dove si accorse che era sempre di buon umore, quando suo marito la cercava si ritrovava a concedersi con rinnovato piacere ed arrivava ogni volta all'orgasmo, percependo le grandi mani di quegli uomini accarezzare il proprio corpo. Intenta a smistare bolle d'accompagnamento non si accorse della sua presenza e solo un caldo buongiorno la desto' da tale incombenza. Alzando gli occhi incontrò il suo sguardo, uno degli autisti che rincorreva i suoi pensieri, con fare educato le stava sporgendo un foglio presumibilmente una bolla. Rimase un attimo attonita, a rimirare i suoi lineamenti che in contrasto con il lavoro svolto erano fini e piacevoli. Alzandosi dalla sedia, prese il documento di trasporto e dopo averlo firmato passò di fianco alla scrivania, trovandoselo di fronte. La prima scarica di adrenalina, andò a solleticarle il clitoride, strappandole un piccolo sorriso, distrattamente fece scivolare a terra il foglio e in un attimo si piegò a raccoglierlo. Un silenzio irreale regno' nella stanza, i jeans a vita bassa scesero lasciando in bella vista il perizoma di pizzo nero. Attimi che sembrarono minuti, sentì lo sguardo sul sedere avvolgerla in un emozione indescrivibile. Gli umori, intrisero la piccola porzione di stoffa che ornava le grandi labbra. Si rialzo' e porse il foglio alla mano protesa, che impercettibilmente accarezzo' le sue dita affusolate. Occhi negli occhi, lui riuscì a blaterare uno stentato grazie. Uscì, risali' sul mezzo e voltandosi vide un piccolo e malizioso sorriso sul volto di lei. Nulla sarebbe stato più come prima, lei riuscì a scorgere il cartello posizionato sul parabrezza leggendo il suo soprannome.....PILONE. Sentiva le grandi labbra colme di umori ogni passo era un piacevole ricordo di quell' attimo, entrò in casa e strinse forte suo marito. Mai come quella volta aveva bisogno di lui, il fuoco la stava divorando, in un attimo fu pronta, lui la prese sul tavolo della cucina ed il primo orgasmo fu' devastante. Si sentiva femmina, erotica, desiderata e si rese conto che aveva bisogno di tutto questo perché la faceva sentire viva. Finirono a terra e lei salì sul suo cazzo gettandosi in una lunga ed estenuante cavalcata fino a quando all'unisono raggiunsero l'orgasmo. Mille pensieri si rincorrevano nella sua mente....la cosa che percepiva chiara era che si sentiva felice.....

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scritto il
2017-02-06
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