Il mio fratellastro
di
Drusilla
genere
incesti
Premetto che non ho mai pensato a lui in questo modo. Il mio fratellastro ha 2 anni in più di me, che ne ho 22. Lui è figlio del primo matrimonio di mio padre. E' un ragazzo alto, capelli castani e occhi scuri, ho sempre pensato fosse un bel ragazzo. Il nostro rapporto è sempre stato un pò conflittuale, come quello di tutti i fratelli suppongo, in particolar modo quando io ho cominciato l'età dello sviluppo. Io non sono molto alta, ho i capelli castano dorati ricci, occhi scuri, un sedere che definiscono molto bello e sporgente. Quella giornata la ricordo perfettamente come se fosse ieri, anche se sono passati alcuni anni. Era stata una normale giornata di scuola, casa, compiti, cena. Dopo cena i nostri genitori uscirono e io dissi a mio fratello che andavo a letto perchè ero stanca, lui mi rispose con il solito grugnito. Entrai in camera, mi misi il pigiama, socchiusi la porta e mi infilai nel letto. Volevo rilassarmi, cos' cominciai ad accarezzarmi il seno da sopra il pigiama, per poi sentire il famigliare calore avvolgermi la fica. Mi spogliai del tutto e cominciai ad accarezzarmi selvaggiamente, le mie mani frugavano freneticamente il mio corpo. Spalancai le gambe e cominciai a toccarmi con forza, infilando prima una e poi due dita dentro di me, ansimando nel letto. Tutto ad un tratto sentii un rumore e la porta che si spalancava di scatto, mi voltai spaventata e vidi mio fratello in piedi di fronte a me che mi fissava con aria sconvolta. Cercai di dire qualcosa ma lui afferrò il lenzuolo e lo tirò via con uno strattone. Mi osservò nuda, con le mani ancora fra le gambe, e mi urlò che ero una troia. Io gli urlai di uscire dalla mia camera, che non aveva il diritto di essere lì o di chiamarmi in quel modo, ma i suoi occhi lampeggiarono di cattiveria. Mi prese per un braccio e mi costrinse ad alzarmi, urlando che le brave ragazze non fanno nulla del genere, e che lo sapeva che ero una puttana, e che ora l'avrei pagata. Chiuse la porta della mia stanza a chiave, io lo fissavo terrorizzata cercando di scappare, ma lui era più alto e forte di me. Mi girò e mi prese per i capelli, facendomi piegare. Arrivò forte, bruciante ed inaspettato, uno schiaffo sul mio culo, poi un altro e ancora un altro. Urla di lasciarmi andare, che mi faceva male, che volevo rivestirmi, ma lui era in prenda ad una febbre di eccitazione, mi diceva che le puttane vanno punite, che avrei imparato a non farlo più, che la sua sorellina non deve fare nulla del genere. Urlai che masturbarsi non era un peccato, che lo avrei fatto ogni volta che volevo, gli urlai che era un porco, che doveva lasciarmi andare. Lui non mi ascoltò, mi prese per i polsi e mi girò di fronte a lui, perchè potessi guardarlo negli occhi. Mi disse: se così stanno le cose, non avrò più motivo di fermarmi con te. Si abbassò il pantalone del pigiama mostrandomi il suo cazzo duro e gonfio, io lo guardai spaventata e lui mi prese per i capelli spingendomi per terra. Prese la mia testa e la spinse contro il suo membro, io urlai che era un maiale, urlai che mai gli avrei fatto un pompino. Quelle parole lo fecero eccitare ancora di più, mi chiese se ne avevo mai fatti, e vedendo la mia espressione capì. Mi tirò uno schiaffo fortissimo, e mi spinse il cazzo in bocca, con forza. Non riuscivo ad oppormi, lui mi spingeva avanti e indietro scopando la mia bocca con violenza, fino a che non si staccò e mi buttò sul letto. Caddi a gambe aperte sulle lenzuola bianche, lui venne verso di me mettendomi un dito nella fica. Mi urlò che ero bagnata, che mi ero eccitata, che tutto quello che lui aveva fatto mi aveva eccitata, da brava puttana quale ero. Gli tirai uno schiaffo, che lui non schivò, accusò il colpo urlando: questo ti farà male. Mi penetrò di scatto, all'improvviso, si fece strada dentro di me. Con foga e violenza mi pompava freneticamente. Lo respinsi, cercai di staccarmelo di dosso, ma non riuscivo a muovermi, le mie mani bloccate dalle sue. Lui ansimava e rantolava dentro di me, fino a che non sentii il piacere pervadermi, mi ero abbandonata alle sue pompate, avevo abbandonato la testa all'indietro. Quando l'orgasmo mi travolse, bruciandomi dentro, lui avvertì tutto. Una sua mano si abbassò fino ad incontrare il mio sedere, lo strinse con forza, urlandomi brutta troia nell'orecchio. Uscì fuori e i suoi schizzi raggiunsero il mio viso, chiusi gli occhi appena in tempo. Lui si pulì il cazzo sulle mie tette, ridendo, dicendomi che ero una puttana che aveva appena goduto con suo fratello. Lo fissai ammutolita, feci per alzarmi e picchiarlo ma lui fermò le mie mani. Mi disse che da quel giorno si sarebbe sfogato con me tutte le volte che lo voleva, e uscì dalla mia stanza per entrare nella sua. ...continua
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