Bianco latte

di
genere
gay

Ci sono luoghi dove cambiano le regole della cosiddetta normalità. Sono luoghi che assomigliano a parentesi, spazi confinati e nascosti ai più, avvolte sottintesi anche a noi stessi. In questa pausa di “noi” da “Noi” possono venir fuori demoni nascosti per anni in angoli della nostra personalità. Mostri che ci stupiscono e spaventano come incubi antichi che riaffiorano da paludi scomode, ma anche aspetti della nostra personalità che non credevamo di possedere.
In questi luoghi, cose inaccettabili ed evitate da sempre, possono diventare improvvisamente delle dolci tentazioni private. Una carezza scomoda ed imbarazzante di un “Io” sgradito e scomodo.
Questi luoghi non sono necessariamente fisici. Possono essere circostanze, momenti, incontri fortuiti o semplici vizi.
Il contatto con il suo sperma ebbe su di me lo stesso effetto di una bomba atomica. Era la cosa più oscena, perversa e pervertita che avessi mai provato in vita mia, ed acquisirne la consapevolezza in quell’attimo brevissimo in cui quel meraviglio liquido caldo, viscoso e vivo toccò la mia pelle mi provocò un’eccitazione così profonda e proibita da inebriarmi e cancellare qualsiasi freno inibitore che fino a quel momento poteva avermi trattenuto.
La prima cosa che feci fu toccare quella meraviglia che mi colava nel petto. Fermai la lenta caduta libera del rivolo che avevo intercettato con le dita e con un movimento circolare, prima di due dita poi dell’intera mano, lo allargai sul petto. Infine portai la mano alla bocca. Dapprima con un po’ di esitazione. Subito dopo senza ritegno. Raccolsi un altro rivolo con le dita e, questa volta senza spanderlo, lo portai subito alla bocca.
Come dicevo ero profondamente eccitato. La scoperta di quel piacere nuovo mi aveva provocato una erezione fiera e prepotente. La mano mi scivolò quasi senza accorgermene sul mio sesso che reclamava attenzione. Lui era appena venuto e mi guardava.
Fu a quel punto che la seconda bomba atomica, senza preavviso, esplose in me. Lui mi si avvicinò e mi baciò nella bocca. Il vigore di quel bacio maschio, la forza delle sue labbra che cingevano le mie, il sapore della sua lingua che mi accarezzava. Ero fuori di me dall’eccitazione. Quel bacio era addirittura più osceno di quelle che avevo fatto poco prima con il suo sperma. Non ce la feci più a trattenermi e mentre le nostre lingue si toccavano avide nella mia bocca iniziai a masturbarmi con vigore.
Lui mi fermò la mano. Lasciò la mia bocca affamata del suo sapore e si abbasso.
Mi ritrovai ad ansimare come una liceale alla sua prima esperienza sessuale. Impiegai poco tempo a venire. Lo feci nella sua bocca. Mentre lo faceva credo di avergli sussurrato che lo amavo.
Era una frase che ci poteva stare in quel momento anche se a pensarci ora mi mette un po’ a disagio.
A lui deve essere piaciuto.
La notte ci portò altri regali. Poi ci salutammo e non lo rividi più. Di lui conservo solo il sapore del suo sperma ed un indirizzo di posta elettronica: priscomx@libero.it. Provateci anche voi ;-)
scritto il
2017-02-24
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