Rose parte 1

di
genere
saffico

dovevo iniziare il mio corso in palestra…
ero molto agitata e scombussolata.
Mi aveva appena lasciato il mio ragazzo, volevo distrarmi e avevo pensato che l’attività fisica sarebbe stata un’ottima idea.
Scesi dal bus, segui le indicazioni e trovai la palestra.
La palestra era praticamente vuota, appena uscii dallo spogliatoio vidi una donna sulla ventina molto atletica. Aveva una cicatrice sul braccio muscoloso, abbastanza alta, aveva i capelli corti e le labbra sottili, sembrava un uomo.
Mi avvicinai e con incertezza le chiesi.
“mi scusi, lei sa dove posso trovare una certa Rose Hunt?”
“sono io Rose, tu saresti Luna vero? io sarò la tua istruttrice”
mi squadrò dalla testa ai piedi.
mi fece vedere il programma per questa settimana e mi fece fare alcuni esercizi.
Dopo trenta minuti mi sentivo morire.
Stavo sudando e avevo caldo.
“vuoi fare una pausa?”
io annuii con il capo.
Ci sedemmo e parlammo un po’, mentre io bevevo l’acqua.
Il mio sguardo cadde sul suo seno prominente e sodo.
Sotto la tuta aderente si vedevano le cosce toniche, i capezzoli.
“tutto ok?”
la sua voce mi risvegliò.
Inorridii, sentendomi eccitata.
Tornammo a fare gli esercizi e ben presto me ne dimenticai.
Mi fece salire sul tapirulant cambiò alcune impostazioni.
“vanno meglio? Gli ho scelti con una intensità minore dato che sei ancora all’inizio”
mentre correvo notai che mi guardava con particolare attenzione.
Finito il corso mi dilungai nel chiacchierare con lei, quando mi accorsi dell’ora mi, resi conto del fatto che avevo appena perso il bus e quello che mi avrebbe riportato a casa prima sarebbe passato fra due ore.
Rose percepii il mio disagio.
“c’è qualcosa che non va?”
“no è solo che ho perso il bus e dovrò aspettare due ore prima che passi il prossimo”
“se vuoi, posso accompagnarti io con la macchina”
“sul serio? Ma non ti da fastidio?” chiesi io
“no, figuriamoci, anzi…” lasciò in sospeso la frase.
Indicò la macchina, mi aprii la porta, poi entrò.
La macchina profumava di pino silvestre.
Ci mettemmo a parlare piacevolmente del più e del meno, finche il mio sguardo non cadde nuovamente sulle sue tette, ero estasiata dal suo corpo possente, ammiravo ogni sua parte del corpo,
nonostante lei se ne fosse accorta, non sembrava minimamente disturbata.
Io nel mentre mi stavo eccitando.
“non ti dispiace se faccio un salto a casa mia per mettermi qualcosa di più comodo? Tanto è qui vicino ci metto un paio di minuti”
mi disse lei.
Si fermò di fronte a casa sua.
“vuoi venire su anche tu?”
“certo”
risposi io.
appena chiusa la porta, mi afferrò per un braccio.
“a che gioco stai giocando?”
scritto il
2017-03-19
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